Heh... il processo deve iniziare dalla sua testa. Se lei non vuole mangiare, puoi portarla da mille specialisti, ma non cambierà.
Se è una cosa nervosa, cerca di starle vicino durante e anche e soprattutto dopo se ne esce, qualunque cosa sia. Avere calore umano serve tantissimo.
Anche io ho avuto una sorta di cosa del genere, non sono arrivata all'anoressia ma a detta degli altri stavo diventando invisibile (già pesavo poco). In quei mesi, però, nessuno delle mie fantomatiche "amiche" se ne è preoccupata. Pur sapendo, nessuno mi ha chiesto come stavo, nessuno è venuto a trovarmi, né a darmi una parola di conforto, o anche solo far sentire il loro interessamento.
Il dottore mi rideva dietro, dicendomi "non sai quante vorrebbero essere nella tua situazione", mentre io volevo mangiare ma non riuscivo, fino a che ho perso anche l'appetito. Mio papà, se ne sbatteva e continuava a fare il pazzo una sera sì e l'altra pure, mettendomi un'angoscia addosso che mi faceva perdere anche la voglia di mettermi a tavola (visto che lo vedo solo a cena, dal momento che di giorno è sempre in osteria a bere e fare il pagliaccio).
Le uniche persone che mi hanno spronato un po' e mi sono stati accanto sono stati la mamma e mio fratello, anche se la "rinascita" l'ho dovuta iniziare io raccogliendo le mie ceneri.
Purtroppo, quando una persona è sulla strada dell'anoressia, non credere che sia perché non vuole mangiare, a meno che non sia ossessionata dalla moda o voglia competere con gente più magra.
Il disagio spesso è molto più intestino e quindi difficile da carpire e da curare, anche per lei stessa. Per cui, falla sentire importante, falle sentire che tu (e gli altri amici) le siete vicino, fatele sentire quanto è fortunata.
Aiuterà molto di più questo che qualsiasi specialista, specialmente perché è ancora in fase salvabile.
Se poi peggiorerà, allora vuol dire che è cronica e sarà meglio farsi aiutare anche da uno specialista.