Tra gli "addetti ai lavori" (analisti militari e tecnici, quindi per ora non roba che ai telegiornali interessi o che riescano a comprendere appieno per il momento) c'è parecchio fermento per un attacco condotto dagli ucraini a un obiettivo strategico nella regione di Krasnodar, in Russia. Per chi non lo sapesse, un obiettivo strategico differisce da uno tattico in quanto il primo influenza la capacità complessiva di un paese di condurre una guerra, il secondo è circoscritto e ha un effetto immediato e locale. È la differenza tra il colpire una singola batteria antiaerea (un S-400 nel caso dei russi per dire, o un sistema Patriot nel caso degli ucraini) o un deposito di munizioni (obiettivi tattici) vs il colpire un sistema radar di early warning progettato per intercettare missili balistici (ICBM) riducendo la capacità di difesa complessiva di un paese contro attacchi missilistici (obiettivo strategico).
Ebbene,
sabato pare sia successo esattamente questo. Gli ucraini hanno usato gli ATACMS proprio per colpire il sistema radar di early warning a Krasnodar, uno dei 10 della Federazione Russa progettato per "coprire" c.a. 6.000km di tracciamento missilistico dalla Ucraina Meridionale a tutto il Medio Oriente. Distruggere un obiettivo di questo tipo sarebbe considerato molto grave per la dottrina nucleare russa, perché ovviamente minerebbe tutto il concetto di deterrenza strategica, capacità di identificare una minaccia di first strike e la possibilità di reagire prontamente ad essa. Esattamente per questo motivo gli analisti che seguo io ritengono che sia molto probabile che al radar in questione non sia successo niente di troppo grave al momento. Perché se il radar fosse stato distrutto, ovvero se la Russia fosse stata privata della sua capacità di early warning in caso di attacco nucleare da sud-ovest, avrebbe già risposto con lanci di ordigni nucleari, forse anche strategici, sui centri decisionali ucraini, in ottemperanza alla propria dottrina nucleare.
Possiamo stare dunque tranquilli? Dipende.
Prima considerazione. L'attacco non è un singolo caso senza storia, ma avviene dopo ripetuti usi di ATACMS in quell'area (Crimea), mirati principalmente a sistemi S-400 e aerei nell'aeroporto di Belbek. Limitare le capacità di difesa antiaerea e di monitoraggio e intercettazione nell'area del Mar Nero può essere preludio di operazioni più importanti progettate nel settore? "Semplicemente" la volontà ucraina di distruggere il ponte di Kerch o nasconde piani più ambiziosi? Vedremo che tipo di bersagli colpiranno dopo avere autorizzato l’Ucraina a colpire il territorio russo con gli armamenti NATO (lo faranno, ovviamente, e l’intervista proprio sabato di Stoltenberg lo prova. Finora ogni volta che si è ‟discusso” qualcosa, la decisione era già stata presa da un pezzo). Se saranno obiettivi strategici, e non tattici, continueremo sul ladder dell'escalation.
Seconda considerazione. A prescindere dai piani della NATO e dell'Ucraina, se un radar di quel tipo viene danneggiato non solo le capacità di difesa contro un attacco nucleare vengono limitate, ma aumenta a dismisura il rischio di un ‟falso positivo”, ossia il rischio di identificare come una minaccia qualcosa che non lo è e fare scattare le contromisure del caso anche in assenza di una minaccia. Il rischio che cattiva intelligence porti a decisioni nefaste, è molto più alto rispetto al rischio che buona intelligence porti a decisioni nefaste. In altre parole, le probabilità che qualcuno tenti un attacco preventivo contro la Russia sono molto più basse rispetto al rischio che la Russia riceva informazioni errate e reagisca per errore, o che reagisca di impulso perché non ha buona intelligence e decida di tentare una rappresaglia.
Buona domenica.