Goliardia
  • In diretta da GamesVillage.it
    • News
    • -
    • In Evidenza
    • -
    • Recensioni
    • -
    • RetroGaming
    • -
    • Anteprime
    • -
    • Video
    • -
    • Cinema

Pag 1 di 2 12 UltimoUltimo
Visualizzazione risultati da 1 a 15 di 17

Discussione: Goliardia

Cambio titolo
  1. #1
    Ingegnere sociale L'avatar di Fr4nk
    Registrato il
    01-08
    Località
    Laputa
    Messaggi
    3.345

    Goliardia

    Okay, adesso parlerò di una cosa che chi ha vissuto può capire e chi non ha vissuto probabilmente ne ignora anche l'esistenza: si chiama goliardia. La goliardia è una sorta di gioco di ruolo ultracentenario che molte città universitarie conservano. Spiegare che cos'è o come funziona è molto difficile, ma magari posso provare a farlo.

    Molti di voi conosceranno il termine "goliardico" solo come aggettivo a significare una burla a fondo volutamente sarcastico, volgare o osceno anche se "goliardico" ha una sua contestualizzazione ben precisa tale che nessun sinonimo lo possa sostituire.

    Innanzitutto un po' di storia. Il termine "goliarda" viene da Golia Abelardo, filosofo, teologo e compositore francese controverso del 12° secolo. Parecchio tempo lontano! L'etica teologica di Abelardo è tanto geniale quanto unica. Sembra paradossale che una dottrina di "godiamoci la gioventù" (gaudeamus igitur, di cui parlerò in seguito, è il motto dei goliardi) venga da un prete. Per Abelardo, ad esempio, la lussuria non costituisce peccato in quanto inclinazione naturale cui l'uomo non può sottrarsi. Un pensiero davvero illuminato, che invito i curiosi ad approfondire qui.

    "Gaudeamus igitur" è l'inno universale della goliardia. I primi versi sono questi:
    Gaudeamus igitur iuvenes dum sumus.
    Post iucundam iuventutem
    post molestam senectutem
    nos habebit humus!

    Che molto strettamente significa: godiamoci la gioventù, che poi arriverà la vecchiaia e torneremo alla terra. Se avete partecipato a qualche festa di laurea, non è improbabile che l'abbiate sentito.

    In Italia la goliardia è particolarmente sentita in Toscana ed in Emilia, anche se la goliardia esiste, in proporzioni minori o maggiori, in gran parte delle città universitarie italiane. Solitamente ogni città ha un numero diverso di "ordini goliardici", più comunemente detti "balle", che teoricamente si riferiscono a quartieri della città, ma in pratica questa distinzione è puramente numerica. Mi pare che Bologna sia la città italiana con il numero maggiore di balle (13, credo).

    Il processo. Per entrare in goliardia, è necessario sottoporsi ad una "prova" chiamata "processo", in cui l'aspirante goliarda viene messo sotto torchio. Bendati a distanza dal luogo del processo - che l'aspirante goliarda non ha il diritto di conoscere - si viene introdotti in questo posto, solitamente una cantina, in cui una combriccola di esaltati presto inizierà a farti domande. Se ti va bene, ne esci in mutande. Comunque di certo non sobrio. Inutile dire che ogni aspirante goliarda può in qualsiasi momento tirarsi fuori dalla prova, che altro non è che un gioco, ma in tal caso non verrà ammesso nella balla. Anche se, dopo quella che mediamente è un'ora di processo, sei ancora lì a farti prendere per il culo da quelle che per il momento non sono altro che voci, non è ancora detto che ti prendano. Si esprimono dei voti, qualcuno vota per te, qualcun altro a cui stai sui coglioni ti vota contro e dopo un po' ti dicono se sei dentro. In quel caso ti daranno un nome e ognuno si presenterà con il suo. Quelli più importanti ne hanno tre. Ti conviene ricordarli.

    La feluca. La feluca è il tuo primo "premio" per essere entrato in goliardia. È il tuo simbolo di riconoscimento. Lo porti sempre con te. Questo cappello alla "peter pan" ha una corda molto lunga, che ti conviene legare da qualche parte. All'estremità ci metti un cavatappi, ti serve per aprire le bottiglie di vino. D'ora in poi niente più acqua. A seconda della facoltà che frequenti, la feluca ha un colore diverso. Per gli ingegneri -niente di più adatto- una cupa feluca nera. La prima cosa che ti dicono, quando te la consegnano, è questa: feluca è la tua anima, non fartela ciulare. È solo dopo che ti accorgi che quelle parole hanno un senso, infatti il primo obiettivo di chiunque è ciularti la feluca. Se te la ciulano, sono cazzi. E se te la ciula un goliarda venuto da Pisa, devi andare a Pisa a riprenderla.

    Gli scazzi. Gli scazzi sono una caratteristica fondamentale della goliardia. Se non rispetti una regola, o se qualcuno utilizza una regola esistente contro di te, hai appena subito uno scazzo. Inutile stare ad elencare tutte le cose per cui subisci uno scazzo e quali sono le conseguenze, c'è sempre qualcuno che riesce a farti uno scazzo e, nel caso non ci riesca da solo, viene aiutato. Quando non conosci le regole, subisci uno scazzo per qualsiasi puttanata. Incominci ad avere rispetto quando procuri uno scazzo ad uno più esperto, anche se questo troverà facilmente un modo per fartela pagare.

    Bacco, tabacco e venere. Oltre ad essere merce di baratto per gli scazzi, il motore della goliardia sono solitamente bacco, tabacco e venere, che tradotto significa vino, sigarette e donne. Per un motivo che mi è sconosciuto ti fanno tracannare un ettolitro di vino ed i liquori distillati più alcolici della terra, latte di suocera incluso, ma non ti permettere neanche per scherzo a parlare di canne o marijuana. In goliardia niente droghe, neanche leggere. E niente violenza. Non esiste che qualcuno ti obblighi con la forza a fare qualcosa o che uno scazzo venga punito con violenza. Tu sei sempre consenziente. Volente o nolente.

    Il regolario. Le regole sono una quantità spropositata che, nelle poche settimane in cui ho praticato la goliardia, non posso certamente dire di aver imparato nella totalità. Non posso stare qui ad elencare le regole, perché il bello della goliardia è viverla ed imparare le regole vivendo la goliardia. Qualcosa posso accennare. Ad esempio, devi presentarti a chi ha una carica più elevata di te e, per la proprietà transitiva, chi ha la carica più bassa di te verrà a presentarsi. Tuo obbligo è ricordare tutti i nomi, alla perfezione, di chi ti si è presentato, inclusa la balla di appartenenza.

    I gradi o le cariche. Quando entri in goliardia sei un protetto, ovvero uno che è appena entrato in una balla e può solo asserire di farne parte. È il grado più basso che ci sia. In goliardia, chi è di grado più alto non fa un cazzo, tracanna il vino che chi è di grado più basso gli versa nel bicchiere. Esistono diversi gradi, il cui nome varia da balla a balla. Di solito sono sei o sette, salendo dei quali acquisisci parti dell'abbigliamento tipico del goliarda, l'insegna (ovvero il simbolo della balla, che porti al collo) ed il mantello. Il grado più elevato è il console, al di sopra di cui c'è solo il principe (che ha corona e spada). Il principe è il grado massimo cui tutti portano rispetto. Si avanza di grado dopo un certo periodo di attività, a seconda delle tue capacità e della tua partecipazione alla vita goliardica. Di solito si passa di grado durante una riunione, durante una festa goliardica o durante un evento "ufficiale".

    Le riunioni. Una volta la settimana, ogni balla si riunisce in un luogo prefissato, che cambia molto spesso, per fare riunioni. Di solito nelle riunioni si discute delle feste e degli eventi in programma, di chi si vuole andare a rompere i maroni, delle goliardate che si vogliono bandire. Nelle città con più balle, ogni balla ha le sue balle amiche, una sua balla rivale storica e altre balle rivali, e il primo obiettivo è rompere il cazzo alla balla rivale o ai loro membri - un po' come avviene fra le contrade del palio di Siena - . Oppure organizzare scherzi alle matricole o a politici o a personaggi conosciuti della città o ad altri malcapitati.

    Le feste, gli spettacoli, le ricorrenze, le goliardate. Alle "feste" goliardiche partecipano solo goliardi. Esistono locali storicamente "goliardi", si riconoscono perché solitamente alle pareti sono attaccate le insegne o le bandiere delle balle. Durante le feste goliarde si tracanna vino, ogni balla fa le sue burle, si conoscono le persone delle altre balle e tutto il meccanismo del regolario e degli scazzi entra in atto. Talvolta si organizzano spettacoli per attirare il pubblico, altre volte ci sono veri e propri scontri - di abilità o di coraggio, ma più solitamente sono gare di incoscienza - fra i goliardi di diverse balle. Le ricorrenze sono solitamente le date storiche importanti per le singole balle, o l'anniversario di elezione del principe.

    La mia esperienza in goliardia. Solitamente i goliardi vanno in giro a cercare gente da "processare". Una sera mi si avvicinano un tipo ed una tipa con la feluca e mi fanno "hey, ti va di provare un'esperienza nuova? devi fare questo questo e questo". E siccome io sono dell'idea che tutto o quasi va provato almeno una volta, ho acconsentito. Ho chiesto "ma si beve gratis?" e la risposta affermativa mi ha convinto. Eravamo in sei o sette, quella sera, ma solo io ed un amico eravamo pronti a questa cazzata del processo. Il mio amico è stato cacciato a calci nel culo la sera stessa ed ho fatto tre quarti di processo da solo. Alla fine, probabilmente allietati dalla mia sbronza e dal fatto che continuassi a tracannare vino ad oltranza, mi hanno preso.
    Francamente, mi sono rotto il cazzo velocemente. Non esiste che qualcuno mi dica "versami da bere", non è mai esistito e non vedo perché dovrebbe iniziare ad esistere ora. La ragazza, vedendomi riluttante, mi fa': "hai deciso di venire in goliardia perché ti annoiavi volevi provare un'esperienza nuova, vero? bè se vuoi provare la goliardia devi seguire le nostre regole". Sinceramente, ho provato la goliardia perché quella sera mi hanno offerto da bere gratis, e non capita tutti i giorni. Poi sì, perché mi piace provare cose nuove. Meno conosco di quello che succede, più mi piace. Infatti, quando il tipo che mi stava portando a bere gratis mi stava bendando e illustrando le regole, ricordo di averlo taciuto per domandargli insistentemente: "Ma quando si comincia a bere?". Ad ogni modo, per godere a fondo di quell'esperienza ho capito che avrei dovuto, almeno per un po', stare al gioco. E va bene, ti verso da bere. E va bene, giù i pantaloni, guardatemi pure l'uccello. E va bene, andiamo a mettere un profilattico sulle dita del Nettuno (chi è di Bologna può cogliere). Insomma, cercano di metterti a disagio e quanto meno ci riescono questa volta, tanto più insistentemente ci proveranno la successiva. Ma va bene, dai, proviamo quest'esperienza un altro po', almeno per poter dire di averla provata. Passa qualche settimana e, alla prima festa ufficiale, passo di grado. Figata, c'è la console mica male che bacia chi è passato di grado, e se ti va bene ci mette pure un po' di lingua. Ma la settimana dopo c'è la solita riunione della minchia dove, come al solito, vai a tracannare vino. Okay, adesso puoi farti versare il vino dall'ultimo arrivato, qualcuno comincia a prenderti in simpatia e persino la console mica male ti inizia a cagare, ma fondamentalmente devi stare dalle 22.00 di sera fino alle 5 di mattina a fare un cazzo. All'inizio la tipa mi aveva detto "sei entrato in goliardia perché ti annoi", che magari era anche vero, ma di modi per annoiarmi ne conosco tanti altri, di persone veramente interessanti ne ho trovate poche, la sbornia voglio godermela in giro per la città o comunque dove caspita mi pare, e di sottostare alle vostre regole della ciola non se ne parla proprio. L'esperienza l'ho provata, ma ora levatevi dai coglioni.

    Fin.

    Ho scritto velocemente e con uno stile piuttosto diverso dal mio solito modus scrivendi; inoltre, a differenza di quel che faccio praticamente sempre, non sto a rileggere prima di postare; questo è una specie di flusso di coscienza da salotto di psicanalisi più che un racconto o un saggio o una didascalia. E il fatto che siano le quattro vale come attenuante.

  2. #2
    Utente
    Registrato il
    04-03
    Messaggi
    13.732
    Ma che è? Una sorta di Alcolisti anonimi per drogati di rpg?

  3. #3
    Amico Fritz L'avatar di Scudrera
    Registrato il
    08-05
    Località
    Hippocratica Civitas
    Messaggi
    8.917
    Citazione Fr4nk Visualizza Messaggio
    La feluca. La feluca è il tuo primo "premio" per essere entrato in goliardia. È il tuo simbolo di riconoscimento. Lo porti sempre con te. Questo cappello alla "peter pan" ha una corda molto lunga, che ti conviene legare da qualche parte.
    Ce l'ho questo cappello (non è il mio ovviamente).

    Tutto ciò è molto interessante, però fino ad ora non ho mai visto niente del genere, probabilmente è un'usanza delle università più antiche?
    "O FORTUNA, COME PERDO QUESTO REGNO SENZA AVER ROTTO UNA LANCIA!" Ferrandino

  4. #4
    *I and I* L'avatar di cesa
    Registrato il
    10-06
    Località
    Rimini/Venezia
    Messaggi
    41.633
    Ah, i Goliardi di Bologna, che tipi

    Li vedo spesso in giro di sera, ma non credo avrei mai l'ardire di provare ad entrare
    - RastaMan vibration yeah -

    "Bob Marley. Il quale suonava, cantava, amava, fumava erba, e giocava a calcio. Anche nelle pause fra una prova e un concerto, come avvenne quella famosa volta che venne in tournée a Milano. Mentre aspettava di esibirsi davanti a ottantamila che provavano a essere più fumati di lui, "spallonava" felice sul prato di San Siro assieme ad amici e compagni di musica. Mi viene da rammentarlo sempre più spesso, in un presente che per il calcio non smette di essere triste, avvelenato, venduto, e privo di poesia."

  5. #5
    Utente L'avatar di Dukko
    Registrato il
    07-04
    Località
    Firenze.
    Messaggi
    5.349
    Woah, che roba assurda XD
    Tipo lo confraternite americane XD

    :3
    | aNobii | dArt | fb | lastFM | pc | raptr

  6. #6
    Utente L'avatar di .:Ethan_Hunt:.
    Registrato il
    09-04
    Località
    Firenze, Italy
    Messaggi
    12.746
    Sono abbastanza esperto del settore, e posso asserire che la goliardia sta scomparendo. La poca che è rimasta si sta deteriorando, è sempre meno originale. Mio padre fu Gran Maestro della respublica e dell'ordine di San Salvi, e ogni tanto mi porta a qualche cena. Gente con i controcazzi, mi hanno raccontato delle cose veramente assurde. Non facevano un cazzo dalla mattina alla sera, ma non lo facevano con stile. Adesso è più una setta di imbecilli, si è perso il significato antico.


  7. #7
    FrankSpaghetti
    Ospite
    Citazione .:Ethan_Hunt:. Visualizza Messaggio
    Sono abbastanza esperto del settore, e posso asserire che la goliardia sta scomparendo. La poca che è rimasta si sta deteriorando, è sempre meno originale. Mio padre fu Gran Maestro della respublica e dell'ordine di San Salvi, e ogni tanto mi porta a qualche cena. Gente con i controcazzi, mi hanno raccontato delle cose veramente assurde. Non facevano un cazzo dalla mattina alla sera, ma non lo facevano con stile. Adesso è più una setta di imbecilli, si è perso il significato antico.
    ahahahahahah, ma io li stimo lo stesso.

  8. #8
    Utente L'avatar di .:Ethan_Hunt:.
    Registrato il
    09-04
    Località
    Firenze, Italy
    Messaggi
    12.746
    Ah, vale la pena di postare una delle più antiche e famose opere goldiardiche, l'Ifigonia in Culide:

    Reggia di Corinto, Vastissima sala da trono - anno 93 a.c.
    ATTO PRIMO

    SCENA:

    Le porte sono spalancate per dare accesso al popolo Entra il gran cerimoniere. Gran Cerimoniere:

    O popolo bruto, su snuda il banano
    non vedi che giunge l'amato sovrano ?
    Il Sir di Corinto, dal nobile augello
    qual mai non fu visto piu' duro e piu' bello.
    Il sir di Corinto dall'agile pene
    terrore e ruina del fragile imene;
    il sir di Corinto dal cazzo peloso
    del cul rubicondo ognora goloso.
    O popolo invitto, in gesta d'amore
    s'affermi il Sovrano piu' caro al tuo cuore.
    Rendiamogli omaggio nel modo migliore,
    offrendogli il culo delle nostre signore.

    Popolo:

    Noi siamo felici, sappiategli dire,
    che tutto al Sovrano c'e' grato d'offrire.
    Le nostre consorti facciam preparare
    in modo che a turno le possa inculare.
    Noi siamo felici, noi siamo contenti
    le chiappe del culo porgiam riverenti,
    che al nostro gentile e amato Sovrano.
    rimanga gradito il buco dell'ano.

    (Entra il seguito della Corte. Le nobili dame hanno le parti del corpo desiderabili leggermente velate.
    Il Re, con noncuranza, tocca di tanto in tanto le forme delle damigelle piu' carine.)
    Re :

    O sudditi amati. io resto confuso!
    Il turno dei culi che offrite per l'uso
    sara' piu' gradito al regio mio cazzo
    che mai troverebbe migliore sollazzo.
    La gioia che mi dai o popolo e' si grande
    che gia' l'uccello regio distende le mutande.
    Per mio regal decreto sara' da stamattina
    distribuita ai poveri gratis la vaselina:
    che al fine permetta, finche' lo vogliate,
    di fare nell'ano gloriose chiavate.
    Voglio sian compensati i sudditi fedeli:
    il cul pigliate pure, ma state attenti ai peli.
    (Segni di giubilo) Cerimoniere :

    Adesso fuori dai coglioni
    per lasciar posto ai Principi e ai Baroni.
    Ai Principi e ai Baroni e ad Ifigonia bella
    che sospirando brama l'ardor d'una cappella.

    Coro delle vergini (Danzando):

    Noi siam le vergini dai candidi manti,
    siam rotte di dietro, ma sane davanti;
    i nostri ditini son tutti escoriati,
    a furia di cazzi che abbiamo menati.
    Nell'arte sovrana di fare i pompini
    battiamo le troie di tutti i casini;
    la lingua sapiente e l'agile mano
    dan gioia e sollievo al duro banano.

    Ifigonia :

    Padre mio, padre mio.
    sono presa dal desio.
    Ho gia' un dito che fa male
    per l'abuso del ditale;
    ho la fica che mi tira
    come corda di una lira
    sto soffrendo atroci pene
    del prurito dell'imene,
    nella fica ho persin messo
    la manopola del cesso
    mi ficcai nella vagina
    la piu' grossa colubrina;
    mi son messa dentro il buso
    sino il cero di Caruso;
    mi piantai nel deretano
    cinque dita, e la mano.

    Credo giunto sia il momento
    di donarmi un Reggimento
    che non sappia manovrare,
    ma sia lesto nel montare;
    nella fica anelo tanto
    d`appagarlo tutto quanto...
    me la sento rovinata
    senza averla adoperata.
    Padre mio si forte e bello
    ho bisogno di un uccello:
    d'un uccello di nobil schiatta
    che mi sballi la ciabatta,
    di una fava grossa e dura
    che ricrei la mia natura.
    Manda un bando per il Regno,
    sia trovato uccello degno
    che finisca le mie pene
    spalancandomi l'imene.
    Padre mio se non mi sposo
    moriro' senza quel Coso.

    Re :

    Giuste sono le tue brame, o figlia bene amata,
    s'io padre non ti fossi, di gia' ti avrei chiavata.
    Con la regal consorte, tua madre la Regina,
    n'ho fatte diciassette soltanto stamattina.
    E se alle mie brame non ponessi un freno
    non passan tre minuti che il bandolo mi meno.
    Vedendo tanti culi di Principi e Baroni
    mi sento un gran prurito nel fondo dei coglioni.

    Popolo :

    Noi siamo felici, noi siamo contenti
    si rizzano i cazzi tuttora pendenti.
    Madama Ifigonia soave e pudica
    gia' sente prurito nell'inclita fica.
    O Giove possente, che Venere bella
    le faccia gran dono di tale cappella:
    che il culo le rompa, le rompa l'imene
    e infine la tolga da tutte le pene.
    Sia pago il desio alla vergine cara
    meniamoci il cazzo in nobile gara.
    (Tutti eseguono) Ifigonia (rivolta al popolo):

    Quanta fava, quanta fava.
    ma perche' nessun mi chiava?
    Su donatemi un uccello,
    un uccello lungo e bello:
    nella fica e poi nell'ano
    che mi entri piano piano.
    Ho gran voglia di godere
    ve lo chiedo per piacere.
    Deh non fatemi soffrire
    ve lo pago mille lire.

    Re:

    Udendo le tue giuste e oneste aspirazioni,
    d'orgoglio mi ribolle lo sperma nei coglioni:
    con animo commosso, vedo tra i bianchi veli
    spuntare nere le punte dei tuoi peli.

    Non voglio che si sciupi tanto lavoro mio,
    con sforzo, forse, potrei chiavarti anch'io.
    Il sacerdote venga, si appresti al sacrificio:
    Enter O'Clisma tosto ne tragga lieto auspicio.

    Cerimoniere :

    S'avanzi Enter O'Clisma, il Sacerdote,
    dal culo piu' vezzoso delle gote.

    Sacerdote (entrando) :

    Al Sire di Corinto, Signore degli Achei,
    auguro cazzi in culo non men di trentasei.

    Re:

    Al Gran Sacerdote, d'ogni rispetto degno
    venga dato, in omaggio, un bel cazzo di legno.

    Gran Sacerdote :

    La tua proposta, o Sire. mi rende il cuore gaio.
    pero', l'avrei piu' caro di ben temprato acciaio.

    Popolo :

    Noi siamo felici, noi siamo contenti,
    prendiamo l'ucccllo ben stretto tra i denti,
    che al Gran Sacerdote quel cazzo d'acciaio,
    il culo gli renda siccome un mortaio!

    Gran Sacerdote :

    Sono corso immantinente alla regal chiamata
    lasciando quasi a mezzo la solita chiavata.
    Pazienza! Se il ciel non me lo lega,
    mi rifaro' di certo con una bella sega.
    Esponi il tuo desio, o gran Sire venerando,
    in fretta, te ne prego, non vedi come bando?

    Re:

    Alla mia amata figlia, la pallida Ifigonia,
    da qualche tempo, prude la rorida begonia.
    O Sacerdote sommo, chiuditi in sacrestia,
    prendi l'uccello in mano e fanne profezia!

    Gran Sacerdote:

    Eseguo senza indugio i tuoi detti, o Signore,
    augurandoti in culo cazzi sessantanove.
    (il Gran Sacerdote esce da destra...) Ifigonia:

    Padre mio, padre mio,
    questa volta l'avro' anch'io.
    Sospirando quel belino
    voglio farmi un ditalino,
    domandandovi permesso
    vado a farmelo nel cesso.
    (Fa per avviarsi) Re (trattenendola):
    Rimani, o sconsigliata; il padre tuo diletto
    innanzi al popolo tutto ti grattera' il grilletto,
    mentre il Cerimoniere, memore del mio pegno,
    mi inculera' di dietro col suo cazzo di legno.
    Se con le bianche mani mi tiene su i coglioni
    vedrai nella mezz'ora quaranta polluzioni.

    Popolo :

    Noi siam felici, noi siam contenti,
    il re che L'ha duro in tutti i momenti;
    seguiamo l'esempio del caro sovrano.
    facciamoci forza, pigliamolo in mano!

    Gran Sacerdote (entrando) :

    Nel libro del futuro ho aperto uno spiraglio
    rompendo un culo vergine col mio peloso maglio;

    Re:

    I detti tuoi sapienti sian rapidi e fatali
    come fuor dell'ano i nodi emorroidali.

    Gran Sacerdote :

    Seguendo il tuo consiglio o re buono e sapiente,
    misi L'uccello duro sopra un braciere ardente,
    lessai il coglion sinistro, ne bevvi poscia il brodo,
    grande e divino auspicio traendone in tal modo:
    questa e' la frase magica che ho letto nel librone:
    "Nessuno vada in figa se privo di goldone,
    e che in figa a Ifigonia nessun metta l'uccello
    se prima non si svela l'arcano indovinello.
    Tra i principi del sangue dal bel tornito uccello
    bandito sia il concorso con un indovinello,,.

    Cerimoniere (al popolo) :

    Toccatevi i coglioni, se li avete.
    perche' vcdo transitare un prete.
    (Tutti si toccano i coglioni, e Ifigonia, che non li ha, con una mano tocca
    con leggiadria ed amore le grosse palle del Sovrano, ed esegue... con
    l'altra, seduta su di un orinale)
    ATTO SECONDO


    SCENA:

    La stessa sala. Sono presenti i principi pretendenti di Ifigonia con il loro seguito,
    in esecuzione alla profezia di Enter O'Clisma. I pretendenti si presentano.
    Hallah Ben Dur :

    Superando monte e valle
    v'ho portato le mie palle;
    e riempio un gran mastello
    con il brodo del mio uccello.

    Don Peder-Asta :

    Sarete delusa di tutti sti doni
    guardando d'Oriente i gloriosi coglioni:
    ho riempito quattro stalle
    col sudor delle mie palle!

    Uccellone, Conte di Belmanico :

    O fulgida stella, o figlia del Re,
    deh guarda il dono portato per te!
    Ho riempito una caserma
    solamente col mio sperma.

    Spiro Kito:

    Io sono Spiro Kito,
    dalle palle di granito.
    Ho creato un nuovo lago
    col prodotto del mio mago.

    Cerimoniere (impaziente) :

    Si avanzino separatamente i pretendenti
    fate largo, e al culo state attenti.

    Hallah Ben Dur :

    Io sono Hallah Ben Dur , dal poderoso uccello,
    e dall'Arabia vengo a dorso di un cammello.
    Il viaggio fu si lungo e percorso senza tappe
    che per lo strofinio mi bruciano le chiappe.
    Ed or, giunto alla fin di questo mio viaggio.
    ho piedi, fava e culo che puzzan di formaggio.

    Rinunciai in Bagdad a un favoloso ingaggio
    spronato dal desio di misurarti il raggio;
    il raggio della fica. o dolce Principessa,
    perche' ardo dal desio di romperti la fessa.
    Sul dorso di un cammello so far mille esercizi,
    infransi piu' d'un culo all'ombra dei palmizi.
    Le mie palle lucenti, senza badare al puzzo,
    sembrano per il volume le uova di uno struzzo.
    Son bruno, ardito, forte, devoto mussulmano
    e dall'Arabia tutta certo il miglior banano.
    Con L'aiuto d'Allah sciorro' l'indovinello
    e deporro' ai tuoi piedi il mio abbronzato uccello.

    Ifigonia (leggendo):

    Si dice che un giorno un cortese prelato
    avendo per via un capro chiavato
    s'accorse piu' tardi che l'estro di maggio
    rendealo padre di un ibrido paggio.

    Cerimoniere:

    Se non rispondi nella settimana
    faro' del tuo scroto una sottana.

    Hallah Ben Dur :

    Non so... quel prelato...
    se un capro ha chiavato...
    io penso con duolo
    che ha preso lo scolo.

    Popolo (facendo scongiuri):

    Noi siamo infelici, noi siamo scontenti,
    ti secchino il cazzo i nostri accidenti!
    S'affloscian gli uccelli in segno di duolo
    quel testa di cazzo ci parla di scolo.

    Cerimoniere:

    Il primo pretendente e' bello e fritto,
    venga il secondo con l'uccello dritto.

    Don Peder-Asta (al Re):

    Palpita il cuore mio per tale lieto evento!
    t'auguro cazzi in culo settecento!
    Sono principe e barone, signor del Mozambico
    e rompo fiche e culi col mio prestante fico;
    vi dico per sicuro, che ho sempre il cazzo duro
    ma di mente molto fina,
    viaggio sempre con vaselina.
    Son Principe di sangue, son nobile spagnolo
    che per poter fottere, mancando il protargolo,
    uso il preservativo. per non subire l'onta
    di prendere lo scolo all'atto della monta.
    (Ifigonia. provocatissima, scopre le anche, porgendo la fica alle labbra del Grande di Spagna). Ifigonia :

    O Principe sapiente, venuto ai miei pie'.
    da quanto tempo pensi non uso piu' il bide' ?

    Don Peder-Asta :

    Se il fiuto non m'inganna,
    o mia adorata fata,
    io debbo dirti che
    non ti sei mai lavata !

    Popolo (incazzato):

    Noi siamo infelici, che fan sti coglioni?
    Lo sanno gli Svizzeri dei Quattro Cantoni
    lo sanno le troie, lo sanno i lenoni,
    lo sanno persino i nostri coglioni.
    Fu il di di Giunone, con mossa pudica,
    che madonna lfigonia lavossi la fica.
    Coi suoi venti chili di augusto formaggio
    fu falta una palla di un metro di raggio.
    Al Prence sia data la pena infamante
    di prenderlo in culo dal Sacro Elefante.

    Cerimoniere :

    Del Popolo sian tosto eseguiti i voleri:
    venga Bel Pistolin coi suoi venti staffieri!
    Quaranta frombolieri intanto, piano piano,
    L'aiuteranno un poco col palmo della mano.
    E nel caso imprevisto che non gli venga duro,
    gli fregheran con garbo la punta contro il muro.
    (Entra Bel Pistolino, dando evidenti segni di giubilo: la scena si svolge alla presenza del popolo) Popolo :

    Pompa. pompa come un mulo
    fagli tremare le chiappe del culo.
    Daglielo duro, sburagli mollo,
    fagli tremare le vene del collo.

    Cerimoniere:

    Il secondo campione e' liquidato,
    sia almeno il terzo Prence il fortunato.

    Uccellone :

    Sono il nobile Uccellone,
    sono conte e son barone,
    chiavo donne a buon mercato
    col mio cazzo fortunato.
    La mattina appena desto
    me lo meno lesto lesto,
    poi mi sparo, a colazione,
    qualche rapido raspone.
    Prima ancor di mezzogiorno,
    nobil donne del dintorno
    fanno a gara, porco zio,
    per provare il cazzo mio.
    Quattro seghe a mezzogiorno
    non fan male per contorno.
    Verso sera per divario
    rompo qualche tafanario,
    alternando col pompino
    la chiavata a pecorino.
    Se son stanco, verso sera,
    chiavo sol la cameriera.
    Sulla punta del mio pene
    non si contan le flittene.
    Vedi, bando come un mulo
    alla vista del tuo culo.

    Ifigonia:

    Sai tu dirmi il mistero della sfinge,
    la quale prima caca e dopo spinge?

    Uccellone :

    Mi riesce, Ifigonia, la tua parola oscura.
    il cazzo gia' mi suda di pallida paura.
    ll Ciel mi fu avverso, ignoro il mistero;
    mi mette terrore un nero pensiero!
    Gia' vedo il mio culo sfondato all'istante
    dal cazzo tremendo del Sacro Elefante!
    Gia sento roteare in rotto e alterno moto
    i possenti testicoli entro il peloso scroto.
    Ho nel fondo del cuore una puntura sorda
    come una dozzina di piattole che morda.
    Conobbi una fanciulla dalla parola oscura,
    mi sento tremebondo,preso dalla paura.

    Re (sdegnato):

    Tu che, fra tanti, brami la mano di mia figlia,
    col culo pieno d'aglio farai le Mille Miglia.

    Cerimoniere :

    Tosto venga eseguito del Sovrano il volere:
    si porti senza indugio d'aglio un gran paniere.
    (Uccellone scoppia in una gran risata). Re:

    Tu ridi, sconsigliato, davanti al gran travaglio
    di far la Mille Miglia col culo pieno d'aglio?!

    Uccellone :

    Mi fate solo pena o poveri coglioni,
    che' per riempirmi il culo ne occorron tre vagoni.
    Col culo pieno d'aglio, novello errante ebreo;
    io freghero' in volata la rossa Alfa Romeo.

    Cerimoniere :

    Sian tosto eseguiti i comandi del Sire,
    col cul pieno d'aglio ei deve finire.

    Ifigonia (piangendo):

    Addio mio Bel Manico nobil Signore,
    a pcrder il tuo cazzo non si rassegna il cuore.
    Non hai colpa veruna, se con l'uccello dritto
    giammai non scandagliasti la Sfinge dell'Egitto
    se solo in mille fiate, alla tua chioma fulva,
    s'intrecciano tenaci i peli della vulva.

    Re :

    Non piangere Ifigonia, lustro dei peli miei,
    sio paziente e devota ai detti degli dei.

    Cerimoniere :

    Il terzo, a quanto pare, e' bello e fritto,
    s'avanzi il quarto, col banano dritto.
    (Il Principe Spiro Kito, figlio del Sol Levante, si avanza nei paludamenti di Gran Samurai.) Spiro Kito:

    Il Regno di Budda manda il mio cuore,
    io vengo dal Regno del mandorlo in fiore.
    Son Duca d'Oriente, nomato Spiro Kito,
    ho il cazzo si duro che par di granito.
    Ancora bambino, giostrando da pazzo,
    sembravo potente nell'uso del cazzo;
    potente a tal punto. sebbene maschietto,
    da farmi pensare a tenzoni da letto.
    Poi vinsi il primato persin nei casini,
    campione invitto di fiche e pompini;
    tal che le ragazze, godendoci anch'esse,
    s'offrivan per nulla, le povere fesse.
    Un'unica volta, una donna di rango
    negommi convegno nel giro di un tango:
    l'attesi, e quando s'offri l'occasione
    le roppi il culo con uno spintone.
    Cosi la mia fama varcando le mura
    di questa, diciamo, casa di cura,
    giungea alle bimbe di buona famiglia
    dove la madre, piu' bon della figlia,
    cullava L'uccello con docile mano
    per fare alla figlia rompere l'ano.
    Or passo all'azione, domanda Signora
    qualsiasi indugio va a danno dell'ora.

    Popolo :

    Noi siamo felici e non siamo sciocchi
    questo senz'altro e' un cazzo coi fiocchi.

    Spiro Kito:

    Io vengo dal paese dei mandrilli
    dove si va nel culo pure ai grilli.
    Son figlio del Giappone, Spiro Kito,
    ed ho un paio di coglioni di granito.
    Facciamo presto con le spiegaziohi,
    che' e' tempo di sbrodar nei pantaloni.

    Ifigonia :

    Eravi un eremita a Poggibonsi
    che non cacava, e non faceva stronzi;
    or sai tu dirmi, quando ei ruttava,
    ai suoi fedeli che impressione dava ?

    Spiro Kito:

    A tanto indovinello una risposta sola:
    quell'eremita avea il retto nella gola.
    La storia gia' ci parla del Principe Gargiulo
    il quale avea la faccia che somigliava al culo.
    Son piu' che certo, e posso dirlo lieto,
    all'eremita un rutto, puzzava come un peto.
    Il Cerimoniere apre la pergamena e approva. Il Re s'avanza, congiunge le mani dei due giovani Principi sanzionando l'unione, mentre il popolo e gli astanti si inginocchiano in religioso e muto ringraziamento agli Dei e le vergini innalzano al cielo il loro tenue canto. Vergini :

    O Venere buona, o Venere bella,
    provvedi noi pure di dura cappella
    e come a lei, Principessa ed amica,
    ci capiti in dono l'uccel nella fica.

    Re:

    Un principe che ha tanto di cervello
    ragiona certamente con l'uccello.
    Per Ifigonia mia, devota e grata
    ecco la fava tanto sospirata!

    Sii degna dell'uccel che t'ho donato
    non obliando i fasti del Casato:
    la grande Filiberta. illustre e saggia,
    il culo s'incendio', con l'acqua ragia,
    preferendo la morte al nero duolo
    di curarsi lo scol col protargolo;
    Vulvina Bartolino, sua germana,
    che arrossiva sbucciando una banana,
    in un momento di furor demente
    s'uccise con lo sperma di un serpente.
    La nobil Filiconia, tua bisava,
    sempre in lizza nel gioco della fava,
    mori'. vetusta d'armi, in un bordello
    col cuore trapassato da un uccello.

    Ifigonia :

    Il sorriso della fica,
    la mia gioia alfin vi dica.
    Son contenta. son beata.
    che' alla fin saro' chiavata.

    Ma vi giuro sugli Dei
    di pensare ancora ai miei:
    tanto al Re che alla Regina.
    quando m'alzo ogni mattina;
    con il segno del littorio,
    ed a mamma l'originale
    Dunlop, cazzo artificiale.

    Popolo :

    Noi siamo felici, noi siamo contenti
    s'innalzano i cazzi di gioia frementi:
    porgiamoci tosto il culo di sponda,
    L'uccello del Prence di gioia c'inonda.

    Vergini:

    Noi siamo le vergini dai candidi manti,
    s'intrecciano i cazzi, s'innalzano i canti;
    il grande fattaccio ci dona gaiezza
    e per la gran gioia tagliamo la pezza.
    S'intreccian le danze, s'innalzano i canti,
    per farci chiavare useremo i guanti.
    Lasciamo le seghe, lasciamo i pompini,
    lasciamo un istante i bei ditalini;
    E' giorno di festa, l'azzurro pervinca
    mettiamo all'occhiello del muso di tinca;
    seguendo l'esempio del popolo intero,
    un grosso banano ci laceri il velo.

    Cerimoniere:

    Per celebrare l'evento risuoni nella Reggia
    in segno di giubilo. almeno una scorreggia.
    ATTO TERZO

    SCENA:

    La camera nuziale. Nei quattro angoli, quattro bidet dove bruciano profumi. Nelle pareti bracieri accesi.
    Pezze di marchese sparse. In fondo, un water closed con catena d'oro. Ifigonia e Spiro Kito giacciono sul talamo.
    Ifigonia:

    O amato Spiro Kito. Prence e Samurai,
    il tempo passa e non mi chiavi mai!

    Spiro Kito:

    Desisti, o Principessa, dal chieder spiegazioni
    non vedi che cominci a rompermi i coglioni?

    Ifigonia :

    Fammi vedere le palle di solido granito,
    fammi toccar l'uccello almeno con un dito;
    che brami Spiro Kito dalla tua dolce amica,
    vuoi farmi il culo o ripulir la fica?

    Spiro Kito:

    C'e' una cosa, Ifigonia, che ancora non t'ho detto,
    un segreto terribile che freme nel mio petto.

    Ifigonia:

    Oh parla Spiro Kito, mio divino,
    t'ascolto col canal di Bartolino.

    Spiro Kito:

    Un giorno, or son quattr'anni,
    soffrendo per un callo
    stavo prendendo un bagno
    nel Grande Fiume Giallo,
    e, come fanno i nobili Signori.
    io giravo in culo a paggi e valvassori.
    Quand'ecco passa altero un bonzo di Kul-Su'.
    col quale ero si amico che ci davam del tu,
    ed egli mi propose, con sordido cinismo,
    di fare nel suo culo un giro di turismo.
    Altra cosa non volli, e, come un folle toro,
    soffiando, a capo basso, glielo ficcai nel foro.
    Ma, a quell'infame bonzo, nel nero tafanario,
    albergava da tempo un verme solitario,
    che mentre io mi godea il morbido budello
    mi si mangio' pian piano la punta dell'uccello.
    Il Prence Spiro Kito, per questo caso strano,
    possiede ancor le palle, ma e' privo di banano;
    ed or mia diletta, quando vuol godere,
    non ha altra risorsa che il buco del sedere.
    Vedi, mi fai pentire d'esserti vicino,
    per placar le smanie fatti un ditalino.
    Or non e' il momento di fare una chiavata,
    il cane pechinese proceda alla leccata.
    Passata da tempo e la mala avventura,
    che tolsemi il membro di madre natura!
    Ed or per il tuo bel sesso gentile
    io dunque t'ho fatto un Pesce d'Aprile.
    Io sono impotente, in caso si bello;
    in modo assoluto mi manca l'uccello.
    Non godo di dietro a modo di prete.
    E' noto che il prete modello e perfetto.
    privato dell'uso di maschio uccelletto,
    se preso da brama di ibrida voglia
    qualunque desio nel culo convoglia.

    Ifigonia:

    E vero che i preti, a quanto mi dici, I
    prendendolo a tergo si rendon felici,
    ma molti son quelli. lo provano i fatti
    che in barba alle leggi si chiavan da matti.
    D'esempio sia al mondo, per detto Egiziano,
    di Cesare invitto l'uccello sovtano.
    Ignobile fellone, vil traditore,
    la nobile Ifigonia getti nel disonore.
    Fui vittima innocente di un infame tranello;
    il verme divorarti potea cuore non uccello.
    Crudele e perverso mi e' stato il destino,
    scegliendo a consorte per me un culatino.

    Spiro Kito:

    Tristi giorni un dl trasCorsi con i resti dell'uccello
    mi chiusi in una torre sovrastante il mio castello,
    tristi notti solo. mesto, tutto avvolto nei neri ve\i
    mi strappavo ad uno ad uno
    bestemmiando tutti i peli.
    Dieci giorni, dieci notti. solo, muto come un reo,
    mi pelai tutto lo scroto con l'accluso perineo.
    Dieci notti, e quand'ebbi
    manco un pelo sul coglione,
    senza L'ombra di un conforto
    mi gettai giu' dal balcone.
    Fu un istante...
    giunto al suolo dileguossi il mio tormento,
    per dar luogo ad uno strano novello godimento.
    Volle il cielo, assai benigno, che nel rapido
    mio giro, io cadessi con il culo
    sull'uccello di un fachiro,
    che da circa quarant'anni meditava sotto il muro
    scarno, muto, impassibile, con il cazzo sempre duro.
    Benedetto sia per sempre
    quell'uccello e quel momento
    che la porta disserrommi al soave godimento.
    Da quattr'anni sempre in viaggi
    per citta, paesi e corti,
    io di uccelli assai ne ho presi:
    lunghi. grossi, dritti e storti,
    bianchi, neri, rossi e gialli, prepotenti e timorosi
    malmenati stranamente, tatuati e rumorosi.

    Ifigonia:

    Giove mio, Giove mio,
    perche' mai non chiavo anch'io?
    Perche' scrisser nel libro del destino
    che andar dovessi sposa a un culatino?

    Spiro Kito:

    Ferma i tuoi detti alteri, o Ifigonia e basta;
    rispetta, se non l'altro, l'arte pederasta.
    Vedo che tu le gioie non sai dell'intestino
    te lo dice un esperto e vecchio culatino.

    Re (entra con una scatola in mano) :

    Ho sentito rumore dalla stanza vicina,
    state cercando forse la vasellina ?
    (Ifigonia, furiosa per la delusione subita, si avventa sui coglioni paterni.) Ifigonia :

    Anche la vasellina, nuovo schetno,
    o padre snaturato. va all'inferno.
    Ora ti mangio il destro e poi il sinistro,
    e sta certo che neanche il dio Calisto,
    se pieta si prendesse del tuo guaio,
    te ne potrebbe far un altro paio.
    Castrato sei e se vorrai godere,
    falle anche tu col buco del sedere.

    Re:

    Accorrete Cortigiani, Duchi, Principi Baroni,
    Nobiluomini, Visconti dai ben solidi coglioni,
    voi pulzelle, maritate, nobil Dame. Castellane,
    che battete di gran lunga le piil celebri puttane,
    tralasciate le chiavate, i rasponi ed i pompini
    sospendete un sol momento i consueti ditalini.
    Ifigonia, la sovrana, accecata dal dolore,
    si mangio' le rosse palle dell'augusto genitore.
    Addio vergini belle. che lasciaste L'imene
    sotto la forte punta del mio robusto pene.
    Addio peli rosati di donne e di bambini,
    addio lingue sapienti maestre di pompini,
    addio nobile uccello, piega da questa sera
    la grossa audace testa, un giorno tanto altera.
    Finite son purtroppo le giostre e k tenzoni
    che finora facesti per mezzo dei coglioni.
    Addio nobile uccello un giorno tanto grande,
    da giungere alle stelle con poderoso glande,
    Signore della vulva. terrore dello sfintere,
    che mille e mille volte furente come un toro,
    dilaniasti le ceste giungendo nel piloro;
    che mille e mille volte, con mosse agili e strane,
    metteste a repentaglio le trombe falloppiane.
    Tu, che mai cedesti a seghe ed a pompini,
    stavolta fosti vittima di due denti canini.
    Dormi! Da questa sera sars tuo cimitero,
    in segno di cordoglio, un sospensorio nero.
    Da oggi tu, negletto, starai nelle mutande,
    nC piil le tingerai con il possente glande.
    Morire ben dovevi in nobile tenzone
    e invece, miserello, moristi da coglione!!!
    Avrei bramato di perdere anche il cazzo,
    ma perderlo da prode nel gioco del rampazzo.
    (Il Re si apparta piangendo) Cerimoniere :

    Ti sara' dato il trattamento duro
    d'esser legata con la fica al muro.
    Il popolo sfilera' e tu con l'ano
    farai da monumento vespasiano.

    Ifigonia:

    Sognavo un cazzo forte da bambina,
    percio' pregavo Giove ogni mattina,
    che', come un giorno avvenne per Enrica (mia sorella)
    potesse capitarmi nella fica
    un poderoso e ben tornito cazzo
    per farmene per sempre il mio sollazzo.
    Cosi non fu! E la Giustizia grande
    che gioia e pur dolore in terra spande.
    volle che fossi, per crudel destino,
    moglie di un detestato culatino!!!
    Addio per sempre, Spiro Kito sposo,
    mi butto pel dolor nel water closo.
    Tu porrai fin, ti prego, alla mia pena,
    tirando lentamente la catena.

    Prima che qualcuno possa trattenerla, Ifigonia si getta a capofitta nel water closed. Spiro Kito,
    ubbidendo ai suoi ultimi voleri, tira lentamente la catena.
    (Tutti si inginocchiano pregando, mentre una salva di scorregge saluta la moritura.)


  9. #9
    FrankSpaghetti
    Ospite

  10. #10
    Ingegnere sociale L'avatar di Fr4nk
    Registrato il
    01-08
    Località
    Laputa
    Messaggi
    3.345
    Citazione .:Ethan_Hunt:. Visualizza Messaggio
    Sono abbastanza esperto del settore, e posso asserire che la goliardia sta scomparendo. La poca che è rimasta si sta deteriorando, è sempre meno originale. Mio padre fu Gran Maestro della respublica e dell'ordine di San Salvi, e ogni tanto mi porta a qualche cena. Gente con i controcazzi, mi hanno raccontato delle cose veramente assurde. Non facevano un cazzo dalla mattina alla sera, ma non lo facevano con stile. Adesso è più una setta di imbecilli, si è perso il significato antico.
    In realtà ho omesso una quantità spropositata di informazioni; ad esempio non ho fatto la distinzione fra goliardi attivi e goliardi non attivi. Una volta entrato in goliardia, sei goliarda a vita. La feluca ti conferisce questa "proprietà". Inoltre, se sei molto avanti di grado ed hai gli altri elementi del vestiario, ti rimangono per sempre. Un elemento di alta nobiltà della goliardia è il mantello; chi ha il mantello di solito è qualcuno che è stato molto tempo in goliardia. Comunque, ritornando a prima, i goliardi non attivi solitamente sono o gente che sta preparando la tesi, o che non può partecipare con continuità per altri motivi, o gente già laureata; possono partecipare alle riunioni, alle feste ed alle cene autoinvitandosi e, di solito, senza pagare un cazzo. Prima ho detto anche che alle cene goliardiche non possono partecipare che goliardi; bè non è strettamente vero, si possono portare esterni ma questi ovviamente non possono partecipare al gioco ed agli scazzi, se non sono goliardi.

    Comunque sul discorso dell'originalità posso dire che sì, la gente non sa proprio che cazzo inventare ed avere a che fare con consoli con il QI inferiore al girovita non è proprio il massimo. Quando sono entrato mi hanno detto "in goliardia vai avanti se hai molta fantasia", e vabbè, la fantasia non mi è mica mai mancata ma francamente se mi date gli stessi stimoli di un programma televisivo in prima serata non ho molto da esprimere, preferisco imbucarmi alle lezioni di baccellierato al convento o quel circolo culturale dove si leggono i libri ad alta voce o rintanarmi in biblioteca e leggere un libro per i cazzi miei.

    Ad ogni modo il fatto che esista è già una bella cosa. Insomma, gente che comunque prova a fare qualcosa di diverso, e non si può dire che ogni tanto non ci sia qualcuno che riesce ad organizzare qualcosa di interessante o divertente. Da apprezzare quantomeno per lo sforzo...
    Ultima modifica di Fr4nk; 19-04-2008 alle 15:49:00

  11. #11
    Master Willem was right. L'avatar di Servo di Miyamoto
    Registrato il
    02-05
    Località
    Kyoto
    Messaggi
    20.442
    SPOILER!

    Neither of us want to see you go Hollow

  12. #12
    Conduttore MaiDireLaTalpa L'avatar di requ13m
    Registrato il
    07-06
    Località
    Bree-Land
    Messaggi
    6.819
    Quanta fava, quanta fava.
    ma perche' nessun mi chiava?
    Su donatemi un uccello,
    un uccello lungo e bello:
    nella fica e poi nell'ano
    che mi entri piano piano.
    Ho gran voglia di godere
    ve lo chiedo per piacere.
    Deh non fatemi soffrire
    ve lo pago mille lire.
    Stavo scorrendo di sfuggita il post di .:Ethan_Hunt:. e sono riuscito a leggere solo questo. Mi è bastato.

    Spoiler:
    2019: Mi è sparita la firma
    2022: Mi è comparsa una bandiera dell'Ucraina in firma

  13. #13
    Ingegnere sociale L'avatar di Fr4nk
    Registrato il
    01-08
    Località
    Laputa
    Messaggi
    3.345
    E conta che di solito è recitato da una bella ragazza

    Anch'io ho recitato in uno spettacolino di questo genere, durante il quale dovevo sodomizzare la console mica male. Solo per finta, però 8(

  14. #14
    Amico Fritz L'avatar di Scudrera
    Registrato il
    08-05
    Località
    Hippocratica Civitas
    Messaggi
    8.917
    Citazione .:Ethan_Hunt:. Visualizza Messaggio
    Ah, vale la pena di postare una delle più antiche e famose opere goldiardiche, l'Ifigonia in Culide:

    cut


    La proporrò come recita alle scuole elementari.
    "O FORTUNA, COME PERDO QUESTO REGNO SENZA AVER ROTTO UNA LANCIA!" Ferrandino

  15. #15
    Che eleganza! L'avatar di jindua
    Registrato il
    02-03
    Località
    Eisenach
    Messaggi
    6.156
    mi fa venire in mente Animal House...

    TOOOO-GA! TOOOOO-GA!!

Pag 1 di 2 12 UltimoUltimo

Regole di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •