Ho visto Little Children, di Todd Field.
Mah, generalmente questi drammoni familiari con personaggi insoddisfatti della loro vita mi piacciono, ma questo non mi ha proprio convinto. Tutto ruota attorno a una casalinga annoiata che non ha un gran rapporto con la figlia e non le vuole nemmeno troppo bene, suo marito che è un fanatico dei siti porno (ma di cui poi il regista si dimentica completamente), un aspirante avvocato che non riesce a passare gli esami e porta il figlio al parco, sua moglie che gira documentari (anche lei non viene minimamente approfondita), e un maniaco sessuale che ha passato del tempo in prigione per aver mostrato il suo pene a dei bambini.
Il film è adattato da un libro, e pur non avendo letto il romanzo, lo giudico un adattamento pessimo. I personaggi sono spesso illogici, ma ci può stare, ok. Il fatto è che non simpatizziamo minimamente per loro, alcuni risultano persino inutili e altri ancora vengono mollati strada facendo come se ci fossero stati dei pesantissimi tagli al montaggio (grazie al cielo, aggiungerei: 130 minuti sono decisamente abbastanza). La voce-off c'è e non c'è, e quando c'è è di un artificioso irritante (presumo siano frasi del libro) che stona completamente con il tono ironico che a volte Field cerca di dare al tutto. Da citare a questo proposito l'orrida scena della partita di football finale e quella tra il maniaco sessuale e il suo appuntamento in macchina: c'è lei che si apre un po', che gli dice di quanto sia un buon uomo al contrario degli altri blind date che ha avuto finora, ed ecco uno stacco improvviso con lui che si fa una sega. LOL.
C'è poco da salvare, fra una vicenda che non decolla e dei personaggi a tratti odiosi. I riferimenti a Madame Bovary sono evidenti, ed esplicitati nel corso del film, ma in Kate Winslet non c'è uno straccio del sentimento che animava l'eroina flaubertiana. Non è tanto colpa sua, che offre una buona interpretazione, quanto della sceneggiatura che non offre il minimo spunto per approfondire il senso di noia che lei deve provare. E pensare che tutto parte abbastanza bene, con le scene nel parco in compagnia delle tre madri un po' bigotte e molto noiose (anche loro scomparse misteriosamente nel resto del film).
Un film che nonostante la durata risente di numerosi tagli, un brutto adattamento, e un piattume generale che coinvolge pure la Winslet. C'è decisamente di meglio, va.
Ho visto Il Silenzio dei Prosciutti, di Ezio Greggio.
Lol, ma che....non riesco manco a dire che faceva schifo, poichè effettivamente qualche gag simpatica c'era. Certamente non ha scene che restano impresse per la loro comicità, ma ogni tanto la risata la strappa, alcuni aspetti del noir\thriller sono presi in giro quasi efficacemente e Greggio è piuttosto simpatico. A parte questo poco da dire, peccato che non sia realizzato con cura, sarà per il basso budget o per la convinzione che per far funzionare un film del genere basti infilarci dentro quante più stronzate possibile.
A-well-a everybody's heard about the birdB-b-b-bird, bird, bird, b-bird's the wordA-well-a bird, bird, bird, the bird is the wordA-well-a bird, bird, bird, well the bird is the wordA-well-a don't you know about the bird?Well, everybody knows that the bird is the word!A-well-a bird, bird, b-bird's the word
Election 2 di Johnnie To
Urca! Ero dubbioso perchè, i seguiti sono sempre inferiori o nel maggiore dei casi inutili. Però quando sono così, cioè un proseguio esatto di come finivano le vicende dell'uno e mantengono stessi attori, personaggi, regista, stile e ambiente, ben vengano.
Dopo 2 anni di presidenza Lok, bisogna tornare alle elezioni e votare il successore. Lok, avido e peggiorato con il tempo, vorrebbe infrangere le regole e ricandidarsi, Jimmy AKA "ogni volta che esco chilli me risbattono dentro" come si vedeva già nell'1 aveva solo bisogno di un pò di protezione ma non vuole diventare un criminale nè un membro della triade, ma per forza di cose, per motivi economici, dovrà entrarci, Jet è manovrato da Lok il quale gli promette che lo proporrà come presidente ma lo usa soltanto, Kun è forte ma troppo sotto Lok. Inizierà la guerra tra Lok e Jimmy i due più potenti. Anche la polizia dirà la sua.
Bisognerebbe vederlo solo per la mezz'ora finale. Un crescendo (anche registicamente parlando) da brividi. L'uccisione della spia (scen pericolosissima, in cui un attore viene legato e insacchettao e buttato in mare, senza tagli di sorta. Tutto in un long take. Anche in Exiled c'era una scene pericolosa per un attore, ma lì c'entrava in fuoco), gli scagnozzi di Lok rapiti, l'agguato in strada, Lok e il figlio, Jimmy e la sua fidanzata. Che potenza! Anzi, possanza! To si supera.
E...bisognerebbe vederlo soprattutto per la scena appunto dove alcuni uomini di Lok vengono rapiti, messi in delle gabbie minuscoli con dei cani feroci e legati a questi con delle catene al collo. Poi uno a caso viene scelto, se non fà quello che volgiono loro viene pestato a sangue con un martellone (una scena fortissima. Il martello, spero finto, colpisce ripetutamente la mano frantumandola.), poi lo ammazzano di martellate alla schiena. Non basta, viene fatto a pezzi, macinato e dato in pasto ai cani in gabbia con gli altri che sperano di non fare la stessa sorte.
La Yakuza di Kitano è una riunione di donnette in confronto alla triade di To.
Un dittico consigliatissimo
La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo.
Il romanzo l'hanno letto milioni di persone in Italia, e nel mondo è stato tradotto in molti paesi, la storia la conoscono in molti, allora il buon Costanzo (figlio di Maurizio) che fà? La solita trasposizione fedele che puntualmente viene massacrata dai fans del libro? No , ne fa una rilettura personale sui generis, molto sperimentale e che strizza l'occhio al thriller-horror, con molti rimandi a Shining e all'Argento d'annata.
Parte forte con una bella citazione musicale da L'uccello con le piume di cristallo, come sottofondo a una recita di bambini molto angosciante. L'inizio è davvero particolare e sembra davvero un ilm del vecchio Argento. Titoli di testa particolari e un filino invadenti, primi piani di bambini da incubo, la mdp che si aggira come una bestia serpeggiante, un atmosfera da brividi. Questo è un antipasto alla storia, se vogliamo banale, tra due persone molto strane, Alice, zoppa per un incidente da bambina e Mattia, taciturno e introverso, con un episodio nella infanzia che l'ha segnato profondamente.
Per come viene messo in un scena, tra sbalzi continui temporali, 1984, poi 1991, poi 2001, infine 2008, sembra un thriller in cui entriamo nella mente di uno psicopatico, Mattia. Quell'episodio che tiene nascosto, la madre che ha paura di lui, i tagli che si autoinfligge. Tanto da aspettarci che Alice venga presto fatta fuori.
Quindi particolare questa scelta che sà così poco di italiano. Il problema è che preso dalla foga, di aver azzeccato una buonissima e coraggiosa idea, inizia a esagerare, a metterci troppe scene (quel corriodio shininghiano) forzate o i classici effetti simbolisti tipici di una certa produzione giovanile-cortometraggio-sperimental che non sno necessarie perchè basta e vanza già come l'ha impostato.
Arranchia nella parte finale, 25 minuti, che strizza l'occhio (questa volta) a un cinema nordico vontrieriano, che sarà un pò difficile da digerire e che porta a un finale ce spiazzerà i più ma piuttosto limpido. Un finale che mostra le trasformazioni che si sono infilitti i due attori, Alba Rorwacher, dimagrita e tutt'ossi, e Luca Marinelli (esordiente) invece imbolsito e barbuto, che completano una prova molto sentita e ben recitata da entrambi. Il clown-Timi presente in scena per pochi secondi è da ricordare. Isabella Rossellini fà buona presenza.
Insomma, particolare e coraggiosa scelta di un regista da tenere d'occhio ma che ogni tanto strafa e si impappina.
Ecco uno screen della mia risoluzione, per le 7 righe
Spoiler:
Ho visto 1997: Fuga da New York, di John Carpenter.
Onesto film d'azione evidentemente girato a basso budget che ha i suoi punti di forza in una messa in scena molto creativa (ottima la resa di una NY a pezzi e ridotta a penitenziario per la feccia della feccia) e in un protagonista assai carismatico, uno Snake interpretato da un Kurt Russel in gran forma, che però non sfora (e a tratti vorremmo fosse così) nel giustiziere immortale di turno. Apprezzabilissimo inoltre come Snake sia DAVVERO un anti-eroe, che alla fine non si smentisce e se ne fotte del mondo intero. Difetti, sì. Manca totalmente di ritmo, ad esempio. Non che avessi voluto azione serrata e suspence a ogni inquadratura, ma è innegabile come il tutto si svolga sul lento andante senza particolari scossoni. Lo stesso combattimento col bestione non trasmette la minima tensione, e non è girato con gran creatività.
Mò passo al Carpenter horror, vediamo se mi aggrada di più.
Scusate la scarsezza del commento, ma vengo da una 11 ore in facoltà a studiare latino che mi hanno leggermente consumato nel profondo.
rivisto
District 9 di Neil Blomkanp (se si scrive così)
Confermo le mie che furono impressioni. Una delle ideee più accattivanti e originali del nuovo millennio. Inevitabilmente finisce in cagnara. Già, però non saprei proprio come si sarebbe potuto fare diversamente. L'ho rivalutato leggermente, rimane un film che più sufficente ma che soffre dopo un oretta.
Ho notato una cosa:Spoiler:
Le voci sul seguito, all'inizio incessanti, ora sono scemate (anche perchè Bomkamp è stato linkato a lo Hobbit). Si parlava di 2011, ora 2012 o 2013. Seguito che non sarebbe male. Il finale è aperto, c'è tantissime cose da direInsommatanti quesiti per un seguito legittimo.Spoiler:
visto un pezzo di Finte bionde di Carlo Vanzina. E' del 89 e è un tipico film Vanzina. Cazzo non sono mai cambiati ( e non che il padre fosse una cima). Sempre la stessa comicità pessima. Questi film sono più digeribili perchè erano, tutto sommato "nuovi" e perchè a vederli ora ci vienela nostalgia di quei tempi. Però Fassari e Cinzia Leone sono sempre bravi.
Il Dogui è il meglio. Un uomo che non ha mai recitato. Il vero milanese. Pazzesco.
Ultima modifica di Il Monco; 13-09-2010 alle 23:03:02
Ho visto La Cosa, di John Carpenter.
Era da quando giocai al videogiuoco, tipo 10 anni fa, che avevo voglia di vederlo, e finalmente l'ho fatto. Tutto si svolge in una base americana al Polo Sud, dove iniziano a succedere strane cose. All'inizio vediamo un elicottero che insegue un cane, tentando di sparargli e di farlo fuori, e non sappiamo perchè. Col senno di poi è una delle scene più riuscite del film, visto che simboleggia l'illogicità di tutto quello che sta per accadere. Tutto infatti va a rotoli, e delle strane creature iniziano a popolare la base e, quel che è peggio, assumono le sembianze delle creature di cui si impossessano. Tra gli uomini lì presenti, tutti potrebbero essere l'alieno. In verità il clima di sospetto che si instaura tra i compagni non è ben analizzato, così come non è ben sfruttata l'ambientazione della base sperduta in mezzo ai ghiacci. E' suggestiva, intendiamoci, e molte scene in esterna, con la neve e il vento e i bengala e le lucine azzurre di segnalazione sono molto ben fotografate, ma l'impressione è che si potevano creare dei momenti di tensione non indifferenti con tali premesse. Carpenter invece decide di puntare più che altro su qualche sacrosanto effetto gore e sul dipingere il tutto come una vera e propria, durissima, lotta per la sopravvivenza. Le creature sono orride, animate splendidamente dal giovanissimo Rob Bottin, e non ci vengono lesinati i dettagli di come si impossessino del corpo delle sventurate vittime. Gli effetti speciali sono di altissimo livello, a parte qualche caduta di stile che comunque vista la veneranda età del film può e deve essere perdonata. Le animazioni delle creature sono fluide e convincenti, e si ha davvero l'impressione di sentirsele accanto in tutto il loro viscidume. L'unico modo per ucciderle è il fuoco, ed ecco che si fa tanto uso del lanciafiamme, che semina morte e distruzione. Il ritmo è ben alto, fra la continua minaccia aliena che non si sa da dove proviene e le pessime condizioni meteo, e il finale è lasciato abbastanza aperto. Insomma, un horror decisamente robusto che magari avrebbe potuto essere qualcosa di più, un po' più psicologicamente approfondito e un po' più pauroso, ma che rimane comunque coerente con l'indirizzo che ha deciso di prendere.
Il celeberrimo logo iniziale del film è un fantastico inno alla creatività: To create the effect of the title, an animation cell with "The Thing" written on it was placed behind a fish tank filled with smoke that was covered with a plastic garbage bag. The garbage bag was ignited, creating the effect of the title burning onto the screen.
Ho visto, From Paris with love, bè che dire un bel film che valeva sicuramente i soldi del cinema ma non del dvd
azione, giallo e un collegamento a pulp fiction
7/10
Hum...in parte, dato che è lo stesso dell'originale. Se lo hanno fatto nello stesso modo però non saprei.
Il giardino delle vergini suidice di Sofia Coppola
Opera prima della figlia prodigio di Francis, che, capito di non essere tagliata per stare davanti alla mdp, ha fatto benissimo a mettersi dietro.
Tratto dal romanzo omonimo di Eugenides, è l'inizio della cosidetta (ma da chi?) Trilogia sulla giovinezza irrequieta (insiema a Marie Antoinette e Lost in translation, ah si? irrequietezza? La Charlotte di LIT è irrequieta?). Viaggio nell'universo femminile adolescenziale visto cogli occhi di 4 ragazzini che osservano, spiano, odorano, vivono, quasi, la vita delle cinque sorelle Lisbon, tutte suicidatesi nel giro di pochi mesi.
Un narratore esterno racconta di come queste ragazze arrivarono al terribile gesto e come nessuno avesse sospettato nulla, neanche i ragazzi, ferventi adoratori. C'è un vuoto, incolmabile e inspiegabile che si sono portate via con loro.
Bel modo di affacciarsi al cinema come regista. Opera non facile, trasposizione molto accorciata rispetto al romanzo. Permane per tuto il film un alone di mistero che avvolge la casa dei Lisbon e tutta la cittadina, che forse nel libro veniva più dissolto. Qui rimane l'evidenza di una famiglia vecchio stampo, opprimente, stile anni 50, con le ragazze segregate in casa e i ragazzi visti come satana.
Deliziosa la storia "d'amore" molto nerd tra i ragazzi e le ragazze, con le chiamate telefoniche accompagnate dai dischi, le vacanze immaginarie per tutto il mondo e quell'intento di portarle via per semrpe, salvarle.
Il tutto accompagnato da un gusto kitsch, da una colonna sonora al solito azzeccata e dal solito ritmo leggero e posato di Sofia. Gran finale con un tocco di onirico (ma in fondo tutto il film ne è contaminato, in modo etereo), di surreale, con quei filtri verdognoli e la nube che avvolge la città.
Non male come inizio e non ha fatto che crescere in continuazione.
Difficile non innamorarsi di Kirsten Dunst in questo film. Il modo in cui Sofia la mostra, la idolatra non lascia scampo. Presenti anche i giovanissimi Jason Shwartzman (cugino di Sofia), Hayden Christensen e Josh Hartnett.
Scusate ma la trilogia del dollaro è collegata o no? Intendo i vari film...il personaggio di C.Eastwood è praticamente lo stesso ma ho visto che certi attori son gli stessi dei precedenti (esempio=Ramon) e non ci sono "cenni" al capitolo precedente...
Comunque miglior colonna sonora di sempre.