Vogliamo parlare un attimo di The Path? Così da attirare qui il fantasma di un utente suicidatosi qualche giorno fa ma che ancora non trova pace nell'aldilà?
Qualcuno <non facciamo nomi> ha definito le opere di Tale of Tales dei "flop".
Ma lo scarso successo commerciale di un gioco è necessariamente sintomo di scarsa qualità costruttiva intrinseca?
E' questo che ci insegna la storia del medium?
E' questo che abbiamo imparato dalla storia - materialmente più consistente, perciò, in tal senso, più significativa - degli altri medium?
E' questo che cerchiamo nella produzione indie? Il successo commerciale di un titolo come attestato della sua bontà realizzativa?
Linka pure, tanto non penso il primo progetto in GM di qualcuno non faccia cagare .
Eccolo:
http://www.yoyogames.com/games/93571-make_a_new_world
Più che altro era il gameplay che faceva cagare...
Sto giocando a The Void, lo trovo geniale, l'atmosfera è resa così bene da farmi davvero dimenticare che è solo un videogioco. Molto interessante anche il concetto di "potere" all'interno dell'ambientazione, ovvero la capacità di sfruttare i colori, grazie alla ricerca, l'immagazzinamento ed al loro utilizzo sotto forma di glifi e roba varia.
Onestamente mi sembrava una bella idea, ma la realizzazione poteva essere migliore, almeno a quanto ho fatto personalmente, si girava per il bosco prendendo oggetti e leggendo brevi commenti, quindi si poteva andare dalla nonna o trovare il lupo. Dopo un po' le uniche parti interessanti erano quelle del lupo. Insomma si poteva creare qualcosa di più interattivo e bilanciato, un'esperienza meno limitata.
Per essere un primo progetto è una pietra miliare .
Alla fine è intrigante, sia sul piano delle meccaniche, sia su quello stilistico.
Tanto per dire: lo spostamento del robot, in base alle forze a cui si suppone è soggetto - gravità, inerzia,... - è piuttosto credibile, laddove, nei primi esperimenti, di solito, si trascurano questi aspetti, e si muove uno sprite in maniera troppo brusca e meccanica, per via di una diretta corrispondenza input -> spostamento sprite <o sfondo>. Non so se tu abbia implementato questi fattori, però la resa in tal senso è gradevole.
Per migliorarlo basterebbe velocizzare il movimento e sistemare le collisioni, il gioco in sé merita.
Grazie. Comunque si ci ho lavorato da solo senza aiuti. Sfortunatamente da soli non si arriva troppo lontani in questo campo...
Comunque la parte più difficile è stata scegliere un personaggio che non necessita di animazioni, in quanto avevo la versione di prova...
EDIT: mi sono accorto adesso che ti ho linkato una versione vecchissima.
Questo:
http://www.yoyogames.com/games/10950...v1-new-version
e' il gioco quasi completo. In questa versione noterai più difetti però, anceh se secondo me è più completo
Ultima modifica di strikie; 3-07-2010 alle 21:54:46
Creare qualcosa di più interattivo era programmaticamente al di fuori degli obiettivi degli autori. Ho quasi l'impressione che l'interazione che c'è sia fonte di un compromesso. A ben vedere, di interazione ce n'è in discreta quantità: si tratta di esplorare il bosco alla ricerca alcuni oggetti <e luoghi> specifici per ogni ragazzina, più i 144 fiori da raccogliere. Ogni oggetto specifico attiva un commento/ricordo della ragazzina svelando dettagli della narrazione. Ciononostante, The Path non mira affatto all'interazione - nel senso di gameplay. Temo siamo abituati a certi schemi ludici molto rigidi e tutto ciò ne fuoriesce, tutto ciò che fa leva su un appagamento di natura diversa, ci sembra noioso e realizzato in maniera poco accurata. Qualcuno sostiene: se i Tale of Tales non sviluppano giochi, secondo loro stessa ammissione, perché non si dedicano direttamente ad altro? A tal punto, mi viene immediatamente da domandarmi: cos'è gioco? Esiste una definizione univoca? Planescape Torment e R-Type fanno leva sulle medesime dinamiche di appagamento del fruitore? Oppure c'è spazio per definizioni meno coercitive? C'è gioco, oppure ci sono giochi? Del resto, da che mondo e mondo, le opere d'avanguardia non si fruiscono allo stesso modo delle opere mainstream. In un blockbuster devi essere fortemente coinvolto dall'evolversi della vicenda, per mezzo di un'appropriata e mirata costruzione della sceneggiatura. In un film <?> come Der Riese di Michael Klier, non c'è alcuna trama, non c'è neppure la bellezza "pittorica" delle immagini, dacché si tratta esclusivamente di riprese "casuali" ottenute dai sistemi di videosorveglianza. Eppure, in un certo senso, sia Der Riese sia Blade Runner sono dei film: il fatto che Der Riese sia meno narrativo, non implica sia necessariamente peggiore di Blade Runner.
In sostanza, mi domando: è The Path a mancare di bilanciamento e quindi ad essere un "flop", oppure, siamo noi a non essere pronti a recepire nuove modalità espressive, che sfuggano agli schemi stringenti radicati nei nostri criteri valutativi?
Ultima modifica di exitplanetdust; 4-07-2010 alle 06:25:29
Da dove si chiude?
Perché anche se ho superato una sezione, mi fa cominciare daccapo? T___T
se sei nel secondo livello (o terzo non mi ricordo) devi prima andare su poi giu poi in mezzo ...