In Italia l'IVG (Interruzione Volontaria di Gravidanza) viene praticata solo con intervento chirurgico, anche se la scienza si e' evoluta e ha trovato nuovi metodi, meno dispendiosi economicamente e meno traumatici per la donna, come quello farmacologico della RU486. Un esempio: oggi l'ulcera e' curata farmacologicamente e nessuno si immaginerebbe di tornare indietro, quando solo la chirurgia poteva essere di aiuto.
Perche' se, nel nostro casi, la scienza si aggiorna la pratica non la segue a ruota?
Quando si parla di aborto si rischia di entrare in querelle di tipo etico, dove filosofie, religioni, morali si differenziano cosi' profondamente tra loro, per cui impossibile e' un loro punto di incontro. Evitiamo di entrare in questa voragine e partiamo dal dato di fatto della 194 approvata quasi 25 anni fa, che permette di abortire legalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale, e che non da' indicazioni limitative sul metodo.
I DUE METODI
Da un raffronto tra i due metodi (realizzato in Svizzera) si comprende come entrambi siano efficaci e sicuri. Le differenze riguardano tempi e percezione. Ma queste sono decisioni che spettano alla donna, cosi' come i consigli spettano ai medici.
Alcune valutazioni sui costi: quanto si spende per una Interruzione di Gravidanza Volontaria chirurgica e quanto per una farmacologica? Per la RU486 non possiamo stabilire in anticipo i suoi costi, ma certamente trattandosi di intervento ambulatoriale, dobbiamo detrarre quelli della degenza di almeno 1 giorno e della sala operatoria.
LE STATISTICHE
L'ISTAT ci fornisce una serie di dati sugli aborti legali che vengono praticati ogni anno in Italia. Il numero diminuisce progressivamente ogni anno, per quanto rimanga ancora una sacca di aborti clandestini. Assumendo il dato del 1998 di 138.000 aborti all'anno, e raffrontandolo con i casi della Francia e della Svezia dove il 30% degli aborti e' realizzato con la RU486, e' facile intuire che dopo un primo rodaggio e una sua conoscenza, anche in Italia potrebbe riprodursi un fenomeno simile.
Nel 2000 il numero degli aborti registrati si ferma infatti a 135.000, stabilizzandosi cosi' dal 1995. L'Istat stesso scrive nell'annuario statistico del 6 novembre 2002: "Si può quindi affermare che in Italia sta cambiando il modello di abortività volontaria: si sta passando da un modello di tipo “tradizionale”, caratterizzato da un ricorso all’Ivg soprattutto delle donne coniugate con figli, a un modello, più simile a quello dei paesi nord europei, in cui l’aborto è più estemporaneo e legato a situazioni di “emergenza”, ovvero non viene più utilizzato per controllare le dinamiche di pianificazione familiare". [ http://www.aduc.it/dyn/ru486/ ]
Il Comitato Etico della Asl 2, ha dato parere favorevole per l'utilizzo della pillola abortiva nell’Ospedale San Paolo di Savona, nonostante a Torino sia invece stata decisa l'interruzione della sperimentazione, e nonostante il voto contrario della stessa presidente del Comitato Etico, Lombardi Ricci, del vicepresidente Renzo Mantero, del teologo Adolfo Macchioli e di Aldo Pastore, rappresentante delle associazioni di volontariato.
Si sono levate numerose voci di protesta, sia della Chiesa, sia dei laici antiabortisti.
Il Vescovo di Savona, Monsignor Domenico Calcagno, si è dichiarato fermamente contrario e molto preoccupato per tale decisione.
Il presidente della sezione di Savona dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, Marco Lovisetti, ha riaffermato un deciso no:
'Esprimiamo ferma contrarieta' all’utilizzo della pillola abortiva, ritenendo che, pur nella tutela e nelle garanzie dovute alla persona madre, nessuno puo' arrogarsi il diritto di impedire, con atto volontario, a chi e' concepito di nascere'.
Sono intervenuti e si stanno ulteriormente attivando sul problema il presidente della Federazione Regionale dei Movimenti per la Vita e dei Centri Aiuto alla Vita della Liguria, Gianrenato De Gaetani, ed Eraldo Ciangherotti, presidente del Centro per la Vita di Albenga.
Quello che mi chiedo è:
dal punto di vista medico e psicologico tra aborto chirurgico e aborto farmacologico (?) vince il secondo, sopratutto nelle prime settimane.
Quello che vorrei tanto conoscere più approfonditamente è il parere dei contrari alla pillola.
Secondo l'intervista ad un vescovo "la pillola abortiva verrebbe utilizzata come metodo contraccettivo"
A parte l'assurdità della cosa, questo significa che secondo lui la donna deve necessariamente soffrire se vuole abortire, o qualcosa del genere?