Sai quanto è radicata in Italia l'idea che l'apprendista, o pseudo tale, non debba essere pagato?
Io la trovo una cosa assurda che si lavori a gratis -Io con cosa vivo? Con l'aria che tira? Mangio gli avanzi nei cassonetti?- eppure se interroghi gente di 40-50 anni per loro è una cosa normalissima. Mai capito perchè lavorare per uno sputo in un occhio dovrebbe essere normale.
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Grazie a tutti quelli che hanno saputo rendere GR prima e GV poi un posto unico.
Vabbè ma vale per i siti grandi che hanno un profitto, e credo che chi scriva per Multy o Eurog. abbia un guadagno, no? Certo chi scrive per quelli amatoriali non riceve soldi dato che non ne circolano quasi per niente certo li non si hanno neanche obblighi, scrivi come e quanto ti pare e bon.
Se dovessi scrivere per un sito "grande" dove mi costringono a fare un tot di articoli a gratis perchè "sei un novellino", li fanculizzerei all'atomica
Ultima modifica di Mega Man; 31-07-2012 alle 13:23:23
Della borsa lavoro che ne pensate?
Fammi capire bene, premettendo che so a chi ti riferisci e a che rivista alludi, la situazione è la medesima di Game Pro? Ovvero rivista tenuta in piedi grazie a collaboratori sottopagati o non pagati per niente?
Liberissimo di non rispondere o rispondere per mp. Sono curioso, sai, avevo intenzione di prendere dopo anni di "dismissione" la rivista in questione, giusto per amore di leggerne una multiformato.
C'è anche da dire che per un gioco in regalo molta gente scriverebbe.
Sai, è come quando prima uno che aveva fatto il militare obbligatoriamente te lo racconta come una favoletta.
Magari in quel periodo stava in depressione, ma poi la naja è passata e... diventa tutto uno scherzo: ora tocca agli altri...
(che poi questo è uno stato assurdo: laureato a 27 anni, penultimo anno di leva obbligatoria, oramai chiamavano alle armi un terzo o un quarto di numero rispetto a chi veniva chiamato prima... oh mi hanno voluto dare fastidio e l'ho dovuta fare a forza... invece di dare la possibilità di cercare un lavoro... il mese del mio scaglione ci presentammo in circa 400, da tutta Italia, visto che a La Spezia non chiamavano più. Prima ogni scaglione era di 2000 e passa...)
Poi ripeto, da diffidare sempre chi, dall'alto della sua età ti parla di fatica e quant'altro, se poi va in giro con un'audi A6, o si lamenta della crisi e si fa un mese di vacanza con la famigliola.
Tenuto conto anche che molta gente che ha ora 50 anni, soprattutto se dipendenti pubblici, negli anni 80 ha avuto la strada un bel pò spianata: per quello oggi noi giovani ne paghiamo le conseguenza. Proprio a causa di detta persone, che hanno preso quello che più potevano.
Forse il problema è ancora più a monte: in Italia c'è ancora pochissima apertura mentale (e riconoscimento professionale) verso i freelancer...
Non mi sembra nemmeno che esista una tariffa fissa e precisa, capace di dare un certo ordine e criterio nella quantificazione del rapporto tra quantità/qualità di articoli/parole e guadagno annesso...o sbaglio?
Ecco perchè mi chiedo in che modo un datore di lavoro quantifichi e pesi il costo di un recensore...
O meglio: viene messo sullo stesso livello di un giornalista o sullo stesso livello di un critico d'arte/cinema/musica?
Inoltre la presenza ormai massiccia di recensori amatoriali o semi-amatoriali sul web, quanto può inflazionare gli stipendi di un professionista famoso/riconosciuto?
Ecco perchè qualche pagina fa ho citato la diminuzione del divario tra "pro e amatoriali" e non mi stupirei se qualche datore di lavoro pensasse "Ci sono tizi che scrivono recensioni al tuo stesso livello...e mi costano zero!"...
Capisco il tuo ragionamento sul "lavoro senza stipendio" e sono d'accordissimo che sia da evitare, anche perchè abbassa la credibilità del mestiere in questione e crea inflazione...
Ma se osserviamo la situazione dall'ottica di un "neo-recensore amatoriale" (che scrive solo per hobby e senza guadagno, ma con speranze di futuro impiego), prima di poter dire "io sono un professionista e quindi mi pagate!" non deve fare un bel po' di gavetta?
Infondo come si comincia se non così?
E come si può saltare questa fase senza arrecare danni diretti a chi, invece, scrive anche per passione ma, soprattutto, per portare il pane a casa?
(leggasi: se aumentano i recensori amatoriali sul web e magari migliorano pure qualitativamente, tanto da eguagliare i pro, quanto è reale il rischio di un'inflazione sugli stipendi e di una "concorrenza sleale" in pieno stile cinese?)