E'in atto un complotto contro Toni? Ci autocensuriamo subito il termine "complotto", non si addice al pallone, che è un gioco, come non gli si addicono certi atteggiamenti, frasi e pensieri che arrivano alle povere orecchie dello sportivo medio italiano (una categoria tartassata) da tanti divi pallonari. Iniziamo dalla prima di campionato quando Novellino, sconfitto a Firenze, se la prende con Toni reo, a dire del tecnico doriano, di "averlo fatto espellere". A Messina nulla da segnalare e si arriva ai fatti di Fiorentina-Udinese 4-2. Cosmi, nervosissimo, urla una frase abbastanza indicativa "entragli!" - questa naturalmente la versione di Luca Toni - il centravanti Viola gliene chiede conto e parte il siparietto tra Cosmi e Dondarini - non il primo nel corso del match - che terminerà con l'espulsione del tecnico friulano. Cose che capitano, calcio, magari non esattamente condito di abbondante fair play, ma fin lì si sarebbe visto di peggio. In sala stampa però i bollori non si placano, Serse Cosmi liquida con una battuta infelice, "sarà uno che va al Sert", la domanda sul tifoso che lo sbeffeggiava da dietro la panchina (quell'Andrea Fedi famoso per un giorno ndr) ed inizia una arzigogolata disquisizione sulla presunta scorrettezza di Toni. Un po' gliela orchestrano i maliziosi giornalisti di Sky, un po' la sua suona da solo, tant'è che la polemichetta si trasforma nell'argomento del giorno. Novellino non perde l'occasione e la sera, dalla Ds, rincara. E giù con la storia di "Toni che alza i gomiti", di "Toni che trae in inganno gli arbitri", di "Toni che deve diventare un osservato speciale dei fischietti". Con una storia simile, uno come Lulù Oliveira ci si giocò parte della carriera quando iniziò a circolare la leggenda - ma nel calcio nostrano certe cose si prendono molto seriamente, molto meno i conti in rosso, il doping e compagnia cantante - che lo voleva impenitente "tuffatore". Dopo Novellino e Cosmi il geniale trittico si completa con l'intervento - ne sentivamo davvero la necessità - del mister leccese Angelo Gregucci che ieri ha esternato un vero e proprio "avvertimento". "Toni? Se vorrà il contatto fisico glielo daremo". Parole chiare, tono preciso. Quindi domanderemmo volentieri a mister Gregucci (piccolo inciso: uno che dovrebbe ringraziare Firenze visto che ci arrivò debuttante e raccomandato da un debuttante raccomandato) a chi si dovrebbe dare la colpa se, malauguratamente, durante Lecce-Fiorentina, ci fossero scontri di gioco talmente duri da cagionare guai fisici seri a qualche calciatore. Sempre a Gregucci, ma per evidenti affinità elettive tra i soggetti, anche a Cosmi e Novellino, domandiamo ancora a chi vada demandata la responsabilità - o almeno una parte di essa - dei fatti illegali e violenti che insozzano il calcio quando i protagonisti dello spettacolo, guardandosi bene dal lanciare messaggi positivi, pensano e parlano così. Difficile tuttavia gettare la croce addosso solo su quei tre. D'altronde il loro capostipite, quel Lippi Ct azzurro, estrapolò qualche tempo fa dal "Manuale di sopravvivenza della Jungla" l'edificante motto "il calcio è fatto di scaltrezza e furbizia" di cui forse ci si è dimenticati troppo in fretta. Con cotanto maestro... Per fortuna la gente, i tifosi che guardano, pagando, ogni domenica i vari Cosmi, Novellino, Gregucci e per fortuna anche i Toni, gli Iaquinta, i Flachi, i Bonazzoli e i Vucinic, almeno nella maggioranza dei casi, sono di gran lunga più maturi. Su Toni,infine, la sensazione è che in Italia un giocatore non possa diventare esplosivo, protagonista nel suo club e in azzurro, senza essere protetto e supportato da strutture "terze e parallele", pena il linciaggio tecnico-moralistico-mediatico. Triste.
Stefano Prizio
da fiorentina.it
Se malauguratamente (e scattano toccatine e corna a tutto spiano) Toni si infortuna, una denuncia alla società leccese mi pare il minimo. E sarebbe un peccato perchè la ritengo una delle società più serie della Serie A.