Contest letterario #4 - Etica
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Discussione: Contest letterario #4 - Etica

Cambio titolo
  1. #1
    Mvesim
    Ospite

    Contest letterario #4 - Etica


    Si ringrazia Spettro di Sabbia per il logo.

    Contest precedenti:
    - Amore
    - Fede e misticismo
    - Fantasya


    E dopo due contest con grande successo (15 partecipanti ciascuno) e un contest esperimento... si ritorna all'originale.
    Ed ecco qua un nuovissimo contest letterario... argomento: ETICA!

    Un argomento complesso, ma affascinante che può riguardare aspetti estremamente diversi della realtà: società, giustizia, religione, scienza, paure e ideologie.
    Un tema che può quindi riguardare molti diversi aspetti.

    Per motivi di vacanza non potrò seguire il contest in maniera attiva, anche se cercherò di dare una mano tramite alcuni Internet Point.
    Mi sembrava cmq un peccato rimandare il tutto a settembre; spero che un altro mod si prenda l'onore e l'onere di aggiornare il primo post.

    Poche regole abbastanza semplici...

    - usate un italiano corretto e ricordate di mettere un titolo alle vostre opere;
    - la lunghezza minima di un racconto è di almeno mezza pagina word (in Times New Roman a grandezza carattere 12); la lunghezza massima di dieci pagine;
    - la scadenza del contest è fissata fra circa due settimane: il 25 agosto alle ore 21:00;
    - i racconti dovranno essere postati in questo thread (nel primo post saranno inseriti dei collegamenti ipertestuali);
    - NON è consentito inserire immagini nei racconti;
    - tutte le tipologie di racconti sono tutte ben accette (es: piccoli racconti, virtuosismi narrativi di vario genere, prosa poetica, poesie, ecc... );
    - non è consentito partecipare a questo contest con racconti già postati in contest precedenti.

    Alla conclusione del contest, questo thread sarà chiuso e sarà aperto un thread per le votazioni dove chiunque potrà dare la propria preferenza (maggiori dettagli sulle votazioni saranno riferite a tempo debito).

    Buon contest a tutti!!!

    OPERE POSTATE SINORA
    "Senza titolo" di elettrodado
    "Il bar è il tipico bar" di Lukei90
    "Il cuore" di Mvesim
    "Punti di vista" di WolfandKing
    "MOSE'" di The Darkness
    "carceriere" di the doctor
    "Quadro Mitologico" di Imago Storm 2 3 4
    "Il ciclone che il ciclo divenne" di fdp82
    "Letto di spine" di Spug_Na

    Ultima modifica di Mvesim; 26-08-2007 alle 10:19:52

  2. #2
    Chiedo di posticipare la scadenza al 15, altrimenti temo che mi sarà impossibile partecipare.
    "Il sonno della ragione genera mostri"

  3. #3
    Utente Didier L'avatar di WolfandKing
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    02-07
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    A casa
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    7.718
    Credo che potrebbe essere utile dare una definizione base di etica.
    Occhio per occhio, ed il mondo diventa cieco.

  4. #4
    Ren
    Ospite
    Tema molto difficile per me, proverò comunque a scrivere qualcosa

  5. #5
    Mvesim
    Ospite
    Citazione Melchior
    Chiedo di posticipare la scadenza al 15, altrimenti temo che mi sarà impossibile partecipare.
    No problem... e ora vado veramente in vacanza. XD


  6. #6
    The One L'avatar di Archangel256
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    01-04
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    Treviso
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    9.402
    Questo tema mi ispira, anche perchè mi è capitato ultimamente di leggere qualcosina sull'etica. Se ho tempo vedrò di postare un racconto...però al mio ritorno dalle ferie, domani parto

  7. #7
    Ontologicamente polare L'avatar di Spug_Na
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    07-07
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    Cavolo, un tema difficile per debuttare... Spero di riuscire a trovare qualcosa di adatto fra le bozze o di trovare un po' di tempo per qualcosa di "ex-novo"...

  8. #8
    .MVA. L'avatar di elettrodado
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    02-07
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    non dove vorrei.
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    Posso? E' il primo contest a cui partecipo per cui per lo meno non siate volgari nelle critiche!

    Non ha un titolo. (si può usare come titolo).

    La guardo ignara dormire seminuda. Seppure il sole non sia ancora ben deposto la stanchezza di un lavoro troppo pesante per piedi troppo piccoli ha preso il sopravvento.
    Mi sembra la mia Ale, quella di sempre. Ale versione estiva, Ale braccia impolverate e gambe gonfie.
    Le due righe nere delle palpebre strette, bocca dischiusa e petto intermittente. Mi sembra non sia cambiato niente, la vedo tenera, inerme, delicata e terribilmente fragile.
    La tivù frigge le solite immagini. Tiggì uguale a quello di ieri. Mi siedo sul divano vicino ai suoi piedi. Ha un leggero sussulto, apre un occhio, mi mette a fuoco e senza un alito mi sorride da un angolo della bocca rimanendo addormentata. Non sa nulla ma presto dovrà. Stavolta devo.
    La sera si rinfresca dalla finestra in sala. Il vociare di vicini troppo vicini sale sino a noi. Un altro sussulto, un fastidio stavolta. Aggrotta la fronte impercettibilmente. Dio, le vedo i pensieri!
    In quindici anni di pensieri glie ne ho visti parecchi, e li ho visti sbiadirsi col tempo, col cessare dell'illusione del principe azzurro. Ho visto la rassegnazione di una vita vissuta come gli altri han voluto, senza ma e senza se. Ho visto una bambina, piedi piccoli, troppo piccoli, ammazzarsi per un lavoro che ne ha lacerato le carni con vesciche ed escoriazioni. Ho visto ed ho lasciato che fosse.
    Le dico un ciao, il solito di sempre, stanco come non mai. Non risponde, si limita a vibrare leggermente. Butto un occhio in cucina avviandomi in camera. Mi toccherà far da mangiare.
    Di fronte al letto mi slaccio la cravatta, sbottono il colletto e mi soffermo. Ad occhi chiusi annuso la spalla della camicia prima di toglierla, prima di nasconderla in fondo al cesto dei panni che domani mi affretterò a portare a far ripulire dalle vergogne. E' tardi terribilmente tardi e non posso far altro che lasciare i pensieri nello stesso cesto insieme alla camicia. Mi avvio scalzo ed in mutande a mettere su l'acqua. Non ho fame e con riluttanza esamino il frigo vagliando le scatolette di sugo, ne piglio una praticamente a caso. Anzi no. E' verde.
    Una bottiglia, due bicchieri, quattro piatti, due forchette, niente pane. Si è dimenticata di prenderlo, ed io pure. Un minuto prima di scolare ritorno in sala e la guardo ancora una volta. Cristo quanto è fragile. Come posso fare ciò che sto facendo? La sveglio. “E' pronto” le dico.
    Apre gli occhi si siede un istante, mi guarda con quello sguardo di chi non vede volentieri la luce ad incandescenza del lampadario e si trascina dietro me in cucina. Con automatismo da catena di montaggio accende la tivù. Nessuno se la fila ma ciò nonostante continua a dire la sua, noiosa e imperterrita. La cena interrotta solo da qualche televendita procede silente. Nessuno ha voglia di dire qualcosa, troppa stanchezza. Le sorrido timido e accenno un paio di sentenze sul come la giornata è riuscita miracolosamente a portar la serata e di quanto prossime siano le ferie. Lei non ha voglia di sorridere. “Io lavoro” mi dice, “anche questo ferragosto”. Decido di proseguire sulla via del silenzio, giusto per non evocare altre disgrazie.
    Aspetto un paio di minuti dopo che si è alzata per tornare a sonnecchiare sul divano.
    Sparecchio e metto i piatti nel cesto della macchina salvafamiglie. Non la accendo, evitando una sgridata dato che la si accende solo a pieno carico, nel pieno rispetto delle disposizioni ecologiche e di risparmio sui consumi elettrici. Me ne sbatterei felice se potessi, ma per il quieto vivere ho deciso che lei ha deciso così.
    Mi incammino anch' io in salotto. Mi lascio cadere pesantemente in poltrona. Un sussulto. Dalla camera sento arrivare la vibrazione del mogano del mobile. Cassa acustica, sembra voler scacciare i tarli tanto è udibile. Modalità silenziosa! Sorrido preoccupato.
    Nulla, palpebre chiuse, neanche una piega, un cipiglio, nulla. Sospiro e tolgo il blocco tasti con ansia.
    Messaggio arrivato da CLA. Decido di aprirlo. “Glie lo hai detto?”.
    Alzo lo sguardo verso il soffitto. No, Claudia, non ancora. Ma lo farò domani. Stasera è troppo piccola per sopportare anche questo.
    Ultima modifica di elettrodado; 4-08-2007 alle 14:26:30

    I miei giochi
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  9. #9
    Ontologicamente polare L'avatar di Spug_Na
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    07-07
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    :àtilacoL
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    1.193
    Citazione elettrodado
    Posso? E' il primo contest a cui partecipo per cui per lo meno non siate volgari nelle critiche!

    Non ha un titolo. (si può usare come titolo).

    La guardo ignara dormire seminuda. Seppure il sole non sia ancora ben deposto la stanchezza di un lavoro troppo pesante per piedi troppo piccoli ha preso il sopravvento.
    Mi sembra la mia Ale, quella di sempre. Ale versione estiva, Ale braccia impolverate e gambe gonfie.
    Le due righe nere delle palpebre strette, bocca dischiusa e petto intermittente. Mi sembra non sia cambiato niente, la vedo tenera, inerme, delicata e terribilmente fragile.
    La tivù frigge le solite immagini. Tiggì uguale a quello di ieri. Mi siedo sul divano vicino ai suoi piedi. Ha un leggero sussulto, apre un occhio, mi mette a fuoco e senza un alito mi sorride da un angolo della bocca rimanendo addormentata. Non sa nulla ma presto dovrà. Stavolta devo.
    La sera si rinfresca dalla finestra in sala. Il vociare di vicini troppo vicini sale sino a noi. Un altro sussulto, un fastidio stavolta. Aggrotta la fronte impercettibilmente. Dio, le vedo i pensieri!
    In quindici anni di pensieri glie ne ho visti parecchi, e li ho visti sbiadirsi col tempo, col cessare dell'illusione del principe azzurro. Ho visto la rassegnazione di una vita vissuta come gli altri han voluto, senza ma e senza se. Ho visto una bambina, piedi piccoli, troppo piccoli, ammazzarsi per un lavoro che ne ha lacerato le carni con vesciche ed escoriazioni. Ho visto ed ho lasciato che fosse.
    Le dico un ciao, il solito di sempre, stanco come non mai. Non risponde, si limita a vibrare leggermente. Butto un occhio in cucina avviandomi in camera. Mi toccherà far da mangiare.
    Di fronte al letto mi slaccio la cravatta, sbottono il colletto e mi soffermo. Ad occhi chiusi annuso la spalla della camicia prima di toglierla, prima di nasconderla in fondo al cesto dei panni che domani mi affretterò a portare a far ripulire dalle vergogne. E' tardi terribilmente tardi e non posso far altro che lasciare i pensieri nello stesso cesto insieme alla camicia. Mi avvio scalzo ed in mutande a mettere su l'acqua. Non ho fame e con riluttanza esamino il frigo vagliando le scatolette di sugo, ne piglio una praticamente a caso. Anzi no. E' verde.
    Una bottiglia, due bicchieri, quattro piatti, due forchette, niente pane. Si è dimenticata di prenderlo, ed io pure. Un minuto prima di scolare ritorno in sala e la guardo ancora una volta. Cristo quanto è fragile. Come posso fare ciò che sto facendo? La sveglio. “E' pronto” le dico.
    Apre gli occhi si siede un istante, mi guarda con quello sguardo di chi non vede volentieri la luce ad incandescenza del lampadario e si trascina dietro me in cucina. Con automatismo da catena di montaggio accende la tivù. Nessuno se la fila ma ciò nonostante continua a dire la sua, noiosa e imperterrita. La cena interrotta solo da qualche televendita procede silente. Nessuno ha voglia di dire qualcosa, troppa stanchezza. Le sorrido timido e accenno un paio di sentenze sul come la giornata è riuscita miracolosamente a portar la serata e di quanto prossime siano le ferie. Lei non ha voglia di sorridere. “Io lavoro” mi dice, “anche questo ferragosto”. Decido di proseguire sulla via del silenzio, giusto per non evocare altre disgrazie.
    Aspetto un paio di minuti dopo che si è alzata per tornare a sonnecchiare sul divano.
    Sparecchio e metto i piatti nel cesto della macchina salvafamiglie. Non la accendo, evitando una sgridata dato che la si accende solo a pieno carico, nel pieno rispetto delle disposizioni ecologiche e di risparmio sui consumi elettrici. Me ne sbatterei felice se potessi, ma per il quieto vivere ho deciso che lei ha deciso così.
    Mi incammino anch' io in salotto. Mi lascio cadere pesantemente in poltrona. Un sussulto. Dalla camera sento arrivare la vibrazione del mogano del mobile. Cassa acustica, sembra voler scacciare i tarli tanto è udibile. Modalità silenziosa! Sorrido preoccupato.
    Nulla, palpebre chiuse, neanche una piega, un cipiglio, nulla. Sospiro e tolgo il blocco tasti con ansia.
    Messaggio arrivato da CLA. Decido di aprirlo. “Glie lo hai detto?”.
    Alzo lo sguardo verso il soffitto. No, Claudia, non ancora. Ma lo farò domani. Stasera è troppo piccola per sopportare anche questo.
    Mi è piaciuto molto. Non tratta un tema che mi viene istintivo e immediato collegare all'idea di "etica", ma forse (sicuramente) è perché sono stato forzato a sentirla un po' come un parolone-concettone.
    Complimenti.

  10. #10
    .MVA. L'avatar di elettrodado
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    Citazione Spug_Na
    Mi è piaciuto molto. Non tratta un tema che mi viene istintivo e immediato collegare all'idea di "etica", ma forse (sicuramente) è perché sono stato forzato a sentirla un po' come un parolone-concettone.
    Complimenti.
    Ti ringrazio e sono lieto ti sia piaciuto.
    In effetti ho provato (ma non è detto che ci sia riuscito) a trasmettere anche in un contesto becero come un tradimento una sorta di morale.
    Insomma è sempre lei, l'hai amata un tempo. Etica nel senso di "non ad ogni costo". Probabilmente sono fuori tema, ma credo che ci sia una "etica" anche in contesti più pragmatici e spiccioli come le piccole storie di tutti.
    Grazie!

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  11. #11
    Villano L'avatar di Jurambalco
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    Citazione elettrodado
    Ti ringrazio e sono lieto ti sia piaciuto.
    In effetti ho provato (ma non è detto che ci sia riuscito) a trasmettere anche in un contesto becero come un tradimento una sorta di morale.
    Insomma è sempre lei, l'hai amata un tempo. Etica nel senso di "non ad ogni costo". Probabilmente sono fuori tema, ma credo che ci sia una "etica" anche in contesti più pragmatici e spiccioli come le piccole storie di tutti.
    Grazie!
    Io invece ho avuto l'immagine di una coppia che si ammazza di lavoro pur di arrivare a fine mese e si ripaga con l'amore reciproco. Non ho capito che c'era un tradimento fin quand non ho letto questo tuo post. Se posso permettermi un piccolo appunto la tesi del tuo racconto è molto poco chiara.

    Comunque cercherò di partecipare. Se non posto entro stasera mi sa che non parteciperò per stavolta.

  12. #12
    Lukei90
    Ospite
    Ecco il mio racconto. Buona lettura!

    Il bar è il tipico bar.

    Il bar è il tipico bar. Insomma un bar come gli altri, ma non quelli a cui siete abituati.
    E non chiedetemi perché. Lo sapete voi.
    Dentro un barista modello standard, una cameriera, un po’ di brutti ceffi, e tanto fumo. All’angolo due tipi strani nella loro normalità, con le loro giacche col bavero rialzato, i cappelli in testa; parlano sottovoce.
    Un silenzioso duello tra una sigaretta e un sigaro, tra una Vodka liscia e uno Scotch con acqua (un bicchiere di Scotch e uno di acqua, non mischiati per favore).
    Si guardano attorno mentre parlano piano, osservano l’ambiente attorno a loro, come animali nel loro habitat, ma non abituati a quel posto specifico. Il barista li guarda con circospezione tra un’ordinazione e l’altra, quasi nostalgico pensa a quei bei tempi andati, quando tipi così erano meno rari. Si stavano estinguendo in fretta.
    La cameriera li guarda e basta.
    Magari avvicinandovi un po’ potreste sentire qualche bisbiglio, ma è solo sedendovi al tavolo accanto al loro che potreste sentire quello che dicono, sempre che vi interessi, per carità.
    “John.”
    “Eh..”
    “Che hai? E’ da un po’ di tempo che ti vedo così, problemi a casa?”
    “Mah, no. Lì bene o male vado avanti, penso sia una cosa diversa.”
    “Cosa? Racconta un po’ vecchio, confidati con questo povero scapolo..”
    “Non so Ben, è una sensazione strana, non penso tu la possa provare.”
    “E perché?”
    “Hai presente quando hai sedici anni e hai tutta la vita davanti? Quando senti che hai davanti infinite possibilità”
    Pausa. Bevono.
    “Sì John..”
    “A volte tutte queste possibilità ti fanno quasi paura, non riesci a decidere perché sei paralizzato dall’ampia scelta, e..”
    “E ti assale l’ansia di fare qualcosa ma non sai neanche tu cosa, perché non sai cosa scegliere.”
    “Esatto Ben”
    “Si ma che cazzo c’entra?”
    “C’entra c’entra. Poi si cresce, la tua vita prende una forma, trovi lavoro, metti su famiglia, ed ecco che le possibilità si riducono”
    “Bambola! Un altro giro! Chè il mio amico ha pensieri strani..”
    “Dai non prendermi in giro..Vabbè tanto lo sapevo che non mi avresti capito.”
    “No John, non tirare fuori questo pessimismo da checca. Racconta”
    “Dicevo: le possibilità si riducono. Ed ecco che ti trovi dove tutto è definito, dove le scelte riguardano solo le cose più ininfluenti. La mia vita ormai è questa, non ho più possibilità di cambiarla. Cosa posso scegliere io? A che ristorante andare il sabato sera?”
    “Più o meno..ma ancora non riesco a capire..”
    Arrivano i drink. Lei li guarda. Potreste vederle i 5 neuroni fluttuarle nel cervello attraverso quegli occhi verdi. Particelle di sodio in bottiglie di plastica, come in quella fottuta pubblicità dell’acqua minerale.
    “Cosa c’è da capire? Ormai la mia vita è andata, non ci sono più seconde possibilità. Non ci sono più possibilità e basta. C’è solo questo da capire.”
    “Vecchio non farti queste seghe mentali, cazzo. Forse è vero, ma se ci pensi te la sei scelta anche te la tua vita, in fondo sapevi che saresti arrivato a questo punto. Se la pensavi diversamente magari facevi la vita che ho fatto io. Lì di possibilità ne hai fin troppe, direi infinite”
    “Davvero?”
    “Beh sì..”
    John si beve la sua Vodka tutta d’un sorso.
    “Ben, dimmi un po’ di come è finita tra te e Jessica.”
    “Semplice, ci siamo stufati e ci siamo lasciati. Senza tante storie. Era diventato tutto così noioso tra noi.”
    “E ora?”
    “E ora cosa? Ora si aspetta un’altra donna, un’altra possibilità. Magari anche questa cameriera, ha un’aria così sveglia”
    Beve l’acqua.
    “Ben..”
    “Eh..”
    “Hai 59 anni. Non c’è un’altra possibilità”
    Beve lo Scotch.
    “Cazzo”

    Life is a short trip



    In quanto debuttante mi sento in dovere di dire perchè ho scelto di pubblicare questo scritto: spesso si parla di etica in senso di grandi scelte, che indirizzano una vita o cambiano un esistenza, avvicinandola o allontandola dal fine della vita: la felicità.
    Qualcuno paragona la vita a un'infinita serie di scelte, che hanno tutte a che fare, bene o male, con l'etica, o almeno con l'idea che di essa ha la gente. A mio avviso si arriva a un punto della vita in cui siamo ormai solo il prodotto delle scelte che abbiamo fatto in precedenza, in cui di scelte veramente "etiche", nel senso che possono condurre al "bene sommo" che intendeva Aristotele, cioè la felicità, non si possono più fare. Volevo rappresentare quindi, in un modo o nell'altro, il senso di impotenza che può prendere un uomo che si rende conto di tutto ciò.
    Ovviamente ci possono essere anche altri modi di leggere il racconto..

  13. #13
    PhotoGuardian Nigga L'avatar di linux29
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    08-04
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    aggiunto anche lukey90 nel primo post

  14. #14
    .MVA. L'avatar di elettrodado
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    Citazione Jurambalco
    Io invece ho avuto l'immagine di una coppia che si ammazza di lavoro pur di arrivare a fine mese e si ripaga con l'amore reciproco. Non ho capito che c'era un tradimento fin quand non ho letto questo tuo post. Se posso permettermi un piccolo appunto la tesi del tuo racconto è molto poco chiara.

    Comunque cercherò di partecipare. Se non posto entro stasera mi sa che non parteciperò per stavolta.
    Grazie per l'osservazione. Effettivamente se dici che dal testo non appare quanto ho detto nel commento un problema ci deve essere.
    Probabilmente non sono riuscito nell'intento di tracciare con poche allusioni la storia alla base del testo e cioè il tradimento di lui verso lei. Mi spiace: se anche altri non hanno notato il tema è probabile che sia rimasto per lo più nella mia testa e non sono stato in grado di esprimerlo quanto avrei voluto.

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  15. #15
    lato oscuro della forza L'avatar di the darkness
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    sto scrivendo il racconto mancano ancora alcuni dettagli.

    faccio i complimenti a mvsim per trovare sempre temi interessanti per il contest

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