Jordan Mechner, creatore del principe più famoso degli schermi videoludici, ottenne da Brøderbund la pubblicazione della sua più grande fatica : Prince of Persia, non cosciente forse che alle soglie del 2011 un’altra software house, Ubisoft, avrebbe allargato il proprio brand con un nuovo capitolo dedicato alla saga.
Era il lontano 1989 quando Prince of Persia segnò l’innovazione di un genere adventure-platform, portando su schermo un nuovo modo di giocare. Tranelli mortali, mosaici arabi, sfarzosi palazzi dall’architettura medio orientale, paesaggi da mille e una notte; elementi che ancora oggi richiamano l’attenzione di milioni di giocatori in tutto il mondo.
Questo nuovo capitolo “Prince of Persia : Le Sabbie dimenticate”, narra delle vicende cronologicamente estranee al capitolo uscito nel 2008 per console HD, inserendosi nei sette anni che intercorrono tra i prequel le Sabbie del Tempo e i Due Troni .
Continuate a leggere, e scopriremo insieme se Ubisoft è riuscita a dare lustro e prestigio ad una delle serie più longeve e antiche del panorama videoludico.
Non aprite il vaso di Pandora!
Dopo le rocambolesche avventure vissute nelle ambientazioni di Azad, il protagonista dal sangue blu torna a casa dal padre Shahraman, imperatore di Persia, il quale invia il figlio dal fratello maggiore Malik, governatore di una delle province persiane situate ai margini dell’impero. In sella al suo destriero il Principe raggiunge la provincia designata, ma con sua sorpresa trova un regno sull’orlo del baratro.
Ed è qui che ha inizio la nostra avventura: un esercito ben più numeroso e forte di quello di Malik assedia il palazzo reale con l’intento di saccheggiarlo dei suoi tesori più preziosi o forse, da quel che si capirà nei primi minuti di gioco, privarlo di un grande segreto custodito gelosamente nei forzieri del palazzo.
Balaustre che si sbriciolano, intere balconate cedono sotto i nostri piedi, frecce infuocate ci bersagliano come stormi di rapaci assassini; in queste condizioni di caos adrenalinico, i programmatori hanno ben pensato di far entrare il giocatore nel vivo del gameplay, mettendo subito alla prova le capacità feline del nostro protagonista.
Nel corso di questo iniziale apprendistato, siamo accolti da una nuova conoscenza, una bellissima Jin, che ci rivela le sorti del nostro destino. Come ogni avventura che si rispetti, lo scomodo compito di risolvere la situazione tocca a noi, con la promessa di un regno tutto nostro e perché no, un harem di belle persiane.
Senza svelarvi troppo, viene infranto un potente sigillo, un tragico errore che funge da prologo alla nostra avventura nei deserti della Persia.
Il Funambolo Persiano..
Ciò che ci si aspetta da un Prince of Persia è un gameplay veloce, dinamico e divertente, che renda piacevoli le acrobazie quasi metafisiche di cui è capace il protagonista. La Ubisoft mantiene le promesse, regalandoci ancora una volta un principe funambolo che farebbe gola alla compagnia circense più prestigiosa. Sin dalle prime fasi di gioco vengono messe in evidenza le feline camminate sui muri, marchio di fabbrica del gioco. I fendenti di spada, elemento storico della serie che nel PoP del 1989 segnarono l’evoluzione del genere, ancora oggi elemento cruciale dei combattimenti corpo a corpo con i nemici.
Ma è pur sempre vero che uccidere un solo nemico a colpi di spada è divertente, al decimo la noia inizia ad affiorare; al fine di rendere maggiormente vario il Battle System si è pensato bene di introdurre , nel corso della narrazione, dei Poteri magici legati ai quattro elementi e delle Abilità assegnate dal nostro Jin di fiducia.
Un minimo di profondità viene offerta da un sistema di crescita del personaggio che attinge a piene mani dal genere RPG, con cui i Poteri magici, il quantitativo di Punti Salute e Punti Magia, si potenziano. Il tutto ovviamente ad un prezzo che è possibile sostenere dopo una cospicua uccisioni di nemici.
Niente di nuovo sotto il sole per quanto concerne questi aspetti, meccaniche di crescita del personaggio gia usate e abusate in tantissimi altri titoli. Il vero difetto risiede nel fatto che gran parte dei potenziamenti messi a disposizione saranno offerti al giocatore quando ormai l’avventura è quasi conclusa.
E’ da sottolineare però la possibilità di effettuare dei New Game+ forti degli sforzi fatti nelle precedenti partite, amati dai giocatori più precisi e pignoli.
Il piacevole elemento di gameplay reintrodotto dagli Sviluppatori Ubisoft, consci degli errori fatti nell’ultimo capitolo del 2008, è la possibilità di riavvolgere il tempo, fornendo al giocatore un rimedio ai propri errori. Un salto andato male, una corsa troppo avventata su un muro, un appiglio non troppo sicuro ci hanno fatto precipitare nel vuoto? Niente paura, con una sorta di Rewind in diretta, abbiamo la possibilità di riprovare. Questo non sempre viene reso disponibile durante i Boss Fight al fine di non facilitare troppo il gioco. Tutto questo ha un prezzo, invitando ad usare in modo oculato un potere tanto importante ai fini della riuscita nelle proprie imprese.
A questo punto ci si chiederà qual è il vero punto di forza di questo gioco, da quanto espresso fin qui si percepisce la recensione di un buon titolo, ma niente che lasci presagire a qualcosa che possa regalare un vero e puro divertimento.
La risposta è da ricercare nelle sezioni Platform. Come accennato ad inizio recensione, una Jin ci aiuterà donandoci parte delle sue abilità; ad esempio la solidificazione dell’acqua che si traduce in vitali appigli, al ricordo di elementi architettonici andati distrutti che forniranno una vitale isola di salvezza da bui precispizi. Senza addentrarmi troppo nei tecnicismi che riguardano l’utilizzo di queste componenti, mi preme sottolineare quanto siano state ben studiate ed elaborate le fasi di Platform, vero punto di forza del titolo.
Purtroppo, nonostante le fasi di platform e di combattimenti, che richiamano alla memoria quelli plastici di Assassin’s Creed, siano stati ben dosati nel corso dell’avventura, non si può dire altrettanto della difficoltà del gioco e dell’IA dei nemici. Tanti dei poteri magici messi a disposizione saranno infatti superflui ai fini del conseguimento del nostro obbiettivo, rendendo gli incontri spesso e volentieri un mero button mashing.
Concludo con una nota negativa legata alla telecamera, fin troppo ballerina e poco precisa. Elemento da cui si evince che è un titolo in cui si poteva fare molto di più e meglio.
Motore vincente non si cambia
I Palazzi di Malik sono un bel vedere, non c’è che dire. Il motore grafico Anvil, grazie al quale abbiamo apprezzato le opere d’arte italiane in Assassin’s Creed II, viene riproposto anche in questo Sabbie Dimenticate a ragion veduta. Le stanze dei palazzi, sono state realizzate con un game design appropriato e convincente, di sicuro impatto. Credibili gli effetti di luce e di buona qualità risultano essere le texture che danno un aspetto reale e completo al mondo che ci circonda. Lo stesso si può dire delle poche ambientazioni esterne presenti, di buona realizzazione a livello stilistico e realizzativo. Nel complesso si può dire che il comparto Grafico è di buona fattura nonostante alcune texture spesso vanno a comprire un numero di poligoni fin troppo elevato, da cui si percepisce poca cura nel fare le cose.
In definitiva non di forte impatto come il Prince of Persia in cel shading, ma non si può dire che i ragazzi della Ubisoft abbiano fatto un cattivo lavoro.
A livello sonoro troverete il tutto abbastanza anonimo. La qualità delle musiche è buona e non è fuori luogo, sottolinea con dovizia gli eventi che riguardano la narrazione, ma convincono poco. Difficilmente vi ricordere i motivi ascoltati. Purtroppo siamo ben lontani da una qualità orchestrata con inserti di cantato propria delle più grandi produzioni High Budget.
Commento Finale
Prince of Persia : Le Sabbie Dimenticate non è un gioco che lascerà il segno, questo è certo, ma merita l’acquisto da parte degli appassionati della serie per le ottime sezioni di platforming e qualche idea originale da ricercare nel gameplay. Tanti sono i punti deboli che affliggono il titolo e che verranno difficilmente digeriti dai giocatori meno affezionati alla saga. La Ubisoft ci propone un nuovo look e un restyling del Gameplay nel tentativo di porre rimedio agli errori fatti nei titoli passati, senza riuscirvi completamente. La nostra speranza è che questo capitolo segni un inizio per approfondire maggiormente i buoni spunti offerti fin’ora.
Voto Globale 7.5