la nuova perla del pluriacclamato per omicidio regista
Robert Francis Ford Focus
dallo scenegiattore sordocieco di
Tutti Pazzi per il Braille
Spiegatemi le ali, non le ho capite
Il pilota di aerei
Gino Pilotino (
Hasbro Ravensburger, nominato al premio Oscar come miglior attore non protagonista per i film
15.000 pezzi della mia vita e
I dolori del piccolo chimico,
Golden Globe per l'horror introspettivo-psicologico
Il Pirata Popof vs L'allegro Chirurgo IV) sente che nella sua vita gli sfugge qualcosa. Non è soddisfatto della propria vita, vive in un tram tram quotidiano che non riesce a motivare, permeato da ricordi impianti e da dubbi che lo assalgono come la cancrena ai testicoli: non si spiega come sia diventato pilota di aerei nè come gli aerei facciano a volare, come faccia ad essere sposato con sua moglie, quando questo sarebbe accaduto e perché se nessuno compra le suonerie per televisioni gli infimi esseri che le pubblicizzano continuino a vivere sebbene tutti dovrebbero essere in grado di scaricarsele da internet.
Nel grigio tedio quotidiano che lo affligge si incastra un posto nel cuore del pilota la hostess N°5 (
Susanna Tuttapanna, comparsa eccezionale nel film
Philadelphia Light, storia poco impegnativa sull'emancipazione omosessuale dei cracker) di cui Gino è follemente innamorato dall'inizio del film, causa una relazione infelice con la moglie filippina
Filippa Lager Mozart Auschwitz (la cui interprete non è mai stata ingaggiata) costantemente assente dal set perché la paura di volare le provoca forti diarree che nemmeno i giorni in cui l'attrazione lunare provoca la morta di diarrea possono evitare. È proprio nella relazione extraconiugale che il garbuglio dell'inspiegabile tedio quotidiano viene a sciogliersi: in una scena di sesso dalla forte carica ergonomica girata all'interno della cabina di pilotaggio, la hostess N°5 sposta innavertitamente (e ciò vuol dire mediante l'inutilizzo delle mani) la cloche parecchie volte scambiandola per un nuovo tipo di marchingegno ergonomico. Tuttò ciò rischierà di tramutarsi in un disastro aereo di proporzioni colossali che nemmeno l'abile pilota Gino potrebbe riuscire ad evitare. Mentre l'aero rischia l'impatto sulla casa delle torri gemelle
Kessler (
Dada Umpa e Umpa Lumpa - commedia romantica su un menage a trois tra le due stangone e un nano), incalzato in una straziante scena romantica a non lasciare l'aereo dalla hostess n° 5 (
Dove diavolo vai che stiamo girando un film porno?) Gino non potrà fare altro che precipitarsi al portellone, paracadute alla mano, nel bel mezzo delle grida strazianti dei passeggeri in preda a conati di vomito a causa delle manovre acrobatiche perpetuate sulla cloche dalla hostess N° 5.
È proprio all'apertura del portellone che tutti i suoi dubbi riescono a trovare risposta, scoprendo che in realtà l'aereo non sta davvero precipitando, che probabilmente non esistono aerei in grado di volare e che si tratta di una messinscena di dimensioni gargantuesche e che in realtà a dirigere le fila della sua vita c'è a sua insaputa il copione, il regista, l'intera troupe di un film porno mancato dal titolo estremamente banale "L'aeroplano dell'amore"
Straziante la scena finale, in cui
Hasbro Ravensburger (ritrovata la memoria perduta a causa del trauma cranico che Francis Ford Coppola ha sfrutato per fargli sottoscrivere la parte in un porno) inizia ad attaccare i cameramen e il regista
Robert Francis Ford Coppola a colpi di paracadute.
Commento del regista Robert Francis Ford Coppola (a cui è stata prognosticata una quintupla frattura composta a tutte e quattro le uniche costole rimaste):
"Volevo girare un porno ma quello che abbiamo realizzato è un dramma metafisico che va oltre la quarta parete, riuscendo a incarnare l'inquietudine esistenziale con cui ognuno di noi tutti i giorni si trova a fare i conti; è il degno erede di The Thurman Show*, in effetti era meglio fare il porno."
*(film cult con Uma Thurman, n.d.r.)
Commento della troupe:
"Abbiamo dovuto staccare Susanna dalla cloche adoperando la forza, non ne voleva sapere"
Commenti della critica:
"Fap fap fap fap fap fap"
(Anonimo, Libero)
"Ho ritrovato la voglia di stitichezza che avevo perduto"
(M. Arisa L. Aurito*)
(*a cui è liberamente ispirato il personaggio di Filippa Lager Mozart Auschwitz)