Sono esatti sia coercere che coercire, ma in italiano l'uso è quasi esclusivamente quello della forma sostantivata (coercizione), o al massimo quella aggettivata (coercibile), quindi è normale che non sia riportato dai dizionari.
L'etimologico di Garzanti, comunque, alla voce "Coercizione", riporta la derivazione:
Dal lat. coercitio¯ne(m), deriv. di coercìre; cfr. coercibile
Più diffusa è invece la forma verbale coartare, che significa esattamente la stessa cosa.
Leopardi, Zibaldone:
Da arctus o arcitus antico participio di arcere preso nel significato di coercere, continere (del quale v. Festo e il Forcellini che ne dà buoni esempi), viene il continuativo arctare che significa stringere constringere, non già momentaneamente come quando stringiamo la mano ad uno; ma stringere continuatamente, ed in modo che l'azione dello stringere non sia un puro atto, ma un'azione. O da arctare, o da coercere deriva il verbo coarctare che significa ne' buoni scrittori latini ristringere.
Grazie Frankuzzo.
Ancora non in TOP sto topic?
Mah, non esageriamo. Ogni tanto lo uppo per rispondere a qualche dubbio lasciato in sospeso.
Grazie, per il prezioso intervento.
Domanda, non so se già posta, forse persino da me, ma non ricordo.
"spegnere" vs "spengere"
Tutti e due corretti?
Solo il primo?
Solo il secondo?
Un po' e un po'?
Illuminatemi.
Ad esempio:
"Spengiamo quella luce" è corretto?
Io ho sempre usato, per tutte le voci verbali, "spegnere". Ho sempre sbagliato?
Grazie.
Secondo voi può essere ammissibile la frase: - non appena lo vidi alla porta, gli sparai. ?
E' fuor di dubbio che la forma corretta dovrebbe essere: - non appena lo ebbi visto alla porta, gli sparai; tuttavia mi chiedevo se si potesse tollerare l'infrazione, chiamiamola così, volontaria della consecutio temporum, al fine di alleggerire un po' il peso del costrutto.
Sono entrambi corretti. Spengere è una variante molto usata in Toscana. Sul sito dell'Accademia della Crusca è fatto notare (link) come spegnere abbia subito la stessa evoluzione linguistica di pungere e pugnere, fingere e fignere, piangere e piagnere, mungere e mugnere. Aggiungo che in molti dialetti sono diffuse leggere varianti delle forme "medievali".
Ultima modifica di Fr4nk; 29-01-2010 alle 00:16:45
Avevo aperto un thread qualche giorno fa, ma chiedo anche qui perché il dubbio è irrisolto.
Voglio qualcosa di nuovo.
"di nuovo": che complemento è?
Io sarei più portato per predicativo dell'oggetto, ma alcuni mi avevano detto partitivo... insomma, si riesce a capire che cos'è?
Dovresti specificare però un contesto.
Ci può essere "di nuovo" nel senso di "nuovamente" (es: Te lo dico di nuovo) e ci può essere "di nuovo" nel senso di "di recente" (es: Ti consiglio di prendere qualcosa di nuovo). Nel secondo caso, quello che credo sia il tuo, potrebbe trattarsi di un complemento di qualità, visto che risponde alla domanda: "Di che tipo? / Di quale caratteristica?".
"A scuola non la insegnano più la grammatica" è ridondante o mi sbaglio?
P.S. Mod, in questo tipo di thread gli up sono accettati, giusto?
Si può dire "begl'occhi"?
Direi che non si può. L'articolo gli si può elidere solo quando precede parole che inizino con la lettera i, suppongo che per begli funzioni allo stesso modo, visto che il motivo per cui gl non viene eliso se non è seguito dalla i è che risulta impronunciabile.
Se dici begl'occhi o begli occhi, all'atto pratico, diciamo sonoro, è la stessa cosa, la i la pronunci comunque.
Ultima modifica di TheRimble; 7-09-2012 alle 02:07:08