[Fotografia] Circolo di Tradizione Fotografica - Pag 2
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Discussione: [Fotografia] Circolo di Tradizione Fotografica

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  1. #16
    Cowboy in Love L'avatar di Loto.Nero
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    William Eugène Smith

    Se del fotogiornalismo abbiamo citato come padri fondatori Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, ora non resta che citare Eugène Smith.

    Meritevole quanto i due già nominati, ma al tempo stesso fermo dell’idea di esserne il Dio genitore di una prole di fotogiornalisti.

    Nato nel 1918, nel Kansas, William Eugène Smith mostrò sin da subito il suo interesse verso la fotografia, dichiarando ai suoi genitore la sua volontà di documentare la realtà. Secondo il suo pensiero la fotografia sarebbe stata il miglior mezzo per documentare la vita nelle sue più piccole sfumature. Tutto questo condendolo di etica, moralità e significato, così da documentare la notizia senza bisogno di una didascalia.

    Al fotogiornalista era possibile ogni cosa, dal ritocco in camera oscura al fotomontaggio, dalla sovrapposizione al ritaglio, purchè questo fosse conforme all’etica della foto, al messaggio, e quindi alla dichiarazione del fotografo.

    “Il modo migliore per essere un buon giornalista è cercare di essere il miglior artista possibile”.

    Smith quindi impose fin da subito il suo stile, potente e al tempo stesso pieno di sé, sfacciato al punto da considerare il suo lavoro superiore a quanto altro, se non alla verità. E’ proprio questa sua sfacciataggine però a donare alle sue opere un significato diretto e a parlare da sole.

    Nei suoi lavori criticò i risvolti sociali del razzismo, dell’abuso, delle credenze popolari, dell’inquinamento e della guerra.
    Partecipò alla seconda guerra mondiale, documentò la situazione nelle campagne americane, del razzismo nelle nursery di periferia e degli effetti nocivi degli scarichi di mercurio nel fiume giallo, in Cina.

    Morì nel 1978, pieno della sua stessa ambizione, rincorrendo un progetto di critica politica, ritenuto in fine, irrealizzabile.


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    Ultima modifica di Loto.Nero; 21-09-2006 alle 15:20:35
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  2. #17
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    Arthur "Weegee" Felling

    Arthur Felling, al secolo Weegee ( la trascrizione fonetica di "Quija", uno strumento per prevedere il futuro ), verrà ricordato come l'uomo d'assalto che scattò decine di migliaia di fotografie nei più disparati posti di New York per ritrarre delitti, assassini, rapimenti, criminali e tutto ciò che rientra nelle "leggende metropolitane".

    Nato nel 1899 in Austria si trasferì negli Usa agli inizi del secolo scorso, stabilendosi a New York e collaborando con la polizia come documentarista. Tale collaborazione gli permise di tenere in auto una radio in sintonia con le frequenze della polizia, così da precipitarsi sul luogo del delitto il prima possibile.
    Il suo stile fu definito "metropolitano", egli infatti non solo lavorava di notte nella grande mela, sviluppava nel suo stesso furgone le foto così da portarle egli stesso alla testata giornalistica che le reclamava.

    Si spostava con una fotocamera prefissata su f/16 e a 1/200, usando alternativamente un flash classico e il cosiddetto "lampo nero" da lui stesso sperimentato.

    Durante la sua vita collaborò anche con Stanley Kubrick come fotografo di scena durante le riprese del "Dott.Stranamore". Lo stesso Peter Sellers si ispirò all'accento di Weegee per interpretare il protagonista del film.

    Morì nel 1968 al termine della sua carriera, inseguendo una fase di sperimentazione fotografica.

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  3. #18
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    Edward Weston

    Nato nel 1886, in California, Edward Weston appartenne al ciclo di fotografi innovatori che trasformarono profondamente la concezione di fotografia moderna agli albori del secolo.

    Assieme ad Ansel Adams è uno dei fondatori del movimento F/64, frutto di una sua trasformazione artistica, che nella sua fattispecie si è rivelata un'evoluzione di stile.

    In effetti Weston, inizialmente considerò la fotografia come una forma d'arte più simile alla pittura che ad una nuova corrente. Le sue fotografie mostravano costantemente un'atmosfera "onirica", caratterizzata da una costante sfumatura e un bagliore diffuso.

    Venuto a contatto però con le influenze di Alfred Stieglitz e della corrente "Photo-Secession", Weston mutò completamente la sua concezione di fotografia, avvicinandosi a rapidi passi verso la concezione di "realtà indiscussa".
    Iniziò così a revisionare ogni suo progetto avvicinandosi sempre di più a produzioni come testimonianza del vero, perfettamente messe a fuoco.
    Da qui il suo trasferimento in Messico, per seguire la fotografa e attrice veneziana, Tina Modotti, con la quale intraprese una sincera collaborazione.

    Così, l'esigenza di un movimento che si distaccasse completamente dalla fotografia pittorica si concretizzò in F/64, con la quale il fotografo proponeva una fotografia tanto messa a fuoco quanto pura e diretta. Non c'era interpretazione se non quella della realtà, forse il contesto più metaforico di ogni costruzione mentale. Una risposta stilistica alla quasi totalità del panorama artistico del suo tempo.

    Ammalatosi di Parkinson, Weston morì nel 1958, dieci anni dopo la sua ultima fotografia.

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    Foto a Tina Modotti
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    Ultima modifica di Loto.Nero; 11-09-2006 alle 09:43:31
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  4. #19
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    Tina Modotti

    Parlando di Tina Modotti, bisogna dire che abbiamo a che fare con una delle personalità più accese legate al nome della fotografia di inizio secolo scorso.

    Di fatto, Tina Modotti, Nata a Udine nel 1896 iniziò la sua vita come lavoratrice di campi, coltivando soia dapprima in Italia e Austria e poi negli Stati Uniti. E' proprio negli Usa che lei entra in contatto con artisti e circoli intellettuali, grazie alle amicizie del marito, R. A. Richey.

    Da qui in poi Tina Modotti entrò facilmente negli ambienti di hollywood, recitò in diversi film ed iniziò una brillante carriera fotografica.

    Trasferitasi in Messico assieme al fotografo Edward Weston, dopo la morte del marito, Tina Modotti portò la sua fotografia ad un livello tanto personale da impegnare se stessa e i suoi lavori sia socialmente che politicamente. Realizzò diverse inchieste sociali nel Messico degli anni 30 e delle influenze politiche estere nelle più sottili forme di estremismo. Seppur non aderendo mai al movimento F/64, anche data l'influenza di Weston in alcune opere anche lei ne rispettò i canoni realizzativi.

    Si spense nel 1942 per un attacco cardiaco ( anche se in sospette circostanze ).

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    Foto ad Edward Weston
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    Ultima modifica di Loto.Nero; 11-09-2006 alle 11:17:24
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  5. #20
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    Pittorialismo

    Con il termine "Pittorialismo" si intende la corrente artistica che alla fine del diciannovesimo secolo ebbe l'intenzione di voler elevare la fotografia al senso estetico della pittura.

    L'intenzione di trasformare la semplice lastra fotografica in un'opera d'arte, discostandola dalla realtà e rifacendosi alla pittura, fu un espediente che caratterizzò la quasi totalità della fotografia del suo tempo, ancora incapace di costruire una propria identità.

    Il senso pittorico della fotografia concedeva così al fotografo ogni espediente per raggiungere il risultato voluto. La fotografia focalizzatasi nella mente dell'autore, come fosse un quadro, diventava realizzabile attraverso la sovrapposizione di negativi, il fotomontaggio, processi in sede di sviluppo e ogni piccolo effetto realizzativo.
    Chiaro ovviamente il riferimento a molte opere classiche, del passato e contemporanee, nascendo in contemporanea all'i
    mpressionismo pittorico ( specialmente francese ).

    Stilisticamente le opere pittorialistiche erano caratterizzate prevalentemente da dettagli poco contrastati, prevalentemente sfumati, adoperando come supporto il calotipo ( proprio per i dettagli sfumati ). Prevarrà la messa in scena, la totale organizzazione da parte del fotografo, anche quando, grazie alle influenze impressionistiche, diverranno i paesaggi il soggetto.

    E' in contrasto a questo movimento che nascerà la Straight Photography.

    Appartenerono a questo movimento molti pionieri della fotografia come: Gustave Le Gray, Henry Peach Robinson, Oscar Gustav Rejlander, Julia Margaret Cameron e Nadar.

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    Ultima modifica di Loto.Nero; 12-09-2006 alle 16:39:43
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  6. #21
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    Nadar

    Legato alle fasi iniziali della fotografia, Nadar ( il cui nome in realtà fu Gaspard-Félix Tournachon ) fu fotografo, giornalista, scrittore e fumettista.

    Nacque a Parigi nel 1820 e le sue prime fotografie risalgono al 1853. Prima di allora dedicò la sua creatività alle caricature e ai fumetti di satira. I suoi esperimenti relativi all'uso della macchina fotografica si concretizzarono in breve nelle prime fotografie aeree della storia, scattate dal cielo di Parigi sulla sua mongolfiera.

    Durante la sua vita egli approfondì molto i canoni di correlazione tra fotografia e pittura. Interessandosi sia dell'uno che dell'altro, ospitò nel 1874 nel suo studio la prima esibizione di arte impressionista, alla quale volle affidare concretamente la sua produzione fotografica. I canoni delle sue opere furono quelli del pittorialismo.

    Rispetto ai suoi esperimenti di fotografia aerea, Nadar verrà ricordato come un grande ritrattista del suo tempo. Non solo sperimentò l'utilizzo della luce artificiale, ma eseguì ritratti illustri a moltissimi personaggi influenti del suo tempo.

    Insieme a Julia Margaret Cameron è considerato il più importante ritrattista fotografico degli esordi.



    Baudelaire ( 1 2 3 ) Con il quale fu complice della prima foto-intervista della storia.
    Jules Verne ( 1 )
    Victor Hugo ( 1 Morte )
    Eduard Manet ( 1 )
    Claude Monet ( 1 )


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    Ultima modifica di Loto.Nero; 13-09-2006 alle 09:00:21
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  7. #22
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    Joseph Nicephore Niepce

    Parliamo ora del pioniere per eccellenza della fotografia, ossia Joseph Nicephore Niepce.

    Nato nel 1765 a Chalon-sur-Saône in Francia, Niepce si interessa sin da giovane agli effetti della luce riflessa e della camera oscura. Tuttavia, dedicò la sua vita allo sviluppo di una tecnica tale da permettere l'impressione di una superficie da parte della luce.

    In effetti la camera oscura esisteva già da decenni ( celebri le realizzazioni del Canaletto come ricalchi ) ma mancava ancora un piccolo passo alla realizzazione della prima fotografia.

    La luce infatti, passando per il foro stenopeico della camera oscura non aveva modo di rimanere impressa su di una superficie.


    Così, in una data non precisata tra il 1823 e il 1826, Niepce cosparse una lastra di feltro con del bitume di giudea, lasciando la superficie alla libera esposizione in camera oscura per circa 8 ore.
    Ciò che resta oggi, ovvero la prima fotografia della storia ( chiamata da lui eliografia ), raffigura una visuale dalla finestra del suo appartamento.


    Successivamente a questa sua prima realizzazione, Niepce entrerà in contatto con Daguerre, ma morirà prima di vedere effettivamente realizzato il frutto del suo successo nel dagherrotipo.

    La prima fotografia della storia ( Qui )
    Ultima modifica di Loto.Nero; 13-09-2006 alle 12:43:44
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  8. #23
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    Sebastião Salgado

    Salgado è probabilmente il fotografo contemporaneo più conosciuto al mondo.

    Nato nel 1944 in Brasile, Salgado ebbe un approccio piuttosto tardivo alla fotografia. Laureatosi in economia e statistica, decise di sperimentare una carriera fotografica solo dopo aver intrapreso un viaggio in Africa, nel 1973.


    Da quel momento, Salgado raggiunse immediatamente i vertici qualitativi dell'opera fotografica, impegnandosi da subito in reportage di impegno sociale e dal taglio profondamente personale. Nel giro di pochi anni, documentò la siccità nel Sahel, la rivoluzione in Portogallo, la guerra coloniale in Angola e Mozambico, senza contare le decine di reportage fatti attraversando l'America Latina. Salgado frequentò diverse agenzie fotografiche, con le quali intraprese impegnative collaborazioni all'inizio della sua carriera ( Sygma, Gamma, Magnum ) per poi fondare insieme a Lelia Wanick Salgado, Amazonas Images.

    La fondazione di una sua agenzia gli permise così di dedicare più tempo per approfondire le tematiche di cui si fece "paladino", reportage che spesso portarono via dei mesi, se non anni. La sua ultima produzione è un reportage sulle migrazioni umane, realizzato in una fase artistica che va dal 1993 al 1999.


    Il lavoro più famoso, a cui è associato il nome di Salgado e che è conosciuto anche ia non cultori della fotografia, è sicuramente "Other Americas", un reportage sulle condizioni di lavoro dei contadini dell'America Latina.


    Nelle sue opere traspira una profonda conoscenza delle tematiche da lui raccontate. Nel documentare le problematiche di una società schiacciata dalla povertà e dal consumismo, Salgado affronta il tema con un'ottica personale, e nonostante lui si rifaccia ai maestri europei della fotografia umanistica, sottolinea più spesso li suo sfondo culturale sudamericano.
    Tecnicamente, Salgado usa tutt'ora una Leica, impressionando le sue foto su comune pellicola fotografica, preferendo strumenti poco ingombranti e di più facile utilità.

    In sede di stampa, dedica particolare attenzione alla cura dei toni medi, facendo in modo che non vi sia un contrasto troppo elevato, tale da rovinare la resa finale delle ombre ( ritoccate spesso con uno sbiancante ).


    Scattò lui le uniche foto che documentano nel 1981, gli attimi successivi all'attentato del Presidente degli Stati Uniti di allora, Ronald Reagan. ( 1 )


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    Ultima modifica di Loto.Nero; 12-09-2006 alle 15:55:54
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  9. #24
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    Diane Arbus

    Parlando di Diane Arbus non si può non considerarla come una delle menti più "contorte" del panorama fotografico del secolo scorso.
    Basti citare alcuni dei suoi lavori più famosi, quali "Il bambino con la granata giocattolo" o le "gemelle".

    Diane Arbus infatti, è ritenuta una paladina e documentarista del cosiddetto genere "freak". Ovvero la raffigurazione di persone esprimenti le stranezze del mondo. Situazioni, condizioni sociali, aspetto, riferimenti, tutto votato alla stranezza, all'assurdità e quindi a particolari sensazioni da parte dell'osservatore. Nella sua carriera fotograferà artisti circensi, malformazioni umane, situazioni grottesche, assurdità sociali e via dicendo..

    Nata nel 1923 a New York, Diane Nemerov ( sorella del famoso poeta russo Nemerov ), si sposò giovane con il fotografo militare Allan Arbus, dal quale apprese la basi della fotografia prima di approfondirle in privato con delle lezioni. Successivamente dedicò la sua vita a queste stranezze, portando a termine numerose collezioni di fotografie fino al 1971, anno in cui si suicidò.

    Diane Arbus usava prevalentemente una fotocamera Rolleicord con negativo 6 x 6.


    «Molte persone vivono nel timore che possano subire qualche esperienza traumatica. I freaks sono nati con il loro trauma. Hanno già superato il loro test, nella vita. Sono degli aristocratici.»



    Link:
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    Piccola nota, entro la fine dell'anno uscirà "Fur", film sulla biografia di Diane Arbus interpretato da Nicole Kidman.

    Ultima modifica di Loto.Nero; 12-09-2006 alle 15:54:44
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  10. #25
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    Julia Margaret Cameron

    Parlando di uno degli esponenti più significativi del pittorialismo, non resta che nominare Julia Margaret Cameron.

    Nata nel 1815 in India, a Calcutta, Margaret Cameron si avvicinò molto tardi alla fotografia. Esattamente nel 1863, quando sua figlia le regalò una macchina fotografica. Trasferitasi a Londra conobbe molte personalità illuminate e altri fotografi del suo tempo. Influenzata prepotentemente dalla letteratura pre e raffaellita, la Cameron portò in fotografia la raffigurazione allegorica di poemi e personaggi classici, con una grande predilizioner per il ritratto.

    Lo stile della Cameron presenta tutti i canoni della fotografia pittorialista, dall'effetto fleu alle atmosfere vittoriane. Tutto questo in un contesto profondamente etereo e quasi onirico.


    Saranno molte le personalità illustri che Margaret Cameron fotografò nella sua breve ma brillante parentesi fotografica. Collaborò anche con Oscar Gustave Rejlander e Lewis Carroll.

    Al pari di Nadar è considerata la più importante ritrattista degli esordi della fotografia.

    Morì nel 1879.

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    Charles Darwin ( 1 )
    Robert Browning ( 1 )
    Dante Gabriel Rossetti ( 1 )
    Ultima modifica di Loto.Nero; 18-09-2006 alle 18:28:37
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  11. #26
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    Oscar Gustave Rejlander

    Seguendo la scia stilistica di Julia Margaret Cameron, un altro fotografo pittorialista Oscar Gustave Rejlander consegnò alla storia numerose produzioni.

    Nato nel 1813, in Svezia, nasce come miniaturista e raffiguratore, imparando a poco a poco le nozioni di base della pittura. Sarà in Inghilterra che poi approfondirà la novità fotografica.

    Durante le sue realizzazioni, Rejlander prediligette molto la messa in scena e il ritratto, cosa che filosoficamente lo avvicinò molto alla figura della Cameron, con la quale condivise anche un periodo di collaborazione sull'isola di Wright.

    Fu lui ad iniziare alla fotografia il giovane scrittore Lewis Carroll.

    Rejlander verrà probabilmente ricordato per le sue celebri sovrapposizioni di negativi in sede di stampa, cosa che creava delle immagini surreali, in cui diverse situazioni si intrecciavano in uno stile perfettamente onirico.



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    Ultima modifica di Loto.Nero; 18-09-2006 alle 18:29:17
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  12. #27
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    Camera Oscura

    Offriamo un breve cenno allo sviluppo della fotografia intesa nella sua evoluzione tecnica.
    Cominciamo parlando della camera oscura (o camera ottiva), il principio sul quale si basa l'evoluzione fotografica.


    La camera oscura è intesa semplicemente come una scatola chiusa, con un piccolo foro su uno dei lati, il foro stenopeico. L'apparente semplicità dell'oggetto nasconde dei risvolti sorprendenti.
    Infatti la luce, passando attraverso il foro stenopeico, proietta sulla superficie interna della scatola l'immagine diretta di ciò che si trova di fronte alla scatola, capovolta.
    L'immagine proiettata è messa a fuoco all'infinito e tanto più il foro è piccolo, tanto più sarà nitida, a patto che ci si trovi nelle giuste condizioni di luce e che il soggetto sia perfettamente immobile.



    La genesi di questo oggetto sembra essere stata attribuita ad uno scienziato arabo di nome Alhazen, secoli prima della "scoperta" della fotografia. Durante il corso degli anni molti altri scienziati giocarono con la luce, tra questi anche Leonardo.

    Inoltre la camera oscura venne usata da molti pittori del 700. Un esempio fra tutti, "Il Canaletto", il quale si spostava all'interno di una grande camera oscura, ove il fascio di luce, riflesso da uno specchio proiettava l'immagine su una lastra di vetro smerigliato, così da ricalcare le strutture architettoniche di Venezia con estrema precisione.

    Questo principio, come già detto, è alla base della fotografia, la cui prima necessità di sviluppo è stata quella di offrire alla luce proiettata un supporto impressionabile, così da "scrivere con la luce" (foto-grafia).

    Joseph Nicephore Niepce
    , autore della prima fotografia, ha semplicemente preceduto molti altri studiosi sulla ricerca di un supporto impressionabile.



    Con questo termine, "camera oscura" viene anche intesa la stanza in cui il fotografo sviluppa i suoi negativi, ma con questo concetto intendiamo una cosa diversa.



    Esempio di camera oscura.
    Ultima modifica di Loto.Nero; 13-09-2006 alle 09:32:25
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  13. #28
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    Dagherrotipia

    Con il nome "Dagherrotipia", intendiamo il perfezionamento operato da Louìs Daguèrre al procedimento di impressione di immagini fotografiche sperimentato da Joseph Nicephore Niepce.

    Il supporto, comunemente chiamato "Dagherrotipo" e pubblicato nel 1839 all'accademia delle belle arti, consiste in una lastra di rame sul quale viene applicato elettroliticamente uno strato d'argento, sensibilizzato alla luce con vapori di iodio.

    L'esposizione, mediata in camera oscura, dura circa un intervallo di 10-12 minuti a seconda della luce.
    Successivamente lo sviluppo avviene attraverso vapori di mercurio a 60° e dal fissaggio con iposolfito di sodio.

    Questo procedimento è stato anche comunemente abbreviato in "impressione con ioduro d'argento".

    L'immagine impressa ovviamente risente dell'ancora non perfezionamento dell'apparecchio fotografico, sprovvisto di lenti e obiettivi sufficientemente luminosi.


    Procedimento originale del 1840:

    Questo processo si divide in cinque operazioni.

    Consiste la prima nel nettare e pulimentare la lamina e renderla propria a ricevere lo strato sensibile.

    La seconda, nell'applicazione di questo strato.

    La terza, a sottomettere nella camera oscura la lamina preparata a ricevere l'azione della luce affine di ricevervi l'immagine della natura.

    La quarta, nel fare apparire questa immagine che non è visibile al suo uscire dalla camera oscura.

    La quinta finalmente ha per iscopo di togliere lo strato sensibile che continuerebbe ad essere modificato dalla luce e tenderebbe necessariamente a distruggere intieramente la prova.


    L'immagine impressa sulla lastra rimane NON riproducibile, in quanto il supporto resta unico.
    Questo fu lo svantaggio principale nella diffusione del dagherrotipo in quanto con il diffondersi della fotografia la riproducibilità divenne un cànone fondamentale. Il procedimento è contemporaneo alla calotipia di Talbòt.

    Questo procedimento tralaltro, è da ritenersi anche molto dannoso per la salute, in quanto l'evaporazione dei vapori di mercurio è decisamente pericoloso.
    Con il dagherrotipo siamo comunque in una fase pionieristica della fotografia, dedicata esclusivamente ai professionisti.

    La dagherrotipìa venne definitivamente abbandonata con l'introduzione del Collodio Umido.

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    Ultima modifica di Loto.Nero; 19-09-2006 alle 15:19:21
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  14. #29
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    Calotipia

    Con il nome "Calotipia" intendiamo il procedimento di sviluppo fotografico messo appunto da William H. Fox Talbot nel 1841.

    Tale procedimento, non è nato come evoluzione del dagherrotipo ma ha seguito una genesi tutta sua. Effettivamente brevettato solo due anni dopo il procedimento di Daguèrre, il calotipo cambierà notevolmente il panorama della fotografia durante il suo perfezionamento.

    Inizialmente infatti il calotipo NON avrà la qualità del dagherrotipo, sopratutto nei dettagli, considerando anche il valore dell'opera unica che il procedimento di Daguèrre regalava.

    La grande innovazione introdotta dalla calotipia è stata quella di offrire immagini riproducibili; partendo da un negativo originale è così possibile la stampa di più positivi.


    Il procedimento differenzia notevolmente dalla dagherrotipia.

    Prima di tutto bisogna immergere la carta in una soluzione di cloruro di sodio ( sale da cucina ) e nitrato d'argento, imbevendo quindi il foglio di cloruro d'argento.
    A questo punto la carta è pronta per l'esposizione all'interno della camera oscura ( procedimento che variava da 10 secondi a circa un minuto, molto meno della dagherrotipia ).

    Successivamente, il procedimento di sviluppo dell'immagine avviene immergendo la carta in una soluzione di acqua distillata e acido gallico. Un paio di minuti sono sufficienti per far comparire l'immagine su carta e per rafforzarla è possibile immergerla di nuovo nel nitrato d'argento.

    A questo punto li fissaggio, avviene immergendo la carta in una soluzione o di iposolfito di sodio al 12% o di bromuro di potassio. Quindi una volta risciacquata, il negativo è pronto per l'eventuale serie di stampe.

    Talbòt mise appunto il procedimento di stampa. Questo consiste nel bagnare dei fogli di carta in una soluzione di sale da cucina, pennellarli da un lato con del nitrato d'argento e fissarli al negativo con delle lastre di vetro. Quindi l'esposizione alla luce per circa 15 minuti impressiona la carta delle tonalità seppia che hanno caratterizzato il calotipo.


    La Calotipìa venne definitivamente abbandonata con l'introduzione del Collodio Umido.

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    Ultima modifica di Loto.Nero; 19-09-2006 alle 15:29:38
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    Lewis Carroll

    Per parlare di Lewis Carroll bisogna fare presente che il suo essere artista è da intendersi a 360°.
    Infatti, non parliamo solo del fotografo, ma anche di un matematico, logico e sopratutto scrittore.

    Nato nel 1932, a Daresbury, Lewis Carroll verrà ricordato sopratutto per aver scritto i due libri che lo hanno reso celebre, Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò.

    La sua carriera fotografica inizia nel 1856, quando viene iniziato a questa arte da Reginald Southey, suo compagno di college, e Oscar Rejlander.

    Il suo stile, prevalentemente pittorialista, lo portò a produrre una grande serie di ritratti e raffigurazioni narrative, i cui soggetti erano per la maggior parte bambine.

    Questa peculiarità del suo stile gettò la figura di Carroll tra i pettegolezzi della gente del suo tempo e quella moderna, convinta che il suo nome fosse legato allla pedofilia. Sembra invece dagli scritti sopravvissuti al tempo, che Carroll fosse talmente affascinato dal mondo dei bambini, al punto di considerarsi ancora uno di loro, forse conscio di non aver vissuto un'infanzia piacevole. Tuttavia, rimane alla storia la sua figura come pioniere della fotografia.

    Collaborando spesso con Julia Margaret Cameron
    , spesso e volentieri scambiarono tra di loro i soggetti delle loro opere.

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    La vera Alice
    Ultima modifica di Loto.Nero; 18-09-2006 alle 18:29:51
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