oggi ho visto Qualcuno volò sul nido del cuculo. in parole povere è magnifico: nell'arco di due ore riesce ad evocare le più disperate reazioni, fa ridere, fa commuovere, fa divertire. non ci so fare con le parole, lo so, ma proprio non riesco a descrivere questo fottuto capolavoro. entra a far parte dei miei film preferiti.
Non capisco davvero come questi presunti "plagi" (che poi, io, tutta questa somiglianza con i Tenenbaum, al di là del cancro, non ce l'ho proprio vista) possano intaccare la qualità di un film che è, obiettivamente, ben diretto e con degli slanci registici davvero suggestivi (la Milano in bianco e nero come una città americana? Non è poi tanto distante dalla realtà la natura multiculturale, skater e graffitara - quindi fortemente "newyorkese" - di una città così grande).
Non mi pare di aver affermato che sia un prodotto tanto originale, ma si stanno occultando, in questo modo, pure i pregi.
Non è una memoria, guardati, se non ricordi quasi nulla nel nume delle cose, ma quale fiume, la memoria non c'entra, se ricordi qualcosa a volte certo a volte incerto, nitido, falsificato, falsificante, dunque è soltanto il presente movimento al presente
Bravissimo.
Ho iniziato Non siamo angeli di Neil Jordan, ma stavo rischiando di appisolarmi. Quindi ho preso a vedere Basil l'investigatopo, così.
Bah, me lo ricordavo meglio. Le animazioni credo siano tra le più scarse in assoluto nel reparto cinematografico della Disney, e il tutto si trasforma in un racconto con venature horror e qualche accenno di musical (peraltro reso maluccio). Anche i personaggi sono veramente piatti, poco privi di spessore (complice forse un doppiaggio che non è all'altezza dell'originale), ad eccezione di Ratigan ovviamente (che Vincent Price ha splendidamente doppiato in originale), un cattivo con i fiocchi. E il film è sicuramente tra i cartoon più oscuri e dark mai stati creati.
straripa di riferimenti ad anderson. dal cancro alla coppia di ragazzini, uno la copia di schwartzman in rushmore, l'altra quella spudorata della paltrow ne i tenenbaum. dal viaggio a mare come in steve zissou, alla divisione in capitoli, sino ad arrivare persino al maggiordomo, indiano come ne i tenenbaum. tutti riferimenti simpatici pur se non originali, se non fosse che sul piano formale è totalmente nullo, è una patetico e fuori contesto scimmiottamento della messinscena andersoniana. l'unica sequenza che escludo da questo giudizio è appunto quel montaggio alternato su milano, ma non vedo perchè non dovrei trovarci debiti nei confronti del manhattan alleniano, considerando che nel resto dell'opera salvatores non s'è fatto scrupoli di plagiare apertamente un altro autore.
per tacere ovviamente degli infiniti monologhi frontali, che se non sei allen e non hai cose interessanti da dire per un'ora e mezza, puoi anche risparmiarti. o del finale à la soliti sospetti. riferimenti talmente espliciti ed elementari da rendere l'intera opera di una disomogeneità disarmante.
Ho visto Giochi Proibiti, di Renè Clement.
Che bellissimo film: una bambina perde i genitori durante la seconda guerra mondiale, e trova rifugio nella fattoria di una povera ma onesta famiglia. Qui stringerà amicizia con Michel, il figlio più piccolo della famiglia, e insieme a lui inizierà a fare i "giochi proibiti" del titolo. Questi giochi consistono nell'andare a recuperare delle croci per seppellire degli animaletti per far compagnia al suo cagnolino, anch'esso morto durante un attacco aereo. Se all'apparenza può sembrare un cosa un po' crudele, tutto è fatto dai due bambini con un'innocenza e un'ingenuità meravigliosa, come del resto si confà alla loro età. Tutto ispira tenerezza in questo film. Innanzitutto il rapporto di amicizia fortissima che si viene subito a creare tra Paulette e Michel: lei lo vede come un fratello maggiore, facendogli piccole grandi domande sulla vita e sulla morte e chiamando il suo nome quando ha paura. Lui la vede quasi come un animaletto domestico inizialmente, chiede ai genitori se "possono tenerla", ma ben presto si affezionerà tantissimo a lei. La fattoria in cui si svolge il film è fantastica poi. E' la tipica famiglia di contadinotti ignoranti ma buoni come il pane (nonostante il padre molto manesco, ma erano altri tempi), con rivalità tra vicini e una dignitosissima povertà. Meravigliosa le scene riguardanti la morte del loro figlio dopo il calcio del cavallo (no spoiler, capita subito nel film): lo vedono lì a letto che sputa sangue, e l'unica cosa a cui sanno pensare è dargli un po' di lassativo: "tanto di certo non gli farà male". Poi quando portano la bara in chiesa, il padre resta un attimo fuori a sistemare il calessino con chiodi e martello. Con scene come queste, come fai a non perdonargli qualche schiaffo di troppo ai figli?
Nonostante il tutto sia trattato come una favola (all'inizio vediamo i titoli di testa su un libro che viene a mano a mano sfogliato), di certo non viene lesinata tristezza, specialmente nel finale. Non sarà Una Tomba per Le Lucciole (simile nel tema), ma woah...anzi, a me ha commosso di più questo, che non cerca la lacrima facile con morti varie. Semplicemente vedere la bambina sperduta alla stazione è un pugno nello stomaco.
Mai come in questo film i due bambini protagonisti offrono una grandissima prova, sia George Poujouly nei panni dello scapestrato e disobbediente Michel, sia soprattutto Brigitte Fossey nei panni della povera Paulette, spesso col labbro tremolante e impaurita.
Scena da ricordare, quella in cui i due bambini attraversano di notte un campo illuminato solo dalle luci della battaglia portandosi dietro un carretto con sopra le croci che servivano per il loro piccolo cimitero personale.
"Il vendicatore" di M. Goldblatt.
Titolo originale: "The punisher". Ovvero la prima imbarazzante trasposizione cinematografica dedicata all'antieroe più famoso di casa Marvel.
Come era prevedibile, il film si dimostra deludente sotto quasi tutti gli aspetti. Dalla regia alla sceneggiatura, dal cast agli effetti speciali, tutto risulta approssimativo e poco appagante.
D. Lungren, per quanto convincente dal punto di vista fisico, è a dir poco osceno dal lato recitativo. La sua unica espressione è più adatta ad un pesce bollito che ad un vendicatore solitario.
Ultimo appunto: come cazzo si fa a non mettere il relativo teschio sul petto del protagonista in una pellicola dedicata al Punitore?
4/10.
Jacksonville's on the map...
Ho visto i due Kill Bill.
Il volume uno mi è sembrato egreggio,fantastico sopratutto per colonna sonora con momenti di puro genio e sperimentazione cinematografica.
Il volume due mi è sembrato sotto tono,non lo ho apprezzato molto.
il primo è sicuramente più divertente, Tarantino si sbizzarrisce come gli pare e piace e in effetti ci sono delle soluzioni eccellenti. A livello più profondo però ritengo il volume due molto superiore, proprio per la maggior compostezza, il rigore della regia (il flashback iniziale, che meraviglia), e l'essere meno confusionario. Entrambi molto belli, comunque.
il fatto è che Tarantino è superbo quando vuole divertirsi.
Cioè,nel volume uno vi è una delle parte più alte del cinema.Quella in cui si vede l'infanzia di O-Rei con una soundtrack che Sergio Leone si sarebbe messo a piangere dal piacere.
La prima parte è eccellente.
La seconda cala di ritmo ma sopra tutto si perde quella "pazzia" che in Quentin è la chiave di volta.........
Comprendo il tuo punto di vista, e pure io amo quella parte che citi, solo che mi piace quando i film sono un attimo più tenuti sotto controllo. Secondo me Tarantino (come dimostrano Jackie Brown e anche Inglorious Basterds) è un regista coi controcazzi anche senza i suoi momenti di follia. Può decisamente ambire al ruolo di classico anche senza l'etichetta, meritata e positiva, di "pazzo".
La seconda parte è volutamente più tranquilla, Tarantino voleva chiarificare meglio il rapporto tra Beatrix e Bill con i flashback della loro relazione e l'addestramento intensivo della donna.
Ieri ho visto scent of a woman, sinceramente pensavo fosse più bello, tutto si concentra e viene implementato nel finale ovviamente, che non delude e un pò lineare sorpende.
Avrebbero potuto inserire molte più cose, come l'amore del ragazzo per una fanciulla, aiutato dal colonnello, ovviamente non ricordo i nomi dei personaggi, roba comune ormai, pare più facile ricordare il latino a momenti.
Non saprei forse troppa gloria.
Dal 08 in memorabilia. 1