[PSM174] Quasi Natale - Pag 2
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Discussione: [PSM174] Quasi Natale

Cambio titolo
  1. #16
    Demi - Fiend L'avatar di guitar hero
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    19.015
    Citazione Thom Yorke Visualizza Messaggio
    me lo sono leggiucchiato un po' ieri. Bello, soprattutto perché apre un trimestre di titoloni, il che mi mette felicità ma anche ansia perché mai sulla mia console ho vissuto un'abbondanza videoludica come in questo periodo.

    In generale penso che PSM "nuovo corso" abbia finalmente raggiunto un equilibrio, dopo i primi mesi di normale assestamento.
    Mi piace soprattutto l'ampio spazio dato ai giochi PSN, a mio parere il vero asse portante di questa generazione di console senza idee e costruita principalmente su seguiti.
    Certo, non è che mi piaccia tutto, i Deep Inside di Braunluis continuano a sembrarmi sempre troppo retorici e Magnvs potrebbe usare un linguaggio un po' meno specialistico nelle sue recensioni gdr (a me i gdr manco piacciono, ma proprio perché sono un profano vorrei che fossero un po' meno esoteriche), ma in generale la rivista ormai è a immagine e somiglianza dello stile di Skulz che apprezzo fin dai tempi di PlayPower. Bel lavoro.


    Solo una cosa, ancora: dov'è il rock epico e pesante nella GOW Collection II???
    no per carità, Magnvs si contiene già abbastanza secondo me va benissimo così, se no torniamo ai pressapochismi dell'era precedente.

    Citazione BraunLuis Visualizza Messaggio
    Ciao Thom!
    Ti ringrazio innanzitutto per la lettura, è sempre un piacere ricevere critiche, ma ancor più se costruttive.
    Essendo un tema che mi interessa particolarmente, mi piacerebbe quindi conoscere cosa in particolare ti è risultato retorico nel mio pezzo sulla contaminazione Cinema/VG, nonché il tuo pensiero critico in merito alla questione trattata.

    Rispondimi pure quando hai tempo e voglia, ok?

    Ti aspetto!
    registrato dal 2006 e primo messaggio oggi? Ad ogni modo più redattori/opinionisti ci sono sul forum, meglio è


  2. #17
    Valar Morghulis L'avatar di Kyuubi90
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    Sbaglio, o manca il bollino "PSM La scelta" nelle recensioni di questo numero?..

  3. #18
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    Citazione guitar hero Visualizza Messaggio
    (...)
    registrato dal 2006 e primo messaggio oggi? Ad ogni modo più redattori/opinionisti ci sono sul forum, meglio è
    Perso il conto ormai dei forum in cui risulto registrato.
    E' che mi piace tremendamente ricevere le newsletter... (non mi scrive mai nessuno... )


  4. #19
    Dulce est pro patria mori L'avatar di ilpotentekratos
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    Dico solamente che l'ultima pagina è fatta coi piedi.Ancora sto grafico non sa fare una pagina migliore?
    Mi è piaciuto abbastanza il numero,però peccato che io compri giochi minimo a 4 mesi dall'uscita.Uff.
    E poi,per il discorso dei milioni di trofei in più di Heavy Rain: ho comprato Pokemon Nero e l'ho finito tutto.Cazzo c'entra,direte voi.Niente,dico io.Ho finito il gioco e mio cugino,quasi 40 enne,aveva Kenshiro:FotNS,quello della PS3,suvvia.Mi ha chiesto di fare a scambio e così,senza dover pagare >40 euro,ho Kenshiro e me lo gioco,godendomelo.Ho comunque Kenshiro,ma in maniera diversa: barattandolo per Pokemon Nero.E' giusto?Boh,ma per me non valeva la pena di pagare Ken.Pokemon sì,Ken no.

    giacer debbo in eterno. E tu, se credi,
    disprezza pure ciò che i Numi pregiano.

  5. #20
    Peno, quindi sono L'avatar di Thom Yorke
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    Citazione BraunLuis Visualizza Messaggio
    Ciao Thom!
    Ti ringrazio innanzitutto per la lettura, è sempre un piacere ricevere critiche, ma ancor più se costruttive.
    Essendo un tema che mi interessa particolarmente, mi piacerebbe quindi conoscere cosa in particolare ti è risultato retorico nel mio pezzo sulla contaminazione Cinema/VG, nonché il tuo pensiero critico in merito alla questione trattata.

    Rispondimi pure quando hai tempo e voglia, ok?

    Ti aspetto!
    uao, il primissimo messaggio su GV per rispondermi, sono onoratissimo

    Mi spiego subito.
    A monte di tutto principalmente ci sono opinioni totalmente personali e quindi sostanzialmente il diverso modo di intendere il videogioco. I Deep Inside sono la prima cosa che leggo in PSM perché sono sempre pieni di spunti interessanti, e intendiamoci, mi ricordo ottimi DI a tua firma, su tutti quello sui tizi (sempre di più, purtroppo) che rovinano le esperienze online e l'auspicio di un codice etico da adottare nel gioco in rete.

    Mi piacciono di meno quelli come l'ultimo o quello che avevi dedicato alla trama nei videogiochi, quindi come vedi si ritorna sempre allo stesso discorso.
    Parlando dell'ultimo, è normale che il videogioco abbia attinto a piene mani dal cinema e ne abbia adottato buona parte del linguaggio. Con risultati alterni, ovvio, come d'altronde ci sono grandi film e porcherie. Ma non sono d'accordo sull'idea di fondo che sembra emergere dalle tue parole, ossia che il videogioco possa trarre dignità come medium solo partendo da questa "contaminazione".
    Mi è rimasta impressa una frase che avevi scritto in un DI qualche mese fa (non è che le abbia studiate a memoria, tranquillo, ma mi ero ripromesso di mandare una mail a PSM sull'argomento, cosa che poi non ho mai fatto), dove dicevi (parafraso) "molti vedono prima di tutto l'equazione videogioco=Super Mario".

    Ed è proprio questo il punto: il videogioco E' prima di tutto Super Mario, è l'equazione che va fatta come prima cosa quando ti metti a lavorare su un videogioco. Perché, e mettiamocelo bene in testa, il videogioco è prima di tutto un gioco, non c'è Heavy Rain che tenga. E il bello è che questo non va assolutamente a inficiare la riflessione sul videogioco come opera culturale (ci ho fatto una tesi specialistica sopra, sarebbe assurdo che sostenessi il contrario), cioè non è condizione sine qua non avere una trama o una forte componente cinematografica per decretare se un gioco sia un prodotto culturale o meno. Un gioco è a prescindere un prodotto culturale, Pac Man ha un grande valore culturale senza avere un minimo straccio di trama, Tetris lo stesso. Poi è logico che possa essere una porcheria come Manhunt o un gioiello come Okami. Ma alla base di un videogioco, prima di tutto, è obbligatorio che sia sviluppata per bene la componente ludica. E' per questo che dico, è mi piange il cuore, che MGS4 non è quel grandissimo capolavoro osannato dai più. Perché nel momento in cui io passo più tempo a vedere un filmato, per bello e coinvolgente che sia, che non a giocare, vuol dire che il videogioco non è poi riuscito così bene.

    E partendo dal pretesto di MGS, ultimamente mi sono riletto l'ottimo "L'evoluzione del serpente" del compianto Bruno Fraschini, e nell'introduzione del sempresialodato Matteo Bittanti c'è una frase che dice "giocare non basta più, occorre innanzitutto capire". Senza nulla togliere alle riflessioni di Bittanti (il cui lavoro è sempre eccellente, e non lo dico per paraculaggine, lo dico perché è vero) questo è un esempio di quella retorica un po' piaciona in cui si rischia di cadere quando si fanno discorsi del genere e che non mi va a genio. Certo, è una bella frase, fa figo, te la puoi spendere come citazione raffinata all'inizio di un articolo sui videogiochi anche se difficilmente puoi broccolarci una ragazza, ma secondo me parte con presupposti sbagliati. Io direi "Capire non basta, occorre innanzitutto giocare" (oh, se la vuoi usare in uno dei prossimi DI fai pure, vuol dire che faccio figo anch'io ). Nel senso, noi possiamo fare tutte le riflessioni che vogliamo sul mondo dei videogiochi, dalla chiacchiera da sala giochi all'analisi con rigore e metodologia scientifica, ma nel momento in cui dovessimo dimenticarci che prima di tutto con i videogiochi dobbiamo GIOCARCI vorrebbe dire che il succo del discorso ci è totalmente sfuggito di mano.
    Non so se mi sono spiegato. Sempre disponibile per una chiacchierata

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    no per carità, Magnvs si contiene già abbastanza secondo me va benissimo così, se no torniamo ai pressapochismi dell'era precedente.
    pressapochismo? Cioè? Non mi sembra che l'era Ualone peccasse di puntualità di informazioni, solo era più permeata di quella follia che sinceramente un po' mi manca
    Ultima modifica di Thom Yorke; 4-11-2011 alle 17:13:12

  6. #21
    Demi - Fiend L'avatar di guitar hero
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    parlo del pressapochismo delle recensioni JRPGistiche, in cui si spiegavano giochi da 50 ore in 2k caratteri, in cui i voti alti erano appannaggio della roba Square Enix, in cui c'erano errori e imprecisioni qua e là. Insomma, non era una critica rivolta alla rivista in generale. Ora che c'è Magnvs, posso dire con sicurezza che prima di recensire un titolo l'ha terminato (oppure è lì lì per farlo) e conosce la serie o il sottogenere.


  7. #22
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    parlo del pressapochismo delle recensioni JRPGistiche, in cui si spiegavano giochi da 50 ore in 2k caratteri, in cui i voti alti erano appannaggio della roba Square Enix, in cui c'erano errori e imprecisioni qua e là. Insomma, non era una critica rivolta alla rivista in generale. Ora che c'è Magnvs, posso dire con sicurezza che prima di recensire un titolo l'ha terminato (oppure è lì lì per farlo) e conosce la serie o il sottogenere.
    beh, ma d'altra parte la lunghezza delle recensioni penso sia standard. E comunque non penso che i precedenti recensori fossero approssimativi coi gdr, Spèrnova ad esempio da quel che scriveva sembrava parecchio infognato coi gdr. Supposizioni, eh, come dicevo sopra sono parecchio profano nell'ambito

  8. #23
    Demi - Fiend L'avatar di guitar hero
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    io non voglio fare l'hater di spernova, ma quando mi passa sotto gli occhi un vecchio numero a caso, mi vengono i "penotti" (brividi), come si dice dalle mie parti ad esempio, mi pare di essere riuscito a scovare tre errori in una pagina una volta (la recensione doveva essere BoF III PSP, ma non ci metto la mano sul fuoco).

    E sulla lunghezza degli articoli, non so come sono gestiti, ma mi sembra che dall'arrivo di Magnvs si conceda più spazio: ad esempio, se guardi i numeri precedenti, giochi come Cross edge o resonance of fate avevano una pagina, mentre poi roba come Neptunia, Trinity Universe e via discorrendo ha avuto molto più spazio. Magari a chi non interessa il genere dispiace, però a me fa molto piacere
    Ultima modifica di guitar hero; 4-11-2011 alle 17:42:01


  9. #24
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    uao, il primissimo messaggio su GV per rispondermi, sono onoratissimo
    Grazie a te Thom, della lettura e della risposta articolata

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    Mi spiego subito.
    A monte di tutto principalmente ci sono opinioni totalmente personali e quindi sostanzialmente il diverso modo di intendere il videogioco.
    Sono d'accordissimo con te.
    Io voto per la trama nel videogioco. La vendetta di Ezio Auditore, Niko Bellic o le missioni diplomatiche di Shepard nello spazio donano un senso e motivano la mia voglia di gioco più del salvare la principessa Peach.
    Con questo non intendo dire che non amo le meccaniche geniali di SuperMario, ma semplicemente che nel mio modo "personale di intendere il videogioco" la trama è qualcosa di cruciale, che impreziosisce l'opera. La considero un'entità che si dispiega "in itinere", e che "entra" nel tessuto del gameplay, lo infarcisce di senso, esistenzialità e spirito conturbante. Sarà forse perché amo la lettura e ho un rapporto piuttosto "letterario" con la realtà, per me il videogioco ha più "senso" e riesco meglio a viverlo se ha una trama conturbante che motiva tutta la baracca...

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    (...) è normale che il videogioco abbia attinto a piene mani dal cinema e ne abbia adottato buona parte del linguaggio. Con risultati alterni, ovvio, come d'altronde ci sono grandi film e porcherie. Ma non sono d'accordo sull'idea di fondo che sembra emergere dalle tue parole, ossia che il videogioco possa trarre dignità come medium solo partendo da questa "contaminazione".
    Ciò che ho espresso nel pezzo non riguarda una neo-acquisita dignità del VG a contatto col cinema, bensì un invito a riflettere sul fatto che la contaminazione da tempo in atto sta spingendo il VG verso un intreccio di linguaggi ormai così profondo che è praticamente inutile porvi argini. Tomb Raider (quello che uscirà) e Uncharted sono chiamati in causa perché spingono a tal punto magnificamente verso tale direzione da raccogliere consensi unanimi pur abbracciando ossessivamente il linguaggio cinematografico. E' il punto fermo e non più ignorabile verso cui è stato condotto il videogioco oggi. Il mio Deep semplicemente invita a tenere in mente questo.

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    (...)
    Ed è proprio questo il punto: il videogioco E' prima di tutto Super Mario, è l'equazione che va fatta come prima cosa quando ti metti a lavorare su un videogioco. Perché, e mettiamocelo bene in testa, il videogioco è prima di tutto un gioco, non c'è Heavy Rain che tenga. E il bello è che questo non va assolutamente a inficiare la riflessione sul videogioco come opera culturale (ci ho fatto una tesi specialistica sopra, sarebbe assurdo che sostenessi il contrario), cioè non è condizione sine qua non avere una trama o una forte componente cinematografica per decretare se un gioco sia un prodotto culturale o meno. Un gioco è a prescindere un prodotto culturale, Pac Man ha un grande valore culturale senza avere un minimo straccio di trama, Tetris lo stesso.
    Come non potrei essere d'accordo, Thom? Tuttavia io non ho mai finito Super Mario Galaxy. Dopo un po', del tutto naturalmente, mi sono disinteressato al fare incetta di stelle, e la bellezza, la genialità e la ricchezza di gameplay non sono bastati a motivarmi. Heavy Rain invece l'ho terminato provando brividi egotici in più punti del viaggio. Così come Metal Gear solid 4, finito una seconda volta dopo aver sentito il bisogno di rientrare nel suo universo, posare il pad a terra e godermi le sue lunghe sequenze, i drammi, i temi trattati, ecc...
    Io non sono per le tesi crude e finite. Le motivazioni che sottendono un'opera videoludica - le meccaniche studiate a tavolino che formano l'impianto di un videogioco - per me non esprimono l'equazione fondante da cui partire per inquadrare lo stesso. Non è mai stata questione di trama o cinema a decretare se un VG è prodotto culturale, ma ciò che a seconda delle diverse sensibilità dei giocatori resta quale esperienza alla fine del viaggio. Mass Effect, Silent Hill 2, Metal Gear e GTA IV per dirne alcuni, in virtù della loro trama, mi sono rimasti dentro come Super Mario Galaxy - sempre per dirne una - invece non ha fatto. Significherà pur qualcosa questo? Non dovrei forse annoverarlo come più "culturalmente" rilevante per me?

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    Poi è logico che possa essere una porcheria come Manhunt o un gioiello come Okami.
    Manhunt l'ho visceralmente adorato Il suo cinismo, la sua perversione, la violenza, i suoi ambienti degradati mi hanno dato una scossa emotiva in un periodo di demotivazione personale per il quale avevo bisogno di qualcosa di forte. Okami l'ho iniziato per PS2 per ben 2 volte, ed entrambe ad un certo punto mi sono arenato. Nessuno stimolo più nel continuarlo. Vallo a sapere...

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    Ma alla base di un videogioco, prima di tutto, è obbligatorio che sia sviluppata per bene la componente ludica. E' per questo che dico, è mi piange il cuore, che MGS4 non è quel grandissimo capolavoro osannato dai più. Perché nel momento in cui io passo più tempo a vedere un filmato, per bello e coinvolgente che sia, che non a giocare, vuol dire che il videogioco non è poi riuscito così bene.
    Ipse dixit, se per componente ludica intendi le meccaniche pianificate a tavolino che incontrano ciò che fai quando interagisci col pad, è chiaro che con Metal Gear 4 cadi malissimo. Ma se la vedi come la intendo io, che con componente ludica intendo qualcosa di olistico, vale a dire la meccanica di senso che si crea "anche" quando non ho il pad in mano - un senso carico di tutte le fasi giocate e le cut scene che ho vissuto prima di quel momento - allora io ho zero problemi ad ammettere che Videogioco è anche la trama che s'impiastriccia nelle meccaniche ludiche come una vischiosa melassa. Trama, meccaniche e gameplay divengono cosa inscindibile, unica e al contempo polisemica. Si trascendono reciprocamente. Da questo punto di vista, ciò che sta alla base del videogioco non ha più senso farlo assurgere al Tutto. Di questo trattatava il mio Deep...

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    E partendo dal pretesto di MGS, ultimamente mi sono riletto l'ottimo "L'evoluzione del serpente" del compianto Bruno Fraschini, e nell'introduzione del sempresialodato Matteo Bittanti c'è una frase che dice "giocare non basta più, occorre innanzitutto capire". Senza nulla togliere alle riflessioni di Bittanti (il cui lavoro è sempre eccellente, e non lo dico per paraculaggine, lo dico perché è vero) questo è un esempio di quella retorica un po' piaciona in cui si rischia di cadere quando si fanno discorsi del genere e che non mi va a genio. Certo, è una bella frase, fa figo, te la puoi spendere come citazione raffinata all'inizio di un articolo sui videogiochi anche se difficilmente puoi broccolarci una ragazza, ma secondo me parte con presupposti sbagliati. Io direi "Capire non basta, occorre innanzitutto giocare" (oh, se la vuoi usare in uno dei prossimi DI fai pure, vuol dire che faccio figo anch'io ). Nel senso, noi possiamo fare tutte le riflessioni che vogliamo sul mondo dei videogiochi, dalla chiacchiera da sala giochi all'analisi con rigore e metodologia scientifica, ma nel momento in cui dovessimo dimenticarci che prima di tutto con i videogiochi dobbiamo GIOCARCI vorrebbe dire che il succo del discorso ci è totalmente sfuggito di mano.
    Ti sei spiegato perfettamente, Thom, e ti ringrazio ancora per il tuo intervento articolato. Grande Bruno, il primo libro della collana che ho letto è stato proprio il suo.
    Taglio subito la testa al toro per esprimerti ciò che sostengo: in quanto al videogioco, all'attività del videogiocare, per me conta chi gode di più. Sarà forse la mia età anagrafica, la mia capacità critica e di ponderazione all'acquisto, ma il videogioco è per me (e credo a questo punto anche per Bittanti) una questione qualitativa e intellettuale, piuttosto che quantitativa e materiale.
    Resta il fatto che quando io gioco - e non gioco a molto - io godo in modo speciale. Immerso in un'opera che mi prende ne vengo rapito totalmente, intellettualmente e fattivamente, e le mie manifestazioni emotive sfiorano il parossistico.
    Quella di Bittanti non tratta di una retorica piaciona, ma dell'invito ad aumentare la complicità fra se stessi e il videogioco culturalmente inteso, per goderne qualitativamente di più. E' un invito a "saperne" di più per trasformare la propria visione sia verso l'oggetto videogioco che verso il rapporto che instauriamo con esso. Sono convinto che una trasformazione nel rapporto che abbiamo con la realtà videoludica cambierebbe anche il modo di definire cose tipo Trama e Gameplay nel videogioco stesso. Ma anche svariati aspetti prospettici verso la nostra esistenza, a ben pensarci... Questo però è un discorso abbastanza impegnativo per ora da affrontare

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    Non so se mi sono spiegato. Sempre disponibile per una chiacchierata
    Sei stato chiarissimo su tutto, Thom, e spero di esserlo stato altrettanto.
    Se ti va puoi inviarmi la tua tesi, che ne dici?
    La leggerò con piacere

  10. #25
    Utente L'avatar di Ed0r4s
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    interessante la discussione tra BraunLuis e Thom Yorke...questo è un tema che ultimamente mi sta sempre più a cuore, forse proprio perché il tempo scarseggia sempre di più e il ponderare le scelte di gioco è più che mai importante...Io mi trovo completamente d'accordo con BraunLuis: per me videogioco vuol dire gameplay E storia. Solo storia è film, solo gameplay è gioco inteso come giocattolo, come passamento assimilabile a quando si gioca(va) ad esempio coi lego durante l'infanzia: giochi perché ti va, non perché sei emotivamente spinto a farlo. io super mario l'ho sempre trovato di una noia mortale proprio perché trovo assolutamente insignificante il saltare + colpire cose senza senso e senza motivo e mentre lo faccio mi dico: perché sto qui a fare queste azioni? Cosa mi dà questo gioco al netto delle mere interazioni meccaniche di premere A e B? Nulla. Per questo motivo ormai dò molto meno peso di prima alle recensioni, perché mi considero un giocatore atipico, o comunque diverso dalla stragrande maggioranza di chi scrive recensioni...Il fatto è che secondo me chi ha cominciato a videogiocare nei primi anni '90, per forza di cose aveva a che a fare con arcade ecc, quindi trovo ovvio che se piaceva loro quella roba lì oggi trovino bello anche super mario. Ma per chi come me è entrato nel mondo dei videogiochi nel 1999 o giù di lì si è trovato una situazione ben diversa: quasi tutti i giochi avevano una trama ben sviluppata, e comunque la grafica di un certo livello, quindi per me videogioco vuol dire questo e quando gioco ho bisogno di sapere che alla fine, anche se in quantità bassissima, in esso troverò spunti di riflessione, punti di vista interessanti e altro che mi facciano sentire parte integrante del contesto, facendomi dimenticare che in realtà io stia solo premendo dei tasti, la qual cosa è davvero poco sensata effettivamente (e per questo che dall'esterno il mondo considera i VG ancora una cosa per bambini, secondo me) e credo che se fossi nato dieci anni prima forse non avrei mai videogiocato o almeno non fino a quando i giochi sarebbero diventati serie tv interattive, proprio perché la componente narrativa non era importante come oggi e mi sarei trovato a giocare cose che non reputo, io, videogiochi.
    Ultima modifica di Ed0r4s; 5-11-2011 alle 11:59:57

  11. #26
    Valar Morghulis L'avatar di Kyuubi90
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    La mia posizione è un pò la sintesi di tutte le vostre posizioni. Per me un videogioco può essere solo gameplay, oppure più trama che gameplay, o ancora un connubio di questi due elementi. Personalmente ho amato videogiochi come Super Mario o Zelda, dove la trama non rivestiva molta importanza. Tuttavia ho amato altri giochi grazie e soprattutto alle loro trame, che hanno saputo regalarmi emozioni uniche.. Secondo me entrambi i modelli possono rappresentare una bella esperienza.

  12. #27
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    INfo su rivista psm n.172 con copertina batman

    ciao a tutti chi ha la rivista psm n.172 con copertina di batman, chi lo ha me lo può vendere..rimango in attesa alla vostra risp
    ciao

  13. #28
    Peno, quindi sono L'avatar di Thom Yorke
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    Grazie a te Thom, della lettura e della risposta articolata


    Ciò che ho espresso nel pezzo non riguarda una neo-acquisita dignità del VG a contatto col cinema, bensì un invito a riflettere sul fatto che la contaminazione da tempo in atto sta spingendo il VG verso un intreccio di linguaggi ormai così profondo che è praticamente inutile porvi argini. Tomb Raider (quello che uscirà) e Uncharted sono chiamati in causa perché spingono a tal punto magnificamente verso tale direzione da raccogliere consensi unanimi pur abbracciando ossessivamente il linguaggio cinematografico. E' il punto fermo e non più ignorabile verso cui è stato condotto il videogioco oggi. Il mio Deep semplicemente invita a tenere in mente questo.
    chiaro, ma non dev'essere necessariamente così. Da come è impostato il DI sembra quasi che sia una condizione necessaria, ma magari così è come l'ho interpretato io.

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    Come non potrei essere d'accordo, Thom? Tuttavia io non ho mai finito Super Mario Galaxy. Dopo un po', del tutto naturalmente, mi sono disinteressato al fare incetta di stelle, e la bellezza, la genialità e la ricchezza di gameplay non sono bastati a motivarmi. Heavy Rain invece l'ho terminato provando brividi egotici in più punti del viaggio. Così come Metal Gear solid 4, finito una seconda volta dopo aver sentito il bisogno di rientrare nel suo universo, posare il pad a terra e godermi le sue lunghe sequenze, i drammi, i temi trattati, ecc...
    Io non sono per le tesi crude e finite. Le motivazioni che sottendono un'opera videoludica - le meccaniche studiate a tavolino che formano l'impianto di un videogioco - per me non esprimono l'equazione fondante da cui partire per inquadrare lo stesso. Non è mai stata questione di trama o cinema a decretare se un VG è prodotto culturale, ma ciò che a seconda delle diverse sensibilità dei giocatori resta quale esperienza alla fine del viaggio. Mass Effect, Silent Hill 2, Metal Gear e GTA IV per dirne alcuni, in virtù della loro trama, mi sono rimasti dentro come Super Mario Galaxy - sempre per dirne una - invece non ha fatto. Significherà pur qualcosa questo? Non dovrei forse annoverarlo come più "culturalmente" rilevante per me?
    No no, tutt'altro, è anzi molto rilevante culturalmente, ma a mio avviso un determinato gameplay, una determinata scelta stilistica, una determinata meccanica sono già intrinsecamente delle manifestazioni culturali a cui non serve necessariamente un intervento esterno (in questo caso la trama, il linguaggio cinematografico, noccioline, caramelle...) perché siano legittimati. Lo so che stiamo scontrando due visioni ben diverse del videogioco che difficilmente andranno d'accordo, ma diamine, il bello è proprio questo.

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    Ipse dixit, se per componente ludica intendi le meccaniche pianificate a tavolino che incontrano ciò che fai quando interagisci col pad, è chiaro che con Metal Gear 4 cadi malissimo. Ma se la vedi come la intendo io, che con componente ludica intendo qualcosa di olistico, vale a dire la meccanica di senso che si crea "anche" quando non ho il pad in mano - un senso carico di tutte le fasi giocate e le cut scene che ho vissuto prima di quel momento - allora io ho zero problemi ad ammettere che Videogioco è anche la trama che s'impiastriccia nelle meccaniche ludiche come una vischiosa melassa. Trama, meccaniche e gameplay divengono cosa inscindibile, unica e al contempo polisemica. Si trascendono reciprocamente. Da questo punto di vista, ciò che sta alla base del videogioco non ha più senso farlo assurgere al Tutto. Di questo trattatava il mio Deep...
    No, certo, non lo si fa assurgere al Tutto, ma come dici tu, lo si pone alla base, e la base già di per sé costituisce un fatto culturale legittimato in se stesso.

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    Ti sei spiegato perfettamente, Thom, e ti ringrazio ancora per il tuo intervento articolato. Grande Bruno, il primo libro della collana che ho letto è stato proprio il suo.
    Taglio subito la testa al toro per esprimerti ciò che sostengo: in quanto al videogioco, all'attività del videogiocare, per me conta chi gode di più. Sarà forse la mia età anagrafica, la mia capacità critica e di ponderazione all'acquisto, ma il videogioco è per me (e credo a questo punto anche per Bittanti) una questione qualitativa e intellettuale, piuttosto che quantitativa e materiale.
    E qua siamo perfettamente, totalmente d'accordo, quel che conta però è non mettere in secondo piano la parte più proriamente ludica, fisica, materiale come la intendi tu, ossia l'atto fisico stesso del giocare. E' qua che insisto. Nel momento in cui l'agire materialmente sui pulsanti diventa meno gratificante o viene comunque messo in secondo piano rispetto all'urgenza di narrare qualcosa, secondo me il gioco snatura un po' la sua stessa natura.

    Citazione BraunLuis Visualizza Messaggio
    Resta il fatto che quando io gioco - e non gioco a molto - io godo in modo speciale. Immerso in un'opera che mi prende ne vengo rapito totalmente, intellettualmente e fattivamente, e le mie manifestazioni emotive sfiorano il parossistico.
    Quella di Bittanti non tratta di una retorica piaciona, ma dell'invito ad aumentare la complicità fra se stessi e il videogioco culturalmente inteso, per goderne qualitativamente di più. E' un invito a "saperne" di più per trasformare la propria visione sia verso l'oggetto videogioco che verso il rapporto che instauriamo con esso. Sono convinto che una trasformazione nel rapporto che abbiamo con la realtà videoludica cambierebbe anche il modo di definire cose tipo Trama e Gameplay nel videogioco stesso. Ma anche svariati aspetti prospettici verso la nostra esistenza, a ben pensarci... Questo però è un discorso abbastanza impegnativo per ora da affrontare
    l'approccio critico al gioco è senza dubbio auspicabile. In generale l'approccio critico va fatto su tutto, secondo me. E' quel "prima di tutto" che mi sta indigesto. Prima di tutto gioco, e solo mentre gioco capisco. Secondo me sono (o dovrebbero essere) due facce della stessa medaglia

    Citazione BraunLuis Visualizza Messaggio
    Sei stato chiarissimo su tutto, Thom, e spero di esserlo stato altrettanto.
    Se ti va puoi inviarmi la tua tesi, che ne dici?
    La leggerò con piacere
    Te la mando molto volentieri. La ripesco nei meandri dei miei hard disk e te la allego per MP.
    Ultima modifica di Thom Yorke; 8-11-2011 alle 13:02:21

  14. #29
    Utente L'avatar di [MattyMettyMatt]
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    Preso ieri ^^
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  15. #30
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    finalmente posso postare di nuovo!
    Ho letto il numero un paio di settimane fa e devo dire che mi è piaciuto!
    E ringrazio per aver pubblicato la mia domanda XD è stato figo vedere il mio nick sulle pagine di PSM XD

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