1408, Mikael Håfström
Un tipo che di lavoro recensisce camere d'albergo apparentemente stregate smascherandone i trucchetti (ma ce ne sono così tante?) approda in un albergo newyorkese la cui camera è stata teatro di 82 morti sgozzati, 98 impiccagioni, 76 dissanguamenti, 115 coccoloni e via dicendo (beh non proprio, però dai, è abbastanza inverosimile come premessa). Il nostro eroe, il buon John Cusack, non si lascia intimidire dal diabolico direttore d'albergo Samuel L. Jackson e non ne vuole sapere di rinunciare alla sua recensione. E poi beh, entra, e succede di tutto ovviamente. L'ho trovato un film altalenante, con buone soluzioni registiche per creare l'effetto di un ambiente claustrofobico e ostile da cui è impossibile fuggire, ma anche ingenuità e trovate di cattivo gusto. I dialoghi sono bruttini, la trama offre buoni colpi di scena ma doveva finire qualche minuto prima; il finale rovina tutto.
Un horror riuscito a metà.
London Boulevard, opera prima dello sceneggiatore William Monahan
Si parla di un gangstar londinese appena uscito di galera che cerca di cambiare vita, ma il passato cercherà di impedirglielo a tutti i costi... Un film sghimbescio, spesso zoppicante, con un ritmo altalenante e montato un po' alla cazzo, e spesso non tutti i rami della storia hanno il giusto peso. Ma nonostante questo è riuscito a prendermi. Stilisticamente è molto curato. La fotografia mostra una Londra particolare e colorata, e i personaggi sono tutti interessanti e ben interpretati (Keira Knightley mi fa alzare più di un sopracciglio, in compenso c'è il suo coinquilino che è grandioso). Molto british, con quell'umorismo che hanno solo loro, e quell'atmosfera prankster da tamarri londinesi amplificata all'ennesima potenza dalla selezione musicale di Pizzorno, chitarrista dei Kasabian (quando l'ho visto nei titoli di coda ho capito molte cose).
Sì insomma, è tutt'altro che perfetto, ma tra black humour, situazioni surreali e tutto il resto è riuscito a fare breccia con me.