Poco prima di atterrare fu distibuito un impegnativo questionario di ben due facciate da 20 centimetri per 5 da compliare, dove si doveva dichiarare di non essere venuti in Australia per spacciare droga, mettere incinte bambine, rubare, ammazzare canguri e puttanate simili.
Finito quella cazzata di questionario biblico, l'aereo stava per atterrare, lo annunciò Nemesis, incutendo ancora terrore tra i passeggeri e facendo piangere gli infanti.
L'atterraggio fu uno dei più disturbanti e rumorosi mai provati da Giangianni nei suoi due precedenti, ma non fu niente di che.
Ed eccoci a Sydney, verso le 6 di sera. Giangianni volle cercare la sua hostess preferita per salutarla, prima di scendere dall'aereo, ma non la trovò sfortunatamente. Così stanco e triste scese dall'aereo e si diresse a cercare Don Diego tra la folla, che riapparse scaraventando a terra 3 poveri individui inermi.
I due giovini spaesati e lontanissimi dal mondo ordinario, si trovarono quasi spaesati, capendo però, in pochi istanti, che tutto il mondo è paese e che in realtà non si sono spostati di molto, certo di molto rispetto ai soliti standard.
Così cercarono i bagagli, che mircolosamente si presentarono integri, per poi procedere all'accettazione e all'entrata vera e propria nella Terra di Mezzo.
Subito beccarono un italiano che lavorava all'aeroporto di Sydney, il quale chiese se il viaggio era andato bene e se era tutto apposto, poi mostrò la via dove mostrare i passaporti e il fogliettino del cazzo compilato sull'aereo. Giangianni si chiese quale fosse la mansione di questo losco individuo italiano che era intento a ridere e scherzare con le donne obese dell'aeroporto.
Gli accettatori divisero Giangianni e Don, indirizzandoli in due percorsi labirintici diversi, provocando in entrambi dell'angoscia.
Giangianni si trovò nella quarantena, annusato da un bigolo, e si chiese cosa mai avesse risposto nel questionario. Un simpatico calabbresotto panciottoso e calvo disse:"T'appostho? Come va? Vai Vai, buona seratah!" colmando così ogni dubbio e togliendo l'angoscia al povero Giangianni, che non conosceva le procedure degli aeroporti. Andando avanti, arrivando quasi all'uscita dell'aeroporto, dove si andava verso treni e mica treni, si accorse che Don era stato intrattenuto. Andò a cercarlo e lo vide sotto interrogatorio delle forze dell'ordine. Erano in due agenti che gli giravano intorno facendo domande incomprensibili. Si vedeva Don visibilmente preoccupato e Giangianni si chiese cosa mai avesse fatto, forse gli Australiani erano razzisti contro i parenti di Zorro e l'avevano diviso, oppure erano solo curiosi di come fosse un vero parente di Zorro, visto che in Australia raramente se ne vedono. Dopo 10 minuti di sudore e tanta tensione, nei quali avrebbe volentieri usato i suoi poteri paranormali da ologramma digitale, gli agenti lasciarono andare Don Diego, sudato come una lumaca, con dei sorrisi e delle risate, che risollevarono il morale del povero parente di Zorro. Arrivò sorridente dal preoccupato Giangianni.
< Che cazzo successe?> chiese incuriosito Giangianni.
<Nel foglietto avevo crocettato una casella che praticamente diceva che volevo uccidere i canguri, ma poi mi han gentilmente detto, che se non sei residente australiano, non puoi farlo. Così mi hanno fatto un test psicologico per vedere se avevo veramente il coraggio di uccidere un canguro. Mi han detto che è impossibile. Quindi mi hanno cancellato la domanda e mi hanno lasciato andare... Non pensavo fossero così rigidi. > spiegò Don Diego.
<Ah!> rispose Giangianni.
Erano così liberi di scorazzare per l'Australia da quel momento. Dovettero vedere quale mezzo prendere per arrivare all'ostello Red Hot Chilli Pepper, prenotato in precedenza. Optarono per il treno metropolitano.
Era strano essere lì, sentirsi straniero per la prima volta nella vita, ma non fu molto pesante come trauma, trauma... insomma che esagerato che sono... piuttosto sensazione ecco; non fu pesante come senzasione, visto la mole importante di asiatici presenti ci si sentiva quasi in un misto di giappocina coreana con qualche pennellata di europei ed oceanici.
Presa la metropolitana, dove il giallo la faceva da padrone e omini dotati di fischietti fischiavano all'egramente prima della partenza, alla chiusura delle porte, i due cambiarono treno un paio di volte tipo a Town Hall e Central Station se non ricordo male, per poi trovarsi catapultati a Kings Cross.
Kings Cross di sfuggita sembrava piuttosto affollata come zona e con gente strana, ma la visitarono meglio più tardi. Poi Kings Cross, Potts Point, Giangianni non capì mai bene quale fosse il nome col quale chiamare il quartiere.
La via dell'ostello era Victoria Street, via particolare con abitazioni che erano un cocktail di abitazioni, locali e barettini appunto di stile 800 inglese, ma dallo stile abbastanza anni boh.. 70?
Comunque i due, visto che erano tipo già le 8 di sera andarono diretti all'ostello, presero una stanza disponibile, posarono bagagli e bagaglini ed andarono a mangiare visitando la surreale zona di Kings Cross.
Si addentrarono in Darlinghurst Road, una via piena di luci, dove spiccavano night club, ristorantini, fast food, e cazzate varie per l'intrattenimento notturno, insomma nonostante fosse martedì si rilevò un posto dove la vita notturna era piuttosto viva, dove le puttane vestite da passeggianti signorine si immischiavano alle vere passeggianti signorine che parevano puttane. Il modo per distinguerle non c'era, ma ci pensavano loro stesse a farlo; avvicinandosi e dando una sola occhiata chiedevano: " Do you want some fun?" o qualcosa del genere, manco avessero una fotocellula che si attivava ai passanti.
Bastava non cagarle e loro non insistevano più di tanto. Più che altro c'erano i cosidetti buttadentro che invitavano ad entrare nei loro squallidi strip club, promettendo scopate gratis, dopo aver buttato via 50 dollari.
Purtroppo i due turisti non potevano forse permettersi certi piaceri piuttosto costosi, in quelle due settimane, preferirono riempirsi la panza con i soldi, piuttosto che pagare per infilare il pene in qualche buco.
Comunque dopo aver pensato, squadrato e studiato alcuni fast food misconosciuti, preferirono provare il Mcdonald's. Appena arrivati, vi era un giapponese che voleva rifilare dollari statunitensi ad ogni costo alla povera ragazza al bancone, che cercava di comunicare col disgraziato, il quale non ne voleva sapere di parlare inglese, continuando a bestemmiare in giapponese e facendo sentire in colpa la ragazza, che tra l'altro era asiatica anche lei.
Fu strano vedere quella scena: due asiatici che cercano di comunicare, ma in lingue diverse. Certo, sono scene che ancora in Italia non si vedono spesso, al massimo si può aspirare ad assistere ad una chiacchierata in italiano obrobrioso tra cinesi ed egiziani dove entrambi non capiscono un cazzo di quello che dice l'altro.
Fatto sta, che quel giapponese incazzosissimo, mandò credo a fanculo la ragazza che continuava a dire di non volere i dollari statunitensi, perchè in Australia ci sono quelli australiani, così l'uomo se ne andò via guardando i soldi, borbottando qualcosa. Sembrava tipo stupito che esistessero altri tipi di dollaro oltre a quello statunitense.
La ragazza prima di prendere le ordinazioni, era rimasta con un sorriso da ebete, stranita dall'accaduto. Che dire, i pazzi sono pazzi.
Ebbene i due stranieri in terra straniera dopo aver ordinato si adagiarono sui tavolini per cibarsi.
Giangianni si accorse subito che nella Coca Cola, vi era un sapore un pochino diverso dal solito, non sapendo a cosa attribuirlo, ma comunque credette che fosse solo un'impressione temporanea.
Finito di mangiare i due girarono un pò su quella via notando qualche barbone ubriaco aborigeno e qualche eroinomane, ma era gente tranquilla, erano la normalità, non venivano considerati da nessuno. E' come se fossero dei cani randagi sotto anestetici. Anche un pò zombici, ma niente roba da Resident Evil che viene a cagare il cazzo per mangiare le cervella fresche... insomma, a parer mio, loro erano nel loro mondo e vedevano le cose distorte, può darsi che dal loro punto di vista vedevano migliaia di zombie sotto anestesia che parlavano con dei cani randagi che camminavano su due zampe.
Dopo queste introspezioni, Giangianni e Don Diego ebbero voglia di sigarette, così le andarono a comprare. Le sigarette in Australia costano da un minimo di 10 dollari e arrivano oltre i 20. Piuttosto care, visto che anche con uno stipendio loro, rimangono comunque alte. E' curioso poi il fatto che su ogni pacchetto ci sia una bella immaginetta con un organo, un arto o una qualsiasi altra parte del corpo, che viene raffigurata in decomposizione, al limite del gore più macabro.
Quella sera faceva ancora piuttosto freschino ed in effetti era praticamente inverno, con una primavera alle porte, non mi ricordo quanti gradi, ma un giubbettino ci voleva, poi con un pò di stanchezza ancora addosso, i due avevano bisogno di tornare in ostello per risanarsi per il giorno dopo.