Mi piacerebbe dire la mia su un paio di cose.
Il tema: E' vero, Fantasya presupponeva un'ambientazione "fantasy", chiaramente io parlerò per me, perchè non so gli altri che ragionamento abbiano fatto.
Io non ho mai letto niente di fantasy in vita mia (ad eccezione de "La Storia Infinita" e di "Momo", di Ende), non amo il genere nè nella letteratura nè nel cinema e mi sarei trovato in enorme difficoltà nello scrivere qualcosa di Fantasy.
Potevo non partecipare, questo è vero
ma mi sarebbe dispiaciuto, dato che penso che comunque un racconto "fantascientifico" si possa considerare comunque "in tema" e credo di aver dato un piccolo contributo al contest, nonostante abbia mirato leggermente fuori bersaglio.
Quando ho espresso le mie preferenze ho inoltre tenuto in considerazione il tema del contest ed infatti i primi due posti della mia classifica penso che siano occupati dai due racconti che sono maggiormente in linea con il tema proposto.
Per quanto riguarda le votazioni, invece, non nego di essere rimasto molto stizzito dalle dinamiche con le quali sono avvenute in questo caso.
Non perchè non abbia vinto, ci mancherebbe (anche perchè, se anche per assurdo avessi avuto la possibilità di votare me stesso, avrei voluto che "Il piccolo Club" vincesse il contest, dato che l'ho trovato un lavoro migliore del mio; stessa cosa per il racconto scritto da Mvesim...diciamo che io mi sarei piazzato al terzo posto
).
La stizza è dovuta al fatto che alcuni utenti, se avessero potuto, avrebbero votato lo stesso racconto come primo, secondo, terzo, premio Strega, premio Nobel per la letteratura e miglior scarpetta nel sugo 2007.
Ora, dato che sono quello che pensa sempre male, e che a far polemica si diverte molto, non ho potuto fare a meno di notare (con infinita malizia, non fatico ad ammetterlo) che l'eruzione di voti monodirezionali sia stata alimentata da utenti di una sezione in particolare, nei confronti del lavoro di un assiduo frequentatore della sezione stessa (nonchè moderatore, ma questo è secondario); non mi è sembrato il massimo del buon gusto (anche considerando la natura del testo e la sua attinenza con il tema), fermo restando che ognuno ha la sua opinione e che è giusto che sia così.