Sì forse hai ragione, non si capisce bene chi sia l'altro nel pullmino che balla, ma la voce sembra proprio quella di Pearce. Comunque sì, io voglio gran parte di quei vestiti, compresi TUTTI quelli che usano nell'esibizione finale, specie quello da lucertola. Ci andrei all'università con quello
Ho visto La Passione di Giovanna D'Arco, di Dreyer.
Ok, non farò il super intenditore dicendo che l'ho adorato. E' pesante, e molto. Dura 80 minuti ma sono 80 minuti che si fanno sentire. Il film è del 1928, e la versione che ho visto io era completamente muta, senza accompagnamento musicale. E' la fedele (almeno stando a quello che dice nell'introduzione) riproduzione del processo a Giovanna D'Arco e della sua condanna a morte. La prima metà del film è la più difficile, poichè si limita a riportare, appunto, le fasi del processo. E' tutto abbastanza ripetitivo: inquadratura-didascalia-risposta-didascalia. Dopo, specie nell'ultima mezz'ora, con la paura e i tentennamenti, e infine la risoluzione dell'eroina, il coinvolgimento emotivo cresce a dismisura, e la visione si fa molto più piacevole. In ogni caso Dreyer è sempre eccellente in entrambe le parti del film. C'è uno studio delle inquadrature fantastico, ognuna è una gioia per gli occhi, che sia un classico primissimo piano o che sia un'inquadratura ripresa da angolazioni estreme (e sono parecchie). Vi sono anche un pò di inquadratura insospettabilmente moderne, ad esempio una in cui la mdp è messa capovolta in aria, e segue ad arco dei soldati che corrono, salvo poi tornare indietro con lo stesso movimento a seguire una folla che accorre nella città. Il montaggio è tendente al russo, nel senso che spesso le reazioni dei giudici del processo ci vengono presentate molto prima sia delle didascalie sia delle frasi che hanno portato a quella reazione. Ha un bell'effetto, quest'ultima caratteristica. Quando fanno una domanda scomoda a Giovanna e li vediamo subito scandalizzarsi, lo spettatore sa subito che Giovanna ha risposto coerentemente ma pericolosamente. E' uno strano coinvolgimento che si viene a creare, e molto interessante. Un film così non sarebbe stato possibile senza un autore così assoluto, ma nemmeno senza un'attrice in stato di grazia. Maria Falconetti è quasi costantemente in scena, quasi costantemente in inquadrature molto ravvicinate, e dà una performance fantastica. A volte un pò calcata, a volte fa attendere una risposta per ore, ma è normale essendo un film muto. E' davvero eccezionale nel ritrarre una ragazzina (perchè a conti fatti era questo, Giovanna D'Arco) che da un lato se la stava letteralmente facendo sotto (e ci credo, affrontare un processo circondata da monaci brutti vecchi e cattivi), dall'altro vuole disperatamente tenere fede alla sua idea, che era di essere stata inviata da Dio. A un certo punto del film fa l'abiura. Poco dopo, però (fantastica la scena del taglio di capelli), richiama a sè tutti i giudici e gli dice di essersi inventata l'abiura per paura del rogo. La sua espressione di paura mista a sollievo, di chi si è tolto un peso enorme ma ne sa le conseguenze, è incredibile.
Un film non facile, tecnicamente sublime e intenso, ma anche molto pesante: tutto sommato, fossi in voi, un'occhiata gliela darei.