[79] Che film avete visto oggi?
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Discussione: [79] Che film avete visto oggi?

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  1. #1
    Utente L'avatar di Metal2001
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    [79] Che film avete visto oggi?

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  2. #2
    Re e nessuno L'avatar di Enrico IV
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    Ho visto La Legge della Camorra, di Demofilo Fidani.
    E mentre lo vedevo, specie negli ultimi convulsi venti minuti, ho avuto seri dubbi sulla mia capacità mentale. Non capivo infatti esattamente cosa stesse succedendo e perchè, chi stesse uccidendo chi e per quali motivi. Ho letto poi che il film è stato fatto con scene scartate di un precedente lavoro di Fidani, Sedia Elettrica, messe assieme da un esile filo narrativo fatto di flashback. Che furbata! Fantastico poi che il film sia girato a Roma, ma molte scene siano teoricamente ambientate a New York (anzi, Nuova York, come dicono durante tutto il film). Ok, non ci sono errori marchiani come il Colosseo sullo sfondo, ma si vedeva subito che non eravamo in America. Peccato, se ci si fosse messi un po' di impegno (del tipo...girare davvero il film) poteva uscirne qualcosa di buono, dato che il pretesto della figlia del boss che ricorda il passato non è così male, e alcune scene, per quanto stupidissime, fanno tenerezza. Ce n'è ad esempio una in cui il protagonista, una sorta di Harvey Keitel italiano, accompagna la figlia del boss in giro, a prendere un gelato e a pattinare. Boh, è carina come cosa. Gli attori poi non sono nemmeno male, in verità, e fanno un discreto lavoro. Per il resto, c'è da restare impietriti. Sospetto che le location in interni fossero costituite da un unico appartamento spacciato di volta in volta per spogliatoio, bar malfamato, casa del boss, International Hospital (questa poi).
    Fantastica la scena successiva a un incontro di Boxe che il boss avrebbe voluto finisse in un certo modo, ma invece va all'opposto.
    "Ahi ahi, siamo nei guai"
    "MA COME MISTER L'HO MESSO KNOCK OUT!!!!"
    "eh, già..."
    smitragliata di thompson AHAH fantastico.

  3. #3
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    Allora inizio io (battuto da Enrico, ma vale tutto lo stesso). E questa volta è un bellissimo pezzo, cito e basta

    Uno, due, tre! di Billy Wilder
    Commedia fantastica ma ai tempi fù un flop, allora, ecco una piccola intro: Nel 1961, a Berlino, la troupe di Billy Wilder sta girando il terzo atto. E il caso vuole che nel bel mezzo delle riprese si verifichi un evento urbanistico: la costruzione del muro del 13 agosto. Le riprese del film vengono così turbate da un evento storico, una sensibile ventata fredda nell'allora già gelida guerra. In quei giorni Billy Wilder aveva appena cominciato a girare sotto la porta di Brandeburgo, punto di congiunzione e di passaggio tra Est e Ovest. Le altre sequenze ambientate sotto la porta di Brandeburgo dovettero essere girate negli studi della Bavaria a Monaco di Baviera, dove per duecentomila dollari fu ricostruito l'emblema di Berlino. Il film non si risollevò più dalla costruzione del muro. Già durante la lavorazione si era trasformato da farsa in tragedia... poiché d'improvviso tutto ciò che doveva essere divertente ed esilarante, una brillante satira sul conflitto Est-Ovest, appariva come un ghigno cinico. Quando il film uscì in prima assoluta a Berlino, nel dicembre 1961, la Berliner Zeitung commentò amaramente: "Quello che a noi spezza il cuore, per Billy Wilder è motivo di divertimento".
    Non solo. La reazione della critica: "Billy Wilder ama ridurre tutto al suo livello, che è molto basso ... Non conosco un altro cineasta capace di sporcare quello che tocca fino a questo punto" -- "Tale è il destino di Wilder: ci stima assai poco e si mette al nostro livello: il nostro livello è ai suoi occhi il regno della volgarità, per no dire dell'oscenità. Anche se Wilder si trovasse disoccupato, non ci preoccuperemmo per lui. Avrebbe sempre la risorsa di andare a vendere fotografie pornografiche a Parigi. Troverebbe anche là la sua vera vocazione". Insomma, critiche di imbecilli che guardavano un film solo con pregiudizi. Ma era l'epoca.
    Wilder ebbe a dire una frase deliziosa sui critici: "Non mi rimproverano la volgarità nella mia arte, ma la mancanza di arte nella mia volgarità. Mi hanno perseguitato per anni con qeusta parola: volgarità. Stanno al cinema, si tengono la pancia dal ridere e all'uscita dicono "Volgare!". Un grande. Poi io di volgarità nei film di Wilder, se ne ho vista, era nascosta davvero bene.
    Ma veniamo al film. Commedia che lascia senza fiato, o meglio, con il fiatone. un ritmo insostenibile, tutto di corsa, mai momenti morti o anche solo lenti. Dialoghi fulminei, sequenze e cambi in continuazione, e come se non bastasse, Cagney è una vera mitragliatrice che non sbaglia un colpo, vero, e infermabile da chiunque, e i protagonisti corrono come matti tutto il tempo. Ma occhio, non è una cazzata.
    A 22 anni da Ninotchka, scritto per Lubitsch, Wilder torna a farsi due risate su capitalismo e comunismo, peccato che era il periodo sbagliato per riderci su. Satira graffiante da una parte e dall'altra, parteggiando più per i capitalisti che lo finanziano a discapito dei comunisti poverelli (ma d'altronde è fin troppo facile prenderli in giro). Torna un trio divertente e divertito di membri del PC che finirà per autoeliminarsi.
    Trama? Massì. Cagney è il direttore di una filiale Coca Cola in Germania Ovest. Vorrebbe portare la bevanda anche a Est e nella Russia comunista, ma prima ha un problema molto più impellente. La figlia del suo capo arriva dall'america e deve tenerla d'occhio. Non ci riesce e la ritrova: -insieme a un comunista giovane e capellone -sposata, semrpe con questo -incinto, sempre di lui -e pronta a partire per la Russia. Infine, il giorno dopo arriva il padre per trovarla.
    "Ecco come ti traformo un comunista in uno, due, tre!" e avviene la metamorfosi in 4 ore di un membro del PC molto idealista e incorruttibile, in un conte tedesco con idee sul pacco da 6 della Cola. Geniale! Ennesima commedia brillante e impareggiabile di Wilder. Una chicca.
    Il tutto condito e supportato dall'unica musica adatta per un trambusto simile (a roposito di musiche. Divertentissimo l'interrogatorio della polizia comunista al giovane, con torture sottofroma di un disco di una canzone americana orribile)


    Inoltre. Letto quasi tutto Wilder, libro sui suoi film di Alessandro Cappabianca di Castoro cinema edizioni. Sono quei libretti quadrati...ecco, non prendeteli mai. Rovinano il gusto, la bellezza, la magia del cinema. Paroloni, frasi sconnesse, citazioni colte e chiavi di letture che nessun regista condividerebbe. Neanche il più egocentrico. Avevo avuto qeusta impressione leggendo quello di De Sica e questo conferma.
    Però...riporta qualche bella frase di Wilder. Tipo:
    Sul suo debutto: ecco come nasce Wilder. "A Berlino abitavo in una pensione familiare. Una delle ragazze era fidanzata. Una notte mentre dormivo, nel mio letto, lei spinge nella mia stanza un povero vechio con le scarpe in mano e lo lascia lì per andare a aprire al fidanzato. Il vecchio era il direttore della Maxim film. "Avete un calzascarpe?" mi fa. Io gli dico: "Si, ma go anche una sceneggiatura". "Bene la inviii al mio ufficio". "No ora" gli dico io. La lesse al momento , mi diede 200 marchi. E io il calzascarpe". Un grande. E che colpo di fortuna.
    A vent'anni intervistò Freud. Ecco come andò. "Herr Wilder?" "Si" "Quella è la porta".
    Sul lavoro: "Vado a lavorare per pochi motivi: odio l'aspirapolvere di mia moglie e ho bisogno di trovare gente per giocare a tennis o a bridge. Eh si, anche per impedire a qualche falso talento di vincere un Oscar".
    "La gente non ama sentirsi dire che puzza. Non è come a teatro. Per sette dollari e cinquanta potete lanciare qualsiasi messaggio. Per uno e venticinque no".
    Sulla TV: "Adoro questo medium, perchè spesso si diceva che il cinema era una forma d'arte inferiore. Adesso c'è qualcosa che possiamo guardare dall'alto in basso".

    Lo vorrei come zio. Lui e altri 20 o 25 registi del n/n

  4. #4
    no more return. L'avatar di Barry Allen
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    Citazione Il Monco Visualizza Messaggio
    Inoltre. Letto quasi tutto Wilder, libro sui suoi film di Alessandro Cappabianca di Castoro cinema edizioni. Sono quei libretti quadrati...ecco, non prendeteli mai. Rovinano il gusto, la bellezza, la magia del cinema. Paroloni, frasi sconnesse, citazioni colte e chiavi di letture che nessun regista condividerebbe. Neanche il più egocentrico. Avevo avuto qeusta impressione leggendo quello di De Sica e questo conferma.
    Però...riporta qualche bella frase di Wilder.
    Che ne pensi invece dei Gremese?

    http://www.cinemadelsilenzio.it/inde...here=5&type=11



    "Che cos'e' la quarta dimensione?"

  5. #5
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    Non li conosco. Io prediligo i Lindau ma sono su film singoli.

    A qualcuno piace caldo di Billy Wilder
    E si. Grave mancanza. Ho visto quasi tutti i suoi migliori/famosi e questo ancora no.
    "Molte persone mi hanno chiesto perchè ho iniziato Some like it hot col massacro si San Valentino (cade a fagiolo). Ma occorre qualcosa di veramente violento perchè dei giovanotti si travestano da donne e per rendere verosimile il fatto che quando sono innamorati di Marilyn Monroe non si spoglino dicendo: "Guarda sono un uomo!". Verissimo.
    Forse la trama più famosa di tutti i tempi. Due musicisti si travestono da donne per sfuggire alla mala di Chicago che li vuole accoppare dove che hanno assistito all'esecusione di San Valentino. Finiscono in una banda di donne e trovano l'amore, in modi diversi. Visto che prima si parlava di volgarità, qeusto è il film più volgare di Wilder. Ma parliamo di volgarità anni 50, cioè nulla, ad oggi. Ed è tutto merito di Marilyn. Tanto indifesa, è davvero bella sulla spiaggia o quanto taglia il ghiaccio, così cerbiatta, così materna anche, quanto tanto "troppa" quando canta e balll con costumi che non lasciano molto all'immaginazione. Inoltre, visto che si parlava anche delle sue doti recitative, (M.M.) required 47 takes to get "It's me, Sugar" correct, instead saying either "Sugar, it's me" or "It's Sugar, me". After take 30, Billy Wilder had the line written on a blackboard. Another scene required Monroe to rummage through some drawers and say "Where's the bourbon?" After 40 takes of her saying "Where's the whiskey?", 'Where's the bottle?", or "Where's the bonbon?", Wilder pasted the correct line in one of the drawers. After Monroe became confused about which drawer contained the line, Wilder had it pasted in every drawer. Fifty-nine takes were required for this scene and when she finally does say it, she has her back to the camera, leading some to wonder if Wilder finally gave up and had it dubbed .
    Molto bella la sua entrata in scena con lo sbuffo del vapore del treno, incapace però di alzarle la gonna, troppa risicata, che riporta alla mente quella vaporosa invece di Quando la moglie è in vacanza, sempre di Wilder.
    E poi c'è il duo, la strana coppia, elemento principe, insieme al camuffamento, per il regista. Lemmon Curtis due splendide figliole. Mai visti uomini così belli travestiti, soprattutto Lemmon (ormai lo adoro). E come corrono su quei tacchi, impressionante.
    Momenti comici a orologeria, ritmo al solito sempre altissimo, attori magnifici e regia solida. Però...se devo dirla tutta, ho preferito altro di Wilder. Gli mancava forse quella scintilla che ho trovato in altri. Ho riso meno ecco, ma è evidente che in questo, al confronto di Uno, due, tre! c'è più struttura, più cura, non è un semplic edivertissement, senza sminuire l'altro film.
    Finale spassosissimo, come anche il ballo di Lemmon-Daphne con il suo arzillo millionario.

    A colori avrebbe perso tanto.

    Ohoho: In the opening scene when Joe and Jerry are playing at the "funeral", all of Gerald's "supposes" eventually become true: The Dodgers move from Brooklyn to Los Angeles and Mary Pickford and Douglas Fairbanks get divorced.

  6. #6
    Re e nessuno L'avatar di Enrico IV
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    ahahaah fantastica la cosa dei bigliettini! peraltro è ripresa in maniera molto simile nel film "Living in Oblivion" Check it out

  7. #7
    Ex Mod Veterano L'avatar di Skorpion24
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    Appena tornato da vedere Parto Col Folle, al di la del doppiaggio, sicuramente in lingua originale rende di più, momenti mi piscio sotto, veramente, dato che non c'è stata l'interruzione tra il primo e il secondo tempo, tutta una tirata

    • PSN: Skorpion24- || NintendoSWITCH ID: SW-3230-4683-9622 || 3DS: 1461-6844-6510 / Skorpion24 •
    In Game: Zelda Breath Of The Wild, Fast RMX, Shovel Knight Specter of Torment [SWITCH]
    Pokémon Sole, Kirby Planet Robobot, Pokemon Shuffle [3DSXL]

  8. #8
    en plein air L'avatar di Labyrinth
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    L'esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam.

    Parlo e parlo di Terry Gilliam, ma questo ancora dovevo vedermelo. Ed è perfettamente degno del nome che si porta appresso, perchè è schifosamente gilliamiano. Vale a dire visionario, pazzo e felicemente equilibrato tra psicologia e fantascienza, che, dal canto loro, non finiscono mai di insidiarsi a vicenda, contaminandosi e contraddicendosi fino al finale. E secondo me è qui che il film esplode: per quelle due ore si gioca con lo spettatore mantenendolo in bilico, in una sceneggiatura visibilmente divertita che fa del paradosso temporale il pretesto per costruire una pellicola coinvolgente e imprevedile. La coppia Willis-Pitt, poi, è fenomenale.

    VOTO: 8
    Non è una memoria, guardati, se non ricordi quasi nulla nel nume delle cose, ma quale fiume, la memoria non c'entra, se ricordi qualcosa a volte certo a volte incerto, nitido, falsificato, falsificante, dunque è soltanto il presente movimento al presente


  9. #9
    Re e nessuno L'avatar di Enrico IV
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    Ho visto [B]Joe Valachi - I Segreti di Cosa Nostra, di Terence Young.[/B]
    E niente, mica male. La storia do Joseph Valachi, membro di Cosa Nostra negli Stati Uniti degli anni d'oro, della sua ascesa a posizioni rispettabili all'interno della famiglia e del suo successivo, forzato, pentimento. Ok, non ha le carte in regola per essere un punto di riferimento del genere - e infatti non lo è e non è poi troppo conosciuto - ma è comunque innegabile che sia un film solidissimo con una vicenda ben raccontata e personaggi degni di nota. Charles Bronson è il solito cane, ma sul serio, come si fa a non farselo piacere? Gli altri invece sono tutti ottimi, in particolare Lino Ventura nei panni del boss e anche tutti i caratteristi. Unico problema, ma non so in lingua inglese come fosse, il doppiaggio. E' una specie di orrida commistione tra napoletano e siciliano, che era meglio evitare.

  10. #10
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    A qualcuno piace caldo di Billy Wilder
    E si. Grave mancanza. Ho visto quasi tutti i suoi migliori/famosi e questo ancora no.
    "Molte persone mi hanno chiesto perchè ho iniziato Some like it hot col massacro si San Valentino (cade a fagiolo). Ma occorre qualcosa di veramente violento perchè dei giovanotti si travestano da donne e per rendere verosimile il fatto che quando sono innamorati di Marilyn Monroe non si spoglino dicendo: "Guarda sono un uomo!". Verissimo.
    Forse la trama più famosa di tutti i tempi. Due musicisti si travestono da donne per sfuggire alla mala di Chicago che li vuole accoppare dove che hanno assistito all'esecusione di San Valentino. Finiscono in una banda di donne e trovano l'amore, in modi diversi. Visto che prima si parlava di volgarità, qeusto è il film più volgare di Wilder. Ma parliamo di volgarità anni 50, cioè nulla, ad oggi. Ed è tutto merito di Marilyn. Tanto indifesa, è davvero bella sulla spiaggia o quanto taglia il ghiaccio, così cerbiatta, così materna anche, quanto tanto "troppa" quando canta e balll con costumi che non lasciano molto all'immaginazione. Inoltre, visto che si parlava anche delle sue doti recitative, (M.M.) required 47 takes to get "It's me, Sugar" correct, instead saying either "Sugar, it's me" or "It's Sugar, me". After take 30, Billy Wilder had the line written on a blackboard. Another scene required Monroe to rummage through some drawers and say "Where's the bourbon?" After 40 takes of her saying "Where's the whiskey?", 'Where's the bottle?", or "Where's the bonbon?", Wilder pasted the correct line in one of the drawers. After Monroe became confused about which drawer contained the line, Wilder had it pasted in every drawer. Fifty-nine takes were required for this scene and when she finally does say it, she has her back to the camera, leading some to wonder if Wilder finally gave up and had it dubbed .
    Molto bella la sua entrata in scena con lo sbuffo del vapore del treno, incapace però di alzarle la gonna, troppa risicata, che riporta alla mente quella vaporosa invece di Quando la moglie è in vacanza, sempre di Wilder.
    E poi c'è il duo, la strana coppia, elemento principe, insieme al camuffamento, per il regista. Lemmon Curtis due splendide figliole. Mai visti uomini così belli travestiti, soprattutto Lemmon (ormai lo adoro). E come corrono su quei tacchi, impressionante.
    Momenti comici a orologeria, ritmo al solito sempre altissimo, attori magnifici e regia solida. Però...se devo dirla tutta, ho preferito altro di Wilder. Gli mancava forse quella scintilla che ho trovato in altri. Ho riso meno ecco, ma è evidente che in questo, al confronto di Uno, due, tre! c'è più struttura, più cura, non è un semplic edivertissement, senza sminuire l'altro film.
    Finale spassosissimo, come anche il ballo di Lemmon-Daphne con il suo arzillo millionario.

    A colori avrebbe perso tanto.

    Ohoho: In the opening scene when Joe and Jerry are playing at the "funeral", all of Gerald's "supposes" eventually become true: The Dodgers move from Brooklyn to Los Angeles and Mary Pickford and Douglas Fairbanks get divorced.
    e la fine?
    Spoiler:
    Jerry: Oh no you don't! Osgood, I'm gonna level with you. We can't get married at all. Osgood: Why not? Jerry: Well, in the first place, I'm not a natural blonde. Osgood: Doesn't matter. Jerry: I smoke! I smoke all the time! Osgood: I don't care. Jerry: Well, I have a terrible past. For three years now, I've been living with a saxophone player. Osgood: I forgive you. Jerry: [Tragically] I can never have children! Osgood: We can adopt some. Jerry: But you don't understand, Osgood! [Pulls of wig] Jerry: I'm a man! Osgood: Well, nobody's perfect!
    favolosa

  11. #11
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    Visto Repo Men. Film bizzarro. La cosa divertente era la colonna sonora, con uno stile molto originale. IMHO. La trama è la solita fuffa del genere, comunque godibile. 7.

  12. #12
    Re e nessuno L'avatar di Enrico IV
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    Ho visto Una Storia Vera, di David Lynch.
    Un anziano pieno di problemi intraprende un viaggio a bordo di un trattore per andare a visitare il fratello con cui non parla da dieci anni. Storia semplice, svolgimento semplice e lineare, non doveva esserci nient'altro. Fa un po' effetto vedere Lynch dirigere un film prodotto dalla Walt Disney, ma che io sia dannato se non lo fa davvero bene. Il viaggio on the road del protagonista è triste, nostalgico, appassionante, liberatorio, esemplare. Farnsworth era peraltro davvero malato mentre girava il film, e si suicidò poco dopo la sua uscita con un colpo di pistola alla testa. Chissà, magari girare questo film lo indusse a questo, nel senso che si era liberato di un po' di pesi che aveva sullo stomaco. Ovviamente è solo una supposizione sul romantico spinto, ma la sua interpretazione è così profonda che non si può non pensarlo. Gli scorci delle grandi pianure americane sono meravigliosi, e anche i - non tanti, invero - personaggi che il vegliardo incontra nel suo cammino sono adeguati alla situazione. Niente gente stramba o esagerata, abbiamo una ragazzina che è scappata di casa, un prete, una donna mezza pazza (ahaha, assurda la scena della renna), un altro anziano che ha una brutta esperienza di guerra da raccontare. Il film non è indulgente con la vecchiaia, non tenta di dirci che essere vecchi è bello. Essere vecchi porta un sacco di rimpianti, e lo sguardo del protagonista quando dice a un giovane ciclista che la cosa peggiore dell'essere vecchi e ricordarsi di quando era giovani, è doloroso quanto sincero. Poi il finale è davvero splendido, non poteva essere fatto meglio. Ci fosse stata anche solo una parola o un gesto in più, si sarebbe rovinato l'intero film. E invece finisce così, mdp rivolta alle stelle e titoli di coda.
    Film ispirato peraltro a una storia vera (e grazie, direte voi), ma al vero Alvin non andò esattamente così.
    Ah, Badalamenti è davvero un gran compositore.


  13. #13
    Theowlarenotwhattheyseem L'avatar di ЦSЗLЭSS
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    Citazione thekingmaster Visualizza Messaggio
    Visto Repo Men. Film bizzarro. La cosa divertente era la colonna sonora, con uno stile molto originale. IMHO. La trama è la solita fuffa del genere, comunque godibile. 7.
    l'ho trovato pessimo e a tratti irritante

  14. #14
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    Il colosso d'argilla di Mark Robson
    L'ultimo film di Bogey, lacrimuccia che scende. Scommetto che se le madri di tutto il mondo mostrassero un qualsiasi film di Bogart ai propri pargoli, crescerebbero tutti aspirando di essere lui. Bere, fumare, trattare le donne come se non se ne abbia bisogno, fare cazziate a chiunque.
    Storia liberamente ispirata a personaggi realmente esistiti (Primo Carnera, Harold Conrad), tratta del corrotto mondo del pugilato. Bogart interpreta un giornalista al momento disoccupato, troppo vecchio per riniziare da zero. Un manager di pugilato lo contatta per fargli scrivere di tutti i colori sul suo nuovo gioiello, un ragazzone di due metri messicano (ma ci sono diversi errori riguardanti l'Argentina), tonto come un bue e incapace di capire chi lo frega. Pur di guadagnare lo esalta e lo fa apparire alla stampa come il migliroe di tutti i tempi. I combattimenti truccati fanno il resto. Quando scappa il morto però, le cose cambiano.
    Titolo originale, The harder they fall, molto più suggestivo. Credevo fosse questo il famoso film dove Bogart dice "E' la stampa bellezza". Sbagliavo. Robson era un modesto mestierante ma con il genere della boxe aveva talento e si era già cimentato con Il grande campione. Il film si può dividere in due. La prima parte con i combattimenti truccati, molto divertenti perchè realizzati davvero male (non cinematograficamente parlando), della serie che non ci casca nessuno. Il Toro non sapeva boxare e con delle papagne ridicole buttava a terra la gente in 2 round massimo. E la seconda parte dove subentra il dramma e la presa di coscienza di Eddy.
    Sostanzialmente un discreto film grazie soprattutto agli interpeti tra cui Steiger (il discorso dopo il match con Dundee è disgustoso), Sterling e Lane. Impossibile non commuoversi davanti a Toro che scopre di essere una vera schiappa.
    Interessantissimo: Former heavyweight champion Max Baer plays Buddy Brannen, the boxer who ends Toro Moreno's career in the film's climax. In reality, Baer also ended Primo Carnera's championship run, knocking Carnera down 11 times in 10 rounds in a brutal beating. As the film is based on Carnera's career, Baer therefore essentially played himself in it. Carnera fece causa ai produttori.

  15. #15
    Utente L'avatar di goku88
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    Citazione Enrico IV Visualizza Messaggio
    Ho visto Una Storia Vera, di David Lynch.
    Un anziano pieno di problemi intraprende un viaggio a bordo di un trattore per andare a visitare il fratello con cui non parla da dieci anni. Storia semplice, svolgimento semplice e lineare, non doveva esserci nient'altro. Fa un po' effetto vedere Lynch dirigere un film prodotto dalla Walt Disney, ma che io sia dannato se non lo fa davvero bene. Il viaggio on the road del protagonista è triste, nostalgico, appassionante, liberatorio, esemplare. Farnsworth era peraltro davvero malato mentre girava il film, e si suicidò poco dopo la sua uscita con un colpo di pistola alla testa. Chissà, magari girare questo film lo indusse a questo, nel senso che si era liberato di un po' di pesi che aveva sullo stomaco. Ovviamente è solo una supposizione sul romantico spinto, ma la sua interpretazione è così profonda che non si può non pensarlo. Gli scorci delle grandi pianure americane sono meravigliosi, e anche i - non tanti, invero - personaggi che il vegliardo incontra nel suo cammino sono adeguati alla situazione. Niente gente stramba o esagerata, abbiamo una ragazzina che è scappata di casa, un prete, una donna mezza pazza (ahaha, assurda la scena della renna), un altro anziano che ha una brutta esperienza di guerra da raccontare. Il film non è indulgente con la vecchiaia, non tenta di dirci che essere vecchi è bello. Essere vecchi porta un sacco di rimpianti, e lo sguardo del protagonista quando dice a un giovane ciclista che la cosa peggiore dell'essere vecchi e ricordarsi di quando era giovani, è doloroso quanto sincero. Poi il finale è davvero splendido, non poteva essere fatto meglio. Ci fosse stata anche solo una parola o un gesto in più, si sarebbe rovinato l'intero film. E invece finisce così, mdp rivolta alle stelle e titoli di coda.
    Film ispirato peraltro a una storia vera (e grazie, direte voi), ma al vero Alvin non andò esattamente così.
    Ah, Badalamenti è davvero un gran compositore.

    semplicemente eccezionale, l'ho visto l'ultima volta qualche anno fa e questo tuo post mi ha fatto venir voglia di rivederlo...concordo su tutto ciò che hai detto

    Psn:
    Desperados988
    / last.fm

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