LOS ANGELES - Ancora un fiasco per l'Italia, che ai Golden Globes è stata battuta dalla Danimarca nella corsa al premio per il miglior film in lingua straniera. "Io sono l'amore" di Luca Guadagnino, è stato battuto da "Un mondo migliore", mettendo a tacere l'italiana polemica che si era creata fra Guadagnino e Paolo Virzì, per la scelta di "La prima cosa bella" per la corsa agli Oscar. Ricky Gervais, che ha presentato la serata, ha definito quella per il miglior film straniero "una categoria che agli americani non potrebbe interessare di meno".
Poco più interessante è stato anche il resto della serata, che ha visto "The Social Network", "The Fighter" e "I ragazzi stanno bene" trionfare nella 68/ma edizione dei Golden Globes, i premi organizzati dall'Hollywood Foreign Press, associazione che riunisce i giornalisti stranieri a Los Angeles. Christian Bale ha aperto la serata vincendo la statuetta per il migliore attore non protagonista, per "The Fighter", dramma sul mondo della boxe che ha visto qualche ora dopo premiata anche Melissa Leo come miglior attrice non protagonista. Il film sulla nascita di Facebook, "The Social Network", ha portato a casa il premio più importante, quello per il miglior film drammatico insieme ai Golden Globe per il miglior regista, David Fincher, per miglior sceneggiatore e per la migliore colonna sonora. "I ragazzi stanno bene", film indipendente che racconta la crisi di una coppia lesbica e della loro non convenzionale famiglia, ha vinto la statuetta per la migliore commedia e ha visto Annette Benning vincere fra le attrici brillanti, battendo la sua stessa costar Julianne Moore. Colin Firth ha vinto il premio per il migliore attore drammatico per la sua interpretazione di re Giorgio VI in "Il discorso del re", ringraziando la moglie italiana Livia "senza la quale la giornata non ha senso", mentre Natalie Portman ha vinto nella analoga categoria femminile per la sua interpretazione di una ballerina psicopatica in "Black Swan", film che ha portato molta fortuna all'attrice: sul set del thriller di Darren Aronofsky, infatti, ha conosciuto il coreografo Banjamin Millepied, ora suo compagno di vita e padre del bimbo che l'attrice porta in grembo. Fra gli attori brillanti, ha vinto Paul Giamatti per "La versione di Barney", lasciando a bocca asciutta Johnny Depp, forte di due candidature, per "Alice nel paese delle meraviglie" e "The Tourist". Per la televisione (i giornalisti dell'Hfpa premiano anche i protagonisti del piccolo schermo), trionfo di "Glee", migliore serie brillante che ha visto premiati anche Jane Lynch e il giovane Chris Colfer, migliori attori non protagonisti fra le commedie. Premio alla carriera a Robert De Niro, al quale il pubblico ha dedicato una standing ovation, accordata anche a Michael Douglas per aver affrontato e vinto la sua recente battaglia contro il cancro. "Ci deve essere una maniera più facile per avere una standing ovation", ha detto l'attore, che ha presentato il premio per il migliore film drammatico. Standing ovation anche per un'altra icona di Hollywood, Al Pacino, che ha vinto il premio per il migliore attore per una miniserie tv, "You don't know Jack", in cui interpreta il dottor Jack Kevorkian, conosciuto come il dottor Morte, per la sua pratica dell'eutanasia. Due Globes infine sono andati a "Boardwalk Empire", serie drammatica creata dalla rete via cavo Hbo sul'epoca del proibizionismo. A Steve Buscemi, che ne è protagonista, è andato il premio per il migliore attore di una minisere. La cerimonia dei Golden Globes si è svolta al Beverly Hills Hotel, nove giorni prima che l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences proclamino i candidati agli Oscar, la cui cerimonia si svolgerà il 27 febbraio dal Kodak Theater di Hollywood.