Contestualizzazione:
Dopo aver letto per l'ennesima volta il racconto del Ribelli, mi sono deciso a scrivere la seconda parte di un racconto che in reatà non avrebbe dovuto avere una continuazione. Ad ogni modo inizierò a postare il primo racconto, scritto il 27/07/2010.
Entrambi i racconti hanno come titolo Trilogy non deve morire, ma hanno diversi sottotitoli. Il primo è Hanno fatto fuori Trilogy, cazzo; il secondo è Uno strano rapporto sessuale.
Trilogy non deve morire - Hanno fatto fuori Trilogy, cazzo
Mi trovavo a Foggia, ero sceso in treno dopo aver ricevuto il bonifico bancario. I soldi bastavano per pagarsi l’Eurostar, quindi decisi di fare tutti gli scambi dei regionali. Arrivai a Foggia dopo un intero giorno di viaggio, fottutissimo viaggio sotto il sole cocente dell’Adriatico di fine luglio. Ma almeno risparmiai 45 euro.
Gli accordi erano chiari: io scendevo e mi scopavo la sua moglie. Sua di Trilogy, si intende.
Quando quel bastardo mi aveva contattato quasi non ci credevo: la sua voce era camuffata al telefono e, tra un’invettiva e l’altra, mi fece questa proposta. Rimasi abbastanza timoroso, ebbi il sospetto che il foggiano m’avrebbe chiesto poi qualcosa in cambio, tipo il mio culo o quello della Beatrice mia. Ma invece niente, persino il bonifico. Mi disse che l’età iniziava a farsi sentire e non riusciva più a soddisfare quell’impudente troia della sua moglie. Quella bella figa che diceva di scoparselo solo per soldi, il luridone; e lui se la scopava per la figa, sia chiaro. Non aveva capito che tutte le femmine si devono scopare per la fica, ma loro non devono scoparti per i soldi.
Va bè, anche se non aveva capito niente ero comunque sereno. Già mi pregustavo la ninfomane troiazza coi capelli neri e gli occhi neri, magari un po’ su d’età e truccata come una baldracca, una di quelle terrone da fare ballare sull’uccello, insomma. Le terrone sono le terrone, ‘cozio.
Mi ci vollero due ore per trovare quella fottuta via in quella merda di città del sud. Altro che notte della taranta, avevo i piedi in fiamme perché avevo messo delle scarpe Geox per non farmeli puzzare di profano gorgonzola. Magari la terrona era anche esigente.
Avevo il timore che il Trilogy si sarebbe piazzato lì vicino a farsi le seghe, però mi sarebbe comunque andato bene, magari gli avrei spillato qualche soldo extra. Ma niente interventi suoi, su questo sarei stato chiarissimo.
Arrivai fuori dalla porta di quel motel a tre stelle che qua da noi non ne avrebbe avuta nemmeno mezza e busso. Niente. Provo a fare uno squillo. Niente. Maledizione. Cazzo dovevo fare? Ho provato ad aprire la porta e, magia!, non era chiusa a chiave. Pensai: saranno scesi un attimo, li aspetto qui.
La stanza faceva schifo come l’hotel e come l’affare in cui mi ero cacciato: perché scoparmi una donna sposata davanti agli occhi del suo flaccido marito? Mi vergognavo un po’ di me stesso, come quella volta che molestai la mia amica che dormiva (ma feci bene: puttana!). C’era un po’ di disordine: oggetti in terra, una scarpa maschile vicino alla porta del cesso. Pensai: o hanno scopato e magari mi cacciano o hanno litigato perché lei era all’oscuro di tutto.
Andai verso il cesso ed entrai: le mattonelle di ceramica erano rubiconde, piene di sangue. Vicino al water c’era un corpo riverso: era un vecchio pelato e grosso, corrispondente alla descrizione di Trilogy. Non gli vedevo il cazzo, ma se fosse stato piccolo, avrei avuto la certezza.
«Ma che cazzo è?», dissi, veramente turbato. Temevo la mia incolumità. Dopo essere indietreggiato, mi avvicinai al corpo e gli misi le mani in tasca: estrassi qualche centone dal portafoglio e glielo rimisi in tasca, premurandomi di lasciargli 50 euro. Non volevo certo essere indagato per omicidio, io non c’entravo niente.
Di sua moglie non c’era proprio l’ombra. Magari l’aveva ammazzato lei. Senza analizzare i motivi della sua morte (forse gli avevano sparato), uscii dalla camera e dall’albergo, pallido in viso. Non si vedono spesso cadaveri.
Con parte dei soldi spillati al grassone presi un Eurostar (avevo bisogno di meditare e dormire, non volevo certo continuare a cambiare treno) ed arrivai a Brescia di notte. Qua trovai Chiara e provai ad adocchiarla, ma lei fu irremovibile: aspettava un palestrato lampadato con la Mini Cooper S pagata dal papà. Allora, fanculo.
Mi recai quindi ad un centro massaggi cinese, andai nel piano interrato e spesi 50 carte con una orrenda cinese, che perlomeno aveva le ciglia lunghe, magra consolazione. Dopo, rimasi a girovagare nei pressi della stazione, venendo scambiato per un rom. Tornai a casa il mattino, utilizzando il primo autobus disponibile. Mi fermai a comprare dei preservativi in via Montini, ero rimasto quasi senza; me ne rimaneva uno in macchina, dentro la custodia di un orrendo CD dei Deep Purple con l’orchestra di Berlino. Ce l’avevo in macchina da un anno e mezzo.
Della moglie di Trilogy non ebbi notizie, manco del cadavere; comunque non ebbi problemi con la giustizia, in Terronia omicidi simili sono all’ordine del giorno, quindi è inutile indagare troppo.
Però, adesso che sto scrivendo, devo ammettere che sono dispiaciuto: avrei volentieri fatto un giro con quella figa caliente.
Ok, passata la malinconia della non scopata, mi sollazzo ascoltandomi Tom Waits. Affanculo anche questa storia.