allora raga, io i vetri li ho studiati con un certo dettaglio e quindi credo di poter fare un pò di chiarezza...
1)E' assolutamente corretto considerare un vetro come un liquido a viscosità estremamente elevata. (si può parlare anche di solido amorfo, sono due concetti praticamente identici che implicano la mancanza di ordine a lungo raggio nella struttra interna del materiale)
2)la viscosità è una misura di quanto un liquido (o un solido amorfo) tende a fluire se soggetto a forze (anche al suo stesso peso) e si misura tipicamente in poise (dimensionalmente si parla di Pascal al secondo ma poco importa)
Un liquido con una viscosità maggiore di di 10^11 poise (circa...non ricordo il dato preciso) ha di fatto l'aspetto di un solido.
In realtà attendendo tempi lunghi si osserverebbe un comportamento da fluido (anche se a livello micoscopico... non aspettatevi di vedere una finestra colare a terra
mentre un solido cristallino non manifesta minimamente questo comportamento)
3)Esiste vetro e vetro... Per rendere lavorabile il vetro è necessario abbassarne drasticamente viscosità. Il problema è che per rendere lavorabile un vetro di sola silice sarebbe necessario arrivare a temperature di 1800° e credetemi che non è poco (servono forni speciali molto costosi, con usure molto elevate)
per questo motivo si aggiungono elementi in grado di abbassare le temperature di lavorabilità.(tipicamente ossidi)
il vetro soda-calcico, tipicamente usato per fare le finestre, è tra i più usati per le basse temperature di lavorazione (a memoria credo 1300°) e va benissimo in tutte quelle applicazioni dove non è necessario arrivare in esercizio a temperature elevate (già a 400-500° inizierebbe a mostrare scorrimento viscoso)
Per gli strumenti da laboratorio o per in generale applicazioni nelle quali sono richieste particolari caratteristiche si introducono altri elementi (il boro ad esempio si usa per i vetri pyrex che forse qualcuno potrebbe conoscere, il piombo migliora la trasparenza, ecc)
Questi vetri essendo lavorabili solo a temperature più alte sono meno sensibili ai fenomeni di scorrimento a temperatura ambiente (fenomeni che in realtà avvengono, ma ancora più lentamente)