Ippolita
Ho finito di vedere Il Petroliere, allora.
Mi aspettavo esattamente un prodotto del genere, l'unica cosa che mi ha stupito, che diciamo esce dai cliché che lo avrebbero reso un polpettone con tutti i crismi è il protagonista: un vero birichino (in realtà vorrei usare un'altra espressione, ma è poco elegante). Non è il solito cattivone, è proprio pessimo dentro senza ombra di sadismo o crudeltà gratuita. Esclusivamente mosso da quello che farebbe vergognare anche il peggio del peggio del peggio. E va così sino alla fine (mi son persa la discussione col prete prima delle birillate perché stava già iniziando ad annoiarmi). Comunque, in questo l'ho apprezzato. D'altro canto l'ho trovato una vera martellata nei denti. Regia sopraffina e quel che vi pare (meno male che Anderson ha smesso quel piglio insopportabile dei primi film, insopportabile a me, voglio dire, come se l'unica cosa cui dovesse badare fosse l'originalità ad ogni costo), ma dopo un'ora il tipo aveva già iniziato a stufarmi, ma non per quella cattiveria vagamente selvatica, primitiva, ma perché appunto uno si mette lì e va sempre peggio. Brutto, sudicio, cafone, prepotente, avido, narcisista, infantile... pardon, antagonista, totalmente privo di fascino, carisma e, penso, anche di realismo. Per questo ieri ho scritto che sembrava un film commissionato da un movimento di femministe imbufalite: racchiude tutto ciò che si poteva imputare al maschio sciovinista fino a qualche anno fa. Lee Lewis bravo, per carità, ma secondo me s'è impegnato pure troppo e si vede.
Va be': non fanno per me questi film.
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