Ho visto Dies Irae, di Carl T Dreyer.
Terzo film che vedo di Dreyer, e terzo film che ha a che fare con un clima religioso oppressivo, con le paure dell'uomo e il bigottismo di certi credenti. Siamo nella Danimarca del diciassettesimo secolo, e una presunta strega viene bruciata al rogo portandosi dietro un segreto che avrebbe potuto condannare una giovane donna, moglie di un prete molto più anziano di lei. Nel frattempo costei si innamora del giovane figlio del marito, e fra i due inizierà una storia d'amore fresca e romantica, l'opposto del compassato matrimonio in cui è intrappolata la povera ragazza. Come Ordet ci presentava un fatto impossibile, anche qui Dreyer gioca molto con la percezione dello spettatore. Il segreto che la strega bruciata si porta dietro è che anche la giovane moglie del prete è una strega: ok, ovviamente sappiamo che le streghe non esistono. Eppure durante tutto il corso del film la giovane si comporta in modo ambiguo, ha movenze feline e sinuose, in una ben precisa scena vediamo davvero quel fuoco nei suoi occhi che l'autoritaria madre del prete condanna. L'ultimo discorso che ha col marito ci porta davvero quasi a credere che abbia dei poteri spaventosi, di magia nera, che sia una vera strega. Ma per ogni momento in cui la giovane ci pare tale, ve n'è un altro in cui la vediamo in tutta la sua dolcezza e in tutta la sua voglia di amare e di essere amata da un uomo della sua stessa età. E' una figura di donna forte, che si ribella al destino che le è stato imposto. Se Giovanna D'Arco (protagonista di un altro splendido film di Dreyer) sacrificherà tutto per Dio, la protagonista di Dies Irae lo fa per amore. E ne verrà immensamente delusa.
Dreyer è come sempre ottimo dietro la macchina da presa. In particolare è il suo modo di girare le scene di dialogo che sorprende sempre: lo fa con una tale classe e una tale perfezione formale che non pare vero. La camera sta quasi sempre ferma, e tutto si gioca sulla disposizione dei personaggi in scena (basti vedere la prima scena con padre, moglie e figlio), e quando si muove lo fa in maniera molto significativa (il dialogo fra il figlio e la moglie dopo l'evento luttuoso). Ma vediamo che in questo film Dreyer offre anche degli splendidi momenti romantici, quando la coppia di amanti adulteri si reca in riva al fiume, sotto gli alberi, o a fare una gita in barca. Ma sono solo radi momenti, che affondano nel clima oscuro e soffocante che Dreyer ci vuole mostrare.