wall street voto 9.5
film geniale, ottimo michael grande trama.
Visto or ora pane e cioccolata (per l'ennesima volta)...mi piace tantissimo, con un fantastico Nino manfredi
"Toy story 3" di L. Unkrich.
L'ennesima scommessa vinta dalla Pixar.
Avendo deciso di puntare nuovamente sul suo più apprezzato e conosciuto cavallo da battaglia, avevo il dubbio che si fosse semplicemente deciso di raccontare una storia banale e carica di cliché, sfruttando l'innegabile carisma dei personaggi (Shrek ne è un esempio lampante). La Pixar è invece riuscita a sfornare forse l'episodio più maturo e intelligente, che raggiunge - e in taluni casi supera - il livello dei precedenti episodi. I temi trattati sono più profondi ed importanti ma il contesto spensierato e l'atmosfera giocosa non vengono in alcun modo snaturati. Non mancano infatti scene ricche di gag intelligenti e molto divertenti, in grado di far sorridere il pubblico dall'età e dai gusti più disparati.
Molto appropriata anche l'idea di limitare il gruppo di giocattoli proveniente dai precedenti capitoli, in modo da dare ai nuovi arrivati il giusto spazio e da fornire loro l'appropriata caratterizzazione.
7.5/10.
Jacksonville's on the map...
Rivisto, con piacere, La Casa del Diavolo. Zombie abbandona le tinte squisitamente horror del primo capitolo, per un "road movie" in salsa un po'( poco )poliziesca ed un po' western; ne esce fuori un prodottino meno intrigante sul versante estetico, ma piu' stimolante sotto il profilo narrativo. Piu' violento e frenetico, il film si lascia guardare per buona regia, il sapiente utilizzo della colonna sonora ed un maggior approfondimento psicologico dei personaggi. Meglio del precedessore che, a conti fatti, risultava abbastanza mediocre.
Predators.
Una raccolta di situazioni che dire scontate è fare un complimento. Non c'è gusto, nella regia, nel plot, nelle scene che dovrebbero sembrare adrenaliniche, mozzafiato, o almeno divertenti. Il pianeta alieno è uno scorcio di foresta anonimo e noioso, e i personaggi, ognuno rigorosamente inerente a certi clichè chiusi come camere stagne, certo non aiutano nell'immedesimazione. E' uno dei film più carenti di idee che abbia visto nel 2010, e sì, lo boccio in pieno. Un fallimentare tentativo di riportare in auge, anche soltanto avvalendosi di citazionismo, il mito del Predator, del quale rimane, in vent'anni e più di carriera cinematografica, un solo, unico film: il primo. Tutto il resto, finchè non viene affidato ad un regista con criterio, rimane nell'ombra (e badate, che pure questo è uno sbilanciamento notevole verso il complimento...).
VOTO: 4
Non è una memoria, guardati, se non ricordi quasi nulla nel nume delle cose, ma quale fiume, la memoria non c'entra, se ricordi qualcosa a volte certo a volte incerto, nitido, falsificato, falsificante, dunque è soltanto il presente movimento al presente
C'è qualcuno che mi può dire come sia questo The Losers uscito da poco al cinema?
Sembra una pellicola pretenziosa destinata alla vaccata allucinante,
ma vorrei un commento da vossignorie.
44O
Gran Torino.
Clint Eastwookd si riconferma ancora una volta un grandissimo regista e un ottimo attore.
Finale strappalacrime e pienamente coerente con l'idea del personaggio principale.
Il miglior film di Clint dopo Million Dollar Baby.
Ah grazie. Bè spero che ti piaccia, sennò mi chiederai i soldi indietro. Cercherò di recuperare l'episodio.
Causa, credo, intossicazione alimentare la mia nottata è stata molto lunga e ho avuto l'opportunità di vedere 3 perle, chi più chi meno. E riesco anche a collegarle tra loro.
La valle dell'eden di Eliza Kazan
Prima di girare i mediocri Il gigante e Gioventù bruciata, James Dean (sempre bravissimo, aldilà della qualità del film), veniva scoperto a New York da Kazan, cofondatore dell'Actor Studios, dove Dean si era formato poco prima. Kazan, uno dei migliori registi della nuova onda credeva moltissimo in questo giovane ragazzo al suo primo ruolo da protagonista, tanto da scartare i vari Newman (che provinò per il ruolo del fratello maggiore) e Brando.
La valle dell'eden è tratto dal romanzo omonimo di John Steinbeck (che mi pare non fù molto soddisfatto del risultato finale). E' un moderno Caino e Abele ambientato nella California agricola del 1917. Tra speculazioni sulla guerra incombente, il tentativo di un agricoltore di inventare un metodo per conservare a lungo gli ortaggi, ...e balle varie. Non ho voglia di raccontare la trama.
Un film splendido. Ottima la regia di Kazan con quella sua MDP molto spesso intraversata, pronto a sottolineare, anzi a marcare profondamente, i pezzi più pregni di pathos. Dà briglia sciolta a un Dean irraggiungibile (bellissima la scena dopo il compleanno del babbo).
Dean (da sentire rigorosamente in lingua originale , con le sue frasi mezze masticate e spesso incomprensibili) era a un livello tale che gli altri attori si trovavano a disagio. Massey spesso si infuriava perchè Dean improvvisava troppo ("Non riesco mai a capire cosa dirà!") ma per farlo infuriare seriamente, nella scena dove Cal legge la bibbia, Dean si mise a dire tutte le parolacce che sapeva a perdifiato, poi venne montata con l'audio giusto. Massey diventò la furia che doveva essere.
Dean non interpreta un personaggio, ma è semplicemente sè stesso. I problemi col padre, amato dalla ragazze ma visto anche di cattivo occhio perchè strano, ogni volta che guarda sembra volerti leggere dentro, dice Abra di Cal, e Dean era proprio così dicevano i suoi amici. Lo faceva fino a prosciugarti tutto, ti usava.
Insomma un ottimo film, se non avessi sta nausea continua ne parlerei anche di più.
Segnalo l'ottima edizione DVD. Doppio disco con contenuti inediti quali provini, provini dei costumi, uno speciale su Dean di 58 minuti, 20 minuti di scene inedite, speciale dietro le quinte e la prima a New York, un filmato di 14 minuti che mostra come una volta si prendevano serissimamente le prime. E' presente Kazan e persino Steinbeck. Niente Dean, era ancora vivo ma non volle partecipare.
Ahhhh Jimmy!
Raymond Massey è il padre di un attrice, Anne massey, che fà un piccolo ruolo in quest'altro film
Bunny Lake è scomparsa di Otto Premingher
Hu che filmazzo! Un giallo(?) a tinte surreali del grande regista tedesco. Una giovane donna americana si rasferisce con la figlia di soli 4 anni in Inghilterra. La lascia all'asilo dove, non trovando una maestra, la lascia per un attimo alla cuoca. Deve scappare a casa dove la attendono gli operai per il trasloco. Una volta tornata a riprendere la bambina, scopre che nessuno l'ha mai vista. la cuoca si è licenziata e è scomparsa e le maestre non hanno mai incontrato la piccola Bunny. Aiutata dal fratello, giornalista, la mamma, Anne, contatta la polizia per trovare subito la bambina. Intanto, incredibilmente, qualcuno è riuscito a entrare nella casa di Anne e ha rubato tutto quello che aveva a che fare con la bambina (le bambole, gli abitini, lo spazzolino). La cosa diventa surreale e l'ispettore si chiede se la bambina esista veramente o la donna si è inventata tutto.
Un ottimo thiller (ho controllato ora il genere) con un impeccabile sceneggiatura e una regia magnifica e impercettibile. Forse nel finale scema un pò e qualcosina è criticabileSpoiler:
Bravissimo il cast dove spiccano Laurence Olivier, nel ruolo dell'imperscrutabile ispettore, un ruolo perfetto per lui, sempre così misurato, pure troppo, Carol Linney, nel ruolo della mamma e l'ottimo Keir Dullea in un ruolo non semplice.
I titoli di testa sono del geniale Saul Bass. Ormai la sua mano è riconoscibilissima.
Molto bella la frase finale del'ispettore/OlivierSpoiler:
Da anni si parla di un remake USA con la Witherspoon.
Da una bambina scomparsa a molti bambini rapiti
Italia a mano armata di Franco Martinelli
Di Martinelli (pseudonimo di Marino Girolami) avevo già visto Kakkientruppen (altra notte insonne) e quindi avevo seri dubbi sulla qualità del film. Ma essendo un cult riconosciuto da tutti, gli ho dato una chanche.
Non male come poliziottesco, peccato che sembra scritto da qualcuno con seri problemi di concentrazione. Si passa di palo in frasca alla velcoità della luce. Prima ci sono delle rapine in serie, poi il rapimento dei bambini, poi il commissario viene fregato e messo in prigione, poi Albertelli è legato, poi no, poi c'è qualcuno più in alto di lui. Ahhhh c'è troppa roba! Se faceva solo un bel giallo sul rapimento dei bambini era un filmone. Ma va bene così...
E' di un grezzo micidiale, però è tutto molto simpatico e ben digeribile. Ottime le scene action sia in macchina che a piedi. E' una bella sensazione vedere alcuni luoghi di Milano in cui mi trovo spesso, su pellicola, e notare tutti i cambiamenti dopo quasi 35 anni.
Mitico Maurizio Merli! Che uomo. E' il Rocky del poliziottesco. Mi spiego. La priam cosa che insegnano a un pugile è tenere la guardia. Cosa che Rocky non fà mai per 6 film di fila. Merli invece non si ripara mai dai colpi. E' semrpe lì in piedi, pistola in pugno e petto in fuori, con la sua faccia da duro e il baffo pettinato. Meno male che i cattivoni con lui non hanno mai mira.
Comparsata di Sergio Fiorentini e co protagonisti sono gli storici John Saxon e Raymond Pellegrin.
La musica di Micalizzi è splendida. Ce l'avevo pure come suoneria per il cellulare.
Ora andare a rivedersi A prova di morte con la grande citazione di Tarantino.
Gioventù Bruciata non è mediocre.
Ho visto Symbol, di Hitoshi Matsumoto.
Mmm. Partiamo dal finale, che non mi ha proprio convinto. Non ho capito cosa il regista volesse dirmi. Il protagonistaSpoiler:
Tutto il resto del film è brilliant. Ci sono degli inserti un pò noiosi (non me ne importava un bel niente del lottatore di wrestling), ma per il resto è tutto splendido. Direi ad Alexander1990 di vedersi questo film per ridefinire il suo concetto di crudeltà e sadismo. Troviamo infatti il nostro protagonista chiuso, senza motivo e con un orrendo pigiama, in una stanza piena di bottoni (a forma di pene). Ogni volta che preme uno dei bottoni, succede qualcosa o qualcosa gli viene recapitato nella stanza. Ben presto vediamo la sua nuova casa piena degli oggetti più disparati, e sembra quasi averci fatto l'abitudine a vivere lì. Ha cibo, ha acqua, ha dei fumetti. Poi peròL'attore poi (è il regista stesso? la scheda di imdb è incompletissima!) è sensazionale. A tratti sembra il Jim Carrey asiatico, a tratti esprime davvero bene la sua rabbia e la sua frustrazione.Spoiler:
Dopo varie peripezie lo troviamo in un'altra stanza, molto più grande, ed è qui che si svolge lo strano finale. Comprendiamo,Spoiler:
Tutto molto strano e appagante per lo spettatore, che si trova quantomai vicino al povero protagonista e alle sue disavventure. Bella l'idea di non dargli nessun tipo di background e di presentarcelo direttamente lì, nella stanza, senza sapere (e noi con lui) come c'è finito.
Ultima modifica di sergio leonhart; 28-07-2010 alle 23:14:09
«Tu vuoi sapere della Morte. Gli ho lasciato una parola. Questa parola è DICIANNOVE. Se la dici a lui, la sua mente sarà aperta. Ti dirà che cosa c'è oltre. Ti dirà che cosa ha visto. La parola è DICIANNOVE. Sapere ti farà impazzire. Ma presto o tardi chiederai. Non potrai farne a meno. Buona giornata! Walter o'Dim
PS. La parola è DICIANNOVE. Cercherai di dimenticare ma presto o tardi ti uscirà dalla bocca come vomito. DICIANNOVE.»
rivisto dopo credo più di 10 anni jurassic park..mamma mia che filmaccio che mi è sembrato..
I'm gonna win. There's no way I'm goin' down. I don't go down for nobody
My idea of heaven is a place where the Tyne meets the Delta, where folk music meets the blues.
Quando ci sono così tante motivazioni è impossibile controbattere