Ho visto 127 ore, finalmente.
Ne ho già discusso abbastanza a voce quindi non ho molta voglia di dilungarmi qua...
Solo una cosa: come diavolo è possibile che su 6 nomination agli Oscar non abbia vinto neanche un premio?
Cioè magari sarò strano io che non ho apprezzato quasi per niente Il Discorso del Re, ma per quanto mi riguarda vedere che le statuette per il miglior attore protagonista e per la miglior regia siano andate a Firth e a Hooper mi fa venire il nervoso ancora adesso.
Ma pure il premio per la migliore colonna sonora dato a The Social Network... bah.
For$aken
The American
Di solito i ritmi lenti non mi dispiaciono se ben gestiti ma ho trovato questo film di una lentezza esasperante. Esasperante perchè lo è anche quando non dovrebbe esserlo, perchè questa lentezza crea dei momenti morti interminabili.
E dire che comuque era iniziato bene.
voto: 5.
«Tu vuoi sapere della Morte. Gli ho lasciato una parola. Questa parola è DICIANNOVE. Se la dici a lui, la sua mente sarà aperta. Ti dirà che cosa c'è oltre. Ti dirà che cosa ha visto. La parola è DICIANNOVE. Sapere ti farà impazzire. Ma presto o tardi chiederai. Non potrai farne a meno. Buona giornata! Walter o'Dim
PS. La parola è DICIANNOVE. Cercherai di dimenticare ma presto o tardi ti uscirà dalla bocca come vomito. DICIANNOVE.»
Dunque...
Repulsione, di Roman Polanski
Stavolta ho trovato un film di Polanski che non mi è piaciuto completamente, ho trovato alcune scene e alcune trovate veramente geniali, soprattutto per l'epoca, ma la quasi assenza di musica e il ritmo troppo lento mi ha reso il film un pò troppo noioso, anche se alla fine non mi è dispiaciuto.
L'ossessione e la repulsione della protagonista verso i maschi è parecchio strana, ma a differenza de "l'inquilino del terzo piano" la protagonista non è riuscita a trasmettermi quello stato d'ansia e d'ossessione che invece ho provato nell'altro film di Polanski.
La doppia vita di Veronica, Krzysztof Kieslowski
Veronica è una ragazza polacca, un pò introversa che ha la strana sensazione di non essere sola al mondo, ha qualche problema di salute che la porteranno alla morte durante un concerto al quale teneva tanto. Poco tempo dopo Veronique, una ragazza francese ha come la sensazione di aver perso una persona a lei veramente cara, anch'essa ha qualche problema di salute e anch'essa studia canto.
Una storia che ho trovato veramente profonda e commovente, la scena delle marionette mi ha davvero catturato, adoro lo stile di Kieslowski che è in grado di raccontare storie di una profondità enorme e piene di spunti di riflessioni utilizzando una regia sobria, semplice, senza alcun effetto speciale ma con tante inquadrature e scene simboliche.
Il film mi è decisamente piaciuto, compreso il finale, anche se li per li mi aveva lasciato un pò interdetto.
Visto The Tree of life di Malick.
Un film non facilissimo e di certo, non leggero. I primi dieci minuti, giuro, mi hanno chiuso gli occhi. Aggiungo che, al termine del film (era una rassegna di film di Cannes, a suo tempo lo persi) un gruppo di persone non definite ha urlato "Finalmente!Oh, che merda".
Terminata l'introduzione però, passo al film. Un cast "semplice", gli attori si contano con le punta delle dita (quasi-cameo di Sean Penn a parte gli attori sono a tutti gli effetti 5) ma non è Pitt (nè tanto meno Penn, ci mancherebbe) a saltare all'occhio in questa pellicola visiva.
Questo non è un film ,non nel senso stretto del termine. E' un documentario sulla vita, con tutte le metafore del caso.
Pitt, nel ruolo del padre severo e autoritario è riuscito benissimo e riesce allo stesso modo la figura della madre dolce e positiva della Chastain.
I dialoghi stanno a zero,e quando presenti, non sono nulla che brilla di una particolare originalità. Ma non importa. Il film, complice i magnifici e suggestivi paesaggi islandesi (dove mi pare è stato girato buona parte del film) conquista. Difficile non rimanere incantati. La regia e la fotografia è di alti livelli. I giochi di luce sono ottimi, e mai casuali. E' un film luminoso, come è lo è in fondo la visione della vita secondo il regista (molto presente nelle scene anche l'acqua, fonte di vita, appunto). Non a caso, le poche scene buie sono quelle incentrate sul padre. Dalla scena al pianoforte, presente più volte; al suo ritorno dopo il viaggio, con il sole volutamente nascosto dalle fronde spoglie degli alberi. Solo alla fine, una volta accortosi della sua severità verso Jack si intravede, alle sue spalle, un raggio di sole (è un particolare che magari ho notato solo io e non centra niente, ma ci tenevo a farlo notare).
Concludendo The Tree of Life è una grandissima esperienza visiva, perchè non mi sento di chiamarlo film. Toccante, intenso. Ma la maggior parte del lavoro lo svolge l'ottima colonna sonora e il magnifico lavoro alla fotografia.
Forse troppo lungo e lento, a tratti viene forse a noia. Ma è un film di qualità, di fattura.
Forse chi l'ha criticato in sala, esultando adirittura al termine, doveva volgere il suo sguardo alla sala accanto. Box Office era sicuramente un film più adatto a loro.
Voto 8
For$aken
face/off di John Woo
bah, i primi venti minuti sono ottimi poi diventa un semplice film d'azione ammerigano
Cage eccezionale nel ruolo del terrorista fuori di testa ma rivedibile dopo il "cambio di faccia", Travolta al contrario non mi è dispiaciuto più di tanto nonostante di solito non lo adori.
Le scene d'azione non mi sono sembrate il massimo rispetto agli altri film di Woo (tenete conto che questo è il primo delle sue produzioni USA che guardo), in alcuni casi (soprattutto verso la fine) ho notato un vero e proprio abuso in fase di montaggio dei tagli veloci, che personalmente sopporto davvero poco.
La trama in se è decente, il concetto alla base sembra qualcosa uscito da un filmaccio di Segal ultimo periodo ma è eseguita decentemente e i personaggi sono tutti caratterizzati mediamente bene.
l'altro giorno (boh, domenica sera?)
Ho visto Amadeus di Miloš Forman
nella versione Director's Cut, col ridoppiaggio del 2002. Il doppiaggio nuovo rida freschezza al film, forse dandogli un tono meno serioso.
C'è poco da dire, il film è invecchiato benissimo e me lo so' visto pure in HD. Bello, bello, bello.
Ho visto This is England.
Intanto, porca puttana, ma che accenti hanno 'sti inglesi della provincia? Di solito non ho difficoltà a seguire film in lingua originale, ma in questo caso è stata dura senza sottotitoli. D'altronde guardarlo in italiano sarebbe stato uno stupro, quindi meglio essermi perso qualche parola per strada che rinunciare a tutti quegli adorabili FOCK.
Comunque mi è piaciuto, grezzo ma efficacissimo, con scene di grande impatto. Ben recitato, è un po' sul confine del retorico (anche perché a dispetto della maggior parte della colonna sonora, certi pezzi di Einaudi mi sembravano un po' fuori luogo, per indurre un'atmosfera forzatamente drammatica).
Però giù il cappello, veramente, mi sembrava di essere lì, nell'Inghilterra di Maggie.
Ultima modifica di Matichek; 23-09-2011 alle 16:47:56
scusa ma davvero non capisco questo messaggio, cosa vuoi dire? I Sigur Ros non c'entrano nulla, non hanno collaborato nè hanno uno stile simile, non è che ti confondi con Atticus Ross (che ha scritto con Trent questa colonna sonora)?
Poi vabè, è sicuramente una cosa soggettiva e io non faccio molto testo dato che sono fanboy dei NIN, però ho trovato la colonna sonora perfetta per quel film e davvero bella, riesce a fare il contorno perfetto di una sceneggiatura che si basa praticamente su dialoghi
The Others, di Alejandro Amenabar
Devo innanzitutto dire che non sono molto sorpreso del finale visto che tempo addietro avevo letto qualcosa a riguardo del fatto
Spoiler: spoiler finale film
Perciò l'effetto non è stato dei migliori, anche se volevo essere sicuro di capire in che modo si era arrivati all'intreccio finale. Superato quindi il parziale sbigottimento, The Others è un film spiazzante, sia per chi i thriller psicologici (non horror come molti affermano) li guarda da lontano sia per chi magari è abituato a pellicole di questo genere: il regista ci immerge in uno scenario quasi teatrale, essendo ambientato prettamente nell'edificio infestato, tra corridoi e stanze completamente buie, illuminate dalla fioca luce delle lampade a olio. E lo rende anche un film molto sentimentale, in cui la figura di Grace fa di tutto per proteggere i figli pur continuando a sperare in un possibile capovolgimento della precaria situazione in cui è costretta a vivere. E quando improvvisamente gli intrusi entrano e fanno capolino nelle vite dei personaggi, il film assume toni inquietanti, da vero horror pur non essendo tale. Efficacissime le musiche e la fotografia, ad opera dello stesso regista, così come la vibrante e struggente interpretazione della Kidman.
Amenabar prende troppi premi comunque, cioè: 7 Goya per Tesis e Agora, 8 per The Others, ben 14 per Mare Dentro. Porca miseria, cos'è, il messia del cinema spagnolo?
Ultima modifica di Evanes; 23-09-2011 alle 17:56:38
Più che altro che brutta la versione di Please Please Please Let Me Get What I Want. No comunque sì è un gran film, da quando l'ho visto pure io odio i FOCKING PAKI! L'accento è orrido sì, ma anche nella stessa Londra, se te ne vai nella zona est la gente parla davvero così Inutile dire che è meglio non parlarci proprio, con quelli dell'east london.