Non lo può dire, perchè a meno che l'inter mandi via mourinho e lo prenda, prandelli sarà il prossimo allenatore della Juve, non esiste una terza via a meno che non decida di stare fermo, improbabile, e da oggi diciamo ufficialmente anche la società sta cominciando a preparare il terreno per l'addio.DDV: "Caro Prandelli, diresti ai tifosi che non vai alla Juve?"
26/03/2010
Ecco il testo dell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport dal patron della Fiorentina, Diego Della Valle:
«Sapete che regalo mi piacerebbe far trovare nell’uovo di Pasqua ai nostri tifosi?»
Che cosa?
«Una letterina firmata da quattro persone dove si dice: "Io il prossimo anno non andrò alla Juve". Tre firme le ho già in tasca».
Quali sono?
«Io Diego Della Valle il prossimo anno non sarò il patron della Juve. Mio fratello Andrea nonne sarà il presidente. E Pantaleo Corvino, che tra parentesi sta svolgendo un lavoro formidabile, non sarà il direttore sportivo dei bianconeri».
La quarta firma dovrebbe essere quella di Prandelli.
«Esatto. Mi piacerebbe che il nostro allenatore si prendesse questo impegno davanti a tutti i tifosi della Fiorentina. Anzi, mi sorprende che la nostra gente non abbia già rivolto questa richiesta a Prandelli. Non passa partita senza il coro: "Chi non salta juventino è...", ma nessuno vuole sapere da Prandelli se il prossimo anno lui allenerà la Juve. Strano».
Il tecnico prima di decidere il suo futuro vuole incontrarvi.
«Ci incontreremo. E’ sicuro. Ma per parlare di cosa?»
Del progetto Fiorentina.
«Non capisco di cosa dovremmo parlare visto che non ci sono novità. La Fiorentina non farà passi indietro. Quest’anno senza gli arbitraggi disgraziati di Ovrebo e Rosetti saremmo tra le otto grandi d’Europa e, in campionato, saremmo ampiamente in zona Champions. Certo, non siamo ancora pronti per puntare allo scudetto. Ma come dimostra il nostro monte stipendi, allenatore compreso, dopo le quattro grandi ci siamo noi. Però ci vuole sempre concentrazione: una partita come quella di mercoledì a Catania non si può e non si deve perdere. Il nostro progetto è di restare in quella zona di classifica. Una società che vuole ridimensionare non investe tanti milioni a gennaio su un giovane come Ljajic. Avremmo potuto acquistare con pochi euro un vecchietto...».
Oltre a Ljajic sono arrivati il nazionale argentino Bolatti, un difensore come Felipe, corteggiato da grandi club e il talento Keirrison.
«Quindi, dove sta il problema? La Fiorentina lavora per il presente e per il futuro. Il signor Jovetic, per esempio, è una delle nuove stelle del calcio mondiale. E indossa la maglia della Fiorentina».
E se questo non bastasse a Prandelli?
«La famiglia Della Valle rispetta i contratti e pretende che siano rispettati. Vorrei ricordarvi che Toni aveva già la valigia pronta per andare all’Inter ma, alla fine, ha continuato a fare gol per la Fiorentina. Prandelli il prossimo anno non andrà alla Juve e non andrà sulla panchina della Nazionale. Lui ha un contratto fino al giugno 2011. Quindi...».
Lei ha detto tempo fa: «Alla famiglia Della Valle non piace il verbo vivacchiare».
«Esatto. Ancora per qualche anno dovremo giocare in difesa, poi con la Cittadella potremo cambiare piano industriale. Il nostro progetto finale è avere una squadra in grado di lottare per lo scudetto».
Ma questa Cittadella si farà?
«Noi non vogliamo mettere pressione al sindaco Renzi. Però aspettiamo da lui risposte precise. Risposte che noi, poi, consegneremo ai tifosi viola».
Intanto la Fiorentina di Della Valle può conquistare il primo trofeo.
«Sarebbe fantastico vincere la Coppa Italia. Dalla C2, alla Coppa Italia passando per una sfida esaltante di Champions contro il Bayern Monaco. Sfida che ad arbitri regolari avremmo vinto. Mi pare che qualcosa abbiamo costruito».
Traspare un po’ di amarezza da queste sue parole.
«Diciamo che dopo Fiorentina-Bayern ci aspettavamo l’abbraccio della città invece abbiamo letto solo dubbi, timori, critiche a mezza voce. Che cosa dobbiamo fare per convincere i tifosi della serietà del nostro progetto? In attesa di trovare risposta a questa domanda, faremo anche noi le nostre riflessioni».
Luca Calamai - La Gazzetta dello Sport