Un glorioso tramonto dell’era 16 bit nonché il grande “canto del cigno” dello SNES, Yoshi’s Island rappresenta la fine di un’epoca. Nintendo EAD sforna di nuovo un capolavoro, destinato a segnare la storia. Nonostante il sottotitolo “Super Mario World 2”, Yoshi’s Island non è un vero e proprio seguito di
Super Mario World, ma un prequel (e/o uno spin off) dell'intera saga di Mario.
La storia, narrata tramite una beve intro, mostra una cicogna intenta a portare due Mario e Luigi in versione baby ai loro genitori. D’un tratto, il malvagio Kamek, essendo a conoscenza degli eventi futuri (quindi dei problemi che i due fratelli causeranno al re Bowser), rapisce Baby Luigi mentre Baby Mario precipita su Yoshi’s Island. Un gruppo di Yoshi colorati decide quindi di recuperare suo fratello e di riportare entrambi alla cicogna.
Questa volta dunque ci ritroviamo a controllare non Mario direttamente, ma il dinosauro Yoshi con Baby Mario in groppa, caratteristica che segna anche il gameplay: spariscono funghi e Power Up assortiti, stavolta dovremo contare quasi esclusivamente sulle abilità di Yoshi. L’abilità principale del dinosauro è la capacità di inghiottire nemici e oggetti e tramutarli in uova (possiamo trasportarne un massimo di sei) che potremo scagliare lontano. Tenendo premuto l’apposito pulsante, Yoshi si preparerà al lancio, così un mirino comincerà a ruotare ininterrottamente, a questo punto il giocatore dovrà rilasciare il tasto al momento giusto per far seguire all’uovo la traiettoria da lui desiderata. In questo modo, Yoshi potrà non solo colpire nemici lontani ma anche blocchi, attivare interruttori volanti che sbloccheranno diversi eventi (spesso indispensabili per proseguire) ed altri oggetti. Altra peculiarità è la gestione dell’energia: se colpito da un nemico, Yoshi perderà non una vita ma Baby Mario, che verrà chiuso in una bolla fluttuante. Yoshi dovrà recuperare il bimbo prima che scada il countdown di dieci secondi (che possono essere aumentati previa la raccolta delle stelle che si trovano nei livelli), altrimenti perderà una vita. Anche il metodo di controllo di Yoshi diverge leggermente da quello di Mario: sparito il sistema di calibramento del salto tramite rincorsa, Yoshi corre automaticamente tramite la pressione del tasto, ma può “correggere” i salti tramite una buffa sgambettata, che permette di “levitare” per un momento. Yoshi Può inoltre effettuare il famoso “schianto a terra”, già visto nella serie Wario Land e da qui fisso nella serie di Mario. In particolari fasi, inoltre, Yoshi si trasformerà temporaneamente in vari veicoli (come areoplani, sottomarini, treni). Non mancano brevi sezioni in cui dovremo controllare Baby Mario stesso: se Yoshi raccoglie la Super Stella il bebè, con addosso la cappa (la stessa di
Super Mario World) scenderà dalla sua groppa e potrà correre molto velocemente e volare, ma l’effetto è assai breve. Non mancano molte sezioni bonus e segreti assortiti.
Grandissima è la varietà delle situazioni e dei personaggi che riempiono i 48 livelli del gioco (distribuiti in sei diversi mondi), grazie un level design superbo e ben congegnato. Il gameplay è splendido, meno pulito di quello classico di Mario e più improntato all’esplorazione.
Lo stile grafico adottato poi è meraviglioso e particolarissimo: emulando i tratti tipici dei bambini, gli elementi grafici sembrano colorati a pastello e ad acquerello, talvolta apparendo appositamente “sporchi”, i contorni sono spessi ed i colori accesi e vividi, i personaggi sono spesso enormi e tutti animati benissimo. Anche i deliziosi brani musicali hanno delle sonorità che rimandano direttamente all’infanzia, con il frequente uso di carillon.
Yoshi’s Island è un vero e proprio capolavoro, un gioco unico che se forse non raggiunge i fasti dei Mario “classici”, rimane senza dubbio un autentico manuale di game design e un’esperienza magica.