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Dipende come evolverà il mercato editoriale nei prossimi vent'anni. Sappiamo già da ora che quello italiano è sempre più nei guai: se l'ottanta percento delle pubblicazioni su cui si regge lo stesso fanno parte della categoria "scolastico" (manualistica per tutte le età, saggistica universitaria, letteratura tecnica, abbecedarii di Pinocchio) si capisce che le classifiche di vendita dei romanzi (e non della poesia, che non ha neppure quello spazio esiguo di vendita che caratterizza la narrativa contemporanea in Italia) sono categorizzazioni economiche post mortem. Si parla di niente, insomma: un libro che vende molto è soltanto un alibi che consente a certi editori di propinarci quello che vogliono, non certo di portare il mercato ad evolvere verso una nuova etica di lettura. A livello economico, quindi, il formato elettronico è la miglior soluzione possibile, al momento; permette di minimizzare i costi per quasi tutte le fasi di lavorazione: il problema è che, appunto, questo formato rischi di non rassomigliare più al libro per come siamo abituati a conoscerlo.
Intendo dire che il libro cartaceo conserva, in termini culturali, una valenza archetipale fortissima: sono innumerevoli gli autori che vogliono finire su cartaceo, e non viceversa; questo perché il formato elettronico sconta i pregi ma anche i difetti della propria virtualità, della propria iimpalpabilità fisica. Il libro è il volumen, il codex, il tomo, l'oggetto che ha assunto nella storia una posizione di tramite sacrale non solo in termini di passaggio della conoscenza, ma anche per la formazione di ogni disciplina conosciuta. Ora come ora, il mercato degli e-book non può competere con questo sostrato subculturale che il cartaceo porta con sé, e fatica a muoversi in una direzione di alternativa non solo pratica, ma anche eticamente motivata al cartaceo. Sull'informatizzazione dei testi, credo che sia bene fare un appunto: la completa conversione e "storaggio" perpetuo da cartaceo ad elettronico è una mostruosità. Innanzitutto perché non è giusto pensare di "eternare" dei testi senza un minimo di vaglio critico: gli e-book gratuiti, in qualche caso, si eliminano da soli, ma troppo spesso permangono bypassando una critica letteraria che ormai sembra non esistere più come posizionamento etico consapevole nei confronti della materia analizzata. In seconso luogo, se è vero che il formato cartaceo forse rimarrà in eterno (io credo che si tratti di una cosa impossibile, ad ogni modo) esiterei a bollare gli e-book come una puttanata, se non altro per il fatto che solo in Italia sono percepiti come tali, mentre i sistemi editoriali di altri paesi stanno puntando sulla loro diffusione con risultati a quanto pare soddisfacenti.