Alla ricerca degli Arcani DaDastronzi - Pag 4
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Discussione: Alla ricerca degli Arcani DaDastronzi

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  1. #46
    Oppsynsmann
    Ospite

    Capitolo 13

    Capitolo 13 (Lo sceicco)
    Spoiler:
    Questo capitolo potrebbe essere troppo lungo da leggere, prego rifornirsi di scatolette di carne e litri di birra: pernottate anche un albergo.



    Non sapevo chi cercare in quel campo di nomadi del deserto, ben superiori di intelletto ed animo di quelli delle città, così appena ne vidi uno disposto a discutere gli chiesi:
    “Mi scusi, ma chi sto cercando?”
    Il nomade mi diede un’occhiata un po’ sospettosa, poi si avviò lentamente verso il deserto guardando con attenzione che io non lo seguissi: non fu mai più visto, mai più.
    Capii che di aver posto la domanda in maniera poco chiara, quindi mi addentrai più dentro al campo, dove vidi un altro nomade al quale chiesi:
    “Chi è il vostro Boss?”
    “Boss? Khel che cacciò la mia famiglia dalla penisola italica?”
    “No il vostro capo!”
    “Aaaah khel! Prego seguimi!”
    Vidi così l’uomo del deserto inginocchiarsi con le mani giunte a pregare chissacchì e avanzare camminando con le ginocchia.



    Arrivammo così innanzi a una sfarzosa tenda, di pura e rosa seta porporosa.
    “Aspetta qua e spera che egli accetti la tua visita”


    Stetti così, con il tramonto incombente ad aspettare una risposta: dopo 3 minuti circa riuscì a braccia aperte dicendo:
    “Gioisci o ignoto errante, in quanto il mio padrone ha accettato la tua visita, prego entra nella tenda e fa’ come se fossi a casa mia!”
    “Ma ancora non so il nome del tuo padrone!”
    “La tua ignoranza è perdonata ed estinta, prego porta pure gli omaggi a Sheik Fiffo Yerbouti”

    Entrai così nella sfarzosa tenda, all’interno vi erano appesi un indescrivibile numero di piccoli gingilli colorati e fosforescenti, rappresentanti chissà quale tipo di mostri mitologici e antichi, e tutti con una catenella terminante con un grosso anello. E al centro della stanza sopra un trono di ceramica a forma di imbuto ecco sedere Sheik Fiffo Yerbouti.


    La cosa che mi saltò subiro l’occhio fu il suo sguardo penetrante, soprattutto nei confronti del suo piccolo harem che lo assisteva giorno e notte: poi la sua tunica bianca con annesso copricapo, tenuto sulla testa da un cerchietto molto simile alle tubature di plastica nere attraverso le quali si fanno passare i cavi della corrente elettrica. Apparentemente le uniche parti del corpo scoperte erano le mani, piene di strani e buffi anelli, giammai recuperabili in banali sacchetti delle patatine, e il suo volto baffuto e ben curato.


    Cosa ancora più accattivante di quella stanza era la grande cappa di profumo che l’avvolgeva: un misto di incenso, oli persiani e Mastro Lindo Piatti.
    Sheik Fiffo Yerbouti torceva gli occhi, muoveva e contorceva la testa al fine di capire dal suo trono la mia identità, infatti l’entrata era sicuramente il punto più scuro della stanza: dopo qualche strizzatina d’occhio si arrese a indovinare chi fossi, così mi chiese gentilmente che io mi facessi più avanti e più a vista con le seguenti parole:
    “Ehi, brutto stronzo, levati immediatamente di la’ e fatti avanti! Non mi costringere a chiamare Kiribù e la strega Karabà”
    Così, senza rispondere mi avvicinai più a lui, a quasi dieci passi.
    “Aah, così va molto meglio: forestiero, anche se dubito che tu sia della forestale in questo deserto, enuncia il tuo nome!”
    “Domenico”
    “Copernico?”
    “No Domenico!”
    Si accostò a me il nomade cicerone e mi sussurrò:

    “Sua misoginità ha le orecchie un po’ otturate dal copricapo, ti consiglio di alzare di più la voce!”


    “DOMENICO!”
    “Domenico, vieni! C’è qualcuno che ti cerca!”
    “SONO IO DOMENICO”
    “Bene, vedo che ha risposto alla mia chiamata; quindi Copernico, perché mai sei venuto a trovarmi?”
    “MI CHIAMO DOM…. umpf lasciamo perdere… JURAMBALCO MI HA CONSIGLIATO DI RIVOLGERMI A LEI PER SAPERE IL POSTO PRECISO ONDE TROVARE I DADASTRONZI”
    “I papa sono stronzi? Non vedo nulla di nuovo in tutto ciò…”
    “DADASTRONZI! DADASTRONZI! DADASTRONZI!”
    “Si, si ho capito, non sono mica sordo! Quindi tu hai intenzione di accedere alla somma conoscenza dei Dadastronzi. Non è cosa da poco, anch’io ho avuto modo di intraprendere questa avventura e ne sono uscito vincitore.”
    “Bene, allora immagino che saprai dove posso trovarli…”
    “Cosa?"
    “HO DETTO CHE DOVRESTI SAPERE DOVE POSSO TROVARLI!!!”
    “Dove? Bwahahahah! Questa è proprio bella! Pensi che loro stiano sempre nello stesso luogo? Non sai forse che essi si comportano perfettamente come dei pagliacci erranti? Dubito essi passino per due volte lo stesso luogo”
    “CHE COSA MI CONSIGLI DI FARE DUNQUE?”
    “Se tu fossi un pagliaccio errante, dove passeresti le notti, se non in una di quelle vecchie e ammuffite taverne poste ai margini dei borghi? Lo so è un arduo compito, ma i sommi benefici non si acquisiscono se non attraverso la tribolazione, lo stress e i rompimento di coglioni.”
    “MI METTERÒ SUBITO IN VIAGGIO”
    “Stai dimenticando il freddo del deserto! Puoi concedermi di offrirti un caldo riparo per la notte? Sai raramente incontro viandanti che non vanno alla ricerca di merci preziose, denaro… e figa. Non vi è cosa più gratificante del ricercare la conoscenza, giusta o sbagliata che sia, in quanto essa rimane comunque conoscenza, sofia, saggezza.”


    Passai così l’ennesima notte fuori casa, il giorno successivo dopo una tazza di latte di cammello e qualche cialda, mi avviai verso il centro abitato più vicino: passai 3 giorni e 3 notti ad attraversare quel deserto finchè non giunsi alla costa e lì vidi la città di Alessandria, l’inizio ufficiale delle mie indagini.[13.1]


    [13.1] d’Egitto.
    Ultima modifica di Oppsynsmann; 10-07-2007 alle 12:58:10

  2. #47
    Villano L'avatar di Jurambalco
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    Bello!
    Sheik Fiffo Yerbouti torceva gli occhi, muoveva e contorceva la testa al fine di capire dal suo trono la mia identità,

  3. #48
    Oppsynsmann
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    Capitolo 14

    Capitolo 14 (Una divagazione misantropica e "all'erta")


    A voi lettori e soprattutto amici posso confessare con una certa franchezza il mio rammarico per questo continuo scarica barile[14.1], che sono io, da una persona a un'altra, da un qui a là, dalla Florida alla città di Alessandria. Ma d’altronde se lo sceicco disse che tale ricerca è senza dubbio distorta, ciò porta a tenere in considerazione il fatto che le fonti possono di conseguenza contraddirsi tra loro: dovevo essere aperto alle nuove teorie e cambi di rotta, altrimenti potevo starmene nella mia vecchia e ammuffita casa a metter su famiglia, la cosa più deplorevole che possa fare un essere umano, oggi come oggi.


    Perché molti di voi contorcono il naso di fronte a tale affermazione?

    Si è così: non c’è cosa più stupida che fare un figlio… oggi come oggi. Saggio era nella preistoria, dove i pargoli erano garanzia per la sopravvivenza della razza, ma ora? Ora che vantaggio c’è? Offrire forza lavoro a uno stato poco riconoscente, anzi offrire disoccupazione, ignoranza, massa?

    Offrire al nostro pianeta altri esseri del quale non faranno altro che sfruttarlo e sfruttarlo ancora fino a ridurlo a un morto deserto?



    Cari miei, prima o poi se una zecca comincia a dar fastidio al suo organismo ospitante, questi comincerà a grattare finchè il parassita non sarà morto o cacciato via. E credo, e soprattutto spero, che prima o poi questo meraviglioso essere… la Terra, si possa stufare di questa massa di schifosi batteri parassiti.
    Bene potrei anche aiutare il mondo (e aiutare di conseguenza me stesso) buttandomi dalla finestra… ed eliminare così una bocca della verità?

    E lasciare che questo mondo vada a rotoli di carta igienica sporca di merda e pus? No, non lo farò: non sono io a dover estinguermi, non io che non vedo la bellezza in paesaggi virtuali, non in succinte donne e nemmeno in mezzi da trasporto avveniristici, ma nella pura e sempre più minacciata terra vergine e incontaminata: l’apoteosi della perfezione[14.2].



    Una perfezione che preferisco ammirare e non appropriarmene, che preferisco dissolvermi in essa, come la carogna di un animale, e non costruire una banale e temporanea casa.
    La ricerca della purezza e verginità: è ciò per cui vale la pena vivere. Che non siano però delle essenze cui vanno strutte dall’imposizione del proprio Io, un vano tentativo di ricercare la sicurezza interiore, tenendo il controllo sul mondo e su ciò che può essere controllato. Un tentativo che si traduce in un enorme significato di immaturità e scarsa forza interiore.
    È più coraggioso e difficile il modificare se stessi o l’indifeso mondo? Chi ha intelletto intenda.

    Tornando a noi, ma soprattutto tornando alla mia storiella, stavo pensando alla necessità di trovare una taverna, anche se ormai il mezzogiorno era prossimo: chiesi dunque alla persona più raccomandabile maggiori informazioni in merito.


    C’era un ragazzo seduto innanzi alle scale di un tempio, che non faceva altro che premersi le tempie con un movimento rotatorio. Era vestito di nero, molto sobrio: insomma uno stile tipico di Odino8555, un grande nome per un grande uomo.
    Per rompere il ghiaccio gli chiesi:
    “Perché ti premi le tempie di fronte a un tempio?”
    “Perché ho molto tempo da perdere”
    “Non avendo nulla da fare potresti gentilmente consigliarmi una taverna onde poter soggiornare, preferibilmente la meno cara e la più povera possibile?”
    “Taverna? Ommiozio sta all’erta!”
    “Perché mai?”
    “Perché è così”
    “C’è qualche motivo perché dovrei stare all’erta?”
    “Ecchecaspita ne so io, l’ha voluto il piano regolatore”
    “Allora è coinvolto il sindaco!”
    “Ecchenneposso sapere io? Va all’erta! All’erta!”


    Mi allontanai così da quell’uomo, a dir poco preoccupato: c’era forse una congiura verso gli erranti viaggiatori? Dovevo acquistare un’arma?


    Richiesi così a un altro cittadino la locazione della locanda più vicinaa e lui mi disse:
    “Guarda, Sali lungo questo viale e appena giungi nella grande piazza troverai di fronte a una grande palma il posto che fa per te”


    Salii così lungo quella via, finchè non giunsi nella piazza indicatami: vidi la bettola e accanto ad essa un segnale che indicava il nome della piazza: “Piazza Erta”.



    [14.1] E quel barile sono io

    [14.2] E i DadaStronzi sono perfezione, con le loro bocche e le loro mani sincere e pure! Che non badano a vedere il no-sense come un mezzo per essere conosciuti e apprezzati, ma vedono nei no-sense proprio il loro fine: scrivere, riflettere, divertirsi. Costruire è il loro mezzo, non distruggere.
    E l’apprezzamento, in questo caso il mio, viene naturale, come il giorno dopo la notte e come l’odore di terra dopo la pioggia.

  4. #49
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    Bellissimo il ruolo di odino8555
    Il topic è a rischio censura (citaz.)

  5. #50
    Oppsynsmann
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    Capitolo 15

    Capitolo 15 (La locanda)


    Entrai così nella scura locanda, povero di fatica e carico di speranza; mi guardai attorno, non pensavo che vi fosse così tanta gente di diversa estradizione sociale: donne sagge che istruivano giovani e vecchi sulla poetica di Saffo, marinai anziani che discutevano sulla notturna battuta di pesca[15.1], donzelli colloquiare con donzelle e cani di tutte le razze a giocare a sette e mezzo con il morto, che accasciato sul tavolo consentiva ai passanti di fare le mosse per conto suo.



    Mi avvicinai così all’inserviente che era intento, così come tutti i buoni baristi a pulire con uno straccio un boccale di vetro attraverso un movimento rotatorio antiorario, fischiettando contemporaneamente un allegro motivetto. Vedendo me avvicinarmi al banco, si cacciò dalle mani l’oggetto che era intento a mondare pensando che il sottoscritto dovesse richiedergli qualcosa da bere, immaginate una sfuggita di seccatura quando gli domandai:


    “Mi scusi buon omo, lei che ha l’aspetto così intelligente, sarebbe in grado di dirmi se qualche DadaStronzo in questi ultimi tempi è passato dalla sua locanda?”
    “DadaStronzo? Umpf, dovrebbe aiutarmi a ricordare” disse porgendo la mano e facendo l’occhiolino al fine che io sganciassi qualche penny.

    Ma io saggiamente replicai:
    “Cosa pretende? Che io sprema più il mio portafoglio che lei le sue meningi?”
    Così gli voltai le spalle: mai e dico mai affidarsi a gente che ti offre informazioni solo in cambio di denaro, perché sono capaci anche di dirti che sei la persona più saggia e bella del mondo in cambio di qualche stupida moneta, in quanto possono essere capace di mentirti e simulare cose che non sanno.


    Feci per aprire la porta e tornare in strada quando qualcuno mi chiamò:
    “DadaStronzi, da quanto tempo non sento parlare di loro!”
    Vidi una figura seduta nell’angolo del locale, era avvolta da una tunica nera e teneva in mano un boccale di birra nera, ormai quasi finita.
    “Prego, siediti accanto a me”
    Mi avvicinai così al tizio misterioso, fregai la sedia a uno stupido bimbominkia e mi sedetti di fronte a lui.
    “Tu conosci i DadaStronzi(?)”
    Abbassò lo sguardo facendo roteare un po’ la birra contenuta nel bicchiere, portò la coppa vicino al naso e ne sentì l’aroma, ne deglutì così quel poco ne era rimasta dopo averla tastata con la bocca: un leggero brivido l’avvolse, dopodichè si schiarì la gola e si tolse il cappuccio, mostrando la sua nera chioma, fece un cenno poco percettibile con la testa e iniziò a parlare:
    “Vesti in modo alquanto povero e umile, inoltre i tuoi lunghi capelli sono unti della sabbia del deserto, senza dubbio sei un pellegrino errante, privo di una anche misera scorta: sia essa una guardia, sia un’arma. A quanto pare stai cercando qualcosa, e ciò è più importante della tua stessa incolumità. Si conosco i DadaStronzi, e li conosco molto bene. In questi ultimi anni la vita di questa trafficata, torrida, ma allo stesso tempo fredda città sembra non offrirmi nulla di gioviale per la mia anima e per il mio corpo. Sembrerà una richiesta assurda, ma il tuo viaggio può essere un’opportunità oltre che per te, anche per me stesso: l’abitudine e la monotonia sono la morte dell’anima, sarebbe per me grande onore accompagnarti in questo viaggio, fino all’ultimo passo.”


    “Splendido! Finalmente una saggia guida alla quale affidarmi! Per piacere, saresti così gentile da dirmi il tuo nome?”
    “Chiamami GFSan”[15.2]
    “Dobbiamo siglare questo prospero patto, quale inchiostro migliore se non l’alcool?”
    “Helnorsk svartfatøl!”
    Non so quante e quali bionde, brune e rosse ci tracannammo: ricordo solo noi due girare per le vie di Alessandria appoggiandoci l’uno a l’altro e parlare, parlare e nient’altro che parlare, del mio viaggio, della sua vita, di sana musica norvegese e per nulla commerciale: se ci capitava a tiro qualche tempio corrotto lo purificavamo con il sacro fuoco, trasformandolo in pacifico carbone e bianca cenere. E finalmente una notte passò in maniera spensierata.



    [15.1]“Qual’è il pesce più brutto? Lo scorfano”
    [15.2] Il cambiamento di colore è ben voluto al fine di non destare anticipazioni sulla sua identità sin dalle prime frasi del discorso.

  6. #51
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    Ottimo capitolo di transizione, bellissima la frase sul siglare l'accordo con l'alcohol, ottime parti descrittive, e azzeccatissime :zizi:

    Perfettamente!
    Il topic è a rischio censura (citaz.)

  7. #52
    Oppsynsmann
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    Citazione GFSan
    Ottimo capitolo di transizione, bellissima la frase sul siglare l'accordo con l'alcohol, ottime parti descrittive, e azzeccatissime :zizi:

    Perfettamente!
    Dimenticavo di citare che per scrivere questo capitolo mi sono aiutato con una Tennent's Scotch rossa.

  8. #53
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    Citazione Oppsynsmann
    Dimenticavo di citare che per scrivere questo capitolo mi sono aiutato con una Tennent's Scotch rossa.
    Un'ottima mente unita a un'ottima birra non può che produrre un lavoro più che ottimo.
    Il topic è a rischio censura (citaz.)

  9. #54
    Oppsynsmann
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    Citazione GFSan
    Un'ottima mente unita a un'ottima birra non può che produrre un lavoro più che ottimo.
    Sinceramente l'elisir ideale è una media bruna irlandese (tu sai quale) e la già citata in un altro posto birra dell'orso: un'ottima danese, dal gusto forte e tagliente.

    Il tutto a stomaco vuoto: solo così le muraglie che separano la mano all'immaginazione cadranno in un sordo tonfo.

  10. #55
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    Citazione Oppsynsmann
    Sinceramente l'elisir ideale è una media bruna irlandese (tu sai quale) e la già citata in un altro posto birra dell'orso: un'ottima danese, dal gusto forte e tagliente.

    Il tutto a stomaco vuoto: solo così le muraglie che separano la mano all'immaginazione cadranno in un sordo tonfo.
    Mio caro amico, abbiamo molto a che spartire io e te.
    Il topic è a rischio censura (citaz.)

  11. #56
    Oppsynsmann
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    Capitolo 16

    Capitolo 16 (Strani e piccoli esseri cattivi)


    La città splendeva di una mistica aura di luce nella notte, finalmente avevo una reale speranza di poter riuscire nella mia ricerca. Era uno delle poche metropoli che avessi mai visitato[16.1] in cui la notte non era silenziosa di sonno e ignoranza, ma era sicuramente l’apice della più produttiva attività dell’essere umano saggio[16.2].
    Mi riferisco alle numerose attività di colloquio, dibattito e creatività: parole che non erano destinate a essere impresse su carta, proprio per il fatto che lo scrivere è talvolta una sorta di catena che non consente di allontanarsi più di tanto dal mondo reale, che scema il pulsare di quello spirito fugace che è l’immaginazione.


    E proprio per la produzione di pensieri Alessandria era così conosciuta e acclamata in tutto il mondo conosciuto, non un’acclamazione consumistica, propria di testi e musiche che vengono commercializzate fondamentalmente attraverso un’intensa attività di tartassamento delle menti degli esseri più stupidi e ignoranti della massa, ma un inneggiamento malinconico e quasi invidioso.
    Peccato che il piacevole odore della conoscenza attirava molta gente da tutti gli angoli di un mondo sferico le quali vedevano tale cultura come una possibilità di guadagno e fama dalla sopra-citata massa di pecore puzzolenti di egoismo e opulentosità bramosa.


    Potete quindi immaginare cari signori[16.3] come nonostante tale città fosse un connubio di conoscenze, io mi sentissi nonostante ciò un po’ a disagio: è vero non si sarà mai soddisfatti perfettamente di ciò che la fatidica vita ci offre, ma non è forse la ricerca di una sempre più prossima perfezione che muove il nostro agire di esseri insoddisfatti?
    Non so se ciò che vedemmo fu frutto della nostra mente tirata a lucido dall’idromele: un gruppo di piccoli gnomi colorati stavano dando fuoco biblioteca per ristorarsi del caldo proveniente dal deserto e inneggiavano a strani e misteriosi dei; “Fibrato”, “Seth Cohem”[16.4] “Eminenz”, “Grande Puffo”. Il timore lasciò il passo all’antipatia e all’ira, soprattutto alla mia guida quando vide stracciare un testo scritto in runico. Egli prese una grondaia, la accartocciò rendendola in un bastone deforme e si diresse a picchiare selvaggemente in testa gli strani e buffi esseri: a vedere il sangue e le frattaglie volare in aria non potei fare a meno di prendere parte alla zuffa.


    Presi così la prima cosa a portata di mano: il tanto acclamato, osannato (e purtroppo vuoto), fiasco di birra dell’Orso.
    Spoiler:


    Mi scagliai come un invasato… pur facendo attenzione a non danneggiare il sacro boccale (è un pezzo da collezione cribbio!). Ricordo piccoli e squallidi crani aprirsi il cui contenuto, come sospettavo, era misero. Iniziò come una rappresaglia ma continuò come un sano e costruttivo svago, uno svago al quale collaborò anche un passante, Spongebob Squarepants, armato della sua fida ascia quadripenne.


    Alla fine della lotta[16.5] la via era tutta di un pulsante rosso, e nell’aria l’inconfondibile odore di emoglobina con graduazioni di ferro. Vidi il mio elefante: era pieno, peccato di ciò per cui non vale la pena spendere 3,50 €.
    Ci allontanammo non con poi tanta fretta da quella strada, semplicemente per il fatto che sapevamo di aver fatto la cosa giusta.
    Ultima modifica di Oppsynsmann; 10-07-2007 alle 12:58:36

  12. #57
    Oppsynsmann
    Ospite

    Capitolo 17

    Capitolo 17 (L'uomo che sapeva troppo)

    Ormai il mattino era prossimo e nonostante ciò non avevamo la necessità di doverci ristorare con un pacifico sonno: eppure una strana sensazione mi pervase, l’aurora indicava l’inizio di un nuovo giorno e sembrava quasi rimproverarmi del fatto di non aver dormito. Feci finta di non vederla anche se essa stessa illuminava i miei passi.
    Tutti i cittadini dormivano, o almeno quasi tutti, infatti vedevo i primi lattieri distribuire fiaschi di latte di capra alle varie porte, dopo due minuti ecco prontamente dei barboni fregarli e colarseli tutto ad un fiato come se fosse un whiskey d’annata, ma la cosa più assurda era vedere tali bifolchi barcollare proprio come degli ubriachi alle prime armi, nonostante avessero bevuto del comune latte di capra.
    “Principianti” disse il mio compagno: e come contraddirlo?


    “Venite gente venite!”

    Udii una voce urlare in lontananza: quale uomo sano di mente avrebbe la così stupida idea di mettersi a urlare come un matto così presto? Decidemmo di scoprirlo.
    Svoltata la via vedemmo il reo: era un vecchietto, con occhiali stroboscopici, vestito con una camicia colorata, un paio di sandali infradito[17.1] e un cappello di paglia[17.2]. aveva in mano qualcosa, ma non sapevo distinguerla a quella distanza, decisi così di avvicinarmi meglio, lasciando la mia guida ad aspettare all’incrocio.



    “Venite gente venite!” diceva il vecchietto mostrando a un non meglio specificato spettatore calendari di madame e madami in pose succinte. Adesso era tutto chiaro, nonostante il mattino tardasse ad arrivare.


    “Vostra grazia! Perché mai abbandonarsi a tali spettacoli proprio nel momento della giornata in cui le vie sono così poco trafficate?”
    “Perché il mio messaggio è rivolto a pochi”
    “E qual è il suo messaggio?”
    “…”
    “?”
    “La mia povera memoria… proprio quando la prima persona risponde alla mia chiamata ecco che io dimentico che cosa ho da dire, ormai sono un vecchio catorcio”
    “Vecchio catorcio? Ma se ha la forza di svegliarsi così presto per mettersi a predicare! Le sembra un comportamento da vecchio catorcio?”
    “Tu non credi?”
    “No non credo”
    “Urge una confessione di Fede”
    “Ma ho detto che non credo!”
    “Se non credi che ve ne sia bisogno, buon per te. Tanto ho dimenticato anche la professione di Fede”
    “Fa il giornalista se non erro”
    “Eh come passano i tempi”
    “Suvvia, mi consenta di conoscere almeno il suo nome”
    “Mi chiamano L’uomo che sapeva troppo
    “E ora quanto sai?”
    “Il giusto”
    “Ossia?”
    “Saper ragionare”
    “Una risposta senza dubbio saggia e ben ragionata”
    “Ovviamente…. Piuttosto giovanotto, cosa ti porta ad essere sveglio a quest’ora? I tuoi coetanei a quest’ora dormono nelle loro amache fantasticando sulle notti di sesso sfrenato, droga e fenicotteri azzurri[17.3]
    “Mi aggiravo con il mio conoscente-presto-amico nel tentativo di fare qualcosa… anzi no! I DadaStronzi cribbio! Si adesso rimembro[17.4]”.
    “No, non ci posso e non voglio credere”
    “Perché mai?”
    “Perché è assurdo, senza senso decidere di punto in bianco di addentrarsi in ricerche così azzardate e non necessariamente appaganti”
    “E cosa è mai l’assurdo e il senza senso? In che figura è subliminabile?”
    I DadaStronzi…..
    “Dalle tue parole apprendo che tu sai qualcosa di tal persone, per piacere se non sai o non vuoi dirmi dove si trovano dimmi almeno una persona, un luogo, un posto onde possa trovare la soluzione a tale arcano!”
    “E sia! Rivolgiti al folle indovino che vive nella alta e fallica torre d’avorio!”
    “Quella della Storia Infinita?”
    “Chi? Dove? Atrelio! Fantàsia! Il Nulla!”


    Il vecchietto si allontanò così urlando e saltellando: ai piedi non aveva più li tappini, ma dei sandali non comuni… i sandali di Paperon de Paperoni[17.5(17.6)].




    [17.1] Dalle mie parti meglio conosciuti come “li tappini”
    [17.2] comune paglia appoggiata sulla sua testa
    [17.3] Sono correlati a un tal mafioso
    [17.4] Canzone dei Cabbal Cannibal Corpse – Album “Il re cigno è morto” anno 1995
    [17.5] Noto industriale veneto.
    (17.6) Dove li abbiamo già incontrati? E addosso a chi?

  13. #58
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    Bellissimi capitoli!!

    Nel sedici ti sei dimenticato le note
    Il topic è a rischio censura (citaz.)

  14. #59
    Oppsynsmann
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    Citazione GFSan
    Bellissimi capitoli!!

    Nel sedici ti sei dimenticato le note
    Perchè non vi era bisogno di note

  15. #60
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    (17.6) Dove li abbiamo già incontrati? E addosso a chi?
    Mica elwood?

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