Secondo me invece è tutto legato alla voglia di riscoprire un titolo del passato.
Anche Ultima VI e VII sono titoli narrativamente eccezionali ed incredibilmente profondi, ma per tua stessa ammissione difficilmente digeribili per questioni prettamente tecniche (dovute anche all'eta e ai titoli con cui sei cresciuto, sicuramente)... tra l'altro tra Torment e Doom ci sono ben 6 anni di differenza in un periodo in cui i giochi hanno fatto passi da gigante.
Quindi, fermo restando che alcuni generi invecchiano più velocemente di altri, io credo che se si ha la volontà (cosa che implica dover chiudere un occhio su determinati aspetti) di riscoprire titoli del passato allora sull'aspetto tecnico si può passare sopra.
Hai fatto l'esempio di Doom che è un pò fra i pionieri, ma ci sono tanti esempi più complessi che meriterebbero una menzione (e che ho già menzionato ) e che tutt'oggi restano titoli di tutto rispetto. E che, permettetemi, non hanno quasi nulla a che fare con gli sparatutto a cui siamo abituati ora... motivo per cui ci sono ancora un bel pò di giocatori che preferiscono il vecchio modello di gioco. Ma non perchè sia migliore di quelli odierni, ma semplicemente diverso.
Come gli appassionati di avventure testuali o di dungeon crawlers a caselle, generi che, sebbene abbiano subito evoluzioni col passare degni anni, evidenziano una tipologia di gaming abbastanza diversa dai giochi che hanno influenzato per una serie di motivi. In effetti l'aspetto tecnico risulta essere un fondamento di due strutture profondamente diverse.
Per me non esiste il discorso "non vale la pena giocare qualcosa" o al limite può esistere per giochi oggettivamente brutti.
Il limite è tecnologico, ma soprattutto nostro: ognuno ha un grado di sopportazione più o meno ampio... c'è chi recupera vecchi giochi per C64 e chi inorridisce per grafiche di 3 anni fa. Fare discorsi generali su cosa sia valido o no da giocare lascia il tempo che trova (E non ci metto nemmeno l'IHMO, tiè ).