[PS3] Recensione Yakuza 3 (Ryu Ga Gotoku 3)
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Discussione: [PS3] Recensione Yakuza 3 (Ryu Ga Gotoku 3)

Cambio titolo
  1. #1
    Naturnmystikk L'avatar di Alex Tofa
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    [PS3] Recensione Yakuza 3 (Ryu Ga Gotoku 3)

    La lunga attesa

    Ryu Ga Gotoku, letteralmente “Come un Drago”. Questo il titolo dell’opera che ci apprestiamo ad analizzare (nota qui in occidente con il nome di Yakuza) e che descrive appieno il personaggio di Kazuma Kiryu, una delle figure videoludiche meglio caratterizzate degli ultimi anni e che rientra senza dubbio a pieno merito nella schiera degli “Eroi”, affianco a mostri sacri del calibro di Master Chief e Solid Snake. Quello che ci troviamo tra le mani è il terzo capitolo di una saga che nel corso degli ultimi anni, a cavallo tra una generazione e l’altra, ha saputo affascinare il mondo dei Videogiochi per la sua giocabilità accessibile ma mai scontata, e per la trama e la narrazione di prima qualità, vero marchio di fabbrica di questa serie.

    Yakuza 3 arriva in Europa a ben un anno di distanza dalla sua uscita ufficiale (nel frattempo, il quarto capitolo sta già battendo ogni record di vendite nella terra del Sol Levante) ed il suo arrivo nel Vecchio Continente è rimasto un’incognita fino a pochi mesi fa, quando finalmente SEGA annunciò la terza ascesa di Kazuma in occidente, ponendo fine una volta per tutte alle sofferenze delle migliaia di fan in attesa di notizie da molto tempo. Meglio tardi che mai, quindi. Finalmente il momento è arrivato anche per noi di mettere le mani sulla prima avventura next-gen di Kazuma qui in occidente (senza dimenticarci di Kenzan!, spin-off della serie ambientato nel Giappone feudale, ma mai arrivato in Occidente) e di decretare, finalmente, se la spasmodica attesa e i soldi spesi per questo prodotto siano valsi la pena. Preparatevi, il Dragone di Dojima è tornato.

    Living in Japan

    Yakuza 3 inizia esattamente dove il secondo, favoloso, capitolo era finito. Nuovamente in cerca di pace dopo un passato recente poco brillante, Kazuma ed Haruka decidono di stabilirsi ad Okinawa, soleggiata regione del Giappone dove il nostro ha aperto un piccolo orfanotrofio per bambini senza famiglia. Più avanti le vicende del gioco ci porteranno ovviamente anche nel familiare ed ormai noto distretto di Kamurocho a Tokyo, centro del divertimento giovanile e della vita moderna, quindi niente paura, le strade ed i locali che ci hanno fatto passare ore ed ore di divertimento nei precedenti capitoli non se ne sono andati, ma tornano più in forma che mai grazie ad un motore grafico totalmente nuovo e con una visuale in terza persona che finalmente ci farà sentire come se fossimo veramente in una strada affollata di Tokyo, avvolgendoci tra luci ed insegne al neon coronate dalla folla di passanti e da locali rumorosi, rendendo l’atmosfera più vivida e realistica che mai, grazie anche ad un ottimo comparto audio in grado di avvolgere il giocatore nel contesto corrente, sia che si tratti di scene d'intermezzo sia delle nostre vicende in città. Nonostante qualche sbavatura grafica come l'aliasing nella profondità di campo (soprattutto nelle ore diurne) e qualche piccolo bug di compenetrazione qua e la, il motore grafico fa la sua bella figura anche ad un anno di distanza, trovando il suo picco nei cinematografici intermezzi narranti la storia, dove il dettaglio dei volti dei personaggi e le animazioni facciali faranno gioire i possessori della console Sony. E a proposito di intermezzi cinematografici, la storia di Yakuza 3 come i suoi illustri predecessori può vantare una caratterizzazione dei personaggi e una complessità nella trama semplicemente avvincenti, lasciando mangiare la polvere a buona parte dei Videogiochi attualmente in commercio decisamente più incentrati sull'azione che sul comparto narrativo. D'altronde la trama piena di intrecci e di colpi di scena è un marchio di fabbrica della serie Yakuza, e possiamo tranquillamente dire che metà del successo della serie è dovuto proprio alle avvincenti situazioni proposte. E l'altra metà? L'altra metà è solamente ottimo, fottuto, gameplay duro e puro. Il gioco è strutturato come consueto da missioni principali, secondarie e dai minigiochi, anche se parlare di struttura in un titolo simile è decisamente riduttivo vista la varietà e la vastità delle situazioni di gioco offerte. Durante la il proseguimento dell'avventura potremo decidere se seguire tutto d'un fiato le vicende di Kazuma oppure diluirle con delle ottime missioni secondarie, o finire il gioco fino all'ultimo capitolo per poi dedicarsi totalmente alle quest secondarie in seguito. In qualunque maniera vorrete giocare questo titolo, comunque, una cosa è certa: non vi stancherete mai. La parola noia è totalmente bandita in Yakuza 3, dato il numeroso ammontare di cose da fare che se affrontate tutte possiamo dire con tranquillità di poter arrivare alle 60 e più ore di gioco, una longevità elevatissima se comparata con gli altri titoli di questa generazione, soprattutto se parliamo di giochi d'azione. Il sottoscritto sta giocando da due settimane a questo titolo, e a ben 40 ore di gioco si trova solamente al 15%. Spiazzante. Tralasciando le missioni primarie, che come sempre sono integrate benissimo nel contesto narrativo, parliamo invece delle missioni secondarie, le cosiddette subquest che meritano un paragrafo a parte per essere descritte in maniera corretta.

    Il centro del divertimento

    Per iniziare il discorso, diciamo che durante la storia principale del gioco ci sarà sempre permesso di deviare dai binari della mainquest e di girovagare per Kamurocho e Ryukyu alla ricerca di attività secondarie alla trama madre, garantendo così una dose massiccia di libertà (chiamarlo free roaming sarebbe eccessivo e fuori luogo, così come paragonarlo ad un certo GTA4) che possiamo suddividere in tre categorie: Missioni secondarie, missioni hitman e minigiochi. Le prime sono classiche subquest riguardanti la vita quotidiana delle due cittadine nipponiche, variando da missioni più corte e dirette che quasi sempre finiranno con delle sonore e piacevoli mazzate, ad altre più articolate e suddivise in più parti seguenti un unica storia parallela a quella principale del gioco, ma accattivante alla stessa maniera. Degne di menzione sono le sette missioni dei segreti di Ryukyu e l'omicidio del Cafè Alps a Kamurocho, che ci vedrà vestire i panni di un Kazuma versione investigatore privato alla ricerca di prove e di sospettati, questo solamente per fare un paio di esempi. Tutto ciò riesce anche a far notare una certa varietà anche nelle missioni secondarie che non riescono mai ad annoiare, alzando notevolmente la longevità del gioco grazie anche alla loro innumerevole quantità che si attesta attorno al centinaio di missioni. Una nuova aggiunta a questo capitolo sono invece le missioni Hitman: Essenzialmente non sono nulla di rivoluzionario, si tratta di missioni in cui dovremo andare alla ricerca e, consecutivamente, sconfiggere degli obiettivi ben precisi per conto di una organizzazione avente sede nelle due città del gioco.e queste proporranno Nonostante siano semplici missioni “cerca l'obiettivo per distruggerlo” anche queste avranno delle “limitazioni” che ci condurranno ad usare dei precisi stili di combattimento, aumentando così la strategia nei combattimenti anziché proporre la classica scarica di cazzotti e pugni tirati a caso. Ultimi invece, ma non certo per importanza, i minigiochi. E qui viene il bello: durante le fasi di esplorazione delle città ci sarà ovviamente permesso di entrare in locali e attività del luogo, sia che si tratti di supermarket o di qualche locale lussuoso. Ma oltre ad attività commerciali convenzionali vi saranno, ovviamente, anche dei locali per passare e per divertirsi... d'altronde, in un una metropoli come Tokyo, come potrebbero mancare locali all'insegna del divertimento e della spensieratezza? Ed ecco che SEGA ci accontenta proponendoci una sfilza di minigiochi che non hanno fine, a partire dal baseball, al golf, al divertentissimo karaoke, ai Club Sega presenti in cui potremo perderci, fino alla pesca nelle soleggiate spiagge di Okinawa... e non sono nemmeno tutti! Il bello è che ognuna di queste attività è stata curata sin nei minimi dettagli per risultare divertente e allo stesso tempo impegnativa, proponendo classifiche e punteggi che spingeranno a fare sempre meglio e ad impegnarsi: possiamo dire con tranquillità che questi minigiochi potrebbero essere venduti anche come semplici giochi a parte da quanto sono ben curati e studiati, e soprattutto per come divertono. Almeno per il sottoscritto, è molto difficile che in un videogioco ci si stacchi automaticamente della quest principale per dedicarsi alle attività secondarie, ma in Yakuza 3 le subquest e affini hanno la stessa importanza di un'ottima trama principale e la cura con cui sono state realizzate è semplicemente impressionante, influendo positivamente sul quadro generale dell'opera e sul divertimento del giocatore.

    La Furia del Dragone

    “Ma come, e le mazzate?” vi starete chiedendo... bé le mazzate sono tornate e più in forma che mai, raggiungendo la soglia della brutalità e in alcuni casi superandola anche! L'ottimo sistema di combattimento presente in Yakuza 3 è direttamente ereditato dagli episodi precedenti, proponendo la solita carrellata di mazzate da far invidia a Bud Spencer, ma proposte anche con strategia e intelligenza. Potremmo anche decidere di menare botte a destra e manca senza pensiero, ma ciò toglierebbe lo spessore e la cura che gli sviluppatori hanno messo in questo aspetto del gioco. Per capire al meglio il sistema di combattimento vi basti sapere che con quadrato si danno i pugni, con triangolo i calci, con tondo si afferrano i nemici eseguendo delle prese e con X ci si sposta velocemente: tutto qui. Il resto è semplicemente lasciato alla vostra immaginazione (e anche alla vostra mania di picchiare). Difatti alla base di questi controlli, Yakuza 3 permette di poter concatenare ogni mossa proposta dai tasti per poter distruggere (sì, distruggere) i nemici come meglio crediamo, intrecciando calci pugni salti e molte altre mosse disponibili, tutte sbloccabili attraverso degli upgrade che potremo controllare e potenziare nel menù di gioco. Difatti alla fine di ogni combattimento guadagneremo un tot di esperienza in base ai nemici sconfitti e alle mosse usate, che verranno poi usati per “livellare” i quattro parametri di combattimento proposti, ognuno rappresentante un diverso aspetto del combattimento, a partire dalle prese ai calci più pesanti. Altra chicca del sistema di combattimento sono le mosse finali, cruente e cinematografiche come sempre: combattendo in continuazione caricheremo una barra blu presente sotto l'energia, che riempiendosi avvolgere Kazuma di un'aura blu che ci permetterà, afferrando un nemico o cogliendolo in un momento di debolezza, di eseguire una brutale mossa finale che quasi sempre lo stenderà definitivamente al suolo: il bello di queste mosse finali e ce saranno tutte diverse in base alla posizione in cui le eseguiremo e anche dall'oggetto che avremo in mano. Prendere in mano una bicicletta e scaraventarla sul torace di un uomo a terra per poi fracassargliela addosso saltandoci sopra, o spaccargli la testa su di un palo della luce è, è un'esperienza tanto brutale quanto indubbiamente soddisfacente (oltre a fungere da meraviglioso antistress). Tutto ciò è dovuto anche all'ottimo interazione con l'ambiente durante i combattimenti, che si terranno in luoghi delimitati dalla folla di gente e che ci permetteranno di usufruire “civilmente” degli oggetti attorno presenti, a partire da biciclette, birilli, per passare a gigantesche insegne di negozi a enormi tavolini di un bar. In breve, il sistema di combattimento è rimasto pressoché immutato (il che è un bene) e le aggiunte riguardano delle mosse finali ancora più potenti disponibili per i boss più duri da sconfiggere e un parco mosse ancora più vasto. Da segnalare anche i caricamenti, vera tenia del passato adesso risolta grazie ad una riduzione dei tempi di caricamento notevole, rendendo più fluida l'azione evitando di spezzare il ritmo di gioco.

    The Dragon of Dojima strikes back

    Bé, dovrebbe essere tutto, come se poco fosse! In realtà le cose da fare, i dettagli e le varie sfaccettature che fanno di questo gioco un vero capolavoro sono impossibili da descrivere tutte, quindi l'unico consiglio che possiamo darvi è: Compratelo e giocateci fino allo sfinimento. Leggendo questa recensione avrete sicuramente capito che Yakuza 3 è un titolo assolutamente meritevole di essere acquistato, i cui unici difetti sono, tralasciando le piccole magagne tecniche, la mancata traduzione nella nostra lingua: infatti Yakuza 3 dispone di un ottimo doppiato in giapponese (il che è un grandissimo pregio) e dei sottotitoli in inglese; Unica macchia questa che potrebbe compromettere l'acquisto del gioco a chi non è particolarmente abile nella lingua di Albione. In realtà questo è un difetto che con un minimo di sforzo potrebbe scomparire. Difatti l'inglese di Yakuza 3 non è assolutamente complicato e, anzi, potrebbe essere preso come pretesto per cimentarsi una volta per tutte nella lingua anglosassone. Quindi non fermatevi di fronte a questa barriera, l'ostacolo linguistico in ballo non è un motivo assolutamente valido per cui non usufruire di un titolo così valido. In ogni caso, il packaging del gioco propone una piccola (troppo piccola) guida in italiano per poter andare avanti, ma nulla di approfondito e completo. Da menzionare anche la fantastica colonna sonora allegata a parte nella confezione del gioco, vera chicca per gli appassionati.

    In definitiva, ci troviamo di fronte ad una delle migliore esclusive PlayStation attualmente disponibili sul mercato ingiustamente ignorata dal mercato occidentale, vuoi per la sua natura prettamente “japan-orieted” vuoi per la mancata localizzazione in italiano. Ma può una lingua così accessibile come l'inglese impedirvi di giocare uno dei migliori titoli di quest'anno? Assolutamente no. Ve ne pentireste. Parola nostra.

    Voto: 9

  2. #2
    Still Alive L'avatar di Toshihiro Nagoshi
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    Bravo ottima recensione speriamo che convinca altre persone nella bontà del progetto

  3. #3
    PSN ID maxb26 L'avatar di alfa72
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    Complimenti per la recensione veramente ottima .

  4. #4
    Director of zombies L'avatar di Reborn like a fenix
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    Ottimo,ottimo e ancora ottimo.Complimenti per la recensione,davvero ben fatta.Vai così !!!
    Cos'è che distingue un Avelloniano da un Bethesdaro? Denaro? Potere? No. Un Avelloniano sceglie, un Bethesdaro obbedisce.
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    War and Treason: Capo della Gilda delle Spie/ Reggente delle Bare Islands
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  5. #5
    Naturnmystikk L'avatar di Alex Tofa
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    Guilin, Stone Pit
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    Grazie a tutti, sono contento vi piaccia!

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