Don Dema
Temi che non c'entrano con l'inclusione. Cominciando dal primo capitolo della saga, riguardano la ricerca di chi si é davvero, la fiducia in sé stessi, la necessità di avere fede di essere qualcuno che può fare del bene se si vuole raggiungere il risultato. Passando al secondo capitolo, invece, oltre alla ricerca di sé stessi viene approfondito il rapporto tra Miles e i suoi genitori, rapporto chiaramente problematico e potenzialmente rovinato dai segreti del protagonista.
Dirai: nulla di nuovo. Eh, per forza, stiamo parlando di una saga cinematografica per adolescenti. Ma poi, che temi "nuovi" puoi proporre, esattamente? "Jurassic Park", mio film preferito, propone temi che sono stati trattati già nella letteratura ottocentesca (forse anche settecentesca), per quanto non esistessero clonazione e, forse, neanche parchi divertimenti, eppure è stato osannato per come trattava questi temi, non solo per i temi trattati (oltre che, ovviamente, per essere riuscito a creare un punto di rottura, portando dei dinosauri verosimili sul grande schermo, ricorrendo alla CGI).
In ogni caso, il colore della pelle di Morales è una delle ultime cose che noti e l'inclusività non è nemmeno così tanto obiettivo dichiarato della Sony (perché la Marvel ha solo collaborato parzialmente alla realizzazione di queste due opere cinematografiche: basta fare un confronto tra qualsiasi film Marvel e questi due su Miles Morales per notare uno stile differente), tanto che non compare, finora, nessun personaggio gay. Lo stesso Morales (e non metto sotto spoiler perché basta vedere il primissimo trailer del primo film per capirlo) è innamorato di una ragazza bionda, Gwen.
Se poi ami il cinema, dovresti apprezzare questa saga anche solo per come è disegnata, perché ha uno stile fresco, per quanto si ispiri ai fumetti.
La crisi delle terre infinite è della DC Comics. Forse parli del multiverso Marvel, che esiste dal 1962 ("Strange tales", numero 103) e che non è stato inserito per creare supereroi di colore, visto anche che stiamo parlando dei primi anni Sessanta, ma per ampliare e dare nuova linfa alla saga di Doctor Strange (bianco).
Wat? Morales è della Terra-1610 (Ultimate), mentre la Terra-616 (ora Terra Prime) non vede la morte (definitiva, perché in realtà muore, ma ora è ancora in vita, credo dal 2014) di Peter Parker e non viene sostituito da Miles Morales. E, anche se morirà, tornerà di nuovo in vita, come ha fatto finora.
Oppure parli della saga cinematografica, non so. Beh, Terra-616, quella di Peter Parker, viene fatta vedere in una scena dove ci sono moltissimi frammenti di tanti universi e quelli di Terra-616 contengono frammenti con Tobey Maguire, quindi nessun Peter Parker di Terra-616 muore nella saga cinematografica di Miles Morales (Tobey Maguire è vivo e vegeto, tanto che si vede in "No way home"). Muore un Peter Parker, sì, ma è biondo e non è quello di 616.
Sai la cosa buffa? Non mi sarei messo a creare un WOT vecchi tempi se non fosse stata per questa risposta che sa di perculata. Colpa mia se l'ho intesa in modo sbagliato, ma scritto così sa tanto di perculata e quindi eccomi qua a scrivere quello che devo scrivere.
Prima del tuo intervento, paradossalmente, una parte di me simpatizzava per te e per Bertuccia, sebbene politicamente siamo molto distanti (99% sono più a sinistra dello stesso Francutio e 99% sono woke più di Disney) e sebbene a me del colore della pelle di Ariel non importi nulla. Però non mi piace come Disney/Marvel tratta i temi dell'inclusione, ma non tanto per i significati che trasmette, quanto per il come, perché apprezzo molto, ma molto di più un uno sceneggiatore/regista che arriva a comunicarti ciò che vuole comunicare (anche l'inclusività e l'antirazzismo) facendo evolvere in modo naturale e spontaneo la propria trama (esempio: "Django Unchained", con continue prese per il culo di "Birth of nation", del KKK e dei razzisti contemporanei) di uno che, invece, fa continuamente forzature innaturali (esempio minore: nella battaglia finale di "Avengers: Endgame", l'inquadratura dove, in modo del tutto inverosimile, tutti i supereroi femminili compaiono vicini vicini, quasi come a dire "Guardate quanti supereroi femminili abbiamo" -roba da poser-, per poi sparire subito dopo perché ti devono far vedere in azione i supereroi maschili, che hanno poi risolto la battaglia), che non riesce ad uscire dal punto di vista americano (vedere "Black Panther", col regista che, da afroamericano, sminuisce e stereotipa tutti quegli elementi che attinge dalla cultura africana) e che non riesce ad uscire dai soliti schemi prestabiliti (esempio: la donna forte; da quando c'è stata Daenerys Targaryen, la Disney ha creato a valanga una serie di donne-eroine sempre forti, sempre inarrivabili, con grandi doti da leadership, tipo la Jasmine del nuovo "Aladdin" o la Wendy di "Peter e Wendy" e, dalle dichiarazioni della Zegler, sembra che anche la futura Biancaneve sarà così, come se essere una persona fragile capace di sconfiggere le proprie debolezze oltre che il nemico fosse fuori moda, almeno se di genere femminile). E poi, oh, non è che non capisca chi si ritrova un personaggio della sua infanzia stravolto, tipo il Peter Pan del succitato film (no, non per le origini indiane, ma per il carattere: non mi è piaciuto per nulla).
Eppure, eccoci qua, alla fine il WOT l'ho fatto a te.
DD