Descrizione:
Street fighter venne lanciato sul mercato da Capcom nell'anno di grazia 1987 e rappresentò, oltre che l'inizio di una delle saghe più fortunate e longeve nella storia dei videogiochi, anche la nascita del genere dei picchiaduro a incontri.
Nei panni di un karateka di nome Ryu bisognava attraversare quattro Paesi ai quattro angoli del globo e battere per ognuno i due migliori lottatori. Fatto questo si finiva in Thailandia dove ci si scontrava con i due boss. Il gioco presentava un'inedita (per l'epoca) sequenza di incontri contro una serie di personaggi caratterizzato ognuno da un proprio set di mosse specifico. Per eseguire le mosse, venne creato il sistema dei sei tasti dedicati ai pugni e ai calci di tre diverse intensità che tutt'oggi viene ancora regolarmente utilizzato nella serie. Il gioco si concentrava sulle vicende di Ryu e, anche se era possibile giocare in due con l'assegnazione al secondo giocatore di Ken (simile nelle mosse a Ryu), i giocatori finivano con lo stufarsi presto del gioco a due a causa dell'impossibilità di scegliere altri personaggi al di fuori dei due protagonisti.
La storia: Ryu partecipa al primo torneo di lotta organizzato da Sagat, arriva in finale ma viene messo all'angolo. Quando Sagat, ormai convinto di aver vinto, gli porge la mano per rialzarsi, Ryu, spinto dall'ossessione della vittoria, si trasforma per un attimo in Evil Ryu e colpisce Sagat, sconfiggendolo e procurandogli una profonda cicatrice. Dopo il torneo Ryu torna dal suo maestro Gouken per avere chiarimenti sulla sua trasformazione, ma incontra Ken che gli dice che il loro maestro nel frattempo era stato sconfitto e ucciso dal fratello Gouki (Akuma nella versione europea). Ryu inizia a viaggiare per il mondo per scoprire il perchè della sua trasformazione e per vendicare la morte del maestro.
Nonostante la trama interessante e il gameplay originale, il gioco era funestato da non pochi difetti che finirono con affossarlo anzitempo: tanto per cominciare si palesò quasi subito come la mancaza di una modalità a due giocatori maggiormente rifinita rappresentava un'occasione sprecata in quanto avrebbe potuto dare al gioco una marcia in più; in secondo luogo c'è da annoverare come il livello di difficoltà del gioco fosse notevolmente alto e il sistema di controllo basato su sei tasti era tutt'altro che facile da padroneggiare (all'epoca per i giochi basati sui combattimenti non se ne usava più di due). Come ciliegina sulla torta c'è da segnalare che molte delle conversioni per i sistemi casalinghi erano tecnicamente povere (ricordiamo su tutte quella per Amiga), non rendendo onore all'invece ottimo lavoro eseguito per la versione arcade.
Il gioco, rigiocato oggi non riesce ad entusiasmare come potrebbe -esattamente come allora-, anche in virtù delle grandi cose messe in mostra dal suo diretto sucessore qualche anno più tardi. Da giocare solo se volete colmare una lacuna delle vostre conoscenze della storia videoludica..
Note e curiosità:
- la bontà delle idee profuse in questo capitolo la si può vedere nel fatto che quasi tutti i personaggi e le caratteristiche di questo gioco sono poi stati ripresi nei capitoli successivi: alcuni scenari sono stati ripresi così come anche certi personaggi (Birdie, Adon e Gen sono riapparsi nella serie
Alpha). Ryu e Ken sono inoltre diventati presenze fisse nel cast di ogni capitolo della saga.
- I due direttori dello sviluppo di Street fighter, dopo la release del gioco, lasciarono la Capcom per entrare in forze alla SNK, finendo con lo sviluppare i picchiaduro che hanno rappresentato alcuni degli antagonisti storici di questa serie.
- Ryu e Sagat sono ispirati a persone realmente esistite.