Ateo =/= scientista
Che "ateo" arrivi a significare "persona che crede solo a ciò che dimostra la scienza" non c'entra proprio nulla.
Ma veramente è il contrario, sono i credenti che sono talmente terrorizzati da immaginarsi false speranze e vivere (morire più che altro) di quelle.
Io trovo che questa sia una posizione insostenibile, per il semplice fatto che NESSUNO può coscientemente desiderare di non essere. Il "non essere" è semplicemente un feticcio salvifico per gli adolescenti che hanno dei problemi relazionali: essendo il non essere per definizione non concepibile, è semplicemente uno stato inesistente. Quello che voi cercate (per finta) è una "soluzione ai dolori della vita", soluzione che può essere trovata in una eternità ricolma di gioia assoluta e mai di dolori assortiti. Dal momento che lo cercare per finta, un eterno ciclo di reincarnazioni sarebbe la risposta.
L'antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde fra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l'uomo. Rigido e immobile il demone tace;finché costretto dal re, esce da ultimo fra stridule risa in queste parole:"Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire ? Il meglio per te è assolutamente irraggiungibie: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è -morire presto."
non vedo perchè debbano nascere milioni di interrogativi. basta accogliere la teoria evoluzionistica per rendersi conto una volta per tutte - e accettare - che siamo animali come gli altri. certo, più complessi, ma anche i meccanismi del nostro pensiero si possono spiegare con il funzionamento della macchina organica che è il cervello. il nostro "scopo" è semplicemente mandare avanti la vita.
tutte le altre seghe mentali sulla vita dopo la morte, sul senso della vita, su dio ecc. sono degli straordinari della ragione.
la stessa paura della morte si può benissimo accogliere in chiave evoluzionistica: come tutti gli animali hanno paura della morte, ce l'abbiamo anche noi. è una caratteristica strutturale che va accettata. certo, si possono fare bei discorsi alla epicuro del tipo "quando c'è lei non ci siamo noi" ecc. possono servire ad alleviare la sensazione di "ingiustizia" e di terrore, ma all'approssimarsi della morte la paura si fa avanti, è inevitabile. non credo che ci sia altro da aggiungere.