Drappi di pece.
Scaglie di luce macchiate di bile.
Coaguli di te. Dentro me.
/La senti? La senti raschiare?/
Stridii nella sacra quiete.
Cattedrali spezzate.
Vetri incrinati. Esplodono.
/Le senti? Le senti le unghie incarnite raspare la roccia? La sua salma sordida strisciare e gridare?/
/Lo senti? Lo senti il fetore? L’odore di guasto, l’olezzo di marcio, l’afrore di morte?
Ti invade, pervade, si insinua, manipola, non devi, non devi, resisti!/
Eppure il suo corpo era lì, disteso, braccato, indifeso.
Ed io la tenevo ancora tra le braccia. Ed i suoi occhi spenti sarebbero stati ancora quelli di un angelo, se solo li avessi guardati. Se solo non avessi fissato lui, per terra, tra i fantasmi rossi di sirene lontane, disteso, placcato, indifeso.
E se solo il fango non si fosse insinuato tra i boccoli, se solo il suo corpo dipinto di sangue non fosse crollato ai miei piedi. Se la mia mano lentamente…
/Lo senti? Lo senti il veleno fluire? Lo senti fiottare quel miele? Quel nettare caustico che sgorga dal favo?
E’ un buio che inonda e poi infiamma e poi acceca. E’ un nero colloso, copioso, vischioso. Trasuda dai muri, ti accerchia, risale le gambe, ti abbraccia, ti culla. Comanda./
…non fosse scivolata sul fianco; se i miei piedi, arrancando, non avessero scavalcato…
/Non sono loro! NON SONO LORO! E’ lei! La senti?
NON LA SENTI?!/
…il suo esile guscio. Se sul mondo non fosse calato un sipario, se la pioggia non avesse cessato di battere, se le urla non fossero state sommessi brusii, se quei flash non fossero stati antichi bagliori, se gli sguardi non fossero stati semplici brume, se i lampioni non fossero stati pallide lune /Un solo sentiero, cento passi. Cento passi e sarai la sua preda.
L’aveva intuito che questa sarebbe stata una di quelle giornate.
Un altro di quei tre-precedenti-penali che, mai contenti di quanto possa essere pietosa la loro vita, decidono di rendere una merda anche quella degli altri.
Perché? Perché? Possibile che provino gusto a marcire in quelle bare per anni e a farsi sfondare da qualche energumeno compagno di cella?
Trasmettere qualche buon ideale, dare l’esempio. Era questo che lo spinse a scegliere questo lavoro. Non per vedere qualche ragazzetto, neanche diciottenne, accoltellare e stuprare, non per rinchiudere gente in prigione, la stessa prigione che tanto lui odiava.
“Crrrr… capo, abbiamo un problema. Crrr!”
Lo sapeva, lo sapeva! Pura utopia la sua visione. Lo sapeva fin dall’inizio.
Ha un ostaggio. Chiamate i rinforzi, circondate il negozio.
Ed era zuppo, sotto quel torrente in piena, era zuppo e parlava al megafono, parlava a una parca maldestra, con la lama posata su un filo innocente.
Fiumi di parole che si spengevano assorbite dalla pioggia, che non sfociavano nel mare.
“Crrrr… capo, l’ostaggio è… crrr!”
Aveva sentito? Non aveva sentito? Si, doveva aver sentito male.
“Crrrr… l’ostaggio è…
Dal suo megafono non uscì null'altro più che un mugugno spezzato.
Poi questo si schiantò a terra, non il mugugno, il megafono, o entrambi, e gli occhi sgranati del comandante fissarono in là, molto più in là della porta a vetri e dei palazzi, molto più in là dell’orizzonte e dell’universo intero.
Ed intanto era passato troppo, troppo tempo per non agire, per non irrompere nell’Uncle Joe Multistore, per non sentir Steve rantolare nella corsia bricolage, per non scavalcare la cassa, per non circondarlo nel magazzino, per non sentire gridare il suo nome, per non incrociare i suoi occhi malati, per non vederlo gettare l’ostaggio e darsi alla fuga, per non vedere la figlia ondeggiare, tra attimi sospesi, e indietreggiare, ed inciampare, e crollare
su di una roncola appena affilata,
su di una roncola appena affilata,
su di una roncola appena affilata.
Cinque. Tre. Due./ se il mio dito non fosse scivolato, cauto, su quel grilletto, se il mio braccio non si fosse teso in avanti, se la mia bocca non fosse stata una smorfia, se i suo occhi non avessero incrociato i miei occhi. Se solo non lo avessero fatto, non avrebbe sofferto.
/Arrivederci. Addio./
Drappi di pece.
Fontane scarlatte.
Coaguli di me. Dentro te.
/Arrivederci. A Dio./
Io, te.
L'assassino di me.