<<Papà, la macchina!>>
<<Andiamo>>
Solita notte buia, color della pece, pece negra, negrissima. Pece razzista.
In alto, la solita palla bianca denominata Luna schiariva con il suo dolce chiarore la strada.
Cazzo, ma la luna non va mai al mare? pensò Jeff, il figlio.
Quando faceva qualcosa di nuovo pensava sempre a qualcosa di strano, di completamente diverso da ciò che faceva.
Creava così un effetto allucinogeno intorno a sè, che lo aiutava a concentrarsi. Era strano, ma tant'è.
E poi, lui era un barbone: non poteva permettersi la droga vera (che ricordiamo a casa: nuoce gravemente alla tua salumeria).
Salirono in macchina, scesero, risalirono: c'era qualcosa che non andava.
Eseguirono l'eseguibile: c'era un bug.
Sì, una cavalletta in macchina. Come ci fosse entrata nessuno lo sapeva. Presero la fiamma ossidrica e le diedero fuoco.
Poraccia...
Si infilarono nuovamente nella macchina: ora era tutto a posto, il figlio alla guida, il padre, zep715, a fianco al figlio.
Accese il motore, la macchina partì, e s'infilò nel buio della notte, noncurante di ciò che era successo poco prima.
La povera autovettura era abituata a queste stravaganze. Ricorda ancora quando, una volta di tanti anni fa, fu pimpata da Xzibit e la fece diventare una di quelle macchine uber-powah. Una vergogna insomma.
Quindi, per questa volta se l'era cavata con un vetro bruciato.
Ma se qualcuno avesse chiamato quelli di CarGlass lo riparavano subito e pure aggratisse.
Dopo una noiosa decina di minuti fatti di sobbalzi provocati dalla nubbiaggine di Jeff nel guidare auto, arrivarono in una piccola valle circondata da colline dorate prossime alla mietitura.
La macchina si fermò per l'ennesima volta.
Continua...