[2] Il viaggio hu-kamashojo - Pag 18
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Discussione: [2] Il viaggio hu-kamashojo

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  1. #256
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    Perchè sorridi così?
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  2. #257
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    Perchè sorridi così?
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    E io ti rispondo così:

  3. #258
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    La sconfitta di Apologaise






    Il gruppo attendeva di fronte all’immenso portone, che era stato sbarrato dalla lastra metallica creata da Rubik, i muri attorno ad essa erano troppo resistenti, nessuno di loro era in grado di sfondarli, quel lastrone quindi era l’unico ostacolo abbattibile. Mentre Brutale continuava a prenderla a spallate e Conan ad esaminarla con la propria magia, nel tentativo di trovare il punto critico, Morara non poteva fare altro che rimuginare sulla situazione. Hisha era bloccata dall’altra parte, proprio nel momento in cui aveva avuto più bisogno di lui, durante la battaglia finale, non era lì accanto a lei per difenderla, o comunque sostenerla moralmente. Calmati Morara, in fondo ha la Hu-Kamashojo, l’arma suprema, cosa dovrebbe temere? Continuava a ripetersi il gatto, ma non poteva certo rilassarsi pensando ad Hisha che si confrontava con quell’essere viscido e ripugnante che era Rubik. Quello ne sapeva una più del diavolo e avrebbe potuto tranquillamente tendere loro un imboscata per non affrotare direttamente le loro armi leggendarie. Sebbene fossero dotati di un potere quasi divino, ne Hisha ne Orion potevano andare sul sicuro. Si voltò quindi verso il gruppo che stava lavorando sulla porta e domandò spazientito:

    - Insomma quanto vi ci vuole ancora?

    - Pensi sia semplice?

    Gli rispose Conan in tono burbero, anche Brutale ribatté:

    - Già, perché non vieni tu a prendere a spallate sta’ cosa?

    Il gatto avrebbe fatto meglio a tacere. Nira, avendo notato il suo nervosismo, gli mise una mano sulla spalla esclamando:

    - Calmati Morara, lo so che è difficile… neanche a me piace starmene con le mani in mano. Ma ora come ora agitarci non aiuta nessuno!

    Se lo diceva Nira che di solito andava in escandescenza per un nonnulla, allora lui non doveva essere da meno. Quel comportamento era solo dannoso, per lui e per gli altri. Rispose quindi all’amico con tono più pacato e annuendo:

    - Mmh, hai ragione!

    Ma era difficile restare tranquillo in quella situazione.
    Intanto da un impalcatura posta poco più in alto, qualcuno spiava il gruppo. Un angelo dalle ali da farfalla. Dove lei passa non cresce più l’erba:

    A come Apocalisse;

    P come Pena di morte;

    O come Oh porcaccia, ma è proprio lei!!!

    L come La sventura che si abbatte sui suoi nemici ignari;

    O come appena un paio di righe sopra;

    G come Gran signora di tutti i mali;

    A come Adesso viene e ti rompe il culo;

    I come Iraconda

    S come Satanista (Anche se è angelo)

    E come Ehmmobbastaveramenteperò

    La succitata Apologaise osservava gli eroi dalla sua postazione. Accanto a lei c’era il suo clone metallico di Gorgon che non faceva che spupazzare come fa una ragazzina con il suo peluche. Aveva un aria furiosa e coccolare Gorgona, che acconsentiva con passiva tolleranza, fungeva probabilmente da anti-stress. Dannati bastardi privi di ritegno o rispetto alcuno per le cose altrui! Come hanno osato uccidere il mio Gorgon. MIO!!! Ora chi potrà diventare il nuovo protagonista delle mie seghe mentali (e fisiche)? Me la pagheranno cara!!! Continuava a rimuginare l’angelo. Avrebbe vendicato Gorgon a tutti i costi.
    La lastra aveva cominciato ad ammaccarsi, continuando con quell’andazzo però, l’avrebbero sfondata probabilmente a battaglia finita tra Orion e Rubik:

    - Non ci stai mettendo abbastanza forza angelo!

    Tuonava Lucifero a Brutale. Il gigante si voltò verso il demone, piuttosto furioso. Era stanco delle loro lamentele come se stessero in qualche modo collaborando:

    - E se cominciassi a prendere a spallate voi, invece che la porta?

    Il demone rispose sorridendo malignamente:

    - Quando vuoi bestione!

    Ad un certo punto una voce irruppe nel loro brusio, una voce pesante e metallica:

    - Fermi barbari invasori!!!

    Tutti si voltarono, Gorgon era appena apparso alle loro spalle. Non era possibile, Morara e Shii sbiancarono entrambi. Quel tizio era morto per mano del gatto. Fino a poco fa avevano usato la sua testa contro Uriel, come poteva essere davanti a loro?Shii sentì ancora quel brivido per la schiena come se quell’orrendo incubo non li abbandonasse mai. Morara avanzò verso di lui evocando la spada istantaneamente. Dopodiché la puntò verso il nemico e disse:

    - Chi diavolo sei? Non puoi essere Gorgon, lui è morto!

    Effettivamente gli altri notarono qualcosa di strano in quell’essere. Sembrava Gorgon ma aveva più l’aspetto di una sua statua in metallo, Vayne capì che doveva trattarsi probabilmente di Gorgona:

    - Siete molto perspicaci!

    Udirono improvvisamente, stavolta la voce pareva femminile. Apologaise atterrò elegantemente poco vicino al suo lacchè modellato a somiglianza del suo amato. Nessuno di loro sapeva chi fosse quello strano angelo, a parte ovviamente il generale, unica persona ancora in vita oltre ad Hisha ad averla incontrata. Dal momento che tutti i componenti del gruppo per il salvataggio di Morara erano stati sterminati da Rubik e dai suoi accoliti:

    - Ma guarda, mi chiedevo che fine avessi fatto Apologaise!

    Gli chiese Vayne avvicinandosi, lei lo squadrò con la sua solita aria di chi vuole mostrarsi superiore a chiunque. Gli rispose poi quasi non calcolandolo:

    - Ah già, tu eri uno di quelli che facevano comunella con quella stupida gatta! Anche tu avrai la punizione più che meritata!

    Il suo sguardo si posò nuovamente sui membri del gruppo. Si pronunciò quindi a voce piuttosto alta:

    - Ecco dunque il gruppo degl’eroi al gran completo, uno di voi responsabile della morte di Gorgon, il mio adorato Gorgon! Come può aver osato separarmi da lui? Morirà, certo! Morirà tra atroci ed indicibili sofferenze! Perché io sono Att’la… No aspetta, che dico? Io sono Apologaise!!!

    Mentre era impegnata in quel delirante discorso, degno di Jack Frost, atteggiandosi a mosse tipiche di una fun girl incazzata alla quale hanno appena insultato quelle che da lei sono considerati opere incomparabili, come i libri di Federico Moccia, la saga di Twilight o peggio Final Fantasy VIII, tutti furono presi da un unico pensiero collettivo: Fulminata!



    - Ehi piano amico rispettiamo i diritti d’autore! Già è difficile mantenere l’esclusiva di essere l’unico pupazzo di neve parlante, nonché delirante, protagonista di una storia, ho già firmato una serie di contratti con una casa editrice di cui non verrà mai rivelato il nome, per apparire in un prossimo racconto! Quindi moderiamo i termini, altrimenti qui si rischia di confondere il consumatore…

    Aveva ad un certo punto detto Jack voltandosi in alto a destra verso un ipotetica telecamera, ai loro occhi parve un pazzo come sempre. Nira soprattutto sentiva che il pupazzo aveva passato il limite, i suoi compagni potevano vederlo colto da un attacco di rabbia con tanto di emissione di schiuma dalla bocca, estrasse quindi la pistola e sparò un colpo che venne evitato per un soffio da Jack, ma che riuscìì a centrargli il cappello. Apologaise invece Apologaise era come imbambolata a fissare il pupazzo. Dopo la tremenda azione di Nira, Jack indietreggiò notando gli sguardi severi dei compagni:

    - Ah-ehm! Okay, forse è meglio che stia zitto!

    - Ma no continua era interessantitmissimissimo!!!

    Gli disse dolcemente Apologaise. Jack le rispose con altrettanta cordialità:

    - Oh grazie! Sai… è il primo complimento su di un mio discorso che ricevo! Dopo quest’ennesimo rifuto dei miei ragionamenti da parte loro *Indica i compagni* avevo deciso finalmente di misurare le mie frasi al minimo indispensabile pensando che ciò avrebbe aiutato i miei rapporti sociali, ma dal momento che almeno qualcuno lo apprezza ora ho cambiato idea!

    - Come sarebbe a dire: Almeno qualcuno? E io non conto più nulla? Che fine hanno fatto i discorsi: Prima di te non avevo una vita da rischiare?

    Intervenne Gabrielle, Jack in quel momento(E non certo per la prima volta nella sua vita) volle sprofondare. Nira invece lo guardò stranito, quasi incredulo e gli disse:

    - Aspetta… frenate un po’! Mi stai dicendo che se non fosse stato per ciò che ha detto poco fa, l’avresti fatta finita per sempre con tuoi dannati sproloqui?

    Il pupazzo gli annuì, scatenando in lui una rabbia apocalittica mai provata. Come quella di qualcuno che scopre di aver vinto alla lotteria con gli stessi numeri che gioca da anni ma proprio il giorno prima aveva dimenticato di giocare la schedina; o come qualcuno a cui scade il parchimetro mentre è ancora bloccato nella fila del negozio; o come qualcuno che al ristorante vede arrivare il cameriere che regge il piatto pucciando maldestramente il pollice nella minestra. Insomma la seguente e repentina azione di Nira fu esattamente questa:



    Proseguendo con un ritmo costante, Brutale gli chiese addirittura di sfogare quella rabbia sulla porta.
    Chiudendo questa gustosa parentesi, Apologaise decise di arrivare a sodo:

    - Chi di voi è Morara Maloar? Sfogherò la mia rabbia sull’amato della vostra sedicente leader così capirà ciò che sto provando!

    Nessuno rispose, non avevano di certo intenzione di tradire il loro amico. Il gatto però decise di farsi avanti, era inutile nascondersi dietro ai compagni, nessuno doveva andarci di mezzo a causa sua. Troppi erano già morti per lui, suo fratello, Freyda, Sulfock e Ken e Reaper. La stessa Hisha aveva rischiato grosso per lui. La stessa persona che era stato incapace di salvare tempo addietro. Nessuno avrebbe più sofferto per lui. Si diresse verso l’angelo per rivelarsi:

    - Io…

    - Mi volevi? Eccomi qua!

    Aveva detto improvvisamente Wade. Sotto lo sguardo esterrefatto dei presenti, Morara in primis. Quello era proprio ciò che voleva evitare. Si avvicinò bisbigliando al compagno:

    - Wade! Che stai facendo?

    - Sei morto un po’ troppe volte per i miei gusti!

    Gli rispose l’amico in tutta tranquillità. Morara cercò ancora di convincerlo:

    - Sei pazzo? Questo è affar mio, perché mai dovresti farlo!

    - Beh, solo per tre motivi:

    1) Ho il grossissimo svantaggio di avere in testa quella fastidiosa vocina chiamata coscienza, ma tranquillo conto di barattarla al più presto con una buona dose di buonsenso!

    2) Tu non hai una corazza d’acciaio quasi indistruttibile, io sì!

    3) Beh devo pensare al motivo n.3 ma appena lo trovo ti faccio un fischio! Ora se vuoi scusarmi…

    Detto questo si voltò avviandosi verso Apologaise. Morara però lo afferrò per il braccio metallico con tutta la forza che aveva in corpo, sebbene fosse una faticata pazzesca vista la forza superiore del gatto cyborg:

    - Non posso accettarlo, non ti voglio ancora sulla coscienza…

    Gli disse ad un certo punto. Wade fu come preso da sgomento, voltandosi in seguito di nuovo verso di lui:

    - Pensi ancora a quello? È acqua passata!

    - Non per me!

    Gli rispose seccamente l’altro:

    - Di che state parlando?

    Si intromise Nekra confusa. Morara tirò un sospiro al pensiero di dover rimembrare ancora quella storia ma decise di spiegare il secondo motivo dei suoi tormenti dopo Hisha. Per farla breve: Morara un tempo era a capo della squadra d’assalto di Nightmare, la stessa squadra in cui militavano Nira, Wade e gli altri. Morara all’epoca era ancora sconvolto per la morte di Hisha, fu così che nel corso dell’ultima operazione a causa dello stress emotivo non era stato capace di dare ordini lucidamente. Fu così che inviò Wade in un deposito d’armi di cui dovevano impedire l’esplosione. Ironia della sorte Morara aveva interpretato male le direttive, infatti l’operazione nemica che sarebbe dovuta iniziare tra due ore, era invece iniziata neanche tre minuti dopo aver dato l’ordine a Wade. Prima che potesse avvertirlo, il gatto era saltato in aria assieme al deposito e dato per spacciato:

    - …Il giorno seguente dichiarai le mie dimissioni e Naizen venne nominato comandante! Ho combinato parecchi casini! Non te lo posso lasciar fare Wade!

    - Smettila! Non è stata colpa tua!

    Insisteva Il cyborg, Jack irruppe a sproposito:

    - Veramente è colpa sua, visto che ti ha impartito ordini sbagliati, nonostante fosse emotivamente provato. Ma non sarebbe stato emotivamente provato se non avesse impedito prima la morte della gatta, quindi…

    Morara abbassò la testa ancor più demoralizzato, Wade invece si voltò verso il pupazzo con aria stranamente tranquilla e gli sibilò:

    - Ehi… avvicina l’orecchio (anche se non ne hai) devo confidarti una cosa…

    Jack obbedì prestando orecchio (che comunque non possiede), Wade emise un respiro gonfiando a più non posso il suo apparato respiratorio artificiale:

    - MA LO SAI CHE NON MI AIUTI PER NIENTE; SPECIE DI SORBETTO AMBULANTE??!?!?!?

    Il pupazzo rimase stonato e rimbambito allo stesso tempo, più di quanto già non fosse. Wade lo lasciò lì a dimenarsi mentre Morara continuava con i suoi tentativi di dissuaderlo:

    - Il discorso è chiuso vado io!

    - Allora? Avete finito di tergiversare? Chi di quei due è Morara?

    Irruppe improvvisamente Apologaise. Wade decise di risolvere quel diverbio una volta per tutte:

    - Mi spiace amico ma è per il tuo bene!

    Detto questo, lo afferrò per le spalle. Morara non capì che intendesse fare, ma poi il compagno gli sferrò una forte testata in fronte, lasciandolo a terra tramortito:

    - Che diavolo ti prende?

    Gli chiese Nekra stupita:

    - Così eviterà di farsi ammazzare, un'altra volta!

    - Sei sicuro di non correrlo tu quel rischio?

    - Con quella svalvolata? Tranquillizzati zucchero! Le rompo il suo formoso culo angelico e torno okay?

    - Quante volte ti ho detto di non chiamarmi zucchero?

    Gli domandò retoricamente la donna-gatto, l’altro semplicemente ridacchiò, per poi portarsi a pochi metri dalla loro avversaria. Sta attento campione! gli augurò lei nella propria mente. Wade quindi si rivolse ad Apologaise in tono deciso:

    - Come ti ho detto, Morara sono io! Cosa vuoi allora?

    - Come ho già detto! Consumerò la mia vendetta su di te!

    Gli rispose l’angelo con un ghigno malefico. Dopodiché estrasse la sua spada che teneva in una fodera nella cintura e si sollevò in volo sopra a tutti i presenti, alzò quindi la lama in aria, come fa un generale quando incita il proprio battaglione, rivolgendosi a Gorgona:

    - Occupati degl’altri mio tesorino!

    - Sì mia padrona!

    Rispose con riverenza la statua metallica, dirigendosi poi verso il gruppo a spada tratta. Wade rimase perplesso riguardo tale mossa:

    - Che diavolo significa? Avevi detto di avercela solo con me!

    - Infatti lui si accerterà che i tuoi amichetti non interferiscano! Eh, eh!

    Gli disse Apologaise nuovamente ghignando. Tuttavia il gruppo non pareva affatto preoccupato. Lucifero orami atteggiatosi a capo si rivolse in particolare al gatto con tono beffardo e sicuro di sé:

    - Non preoccuparti gatto di latta, non credo che uno stupido clone malriuscito possa impensierirci più di tanto!

    Ma le parole beffarde del demone vennero bloccate immediatamente da un fatto poco rassicurante, infatti Apologaise fece un cenno con la mano, come a muovere qualcosa. Immediatamente dal terreno inizio a fuoriuscire una grande quantità di strana sabbia luccicante. Probabilmente microgranelli di metallo appartenenti ai minerali nelle rocce semidistrutte del pavimento che volò come spostata dall’aria vicino a Gorgona, suddividensosi poi in tanti piccoli gruppi di sabbia:

    - Che diavolo stai facendo?

    Domandò Lucifero un po’ preoccupato, non sapere che stava succedendo lo rendeva isterico. Apologaise continuava a sorridere:

    - Lo vedrai demone!

    Ogni mucchio di sabbia ferrifera si uniformò, generando quindi quelle che parevano essere delle masse di metallo liquido simili a quelle generate da Rubik. Ognuna di esse poi, mutò in qualcosa che pareva una forma umanoide. In poco tempo Apologaise aveva generato un intero squadrone di cloni di Gorgon, praticamente identici al suo lacchè:

    - Credevate che la morte potesse fermare il mio grande amore! Ah, ah, ah,ah, ah!!!

    Iniziò poi a sghignazzare l’angelo. I Gorgona avanzarono in direzione del gruppo, muovendosi come un solo guerriero. Apologaise ordinò loro con fermezza:

    - Uccideteli tutti, fino all’ultimo, non ne deve rimanere neanche uno! Si pentiranno di aver fatto del male a Gorgon!

    - Si padrona!!!

    Urlarono all’unisono i suoi seguaci. Sguainarono poi le spade e si lanciarono in direzione del gruppo. Tutti quanti erano però pronti ad attenderli. Persino Nira, richiamato dalla battaglia, aveva interrotto la sua azione masochistica e nonostante il gigantesco bernoccolo violaceo sulla fronte aveva estratto la pistola, pronto a sparare. Morara invece era ancora svenuto per terra. Giko aveva provveduto precedentemente a spostarlo dalla zona in cui si sarebbe poi svolta la battaglia, appoggiandolo accanto al muro.
    Dopo aver dato le giuste direttive ai suoi Gorgona, si voltò nuovamente verso Wade, convinta che fosse Morara:

    - È fra me e te gatto! Non avrò pietà, sappilo! Questo ed ad altro per il mio Gorgon!!!

    - Hai un autentica venerazione per quel tizio! Mi chiedo se ti abbia mai calcolato seriamente!

    L’angelo si bloccò improvvisamente, come se avesse ricevuto un forte pugno nello stomaco. Non aveva mai considerato quella possibilità. Effettivamente Gorgon non l’aveva mai ricambiata, mai un “Ti amo anch’io!” oppure un “Sei la sola donna della mia vita!” Ma a lei non era mai importato, gli bastava amare Gorgon questo l’aveva sempre appagata. Almeno fino al momento di quella fatidica affermazione del gatto:

    - I-io… ma l-lui… certo che mi amava, io lo amavo e venivo riamata…

    Gli rispose goffamente, Wade capì di aver toccato il suo tallone d’Achille, decise quindi di continuare a girare il coltello nella piaga:

    - Oh sì certamente, com’è vero che io sotto questa maschera di ferro sono ancora bello come il sole! Andiamo è ovvio che ti comporti come una fan sfegatata, ma non sei mai arrivata più in là con lui! Dico bene?

    - Non è vero! È una sporca bugia! HAI CAPITO!!! Io… io…

    Abbassò la testa rassegnata e demoralizzata, nessuno l’aveva mai smontata così. Wade si mise a ridere al pensiero di avere davanti una tizia con il cervello di un adolescente:

    - Ah, ah, ah… da non credere!

    L’altra lo squadrò con odio misto a schiumante follia e ribatté in tono acido:

    - Accidenti a te! Prima ero una sicura di sé, sempre ottimista e che credeva nella forza dell’amore! Ma adesso tu mi hai distrutto un mito! PORCACCIA LOCA!

    - Ovvio, è bastato un briciolo di ragionamento per abbattere quel fragile castello di carte che era la tua scialba esistenza!



    A quella crudele affermazione Apologaise non ci vide più della rabbia. Nessuno poteva distruggere i suoi ideali e sopravvivere per raccontarlo. Aprì la mano lasciando andare la spada, che invece di cadere iniziò a fluttuare ondeggiando. Ovviamente aveva creato un campo magnetico per manipolare il metallo dell’arma. La spada sfrecciò poi verso Wade ad una velocità esponenziale. Il gatto estrasse la sua lama pulsante e parò il veloce attacco, deviando la spada, che però in poco tempo si rigirò in sua direzione per tornare all’assalto. Wade continuava a parare i colpi della spada, ma non poteva certo continuare con quel ritmo. Era come combattere una sorta di nemico invisibile. Apologaise, dalla sua posizione privilegiata invece si limitava a fare dei lievi movimenti con la mano, come per dirigere un orchestra.
    Wade doveva cambiare strategia altrimenti alla lunga, la sua avversaria avrebbe avuto la meglio. Compì un rapido balzo all’indietro per portarsi fuori dal raggio d’azione della spada fluttuante, ritrasse la sua arma e si gettò di nuovo verso il nemico, in quello che pareva un attacco kamikaze. Nekra sebbene impegnata assieme agl’altri nello scontro con i cloni di Gorgon, non poté fare a meno di notare quella che ai suoi occhi pareva un azione completamente folle:

    - WADE!!! NO!!!

    Stupendo tutti quanti, il gatto con una rapida mossa afferrò velocemente l’elsa della spada. Si tenne stretto ad essa senza mollarla, Apologaise iniziò a fare movimenti più frenetici delle mani, come a scrollarlo dalla spada. Quest’ultima infatti iniziò a dimenarsi come una serpe con il povero Wade attaccato al manico, il gatto si ritrovò sbattuto a destra e a manca, ma non per questo mollò la presa. Apologaise decise che era il momento giusto per attaccarlo da un altro lato, si guardò attorno alla ricerca di qualcosa di metallico, alla sua destra vide un alabarda agganciata al muro, perfetta. Wade era ancora impegnato a non farsi disarcionare dalla spada quando notò l’alabarda che filava verso di lui. Il gatto doveva agire velocemente, strattonò l’arma di Apologaise in direzione di quella in arrivo. L’impatto delle due lame fu tanto violento da ridurle entrambe in pezzi. Il gatto si erse trionfante di fronte all’avversaria in volo:

    - Eh, Eh! Un punto per il felino di metal… aspetta, metallo? Oh cazzo!!!

    Si sentì il re degl’idioti per non averci pensato prima. Probabilmente Apologaise era troppo svampita per potersene accorgere ma ora lui l’aveva spiattellato ai quattro venti. Infatti l’angelo sorrise ancora e tese la mano verso di lui. Immediatamente Wade si alzò in aria come afferrato da mani invisibili, cercò di dimenarsi ma in breve tempo non era più in grado di muovere un solo muscolo, era come essere congelati, certamente un esperienza terribile. L’angelo iniziò a ridere di gusto, come una donnicciola da soap opera che ha appena fatto uno screzio di cattivo gusto ad una rivale:

    - Ah, ah, ah! Ora vediamo chi è il vero svalvolato tra i due! Io che credo nel semplice e puro amore! O tu che vai a combattere la signora del magnetismo rivestito di metallo dalla testa ai piedi!

    Con la sola imposizione della mano dell’avversaria, il gatto si sentì comprimere la parte superiore del torace, un esperienza alquanto dolorosa e non poteva nemmeno contorcersi, non aveva mai creduto che dopo il suo incidente avrebbe ancora provato dolori tanto forti, maledì il fatto che i tecnici gli avessero rimesso in moto i ricettori del dolore. Apologaise fece un veloce movimento con il braccio e il cyborg venne sbattuto contro una delle colonne, finendovi contro direttamente con la faccia, il casco dell’armatura iniziò ad incrinarsi. Poi la mosse nel senso opposto, facendo sì che Wade andasse a sbattere contro uno dei muri posti dall’altra parte della sala ad alta velocità. Non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che stava succedendo che si sentì trasportare in alto verso il soffitto, colpendolo di schiena, a quanto pare la tizia si era decisa di ammaccarlo per bene, prima di dargli il colpo di grazia.
    Intanto il resto della truppa doveva vedersela con i Gorgona. Quelle copie di metallo si rivelarono più resistenti del previsto, ci voleva ben più di un singolo colpo per buttarle giù. Inoltre possedevano almeno metà delle abilità dell’originale Gorgon, quindi erano certamente avversari ostici e temibili. Brutale ne stava affrontando tre in una volta. Il primo alla sua destra tentò di recidergli la testa, ma il gigante afferrò la spada in arrivo a mani nude e la spezzò in due. Il secondo tentò di sferragli un poderoso calcio da dietro, diretto alla testa. L’attacco colpì in pieno Brutale, ma questi semplicemente si voltò verso il nemico, senza neanche un graffio o un qualsiasi livido, dicendogli spocchiosamente:

    - Mia madre me la dava più forte! (cit.)

    Lo afferrò per la testa con entrambe le mani, iniziando ad ammaccargliela facendo pressione con le dita. Infine gliel’aprì in due così come avrebbe fatto con una lattina. Poi lo gettò in direzione della sua compagna, Conan che tese le mani facendo uscire la sua rete energetica violastra, che avvolse il nemico, ricoprendolo completamente ed impedendogli di muoversi. In breve tempo stupendo tutti, il nemico si ridusse all’ammasso di polvere metallica che era in origine. Brutale le fece cenno con il pollice ridacchiando, come per complimentarsi mentre l’altra annuì con complicità.
    Jack Frost si era lasciato andare forse più di tutti, imbracciava un cannone gutling in una mano ed un mitragliatore nell’altra, crivellando di colpi i Gorgona che rimanevano letteralmente sforacchiati, ma essendo fatto di metallo, non bastava certo questo per mandarli a terra. Uno di loro riuscì ad avvicinarsi abbastanza per poter avere l’occasione di colpirlo con la spada. Jack ritrasse velocemente le armi che scomparvero all’istante, nonostante non avesse fodere addosso ed estrasse la sua gigantesca spada. Il nemico rimase strabiliato da tale azione, tanto da chiedergli:

    - Fantastico! Come ci riesci?

    - In verità non ne ho idea! Forse si tratta di una sacca per le armi astratta, inventata dall’autore della storia, come espediente patetico, in modo da non doversi scervellare per giustificare il fatto che io abbia sempre quest’infinità di armi! La cosa strana è che io non ne sento il peso, semplicemente le estraggo e basta! E per ironia della sorte quella che estraggo è sempre l’arma che mi occorre in quel momento! Assurdo no? Perché vorrebbe dire che sono una specie di sensitivo e non lo sono altrimenti mi sarei accorto prima che la ragazzina che mi portavo dietro fosse in realtà uno di questi angeli. Ma poi perché chiamarli “angeli” se sono solo un branco di mostri modificati in laboratorio? Forse perché “branco di mostri modificati in laboratorio” e più corto da dire di “angeli”! Capisci? Sai che palle per noi ogni volta dover dire: “Avanti, all’assalto contro il branco di mostri modificati in laboratorio!!!” Suona poco eroico a dirla tutta…

    Ovviamente il suo avversario aveva già, circa da metà discorso, eseguito harakiri sul posto, lasciando così il povero Jack alla fatidica domanda esistenziale che era alla base di tutta la sua vita:

    - Avrò detto qualcosa che non va?

    Apologaise nel frattempo continuava a divertirsi alla spese del povero Wade,
    sbattendolo da una parte e poi dall’altra. Oramai il gatto stava per perdere i sensi, l’armatura era ormai quasi completamente sfaldata e quasi inservibile, danneggiata forse nei suoi più fini meccanismi. Riusciva a rimanere cosciente quel tanto che bastava per sentire dolore. L’angelo decise che era arrivato il momento di chiudere lo scontro se così si poteva chiamare quel massacro gratuito. Quindi, sempre con il ghigno stampato disse:

    - Ti ridurrò alle dimensioni di una scatoletta gatto!

    Lo sbatté, stavolta più violentemente contro il pavimento, in pieno viso. La maschera a questo punto si staccò del tutto. I suoi compagni potevano ora vedere il suo volto deturpato:
    Pareva un ustione unica, contornato da cicatrici, punti di sutura e profondi solchi. L’orecchio sinistroe l’occhio destro erano inoltre mancanti. Nessuno avrebbe mai immaginato che sotto quella maschera simile ad un rubinetto cromato nascondesse un simile orrore.

    Spoiler:


    Nekra poteva vedere tutto dalla sua posizione. Capiva finalmente quanto doveva essere stato realmente difficile per Wade riadattarsi ad una vita normale dopo il suo incidente, almeno quanto lo era stato per lei dopo essere divenuta semi-umana. Avrebbe voluto correre in suo aiuto ma i Gorgona le ostruivano il passaggio, impedendole di soccorrerlo. Quindi la sciamana poteva solo rimanere a guardare impotente, mentre Apologaise si preparava ad uccidere il cyborg. Non può finire così Wade, c’è una cosa che devo dirti ancora… Continuava a pensare. Doveva agire subito e molto velocemente. Iniziò quindi a far coincidere i palmi delle mani, mentre i nemici si accalcavano su di lei. Da esse scaturì la sua solita energia voodoo, che andò a formare una specie di sfera che si faceva sempre più grande. I nemici a quel punto indietreggiarono con aria interrogativa, fu allora che la sfera ormai al massimo delle sue dimensioni esplose in potente luce verde. L’impatto sbaragliò tutti i Gorgona che aveva contro. Lasciandosi dietro i corpi nemici si lanciò diretta verso Apologaise, appena in tempo poiché era sul punto di comprimere nuovamente il gatto robotico, stavolta con l’intenzione di spezzargli tutte le ossa che aveva in corpo:

    - Ironico no? La stessa armatura che doveva proteggerti ora ti condannerà! Addio gatto!

    - WADE!!!

    Nekra doveva fare presto, si intromise velocemente in mezzo ai due con grande sorpresa di Apologaise che non si aspettava minimamente intromissioni. La gatta portò in avanti i due pugni ben stretti. Iniziarono a brillare ancora della sua luce verde. In breve tempo generò una roccia infuocata che si abbatté sull’angelo che, ancora sconvolta dalla situazione, venne colpita in pieno. Apologaise venne atterrata in modo davvero poco elegante, rispetto al suo stile. Mentre Wade, interrotta la concentrazione dell’avversaria, ricadde a terra. Tutto il suo battaglione girò lo sguardo verso di lei:

    - PADRONA

    Urlarono, ancora una volta, all’unisono. Quella distrazione fu preziosa per Brutale, che, afferratone uno, iniziò a roteare su se stesso usandolo come mazza per atterrare gli altri e toglierli di torno a lui e Conan:

    - È il momento andiamo…

    Urlò la donna al partner, prima di correre in direzione di Apologaise e i due gatti. Brutale la seguì a ruota gettando dietro di se il malcapitato Gorgona che aveva avuto l’indegno compito di attrezzo. Nekra intanto reggeva Wade. Era conciato davvero male, l’armatura era ridotta ad un colabrodo. La compagna cercava continuamente di rianimarlo a schiaffi. Finalmente il gatto aprì debolmente il suo unico occhio, per esclamare con voce flebile:

    - N-Nekra…

    - No, non sforzarti…

    Fu a quel punto che il cyborg si ricordò di aver perso la maschera, cercava continuamente di distogliere il volto dall’amica. Come per risparmiarle la vista del suo tremendo aspetto:

    - Merda… Speravo che non fossi mai costretta a vedere il mio brutto muso!

    La sciamana si limitò ad accarezzargli la faccia, per dirgli:

    - Non dire stronzate! Sono contenta invece, finalmente posso vederti in viso, per quello che sei…

    - Ma che carini…

    Apologaise si era appena rialzata da terra. Un po’ bruciacchiata e piena di lividi ma tutt’altro che sconfitta:

    - Certo, chissà cosa direbbe Hisha quando saprà che c’è qualcosa fra te ed il suo Morara! Mi prodigherò ad informarla! Dopo avervi uccisi!!!

    - Tu dici di credere nell’amore! Ma godi tanto nell’infliggere sofferenza!

    - Voi per primi mi avete privato di ciò che era la luce della mia vita! Pagherete con la stessa moneta!

    Stavolta sollevò una gigantesca trave d’acciaio con il suo potere. Si preparò quindi a schiacciarli entrambi. Wade urlò quindi a Nekra:

    - Non restare qui impalata! Vattene!

    - NO!!! Io non ti lascio!

    Proprio quando si stava abbattendo sulle loro teste, qualcosa o meglio qualcuno, afferrò la trave a mani nude. I due alzarono lo sguardo, non era altri che Brutale giunto appena in tempo per evitare quella tragedia:

    - AAAAAARGH!!! ANDATEVENE!!!

    - Ma tu come farai a…?

    - ORA!!!

    Nekra obbedì trascinando via il compagno. Apologaise era furiosa, nessuno poteva intromettersi nella sua vendetta in quel modo. Continuò a fare pressione con la forza magnetica. Lo sforzo fisico era immane, la forza magnetica è comunque infinità, molto superiore ala forza fisica nemmeno Brutale, sebbene stesse spendendo ogni fibra della sua muscolatura per contrastarla, avrebbe resistito tanto. Iniziò in poco tempo a dar segni di cedimento:

    - N-non ce la faccio…

    - Ti saluto bestione!

    Ad un certo punto si sentì bloccare le braccia, perdendo la concentrazione. Cosicché Brutale poté scagliare via la trave. Ben presto l’angelo si accorse di non aver bloccate solo le braccia, ma anche tutto il resto corpo. Vide attorno a se quella che sembrava una sorta di ragnatela luminosa:

    - Tutti lo sanno! Prima o poi tutti gli insetti finiscono nella tela del ragno!

    Si voltò verso colei che aveva appena parlato. Era Conan che tendeva le mani verso di lei:

    - Questa cosa è opera tua?

    - Indovinato carina!

    Le rispose. Apologaise si sentì ad un certo punto prosciugare di tutta l’energia che aveva in corpo. Quando ebbe finito, Conan ritrasse quindi la tela lasciandola a terra parzialmente senza forze:

    - C-che mi hai fatto?

    Le domandò:

    - Oh lo vedrai presto!

    Rispose Conan. L’altra si era stufata di quel gioco. Scattò in piedi e si rialzò in volo gridando:

    - Idioti! È stato tutto inutile! Sento già tornare le energie adesso… Ma cosa…?

    Aveva cercato di usare nuovamente il magnetismo, ma stranamente non era successo nulla. Era come se il suo potere fosse scomparso. Sottointesa ovviamente la sua reazione successiva:

    Spoiler:


    - Cosa è successo?

    Continuava a chiedersi. Conan fu ben felice di fugare i suoi dubbi:

    - È successo, che la mia tela ti ha prosciugato di ogni potere. Non sarai più in grado di muovere nemmeno un ago da cucito per mooolto tempo!

    - Dannata sgualdrina io ti…

    Non fece in tempo a terminare la frase che venne afferrata ai piedi dalla possente mano di Brutale che anch’egli sorrideva compiaciuto:

    - Sai che significa questo?

    - Aspetta... parliamone...

    - BRUTALE SPACCA!!!(cit)

    Apologaise venne colpita in pieno dal doppio pugno del gigante, che la sbalzò in aria ad una velocità tale da farle quasi toccare il soffitto. Dopodiché riatterrò rovinosamente sul pavimento.
    Nel frattempo il combattimento con i Gorgona era giunto ad una fase di stallo. Nel vedere il loro comandante sconfitto erano distratti e demotivati. Lucifero decise che era tempo di porre fine anche a quella battaglia. Alzò al cielo la sua lancia:

    - Sparite vermi!!!

    Da essa ne scaturì un raggio di energia oscura, che colpì il soffitto:

    - Sparpagliatevi! Lontano dal centro!!!

    Tutto il gruppo obbedì ed abbandonarono il loro rispettivo combattimento. In breve tempo il soffitto iniziò a crollare addosso ai Gorgona che finirono sepolti dalle macerie. Nemmeno uno venne risparmiato.
    Quando il pericolo fu cessato, Nira si rivolse a Lucifero con aria piuttosto contrariata:

    - Cioè… avresti potuto farlo fin dall’inizio!!!

    - Beh sì ma… sarebbe stata una battaglia breve e noiosa non trovi?

    Il gatto non poteva credere che avesse lasciato che li strapazzassero per un proprio capriccio. Ma si limitò ad abbassare la testa rassegnato. In fondo non poteva sperare di avere voce in capitolo nei confronti di uno come lui. Decise piuttosto di andare ad accertarsi delle condizioni di Wade. Pareva ridotto ad un rottame:

    - Amico, tutto bene?

    Gli urlò mentre Nekra si occupava di lui reggendolo in spalla. Nonostante la fatica fosse immane, vista tutta la ferraglia addosso al compagno, ma non gli importava:

    - Oh sto da dio! Non lo vedi?... Vabeh, scherzi a parte credo poter sopravvivere, ma non riesco a muovermi, devono essere saltate un bel po’ di giunture e circuiti!

    Lucifero iniziò a dirigersi verso di loro. Ma stranamente li oltrepassò senza curarsene. Le sue attenzioni erano rivolte infatti ad Apologaise, ancora svenuta ai piedi di Conan:

    - Questa qui è un problema che ho intenzione di risolvere immediatamente!


    Detto questo sollevò in aria la lancia preparandosi ad infilzarla. Però una possente mano bloccò la sua arma proprio mentre era in procinto di trafiggerla:

    - Io non lo farei!

    - Che ti prende Brutale?

    Gli chiese Nira stranito. Aveva cercato di ucciderli, era una pericolosa nemica perché avrebbero dovuto risparmiarla? In ogni caso, ance Conan si mise fra lei e il gran demone, spalleggiando quindi il suo compagno e dicendo sprezzante a Lucifero:

    - Ha ragione! È stato versato troppo sangue a causa di questi angeli! L’Organizzazione non è un istituzione bellica, lottiamo per la pace! Chi ti dice che la sua morte sia realmente necessaria?

    - Io lo dico! Fatti da parte donna!

    - FERMO!!!

    Urlò a un certo punto qualcuno. Morara si era ripreso dalla carezza di Wade, dietro di lui c’erano tutti i loro compagni che guardavano Lucifero in cagnesco:

    - La battaglia è finita, lei è sconfitta ed inerme non serve aggiungere altri cadaveri alla lista!

    Lucifero ribolliva di rabbia. Nessuno poteva parlargli in quel modo. Disse quindi a Morara con tono visibilmente incazzato:

    - Come osi mettere in dubbio la mia autorità?

    - Oso eccome, visto non mi fido ne di Feyer ne di Thanos! Credi che il fatto che sei dalla nostra parte adesso mi faccia scordare che una delle tue metà ha cercato di ucciderci tutti, mentre la seconda ha marchiato Hisha con il sigillo di Malebolge! Ti posso giurare che prima poi la pagherete entrambi per tutto quanto!!!

    Gli rispose il gatto per niente intimorito. Lucifero avrebbe potuto polverizzarlo con un solo sguardo invece si limitò a sorridere compiaciuto:

    - Devo dire che hai parecchio fegato gatto! Nella nostra razza il coraggio è cosa ben rara, per ordine di noi gran demoni perlopiù. Mi hai convinto risparmierò questo rifiuto

    Benché tutti rimanessero stupiti da tali affermazioni da parte sua, decisero di non farsi troppe domande e accettare di buon conto la cosa. Il demone si girò poi verso Nira e Giko:

    - Voi due! Legate ed imbavagliate quella strega! Non la voglio comunque libera di scorrazzare in giro! Più tardi decideremo il da farsi!

    Morara intanto decise di aiutare Nekra a sollevare Wade:

    - Sei un idiota! Ci potevi restar secco!

    - Hai uno strano modo di dire grazie!

    - Zitto!

    Disse Nekra:

    -Prova a farci un altro scherzo del genere e la prossima se non muori pensiamo noi ad ammazzarti definitivamente!

    - Jawohl!

    Decisero quindi di ritornare al problema principale, la porta. Il crollo provocato da Lucifero sembrava aver indebolito parecchio la struttura. Forse stavolta Brutale avrebbe potuto abbattere il muro con poco:

    - Allora gorilla! Dobbiamo aspettare un'altra mezz’ora?

    Gli urlò Nira. Lui e Giko avevao appena finito di “impacchettare” Apologaise ora sorvegliata costantemente da Warg e gl’altri. Brutale non gli rispose e con aria tranquilla si diresse vicino al muro e si limitò a dare un colpetto in un punto determinato vicino alla lastra metallica:

    - Tutto qui? Ti sembra che possa basta…

    Lo rimproverava il gatto. In pochi istanti, prima che finisse la frase. La parete si sgretolò come niente. Lasciandolo letteralmente di merda:

    - Scusa se ho dubitato!

    Si precipitarono tutti oltre la gigantesca crepa nel muro lasciando però indietro Nekra, Wade e Apologaise che non potevano certo prendere parte ad un occasionale scontro con Rubik.
    La scena che si presentò ai loro occhi era terribile e disarmante. La sala del trono era completamente disastrata. Uno strano guerriero abbigliato come un soldato greco giaceva a terra in una sorta di cratere, che pareva essersi formato nel pavimento dopo una sua ipotetica caduta. Myamoto corse verso l’individuo a terra urlando:

    - Non è possibile… LUXOR!!!

    Cercò di reggerlo, pareva ancora vivo sebbene gravemente ferito, presentava una vistosa ferita d’arma da taglio a forma di "X" sul petto. Nel vedere Myamoto il suo sguardo si riempì di disprezzo:

    - Ah, ti ricordi ancora il mio nome a quanto pare… cough… ma a che serve preoccuparti per me traditore…

    - Smettila con questa storia! Cosa ci fai qui? E chi ti ha fatto questo?

    L’elementale si limitò ad indicare con il braccio in direzione della gigantesca apertura nella parete . Fu allora che tutti alzarono lo sguardo e videro una scena che non avrebbero mai voluto vedere. Sul tetto vi erano tre figure, una era Hisha gettata a terra piena di tagli, lividi ed abrasioni apparentemente priva di sensi forse morta. In piedi chianato sopra di lei vi era Orion, infilzato alla schiena dalla spada di uno strano angelo in armatura dorata che rideva diabolicamente, quasi sbavando e diceva con voce flebile, quasi sibilante:

    - Hai solo allungato la sua sofferenza!!!




    CONTINUA...
    Ultima modifica di Mr. Mxyzptlk; 9-11-2010 alle 11:16:26

  4. #259
    Dhavamba
    Ospite
    ma è fenomenale...morara è come crilin, ormai muore a tinchitè!!!

    Apologaise invece è n'amore!!! *_*

  5. #260
    Ex-Keine
    Ospite
    Maaagnifico :0

  6. #261
    MIX-YEZ-PIT-LIK L'avatar di Mr. Mxyzptlk
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    Orion vs Rubik: Final!!!






    Alcune ore fa; Catacombe…



    Hisha era stata completamente accecata dal lampo lucente scagliato da quel tizio, tutto ciò che vedeva davanti a sé era solo qualcosa di bianco ed inconsistente. Era quindi alla sua completa mercé. Ma doveva reagire, non poteva lasciarsi sopraffare in quel modo. Cercò di sferrare qualche fendente, nel caso il nemico cercasse di attaccarla, ma ovviamente non ottenne risultati, in quanto Luxor si era probabilmente tenuto a debita distanza. Ad un certo punto il suo ritmo di colpi venne spezzato, quando ricevette un potentissimo e dolorosissimo calcio in faccia che la sbalzò all’indietro, facendola sbattere rovinosamente contro la parete. L’elementale si avvicinò a lei con aria trionfante ed un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. Esclamò quindi ironicamente:

    - Cosa ti succede prescelta? Non lo hai visto arrivare? Eh, eh!

    Hisha si rialzò barcollante, riuscendo rimettersi in piedi. Cercò poi di orientarsi con l’udito per scoprire da dove provenisse la voce del suo avversario ed il suono pareva provenire da destra. Con la spada bene stretta nella mano destra scagliò un potente fendente d’aria in quella direzione, Luxor riuscì però ad evitarlo senza problemi, spostandosi semplicemente alla propria sinistra, cosicché il devastante attacco andò letteralmente a polverizzare la parete alle sue spalle. Si voltò verso la zona distrutta con aria sdegnata. Ah, un arma di quelle proporzioni in mano a bambini! Pensò tra sé, questo lo rese ancor più determinato a strappargliela dalle mani.
    Mentre Hisha cercava di capire se l’avesse colpito o meno, lui estrasse di nuovo il suo arco assieme ad una freccia e prese la mira in direzione della gatta, per poi scoccarla. La vista di lei nel frattempo stava lentamente tornando, abbastanza perché riuscisse a mettere a fuoco la freccia che era ormai a poca distanza da lei, ma era troppo tardi per schivarla:

    - Figlio di…

    Imprecò, poco prima che la freccia infuocata gli si conficcasse nella spalla, infilzandola da parte a parte. Cadde a terra, in preda ad un lancinante dolore, la freccia infatti continuava a bruciare anche conficcata nella sua carne. Ma doveva tener duro, non poteva mostrare la sensazione che provava realmente, decise di stringere i denti e di rialzarsi. Luxor si preparava nel frattempo si preparava a scagliarne un'altra, mirando stavolta alla testa. La freccia filò i n direzione della gatta, che tuttavia stavolta si abbassò, riuscendo ad evitarla per un soffio. Dopodiché afferrò quella ancora conficcata nel suo braccio e la spezzò in due, in modo da poterla estrarre senza che la punta le squarciasse ulteriormente la carne, nonostante tutto l’operazione si rivelò non poco dolorosa e anche dopo aver rimosso la freccia, la spalla gli doleva ad ogni movimento. Luxor aveva già pronta un'altra freccia per lei, ma stavolta, la gatta decise di agire prima del suo avversario. Iniziò quindi a far roteare velocemente la Hu-Kamashojo con il polso. Si venne a creare un gigantesco vortice d’aria che si abbatté su Luxor. Era troppo grande e troppo veloce per poterlo scansare, ma tentò comunque si spostarsi a destra. Ovviamente non ci riuscì e venne investito in pieno. Il tornado fu tanto forte da farlo volare contro la parete. L’impatto la sfondò completamente. Luxor si rialzò da terra, pulendosi il sangue dalla bocca. Fece per afferrare un'altra freccia dalla faretra ma si accorse subito dopo di aver perduto l’arco. Hisha sferrò un altro fendente d’aria in sua direzione, Luxor fece uno scatto di una velocità assurda verso sinistra riuscendo ad evitarlo, il colpo andò a tagliare in due il muro già danneggiato. Ad un certo punto, Luxor si trovava a pochi centimetri da Hisha. Mentre la gatta cercava ancora di capire cosa stesse succedendo, ricevette un fortissimo calcio diretto in faccia che la sbalzò alcuni metri di lato, rovinò a terra rotolando. Benché ancora stordita poté sentire le parole beffarde dell’avversario:

    - Ho finito di giocare con te gatta! È ora di usare appieno il mio potere!

    Come aveva potuto raggiungerla in così poco tempo? Non l’aveva neanche visto, si muoveva ad una velocità quasi impercettibile all’occhio normale. Il nemico si mosse verso di lei, anche stavolta raggiungendola in pochi istanti. Hisha doveva far presto. Fortunatamente non aveva perso la presa sulla spada, così mentre era ancora a terra, la piantò nel pavimento, esattamente ai piedi dell’elementale. Quest’ultimo credette di essere stato semplicemente mancato e rimase stupito da un errore tanto grossolano, ma in seguito notò che da alcune crepe nel terreno stava fuoriuscendo una strana luce verdastra. La stessa emanata dalla spada. In breve, il terreno gli esplose sotto i piedi sbalzandolo in aria. Hisha balzò in piedi velocemente ed effettuò un rapido balzo mentre Luxor era ancora in aria. Poi vibrò un rapido colpo con la Hu-Kamashojo nel tentativo di straziarlo, Luxor però fu abbastanza abile da togliersi dalla traiettoria dell’arma. Quindi diede un altro calcio ad Hisha diretto nello stomaco, sbattendola violentemente a terra. Dopodiché, il suo pugno si caricò di luce e si preparò a colpirla mentre stava atterrando. Hisha però riuscì a rotolare via. Il pugno di Luxor aprì un buco nel pavimento. La gatta si rialzò velocemente, ansimava ma non aveva intenzione di cedere proprio in quel momento. Morara non l’avrebbe mai fatto e neanche lei doveva essere da meno. Poteva vincere quella battaglia, il suo avversario avrà anche avuto più esperienza, ma lei aveva l’arma suprema. Luxor iniziò a caricare un altro lampo abbagliante. Hisha chiuse gli occhi, nonostante tutto però l’esplosione di luce riuscì a stordirla per qualche secondo. Tanto bastò all’avversario per poter cercare con lo sguardo il proprio arco. Quando Hisha recuperò la vista, aveva già imbracciato l’arma e estratto una freccia dalla faretra. Luxor la scagliò contro la gatta, che stavolta riuscì però a schivarla in tempo. Non gli diede un solo attimo di respiro ed iniziò a lanciar frecce una dopo l’altra a ripetizione, tuttavia Hisha riuscì ad evitarle tutte con una serie di salti laterali. Dopodiché sembrò dare inizio ad uno strano rituale, infatti cominciò a tracciare con la punta della spada uno strano cerchio luminoso, simile a quelli dei negromanti, ma questo era stato eseguito, strano a dirsi, nell’aria anziché sul pavimento. Al centro di esso disegnò una specie di lama stilizzata:

    - Slash Emblem!!!

    Dal cerchio si liberò uno strano fascio lucente verde, sottoforma di lama energetica. Luxor lo evitò per un soffio, quel colpo pareva eguagliare la sua innata velocità. La lama tagliò in due alcune pareti dietro lui, facendo crollare alcune parti del soffitto, quel colpo era ancora più potente dei fendenti d’aria della spada. Decise che non le avrebbe lasciato respiro per ritentare un’altra tecnica simile, perciò scattò verso di lei alla velocità della luce e le piazzò un calcio diretto nello stomaco che la sbalzò all’indietro di alcuni metri. Proprio mentre il nemico si preparava a sferrarle un altro calcio, Hisha si parò con la spada. Essa generò una sorta di barriera luminosa, uno scudo impenetrabile contro il quale Luxor andò a sbattere. Questo fece come da specchio riflettendo il suo stesso calcio contro di lui. L’elementale venne quindi scagliato nuovamente in aria:

    - ORA SEI MIO!!!

    Urlò la gatta, era la sua occasione, iniziò alzando l’arma al cielo ed urlando due semplici parole, parole che non avrebbe mai creduto di poter pronunciare prima di ottenere quella spada. Fortunatamente Mosasa aveva usato il suo potere di mimo per infondere quella tecnica, che aveva imparato tempo addietro, all’interno di essa. Ora finalmente era a disposizione di Hisha:

    - Il MONDO!!!

    La magia prima appartenente a Rolex e a Relm bloccò istantaneamente il tempo, Fu così che Luxor rimase bloccato a mezz’aria. Hisha si portò quindi sotto di lui ed iniziò a tracciare nel vuoto un altro cerchio luminoso con la lama della spada, vi disegnò un altro simbolo vagamente simile a quello precedente, solo che stavolta raffigurava due lame incrociate e praticò alcuni affondi all’interno di esso, come a tracciare dei punti:

    - Double Slash Emblem… APOCALYPSE!!!

    Pronunciate quelle parole, il tempo riprese a scorrere. Il cerchio luminoso emise un fortissima ed accecante luce che istantaneamente investì Luxor, ancora sopra di esso, come un esplosione, persino Hisha dovette fare quel che poteva per rimanere in piedi. Il suo avversario non solo si procurò due profondi tagli incrociati sul petto, ma venne anche scagliato ad una velocità assurda contro il soffitto sfondandolo completamente, ma non è certo qui che si fermò, continuò a sfrecciare lungo la struttura, attraversando sempre più piani. Pareva una sorta di meteora diretta verso l’alto. Continuò a sfondar soffitti finché non scomparve dal campo visivo della gatta:

    - Digerisci questa luce al neon!

    Nel frattempo…






    Lo scontro tra Rubik e Orion si faceva sempre più intenso, nessuno dei due era disposto a cedere all’altro per nessuna ragione al mondo. Erano infatti impegnati in un duello fra le rispettive spade. Per Orion quel contrasto era più arduo, la spada di Rubik era infatti generata dallo stesso corpo dell’angelo, ma la sua lama di ghiaccio, sebbene resistente era stata privata di tutto il proprio potere a causa dell’influsso anti-magico dell’armatura. Rubik tentò un affondo che venne prontamente accolto dal suo avversario, che lo spinse all’indietro facendo pressione con la propria arma, Rubik cercò di resistere, ma fu inutile, dopodiché gli sferrò un fendente, che l’altro evitò spostandosi verso destra. Orion cercò ancora una volta di colpirlo con la spada, ma stavolta Rubik non fece nulla, o meglio fece rientrare la spada nel proprio braccio, disarmandosi. Appena la spada del nemico si abbatté su di lui, afferrò saldamente la lama dopo aver ricoperto il suo braccio di metallo fuso. Afferrò la spada a mano nuda, mantenendo salda la presa:

    - Puoi indossare tutte le armi leggendarie che vuoi…

    Gli disse con tono sprezzante. Dopodiché spezzò in due la lama di Orion, lasciando quest’ultimo di stucco, il duello precedente era stato ovviamente non più di un gioco per lui:

    - …ma non sarai mai al mio livello!

    - Questo è da vedere…

    Ad un certo punto si sentì una strana vibrazione provenire dal pavimento, si faceva sempre più forte. Si udiva nitidamente il rumore di alcune parti sottostanti della struttura che cedevano. Il terreno iniziò ad incrinarsi, i due contendenti non capirono inizialmente che cosa stesse per accadere. L’incrinatura nel terreno continuò ad estendersi, fino a quando qualcosa non sfondò il pavimento da sotto, venendo sbalzato in alto fino a toccare quasi il soffitto. Dall’aspetto sembrava un essere umano in armatura. Il malcapitato, ricadde verso terra, l’impatto aprì un cratere nel terreno. Orion e Rubik rimasero a guardare la figura giacente a terra, presentava due profondi tagli grondanti di sangue sul petto. Era ormai svenuto ma sembrava respirare ancora sebbene a fatica. Orion voltato verso il nuovo arrivato si sentì ad un certo punto afferrare da dietro per le spalle. Aveva fatto male a distrarsi, Rubik infatti ne aveva approfittato per prenderlo di sorpresa. L’angelo lo lanciò con violenza alla propria destra facendolo rovinare a terra. Trasformò poi la sua mano in un aculeo affilato che si allungò in direzione di Orion. Questi si levò dalla traiettoria d’attacco e lanciò un altro colpo distruttivo dalla cintura, riuscendo a colpire Rubik. Quest’attacco non lo uccise ma lo debilitò parecchio, abbastanza da permettere al suo avversario di piantargli un poderoso calcio alla velocità della luce in pieno volto. L’ammiraglio rovinò a terra dolorante, tuttavia si rimise in piedi quasi subito con una veloce capriola poi chinarsi e piantare la mano nel terreno. Da esso iniziarono a spuntare delle gigantesche e letali punte metalliche, simili alla tecnica di Hisha, ma due volte più grandi. Orion si ritrovò parzialmente impalato, almeno in alcuni dei punti scoperti dell’armatura, ritrovansi quindi immobilizzato. Rubik si rialzò e puntò il dito verso di lui. Da esso partì un unico sottile filo metallico che si unì ad uno degl’aculei, essi iniziarono a liquefarsi, fino a riunirsi in una massa semovente che iniziò ad espandersi sul suo corpo di Orion rimanendo però sempre collegata a Rubik da quel filo. Nonostante lui cercasse di scrollarselo di dosso, il metallo continuava a ricoprirlo:

    - Cosa mi stai facendo? Dovresti saperlo che non puoi bruciarmi!

    Urlò a Rubik, che sorrise malignamente e gli rispose:

    - Questo è vero, ma anche con quell’armatura non credo tu abbia perso la necessità di respirare!

    Queste sue parole furono fin troppo chiare. Infatti il metallo fuso lo stava inglobando sempre di più, in poco tempo sarebbe soffocato. Oramai l’aveva ricoperto completamente, era sulla sua faccia, sugl’occhi. Non aveva neanche modo di urlare o di contorcersi era immobile come una statua. Stava quasi per perdere i sensi per la mancanza d’aria, quando, improvvisamente Rubik venne colpito alle spalle da qualcosa. Cadde a terra con il fianco ferito e sanguinante. Immediatamente il metallo addosso ad Orion si ritirò tornando al suo proprietario, l’elementale cadde a terra stordito, ma abbastanza lucido da capire di aver sfiorato la morte. Alzò lo sguardo verso il proprio salvatore o meglio, salvatrice:

    - Hisha?

    Disse sbigottito, la gatta infatti era di fronte a lui, un po’ ammaccata con una ferita alla spalla, ma ancora viva:

    - Chi ti aspettavi? Garfield per caso?

    Gli rispose lei ironicamente. Hisha infatti dopo aver scaraventato Luxor verso la torre. Aveva deciso di seguirlo attraverso gli stessi buchi nel soffitto da lui provocati, utilizzando un altro dei cerchi mistici creati dalla spada, che le aveva permesso di levitare verso l’alto, non poteva certo immaginare che sbucasse proprio nella sala del trono. Non ebbe nemmeno il tempo di cercare Luxor con lo sguardo che Rubik si era già rialzato e il suo ventre rigenerato:

    - TU!?!?

    L’angelo era su tutte le furie, non poteva essere sopravvissuta di nuovo. Non avrebbe fallito questa volta, tese la mano contro di lei, Hisha poteva avvertire tutto l’odio e il disprezzo da lui provati solo dallo sguardo. Un potente getto di metallo fuso partì dal palmo aperto di Rubik. Hisha compì un balzo laterale eludendo l’attacco. L’altro tramutò quello stesso braccio in una lama sottile ed estensibile, questa di allungò verso la gatta che però la accolse con la spada. Al solo contatto con essa la lama di Rubik si ridusse in pezzi. Hisha spiccò un balzo verso di lui e cercò di colpirlo con un poderoso fendente. Rubik non poteva certo sperare di parare un colpo della Hu-Kamashojo, quindi spiccò il volo. L’attacco di Hisha andò a squarciare in due il pavimento, la crepa formatasi si propagò per tutta la struttura. Rubik capì che ogni colpo di quella spada, anche il più debole, era devastante, non poteva sperare di vincere lealmente quella battaglia. Riatterrò con i piedi per terra, dalla sua gamba partì una piccola massa di metallo fuso che strisciò velocemente verso Hisha, fino a portarsi alle sue spalle. Dopodiché essa si alzò da terra come un serpente, la sua estremità si trasformò in una punta affilata che schizzò verso la gatta, proprio come un cobra quando attacca. Lei non si accorse di nulla e venne colpita da una sferzata che le aprì un taglio nella schiena, la gatta si voltò dolorante, ma cercò di non badare al dolore. Tagliò due in quella “serpe di metallo”, ma Rubik si stava già abbattendo su di lei, aveva trasformato in due affilatissime lame le proprie mani che aveva portato in avanti nel tentativo di impalarla. Proprio mentre era a quasi un metro da lei, venne spintonato da Orion, lanciatosi al salvataggio della gatta. Rubik si rialzò da terra velocemente, si scrollò di dosso l’avversario, lo afferrò per il collo per poi sollevarlo da terra. Dopodiché lo scagliò in alto con una forza tale da fargli attraversare la parete posta dietro la balconata principale. Orion atterrò proprio su di essa. Rubik si levò in aria per raggiungerlo. Sfondò la parte superiore del buco causato da Orion con un pugno, allargandolo ancora di più. Atterrò a pochi centimetri da esso, poco lontano da lui, Orion si stava rialzando. Quel combattimento lo stava sfinendo. Ma aveva aspettato quel momento per troppo tempo, troppe notti insonni, passate a tentare di scacciare i propri demoni. Non poteva darsi per vinto. La risata folle e diabolica di Rubik gli risuonava nella testa, continuamente. Avrebbe messo fine a tutto in quel momento. Ormai era notte fonda, inoltre, quasi ad accompagnare quell’atmosfera, aveva iniziato a piovere a dirotto, anzi lo si poteva definire un vero e proprio temporale, rumorosi tuoni risuonavano nell’aria ed illuminavano il cielo notturno. Rubik sorrise e disse all’avversario, che sebbene esausto si ergeva ancora sulla balconata:

    - Non avrei mai immaginato che sarebbe finita così!

    - Che intendi dire?

    Gli chiese Orion confuso, Rubik gli rispose tranquillamente:

    - Parlo di me e te, faccia a faccia! Non credevo che saresti stato proprio tu il mio avversario in questa epopea! Ti ho sempre visto come il minore dei miei nemici! Debole e piagnucoloso, sempre troppo preoccupato per le sorti degl’altri per avere un briciolo di orgoglio o amor proprio! Tutto sommato l’abbandono dell’armata da parte tua è stata solo una fortuna!

    - Per lui!

    L’angelo si voltò, Hisha si trovava dietro di loro, il suo sguardo era colmo di odio misto a disprezzo:

    - Tu lo giudichi patetico? Tu hai scatenato una guerra per soddisfare i tuoi capricci! Come un bambino petulante, ti sei fatto manipolare come una marionetta da Alex, che ha sfruttato alla perfezione quella tua debole e perversa mente! Orion è uno dei pochi di tutti quei mostri dei tuoi seguaci ad aver capito in quale follia avevi trascinato il suo regno!

    Hisha… Orion era sconvolto. Per la prima volta qualcuno esternava un opinione simile sul suo conto, la sua ammirazione per la gatta era più alta che mai. Non poteva immaginare che qualcuno potesse vedere del bene anche in uno come lui. Rubik invece stava ribollendo di rabbia, il suo sguardo era truce ed omicida, Hisha proseguì senza curarsene:

    - Tu perderai Rubik! E quando parleranno di te, parleranno solo di un povero squilibrato, un bambino con in mano un potere più grande di lui!

    L’angelo era al limite, come poteva un essere inferiore come quello, giudicarlo patetico? Non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Alzò la mano al cielo, uno dei fulmini attraversò la sua mano e venne assorbito. Dopodiché urlò alla gatta:

    - NESSUNO PUÒ PARLARMI COSÌ!!!

    Non dovette neanche voltarsi, una scarica elettrica partì dalla sua mano e colpì Hisha lateralmente sotto lo sguardo attonito di Orion:

    - …tantomeno uno scherzo della natura come te!

    A quel gesto, l’elementale si lanciò per soccorrere la gatta mentre cadeva a terra priva di sensi. Prima che potesse raggiungerla, venne bloccato da una gigantesca lama metallica. Era il braccio sinistro di Rubik che si era allungato per sbarragli la strada:

    - Basta tergiversare, è il momento di finirla!

    Orion odiava ammetterlo, ma aveva ragione lui. Non ci sarebbe stata pace ne per Hisha ne per nessun altro se non l’avesse tolto di mezzo. Annuì quindi con fare combattivo:

    - Non chiedevo di meglio…
    Entrambi si lanciarono in corsa uno di fronte all’altro, era lo scontro decisivo, che avrebbe dettato finalmente il vincitore di quell’amara commedia. Appena giunti uno di fronte all’altro, Orion tentò di sferragli un pugno laterale, ma a Rubik bastò schivarlo portandosi un po’ più indietro. Tentò quindi un diretto, l’avversario si abbassò prontamente ed approfittò della situazione per vibrare un calcio roteante alle gambe per farlo cadere, l’altro però spiccò un piccolo balzo eludendolo. Cercò di schiacciarlo a terra con un potente calcio dall’alto, Orion rotolò lateralmente per evitarlo e si rialzò. Tentò di colpirlo all’addome con un altro pugno, ma anche stavolta Rubik indietreggiò. Trasformò velocemente le mani in lame e tentò di recidergli la testa con un doppio fendente, Orion si abbassò nuovamente rendendo vana quell’offensiva. Decise che se Rubik aveva intenzione di giocar sporco non sarebbe stato da meno. Caricò un colpo distruttivo della cintura e lo scagliò contro Rubik dalla sua posizione. Era troppo rapido per essere evitato, venne scagliato molti metri lontano, provocando un solco nel terreno. Per poco Rubik non finì oltre la balconata. L’angelo però si rialzò di scatto mentre Orion attendeva, pronto a tutto. Spiegò le ali e si alzò in volo, l’elementale fece lo stesso e lo seguì. Mentre erano entrambi in aria, Orion sfrecciò verso di lui e gli diede un doppio pugno facendogli perdere momentaneamente il controllo del volo. Rubik però si ricompose subito, volò contro il nemico e lo afferrò per l’armatura, iniziò così un reciproco contrasto aereo, i roteavano in aria senza che nessuno prevalesse sull’altro. Fu Rubik a dar la svolta decisiva, con un rapido calcio lo scagliò contro una delle torri. Orion ne fece a pezzi la cima. Si aggrappò ad uno dei bordi rimasti per non cadere. Rubik troneggiava su di lui e con fare beffardo disse:

    - Sei resistente vecchio mio! Devo concedertelo, non è solo quell’armatura a darti tutta quella forza d’animo? Dimmi che cos’è, i ricordi forse? La consapevolezza che se fallirai, tutto quello che avete fatto, che avete sofferto e perduto… diverrà inutile?

    Orion si manteneva in piedi su quella costruzione in rovina. Rispose al nemico ansimante:

    - No… la consapevolezza che quando ti avrò ucciso! Sarà tutto ciò che tu e i tuoi accoliti avete fatto per elevarvi a divenire inutile!

    - Bene…

    Gli disse l’altro:

    - ….Resta da stabilire chi sarà a fallire dei due!

    Detto questo si allontanò da lui, come fa un toro quando carica la sua vittima. Iniziò a girare vorticosamente su se stesso, chiudendo le ali su di sé a mho di bozzolo. Continuò a ruotare sempre più velocemente, le ali si ricoprirono di metallo fuso, che solidificatosi lo trasformò in una sorta di trivella. Puntò quindi verso Orion e si lanciò verso di lui ad un incredibile velocità. L’elementale rimase parecchio spiazzato da questa singolare tecnica di battaglia. Doveva calcolare i tempi esatti per non ridursi ad uno spiedino. Quando si presentò il momento giusto, spiccò il volo evitando l’attacco di Rubik. La gigantesca trivella distrusse completamente i resti della torre fino a ridurli in polvere. Orion si era portato davanti ad uno dei muri del torrione. Nel mentre Rubik si preparava ad attaccarlo di nuovo, l’altro si diede quindi la spinta con i piedi contro la parete e si lanciò verso di lui. Contemporaneamente Rubik lo caricava nuovamente, roteando al massimo della velocità. Avvenuto lo scontro che avrebbe dovuto vedere l’angelo come vincitore ed Orion perforato, avvenne qualcosa di inaspettato, quest’ultimo infatti aveva estratto ed imbracciato lo scudo, così che Rubik, venne respinto all’istante e il suo vorticoso movimento arrestato. Era il momento giusto per agire, con un poderoso calcio stordì temporaneamente l’angelo che riaprì le ali. Tuttavia quest’’attimo di sbigottimento non durò a lungo, dopo essersi ripreso Rubik si lanciò nuovamente verso Orion e lo afferrò con violenza per le spalle. Quest’offensiva gli fece addirittura perdere lo scudo. Venne portato ancora più in alto, oltre la più alta estremità del Palazzo angelico. Dalla loro postazione poteva vedere la battaglia che infuriava nella valle di Heresh, i draghi rimasti oramai erano ben pochi, le armate demoniache stavano schiacciando quelle angeliche, ormai prive di comandanti capaci di dirigerli in battaglia. Orion diede un calcio a Rubik per fargli mollare la presa e mandarlo lontano dalla propria postazione:

    - Osserva Rubik, il tuo esercito è ormai agli sgoccioli, in qualunque modo termini questo scontro perderai comunque! Arrenditi, questa è l’ultima volta che ti concederò di farlo!

    - Sei soltanto un idiota! Pensi che questa scialba armata, questo ammasso di pietre in cima ad un insulsa montagnola, mi interessino ancora? Voi non sapete cos’ha intenzione di fare Alex, io sì! Vi posso assicurare che quando avrà finito, non ci saranno più Gran demoni o armi leggendarie che tengano! Lui vi ha giocati tutti quanti e non lo avete ancora compreso!

    Orion era stufo di quelle parole enigmatiche, ma sapeva comunque che qualsiasi tentativo di fargli sputare la verità sarebbe stato inutile. Tutto ciò che doveva fare era concentrarsi sulla battaglia. Dopo avrebbero pensato ad Alex.
    Volarono per l’ennesima volta l’uno di fronte all’altro e quando si raggiunsero a vicenda ripresero a lottare. Rubik cercò di colpire quindi Orion con un destro, l’elementale si abbassò e gli sferrò un poderoso pugno diretto alla faccia. Il colpo fece volar via l’angelo indietro di alcuni metri. Ma questi tornò quasi subito all’attacco, generò un enorme lama circolare e la scagliò a tutta forza contro il nemico. Orion riuscì ad eluderlo scattando verso destra. In quel momento Rubik fece una cosa pressoché strana, si voltò e sfrecciò nel cielo portandosi ancor più lontano dalla postazione del suo avversario. Dopodiché virò verso di lui, Orion non capì inizialmente che avesse intenzione di fare, finché Rubik lo raggiunse tenendo il braccio alzato. Orion venne colpito dalla superficie del braccio e fece per perdere quota. Rubik non gli diede il tempo di reagire, gli si gettò addosso e lo afferrò per il collo. Iniziò quindi a spingerlo verso il basso, aveva ovviamente intenzione di sfracellarlo al suolo. Orion lo vide sorridere diabolicamente:

    - Devo concedertelo, ti permetterò di passare alla storia come il mio nemico più fastidioso! Ma ora è tempo di finirla!

    Ormai erano quasi a terra, per Orion sarebbe stata la fine, doveva reagire. Decise di sferrare un doppio calcio in modo da farsi lasciar andare. In seguito lo afferrò per il torso, era riuscito a ribaltare la situazione. L’impatto, ironia della sorte avvenne proprio sulla balconata dalla quale erano partiti. Rubik cadde di testa aprendo un gigantesco cratere, Orion a questo punto lo lasciò andare, mentre l’intera impalcatura si incrinava per poi crollare completamente. L’elementale afferrò prontamente Hisha ancora svenuta prima che seguisse Rubik nella sua caduta. La trasportò fino sul tetto e atterrò sopra di esso, dopodiché la posò dolcemente a terra, era sì priva di sensi e ferita, ma respirava regolarmente, non sembravano esserci danni gravi. Si sarebbe svegliata a breve. Poi il suo sguardo si rivolse a ciò che restava dell’impalcatura. Di Rubik non vi era traccia, restava soltanto il “moncherino” della balconata. La spada del potere si era conficcata proprio dentro di esso, quasi a voler preservare se stessa.
    Il peggio sembrava passato, ora doveva solo trovare il modo di raggiungere il resto della compagnia. Tuttavia prima che potesse anche solo pensarci per un attimo una voce proruppe nel temporale:

    - Tutto qui quello che sai fare?

    Orion si voltò, non era possibile, eppure era la sua voce. Rubik era sopravvissuto, sebbene piuttosto malconcio era sopravvissuto. Si levò in volo sopra di loro aveva generato nuovamente la spada. Sembrava inarrestabile, Orion era quasi completamente privo di energie:

    - Questi giochetti mi hanno stufato Orion! Non puoi vincere, Alex ha predetto la vostra sconfitta! Ed è così che andrà a finire!!!

    Si preparò a infliggere un affondo e partì all’attacco. Tuttavia Orion si accorse troppo tardi che non era lui il bersaglio. No, lei no… vigliacco… Si fiondò davanti alla gatta stesa a terra e si chinò sopra di lei. Venne perciò infilzato alla schiena, fra il bracci e la scapola, sputò alcuni spruzzi di sangue che macchiarono il corpo di Hisha, era salva, ma per quanto ancora? Rubik rise di gusto di fronte quel gesto che ai suoi occhi era solo segno di debolezza:

    - Hai solo allungato la sua sofferenza!!!

    - HISHAAA!!!

    Si udì improvvisamente. Il gruppo aveva sfondato l’impenetrabile porta, la struttura era incredibilmente malandata. Morara era arrivato appena in tempo per osservare la scena. Rubik gli urlò con aria di sfida:

    - Ma guarda un po’… Il caro amato di Hisha, tornato nuovamente dal regno dei morti! Quando me lo hanno riferito stentavo a crederlo! Ma è troppo tardi gatto, vedrai la tua amata perire assieme al suo sciocco salvatore!

    Estrasse la spada dal corpo di Orion che si accasciò a terra, anche lui privo di sensi. Poi si levò in aria, alzando poi le mani al cielo. Venne colpito da almeno una decina di fulmini. Ne incamerò la potenza, preparandosi a caricare un potente attacco elettrico, diretto ovviamente sui due malcapitati. Morara scattò quasi d’istinto in direzione del buco nel muro. Nira e gli altri non riuscirono a fermarlo in tempo. Balzò oltre di esso, aggrappandosi alla balconata distrutta, notando la spada che sembrava essere stata lasciata lì proprio per lui. La estrasse dalla pietra e tentò di mirare con precisione, Rubik era pronto a fare la sua mossa e a friggere Hisha ed Orion con il suo attacco. Era il momento decisivo, ripensò a quello che era accaduto a Nightmare-City mesi fa. Allora non era stato capace di proteggere Hisha, stavolta sarebbe andata diversamente, doveva andare diversamente, era l’unica prova d’amore che le doveva. Lanciò l’arma leggendaria con tutta la forza che aveva nelle braccia, nonostante fosse un pesante spadone. Rubik venne centrato proprio in mezzo al petto, non avendo modo di lanciare il proprio fulmine e fece quasi per precipitare, riuscendo comunque a tenersi in aria sebbene difficilmente. Il gatto evocò la sua spada magica e fletté le gambe, quello era il suo momento. Balzò agilmente in direzione dell’angelo che stava perdendo sempre più quota. L’impresa fu incredibile riuscì ad arrivare a Rubik sotto gli sguardi attoniti di tutti, caricò in sé tutto l’odio provato per l’ammiraglio in quel momento e lo buttò fuori in unico istante. Iniziò ad infilzarlo continuamente mentre era in volo, grazie alla spada conficcata nel suo corpo era tangibile anche per lui e privato di ogni potere, risultava quindi succube dei colpi del gatto. Per Hisha… per Reaper… per Masaku… per mio fratello… continuava a ripetersi, ripensando a tutti coloro che erano periti o che avevano sofferto a causa di quel mostro. Concluse la sua azione con un veloce fendente che squarciò completamente Rubik dal petto fino al ventre. Il gatto si lasciò cadere e atterrò sul tetto, accanto ai suoi due compagni feriti. Alzò lo sguardo per osservare un ultima volta Rubik, che si contorceva agonizzando. Come può questa vile creatura ridurmi in questo stato? Io sono Rubik! Grandammiraglio dell’armata angelica, un dio fra gli uomini non posso finire in questo… Non ebbe il tempo di terminare quel pensiero che ad un certo punto il suo corpo iniziò a ricoprirsi di strane incrinature luminose, per poi tramutarsi in metallo. Infine il temibile angelo terminò in un esplosione di luce bianca e abbagliante, pezzi metallici si sparsero in tutte le direzioni. La Hu-Kamashojo, simbolo della vittoria, cadde ai piedi di Morara. Rubik non esisteva più.
    Il gatto non si preoccupò di raccogliere l’arma leggendaria, cercò invece di svegliare Hisha scuotendola:

    - Hisha… andiamo… ti prego, svegliati…

    La gatta riaprì debolmente gli occhi, era ancora parecchio frastornata, ma riconobbe subito il compagno:

    - M-Morara…

    Lui la strinse a sé, sembrava non volerla lasciare più:

    - C-ce l’ho fatta Hisha! Stavolta ti ho salvata, non permetterò a nessuno più di toccarti…

    Anche Orion si era alzato, sedeva dinnanzi a loro, stranamente sorrideva bonariamente, cosa che non faceva ormai da un eternità. Commentò poi ironicamente:

    - Perdonatemi, vi lascerei da soli, se avessi la forza di sollevare le gambe!

    Anche Morara sorrise. Per poi dirgli:

    - Grazie per averla protetta…

    - Dovere…

    Gli rispose infine l’elementale.

    Intanto diversi metri più in là, nella sala principale, Nekra, Wade e Apologaise potevano solo immaginare cosa stesse accadendo nella sala del trono. La sciamana a cercava di cauterizzare le ferite del compagno con i suoi poteri. L’angelo dal canto suo, tentava di forzare le corde che la bloccavano, ma era tutto inutile, quei dannati gatti avevano fatto davvero un buon lavoro. Si erano persino premuniti di bloccarle le ali. Dannati bastardi, come osano trattare così una grande condottiera e sostenitrice dell’amore come la sottoscritta? Se il bavaglio la bloccava la parlata, riusciva comunque ad essere prolissa anche nei propri pensieri:

    - Ci hai fatto venire un colpo!

    Disse Nekra a Wade, mentre terminava di medicarlo. Il gatto le rispose con il suo solito tono spaccone:

    - Tranquilla! Deve ancora arrivare il giorno in cui mi faccio mandare all’altro mondo da una cheerleader sciroccata!

    - Mmmmgh, Mgrrrrh!!!

    Apologaise mugolò qualcosa di incomprensibile, ma non ci voleva un genio per capire che non erano di certo belle cose. Wade ridacchiò pensando al ridicolo della situazione:

    - Che c’è ragazza? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Eh, eh, eh… l’hai capita Nekra? Noi siamo gatti, lei non può parlare e… e…

    Lo sguardo stranito della gatta (per intenderci quello di chi ha appena sentito l’orribile barzelletta dei due socialisti che fanno un viaggio in Cina), diceva tutto. Insomma capì che era il momento di zittirsi:

    - Ah-ehm… forse è il caso che torni a fare il malato…

    - Sarà meglio…

    Wade propose poi di andare a controllare come si stessero mettendo le cose nella sala del trono. Nekra lo sostenne sulla spalla e si trascinarono verso la porta abbattuta. Apologaise vide la sua via di fuga. Devo approfittarne ora non badano a me! Che vadano a farsi friggere Rubik e l’armata angelica, meglio salvare la pellaccia… Pensò. Iniziò quindi a strisciare a mho di lombrico in direzione dell’uscita. Era piuttosto umiliante per una guerriera del suo rango ma non aveva alternative. Nekra e Wade non erano nemmeno a metà strada del loro percorso, che Le macerie sotto le quali erano rimasti schiacciati i Gorgona iniziarono a muoversi. E furono proprio sei di questi ultimi ad emergere da esse. Nekra si fermò di scatto, erano troppo deboli per lottare, anche se i loro avversari non erano certo messi meglio. Erano quasi tutti ammaccati e ben due di loro avevano almeno un braccio mancante. Vedendo in fondo alla stanza la loro padrona ridotta così, scattarono d’ira verso i due malcapitati, urlando all’unisono:

    - Voi tutti pagherete!!! Salveremo la nostra padrona!

    - Tutti chi? Ci siamo solo noi due!

    Fece notare Wade. I mostri non risposero, ma ritornarono polvere ferrifera e iniziarono ad unirsi fino a formare una strana sfera fluttuante, che iniziò a girare su se stessa e a illuminarsi di una strana luce, come se fosse sul punto di esplodere. Data la loro proverbiale fortuna, era di certo così. Nekra fece una rapida mossa mollando Wade che cadde a terra come un pezzo di piombo:

    - Scusa…

    Gli disse lei, incrociò poi le braccia, formando una sorta di barriera energetica verde. La sfera esplose in circa un trilione di pezzi. Inutile dire che quell’esplosione indebolì ulteriormente la struttura già messa duramente alla prova, le macerie ricaddero sulla barriera senza scalfirla, lasciando quindi i due gatti incolumi. Un’altra crepa si propagò per il soffitto. Strano a dirsi, alcuni pezzi si staccarono per cadere proprio nel punto in cui si trovava Apologaise. Riuscì ad accorgersene in tempo e a rotolare via, evitando un grosso masso, ma non riuscì ad evitare una piccola pietra che le cadde proprio in fronte, tramortendola e bloccando così la sua breve fuga.

    Fu così che il gruppo finalmente si riunì. Non prima però che fuggissero tutti dal castello che aveva iniziato a crollare su se stesso. In fondo era un miracolo che avesse resistito tanto a lungo in quelle condizioni. Si ritrovarono tutti ai piedi delle macerie, pochi metri davanti ad esse. Zehir e Shii si erano preoccupati di curare i feriti, Orion, Hisha e Luxor in primis, Myamoto aveva garantito per quest’ultimo, anche se aveva cercato di uccidere Hisha, non l’aveva certo fatto per malvagità. Li convinse che sarebbe riuscito a convincerlo e fargli cambiare idea. L’avrebbero quindi curato e portato sull’aeronave di Dexter. Nella valle di Heresh la battaglia era ormai terminata, Warg e Lucifero lo capirono dagl’urli di vittoria dei demoni che echeggiavano in tutto lo spazio circostante. L’armata angelica era dunque sconfitta e l’incubo apparentemente terminato. Ma tutti sapevano che non era così, Alex era ancora in circolazione e sapevano che gl’angeli rappresentavano solo metà del suo piano. Inoltre anche Uriel, il misterioso angelo il cui potere pareva rivaleggiare con quello del guardiano, era scomparso. L’unica domanda era… dove potevano trovarsi? Il palazzo era stato setacciato da cima a fondo, di lui non sembrava esserci traccia. Mentre decidevano su farsi Hisha finalmente parlò:

    - Sarebbe meglio dirigerci all’aeronave e tornare al castello di Luxuria, ci consulteremo con i gran demoni loro sapranno cosa fare!

    Il tono era quello di un capo, tutti annuirono con complicità, persino Lucifero. Era incredibile che tutti le ubbidissero, qualche giorno fa i demoni sarebbero stati capaci di scannarla per aver solo osato prendere una decisione senza interpellarli. Si avviarono quindi giù per la montagna, Apologaise, che era stata trasportata anche lei fuori dal castello, nel vederli andar via iniziò saltellare e strepitare, perché la notassero:

    - Ah già, ci scordavamo la pazza! Che ne facciamo?

    Disse Nira essendo il primo a voltarsi, Hisha sghignazzò nel vederla così conciata e ridicolizzata, anche se in fondo si rendeva abbastanza ridicola già da sola, la prigioniera si limitò a lanciarle un occhiataccia, non potendo insultarla a parole. Ad ogni modo, la gatta si pronunciò sull’argomento:

    - È ovvio che non può camminare, dite sia il caso di slegarla?

    Apologaise fu l’unica ad annuire, ma Lucifero rispose con fermezza:

    - Ti ha dato di volta il cervello? Neanche per sogno!

    Una buona metà del gruppo era d’accordo con lui, per una volta. Hisha non ce l’aveva del tutto con lei, in fondo non si era scordata che tempo fa sul treno dei morti le aveva salvato la vita. Certo era stato per i suoi scopi, in quanto voleva solo che la gatta togliesse di mezzo Rubik in modo da spianare la strada per il comando a Gorgon, ma aveva comunque un debito:

    - Insomma non vorrete lasciarla qui?

    - Beh il problema non si porrebbe se mi aveste permesso giustiziarla al momento! Sapete è ancora un idea valida!

    Disse Lucifero. L’angelo strabuzzò gli occhi in un’espressione di terrore. Conan le si parò davanti:

    - Non dire un'altra parola! Credo ti abbiamo spiegato a sufficienza il nostro punto di vista, vuoi forse metterti contro tutti noi!

    Il demone rispose con disprezzo:

    - Bha, branco di idioti, al vostro posto lei non aspetterebbe altra occasione per farvi fuori!

    - Forse è vero…

    Disse Hisha:

    - … o forse no, non ci importa! Io solo che noi non siamo come voi demoni o come gli angeli! Ti conviene seguire le nostre regole!

    Apologaise rimase profondamente colpita da queste parole. Era convinta che non ne sarebbe uscita viva, invece erano i suoi stessi nemici, quelli che stava per uccidere, a difenderla. Chissà! Forse era lei ad aver scelto la fazione sbagliata. Lucifero si arrese:

    - E va bene, ma questo significa che dovremo tirarcela dietro di peso! E vi giuro, al primo che sento lamentarsi! Prima sgozzo lui e poi lei!

    Concluse. Brutale si caricò quindi in spalla rispettivamente Wade, impossibilitato a muoversi e Apologaise, per quanto la seconda si agitasse, in quanto contrariata di essere trasportata come un sacco di patate.
    Ad un certo punto Vayne si fermò, tutti lo guardarono con aria confusa, sembrava che il generale si stesse concentrando intensamente:

    - Che ti prende pivello?

    Gli chiese Godric, l’altro tese la mano verso di lui come a zittirlo:

    - Silenzio, sto ricevendo un messaggio telepatico… è Markal!!!

    Il Promontorio…
    Markal si trovava nel gran salone sembrava gravemente ferito, ed un ombra ignota troneggiava su di lui. Cercò di trasmettere a Vayne i suoi pensieri, prima di venir tramortito. Generale, siete vivi!Sì, siamo vivi! Che sta succedendo ti sento molto debolmente… Gli rispose il generale, Markal fece un ultimo sforzo; Sono stato attaccat…
    Il messaggio si interruppe bruscamente. Nonostante lo sbigottimento generale,tutti avevano chiara la prossima e probabilmente ultima meta: Il Promontorio…





    CONTINUA…
    Ultima modifica di Mr. Mxyzptlk; 7-06-2020 alle 18:26:09

  7. #262
    Dhavamba
    Ospite
    ottimo...ora da questo momento tocca solo a me!!!!!!!!!!!!!

  8. #263
    Ex-Keine
    Ospite

  9. #264
    Ex-Keine
    Ospite
    Allora?

  10. #265
    MIX-YEZ-PIT-LIK L'avatar di Mr. Mxyzptlk
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    Allora?
    Allora Sal dice di essere trattenuto da impegni improrogabili che rallentano la scrittura, ma ha promesso il capitolo per questo week end e se non manterrà gli strappiamo via tutti i denti uno ad uno con una pinza arrugginita

  11. #266
    Ex-Keine
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    E la madonna
    Che poi a me basterebbe una sua risposta, eh
    Ultima modifica di Ex-Keine; 27-11-2010 alle 12:41:42

  12. #267
    Dhavamba
    Ospite
    IL FIORE DEL DESERTO

    La pioggia cadeva cautamente sull’ormai sanguinoso campo di battaglia, ormai di angeli non esistevano più, erano tutti stati massacrati e le carcasse dei draghi coprivano il terreno di una puzza insostenibile. Gli eroi si guardavano confusi sotto quel panorama di morte, alcuni demoni feriti gemevano aiuto…
    In particolare un demone catturò l’interesse di Hisha: sul campo agonizzate più che urlare dal dolore cercava di scappare, anche se le gambe troppo malridotte gli impedivano qualunque movimento, atteggiamento curioso visto che alcuni demoni si avvicinavano probabilmente per soccorerlo…

    “ Cosa caxx….?”

    Hisha continuando ad osservare la scena, vide i demoni fracassare la testa al ferito con disumana normalità..
    Anche nel resto del campo gruppi di demoni davano i colpi di grazia ai feriti e ai moribondi…

    “ HEI VOI FERMATEVI!”

    Hisha corse verso un demone che stava infilzando un suo compare che in battaglia aveva perso l’uso di una gamba ed ora era giacente…

    “ COSA DIAVOLO COMBINATE? E’ VOSTRO AMICO!!!”

    “ HISHA!!!”

    Era Lucifero che subito intervenne mentre i due demoni si guardavano incuriositi

    “ Hisha, da quando esistiamo…uccidiamo sempre i residui della battaglia…demoni senza onore che ci sono lasciati ferire dal nemico, non sono degni ormai di continuare a vivere…”

    Intanto con un cenno Lucifero diede il segnale al demone di continuare quello che stava facendo mentre Hisha guardava inorridita tutto questo.

    “ Ma…ma siete assassini!!! Ora che gli angeli non esistono più potete anche vivere in pace!”

    “ Ma che sciocchezze stai dicendo? Ormai hai capito che noi demoni siamo nati per combattere, per uccidere, per il disordine…gli angeli erano i nostri nemici naturali, ora possiamo ritornare a spadroneggiare in questa terra in tumulto…”

    “….e Alex? Non lo fermiamo?”

    “ E perché dovremmo? Se Alex combinerà un’apocalisse tanto meglio per noi…se grazie a lui il mondo diventerà una terra ribelle piena di violenza…tutto questo diventerà un nostro paradiso!!!”

    “…ma…”

    “Hisha ti abbiamo usata a sufficienza…ora sei libera, sciò…vai a salvare il mondo, ma noi demoni non ti aiuteremo…!!”

    Alcuni membri del gruppo si erano avvicinati sentendo le parole secche del re dei demoni: Warg era furibondo!

    “ Allora c’è ancora del Thanatos in te…come puoi dire questo? Dopo tutto quello che è successo!!!”

    “ Warg, figlio di Asmodeo e fratello del demone “sovrano”, i resti del tuo fratello saranno oggetto di ricordo…ma come può il figlio di una famiglia così importante dire ciò? Il nostro piacere risiede nel caos, è nella nostra natura!!!”

    Ossidiana sentenziò

    “ Appunto…colui che ci ha creato è a pochi migliaia di metri di distanza, se lo uccidiamo tutto questo ciclo di morte finirà!!! “

    Lucifero non rispose ma voltandosi da tutto e da tutti infine disse:

    “ Non ci interessa… la nostra parte è terminata, ora, siete tutti liberi, liberi di fare quello che volete…noi non vi aiuteremo…ma neanche vi aiuteremo, addio Hisha e compania…”

    E così scomparve fra le nebbie di guerra

    “ Brutto stronzo!”

    Ossidiana aggiunse….
    Il gruppo rimase interdetto: nessuno sapeva cosa dire e cosa fare…tutti erano indecisi sui prossimi eventi, persino Orion roteava la leggendaria spada come per tagliare quel silenzio, silenzio rotto soltanto dalle urla dei feriti… Vayne si alzò

    “ Penso che ora è il momento delle scelte…Gli angeli sono morti ma la minaccia ancora no…non sappiamo cosa Alex ha in serbo per noi, se andremo là saremo alla mercè di qualunque cosa vorrà farci quel farabutto…ma perché….quindi, ma perché scomodarci? Tutto è ritornato come prima, finalmente la guerra è finita, potete andare siete liberi…..* cough * ….se siete giunti fin qua avete capito che dietro a tutto queso c’è un potere più oscuro di Rubik, che ci stà manipolando attraverso le sue marionette….Relm, Doretta e lo stesso Rubik erano solo parte del diabolico gioco che questo essere stà tormentando da troppo tempo la nostra amata terra!!! Se non lo fermiamo ora, altri Rubik torneranno alla carica, succederanno altre guerre e altre incomprensioni, lui vuole suolo questo…noi abbiamo solo annientato la foglia, ma la radice ci aspetta al promontorio, la nostra ultima meta…ora, chi vuole vendicarsi di tutte le persone che hanno perduto tutto in questa storia, venga con me…chi vuole liberare il mondo dal male, venga con me….ora io vado all’aeronave chi vuole finire questa storia venga con me..che qua troppe vittime innocenti hanno subito…”

    Vayne dopo quelle eroiche parole marciò verso l’areonave, ma ben presto da un tacito consenso fù seguito da tutti

    “ Ma perché anch’io??? Cosa ho fatto di male? Voglio rimanere qua, non voglio andare da un pazzo che si crede Dio…voglio trovare lammore e non penso che in un edificio freddo e abbandonato lo troverò…lasciatemi andare, lasciatemi gridare con una chitarra in mano…non chiedo altro, vorrei gridare e cantare il mio amore verso lammore, la grande potenza che governa l’universo…ed io sono la regina..voglio restare qua se nò..”

    Infastidito Warg si voltò verso la scalmanata

    “ Meglio con noi ch qua con un branco di demoni che come primo pensiero vorrebbero impiccarti!!”

    Apologaise deglutì

    “In fondo il promontorio è una bella zona, interessante dal punto di vista culturale…”

    Apologaise chiese all’enorme demone Warg che la trascinava di peso…

    I compagni arrivarono sulla nave: ognuno sapeva che quello era il loro ultimo viaggio, dovevano riuscire a conquistare ciò che un tempo non avevano più, la libertà di scelta…Orion lo sapeva bene e schiarendo la sua voce disse delle parole che dovevano sembrare confortanti ai compagni stremati dalla guerra

    “ Ormai siamo arrivati al capolinea, le nostre fatiche termineranno al promontorio, la vita terminerà là…ma finalmente potremo dare giustizia a questo mondo che giustizia non ha…Ora non stiamo andando incontro né ad un angelo ma ad un demone, ma bensì ad una divinità…avete calcolato questo? Tutto ciò che avete imparato sul capo ora lo dovete sfruttare al massimo: le divinità sono avversari completamente diversi da cui siamo abituati, sono forti, maledettamente forti, sono astuti, capaci di leggere le menti altrui e di sfruttarle le loro debolezze…specificatamente la nostra è Oceano, colui che ha creato tutto questo pandemonio per i suoi interessi personali che ancora sono misteriosi…non sappiamo cosa ci sarà là, forse sarà una trappola ma questa è l’ultima occasione, dobbiamo vendicare tutte le persone che sono morte a causa dei folli piani di un dio….da soli sarà impossibile ma siamo tanti e se uniamo le nostre forze potremmo abbattere qualsiasi montagna, anche un Dio…”

    Vayne entrò dall’abitacolo del pilota

    “ Bel, discorso…vi comunico che stiamo partendo: prossima destinazione promontorio…allaciatevi le cinture!!!”

    Orion continuò

    “ Ora non si può più tornare indietro, il dado è tratto….salveremo questo mondo dal male!!! Ora riposatevi e riflettete, questa è la nostra ultima battaglia e dopo quello che succederà là non saremo mai più come prima!!!”

    Orion così sentenzio l’epilogo del suo discorso: gli astanti non fiatarono, ma lentamente si allontanarono per seguire il consiglio di Orion: vivere come se fossero gli ultimi momenti della loro vita passata, presenta e forse anche futura.
    Il viaggio continuava, l’astronave era abbastanza alta da sorvolare le nuvole, le quali sfrecciavano a velocità incredibile….
    Luxor:

    “ Mymamoto, sei ancora vivo?”
    “ Ancora non per molto…”
    “ Sei stato uno stupido, come hai osato tempo prima ad unirti al folle Theras Mhara?”
    “ So che quello che ho fatto può sembrarti sbagliato ma almeno ho agito….voi invece siete rimasti immobili per l’eternità., dovevamo reagire…”
    “ …ma ormai il mondo appartiene agli esseri umani!”
    “…no, è sempre stato appartenuto al cospiratore…distruggiamo il cospiratore e finalmente saremo liberi!”

    Wade:

    “ Nekra, io ti amo!”
    “ Preferirei morire! Ti ho visto senza armatura, bleah…sei disgustoso!!!”
    “ Ma perché sei così cinica con tutti?”
    “ Lo vuoi sapere perché? Da piccola, le teste dell’isola di pasqua abusavano di me…ora vedo tutto marcio, faccio incubi su quelle teste di cazzo..”
    “ Davvero? 0_0”
    “ Ma anche no…sei proprio un ingenuo baby, quelle teste di caxxo non avevamo manco l’intelligenza necessaria per concepire simili orrori!!”
    “ Ma perché mi tratti così? “
    “ Perché rischiamo la vita ogni secondo, semi innamorassi e tu perisci? Sai quanto mi faresti soffrire?? Ora siamo all’ostacolo finale…”
    Ora parli davvero?”
    “ Cerca di capire ^_^”

    Jack

    “ Allora che mi volevi dire?”
    “ Sai che sei un bel pupazzo di neve, sai che sei un bravo pupazzo di neve, che bel pupazzo di neve, che brave mani che hai mio bel pupazzo di neve, che bocca curata oh mio bel pupazzo di neve…Oh mio fulgido pupazzo di neve, liberami da queste catene malvagie, io diventerò la tua umile servitrice!!”
    “ Stai attento, lei è un infingarda!!”
    “ Lo sò scricchiolo…ma è così bello ricevere moine, anche se colui che le dice non è proprio il tipo da dire moine, anzi è un tipo da salotto vittoriano…sai quelle si codeste..quelle…quelle poltrone sofficine ricamate con bitorzoli di lana…”
    “ (Maledizione a quella là, il pagliaccio era ormai in mio potere) Ma quindi tu chi eri?”
    “ Come?”
    “ Cioè, non penso che eri sempre un pupazzo parlante, prima chi eri???”
    Jack non poteva crederci, mai nessuno in quegli anni li aveva fatto una simile domanda, cioè un domanda così banale ma che nessuno gli è la posta…
    “ Io? Io ero ser Percivall delle Lande Deserte, ero il re del deserto!!”
    “ il re del deserto? Ma non era una leggenda??”
    “ Quale leggenda?”
    “ Ascoltami angelo traditore…c’è un’antica leggenda dove si parla di un re furbo e gentile che comandava un paese nascosto tra le dune del deserto: il paese era fiorente e tutti amavano il re che comandava in maniera saggia…un brutto giorno però il re si innamorò del figlio della strega Bradislava, la quale era talmente dispotica nei confronti della figlia, che notando un’amore corrisposto uccise il re e prese nelle mani il suo regno…alla fine una rivolta popolare uccise la strega cattiva!”
    “ E’ la storia della mia vita…solo che la strega non mi ha ucciso ma mi ha maledetto in questa forma e io sono scappato promettendo a me stesso di ritornare in forma umana al mio paes..ma ormai sarà sepolto sotto il candido deserto, son già passati 600 anni!!!”
    “E la figlia della strega?”
    “ Beatrice? Anche lei è stata maledetta, ed è stata tramutata in fiore…aspettate, guradate!”
    Jack si tolse il cilindrò e le due donne notarono che nella capoccia del pupazzo c’era coltivato un bellissimo fiore del deserto…
    “ Non…non sapevo che avevi una storia così triste!!”
    “ Scricchiolo, mica ero solo una spalla comica, anch’io ho avuto le mie sofferenze…”
    “ Bhubhbubhbubhbu” (che storia commovente, che storia romantica)

    Orion

    “ Brutale, Conan…voi lo conoscete Alex?”
    “ Non bene…recentemente da noi ha riportato il guardiano…”
    “ Ma come può una persona a fare ciò che ha fatto?”
    “ Non lo sappiamo…ci sono alcune che la mente non può comprendere!!!”
    “ Ha ragione Brutale…noi per esempio eravamo nel circo, bambini sfruttati e malmenati…poi un giorno è venuto Mymamoto e ci ha dato la mano della speranza e compassione, cosa che prima per noi era preclusa…dobbiamo molto a Myamoto…ed ora questa sarà l’ultima battaglia!”
    “ Già, il destino del mondo è nelle nostre mani…speranza e compassione, ora che la mia famiglia è vendicata provo pena per Rubik: un bambino che veniva manovrato da persone più grandi di lui…non riconosceva più il confine tra realtà e pazzia…”

    Hisha

    “ Senti Morara…forse tu sai bene ciò che stà succedendo, ma è importante ricordarti che io ti amo più di me stessa, quindi qualunque cosa succederà io sarò sempre con te, basta che mi chiamerai con le parole del cuore e io correrò da te, stringendomi tra le mie braccia!!”
    “ Dici come se questo fosse la tua ultima tappa prima di morire…”
    “ Eh sia…mi sento che qualcosa è cambiato dentro di me, sento che là mi succederà qualcosa, una voce nella mia test mi richiama e io non posso non disubbidirla….qualunque cosa succederà io sarò sempre con te!”

    ----

    “ Signori e signore…Ossidiana conferma che stiamo atterrando, preparatevi, fra poco scenderemo!!!”

    L’astronave planava dolcemente verso il terriccio innevato, l’ambiente sembrava deserto: la magione dell’organizzazione, di solito carica di vita, ora sembrava una freddo casale abbandonato e la su, in cima alla montagna c’era qualcosa di strani: dal cielo provenivano centinaia di raggi violacei che si concentravano sul cucuzzolo ormai avvolto da una fitta nebbia color seppia.

    “ Penso che Alex si trovi là, andiamo!!!”

    Detto fatto, ormai non c’era più tempo per pensare, ma si doveva solo agire prima che sia troppo tardi…subitamente il gruppo raggiunse la magione ma al cortile videro una presenza amica: Markal, il capo dei negromanti

    “ Vi aspettavamo..”

    “ Markal…come stai?”

    “ Non osate avvicinarvi, essere inferiori”

    “ Markal?”

    Dal cielo intantò piombò alla destra di Markal un angelo, lo stesso che al terrazzo del palazzo angelico aveva dato dura prova ai nostri beniamini

    “ Uriel?”

    “ Ragazzi, ci sono anch’io!!!”

    Alla sinistra di Markal, il terreno da soffice neve divenne spettrale sabbia, la quale componendosi divenne una demonessa abbastanza conosciuta da alcuni membri dei nostri beniamini.

    “ Hell? Ma tu non eri morta??”

    “ Capita…bhauhauahauahuahauahahua!!!”

    “ Che sta succedendo? Markal rispondi!!!”

    “ Noi siamo i più fedeli servitori di Lord Alex, ora il nostro padrone si stà caricando dell’energia che voi gentilmente avete offerto!! Solo Hisha può raggiungerlo, invece voi tutti perirete qui ed ora!!!!!”

    “ Ma cosa dici, Markal stai bene?”

    “ Silenzio creatura inferiore, il vecchio Markal è morto…è morto quando ha guardato la gloria del suo nuovo signore ed ha impugnato con lui redini di un futuro più prospero…anzi….per velocizzare tutto!!”

    Markal punta la mano verso Hisha che improvvisamente indifesa colpita da un incantesimo bluastro scompare sotto gli occhi di tutti…

    “ Ottimo Markal, si vede che hai del cervello…”

    “ Dove l’hai portata???”

    “ Dal nostro signore….ehehehe…ed ora, bando alle ciance eroi, questa è l’ultima prova se riuscirete a sopravvivere sarete degni di vivere nel nuovo mondo….”

    “ Tesori…ora perirete sotto atroci sofferenze!!”

    “ Non sarò così clemente come al terrazzo!!”

  13. #268
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    Il finale mi ricorda un po' l'in inizio del survival di Skypea in One Piece
    Idea simpatica comunque!

  14. #269
    Ex-Keine
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    Il cinismo e l'immoralità scorrono possenti in questo capitolo.

  15. #270
    Dhavamba
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    Il cinismo e l'immoralità scorrono possenti in questo capitolo.
    perchè?

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