[Fotografia] Circolo di Tradizione Fotografica
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Discussione: [Fotografia] Circolo di Tradizione Fotografica

Cambio titolo
  1. #1
    Cowboy in Love L'avatar di Loto.Nero
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    [Fotografia] Circolo di Tradizione Fotografica

    Dal titolo sembra un organizzazione privata, ed in certo senso l'intento è eticamente in linea con una simile cosa se non con la caratteristica di essere aperto ed indirizzato alla lettura di chiunque. Ci tenevo quindi ad offrire uno strumento di approfondimento e inter-scambio per coloro che per interesse o studio praticano la fotografia non solo a livello pratico.

    Quindi, sottolineo, se qualche utente vuole partecipare, non deve far altro che scrivere qui, magari anche per sentito dire, o anche eventualmente per scambiare le sue impressioni su qualche autore o aspetto del linguaggio cinematografico, tecniche o particolare. Provvederò io a raccoglierle in modo che possano essere fruibili a tutti.

    Vi faccio un esempio: A me piace molto lo stile di Ansel Adams, e apprezzo molto i risultati applicati della sua teoria zonale ai paesaggi dello Yosemite Park. La conoscete? Link
    Oppure: Mi piacerebbe sapere come calibrare il mio monitor per avere una perfetta resa cromatica della scala dei grigi: "Detto fatto, Link".

    Chiedo inoltre una cortesia, l'oggetto della discussione lo ritengo abbastanza impegnativo, quindi evitiamo flood e soprattutto di postare immagini troppo grandi, anzi eviterei proprio di postarle sul forum, allegando semplicemente un link esterno, così anche chi ha un 56k ci ringrazierà.


    In questo senso, dato che comunque di una discussione collettiva si tratta possiamo postare le nostre foto e discuterne sotto un aspetto diverso rispetto al solito senza dover usare necessariamente il topic "Photoshop Showcase".
    Senza chiederci quindi "quanto una foto sia bella", ma perchè è bella.


    Le nostre Fotografie

    Loto.Nero: Archivio Foto 06/07 - 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 ( Galleria DeviantArt - Vetrina Myspace Indie-Rock/Punk romano )
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    Evil Theater 27: 1 2 3 4 5


    Aspetti Tecnici e risorse

    La scelta della macchina fotografica: Reflex o Compatta ?
    La profondità di campo.
    L'esposizione.
    Il diaframma.


    Calibrazione del monitor per una resa ottimale nella scala dei colori e dei grigi. ( Link esterno )
    Dpreview, la risorsa definitiva per la recensione di una fotocamera.


    Storia della Fotografia
    Se oltre a me ci sono altri interessati, potremo iniziare una bella collaborazione scritta.
    Così facendo potremo elencare con pazienza molti riferimenti e documenti alla storia della fotografia, passando per autori, movimenti e quindi alla storia del nostro tempo.


    Fotografi ( al momento trattati )

    Joseph Nicephore Niepce
    Nadar
    Oscar Gustave Rejlander
    Lewis Carroll
    Julia Margaret Cameron
    Ansel Adams ( Sistema Zonale )
    Henri Cartier-Bresson
    Robert Capa
    Robert Doisneau
    William Eugène Smith
    Arthur "Weegee" Felling
    Edward Weston
    Tina Modotti
    Diane Arbus
    Sebastião Salgado
    Richard Billingham
    Nan Goldin
    Joseph Koudelka
    James Nachtwey
    Botto e Bruno



    Movimenti e associazioni ( al momento trattati )

    Pittorialismo
    Straight Photography ( Photo-Secession, F/64, FSA )
    Costruttivismo
    Fotogiornalismo
    Magnum Photos


    Evoluzione e Tecniche ( al momento trattati )

    Camera Oscura
    Dagherrotipia
    Calotipia
    Collodio Umido



    Cercherò di editare costantemente ogni post per collegare insieme ogni aggiunta, come un ipertesto.
    Ultima modifica di Loto.Nero; 24-07-2007 alle 13:21:59
    lotonero.deviantart.com // stefanobroli.it

    Citazione Tuco Benedicto Pacifico
    Ciao, sono il sarcasmo, vuoi essere mio amico?

  2. #2
    *Alby*
    Ospite
    Sembra un'idea interessante

    Ma che cos'è la teoria zonale?

  3. #3
    Cowboy in Love L'avatar di Loto.Nero
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    Citazione *Alby*
    Sembra un'idea interessante

    Ma che cos'è la teoria zonale?
    La teoria zonale, conosciuta meglio come "Sistema Zonale", non è altro che un metodo "concepito" dallo stesso Adams per riprodurre nelle proprie opere una scala di grigio ( perchè solo al b/n è applicabile ) il più ampia possibile.

    In sostanza, permette in sede di stampa di avere una fotografia il più vicino possibile all'idea del fotografo, sovraesponendo o sottoesponendo la pellicola in sede di sviluppo, per raggiungere in maniera efficace un grado di contrasto tale da rendere un lavoro "buono". Il tutto, senza cambiare il tipo di carta su cui imporre la propria grafia.

    Ansel Adams ha identificato e suddiviso il grado di intensità di luce in una scala che va da 0 a 10, la quale regge in sostanza, il contrasto nell'immagine.
    Ultima modifica di Loto.Nero; 9-09-2006 alle 14:02:39
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    Citazione Tuco Benedicto Pacifico
    Ciao, sono il sarcasmo, vuoi essere mio amico?

  4. #4
    Cowboy in Love L'avatar di Loto.Nero
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    Tralaltro, questa è una delle mie preferite e rende efficacemente il concetto di contrasto elevato voluto da Adams. ( presa ovviamente dall'Ansel Adams Point, il suo personale punto di vista sullo Yosemite Park ).

    Link
    Ultima modifica di Loto.Nero; 9-09-2006 alle 14:01:23
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    Citazione Tuco Benedicto Pacifico
    Ciao, sono il sarcasmo, vuoi essere mio amico?

  5. #5
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    Ansel Adams

    Allora, giusto per dare il buon esempio, mi diverto a buttare giù 4 ( ) righe sul già citato Ansel Adams.

    Più che concentrarmi sulla sua vita privata, ritengo sia interessate sottolineare i caratteri stilistici e realizzativi della sua fotografia.
    Fondamentalmente, stiamo parlando di uno dei pionieri della fotografia, nato nel 1902 e morto nel 1984, periodo attraversato da una più che brillante carriera sia in termini di innovazione che di produzione fotografica.

    Durante la sua "vita fotografica" si è concentrato più sulla fotografia paesaggistica, intesa come soggetto nell'insieme e quindi parte di un quadro naturale simile ad un ritratto umano. Appassionato alpinista, naturalista e direttore del Sierra Club ( riserva della Sierra Nevada ), questi gli hobby secondari che gli hanno concesso di avere accesso a tutti i luoghi che nelle sue foto risultano incontaminati dal passaggio dell'uomo e che si preservano nel tempo come testimonianza di una natura che è stata.
    Diversi sono stati i servizi o comunque i lavori da lui realizzati nel corso della carriera, cito giustamente "Sierra Nevada: The John Muir Trail", e "Nati liberi e uguali: fotografie dei leali nippo-americani al centro di dislocamento Manzanar, Contea di Inyo, California".

    Bisogna ricordare Ansel Adams anche come uno dei padri fondatori del movimendo F/64 ( di cui il prima possibile parlerò ) assieme a Edward Weston, Willard Van Dyke e Imogen Cunningham.

    Stilisticamente ( che poi è questo il punto più interessante ), Ansel Adams può essere ricordato sia per i suoi soggetti ( paesaggistici, prevalentemente ) e sopratutto per il modo in cui li ha rappresentati.
    Una fotografia in bianco e nero, dura ( ovvero con un contrasto molto elevato tra le tonalità bianche e nere ) e prevalente concepita con l'idea di imporre la natura come "gigante" in una visione d'insieme in cui l'uomo non è altro che un dettaglio esistenziale.

    La durezza della foto, e quindi il contrasto contraddistingue il "marchio di fabbrica" di Ansel Adams, ossia il "Sistema Zonale" ( che ho già citato e spiegato a grandi linee poco sopra ).

    A questo punto, concludo questo romanzo con qualche link legato alle sue opere e la speranza che tutto questo un giorno torni utile a qualcuno.

    Links:
    1 2 3 4 5

    Più in generale
    Ultima modifica di Loto.Nero; 11-09-2006 alle 09:17:03
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    Citazione Tuco Benedicto Pacifico
    Ciao, sono il sarcasmo, vuoi essere mio amico?

  6. #6
    *Alby*
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    Sinceramente, lo trovo uno stile un po' forzato. Perché ritrarre la pacifica, limpida natura con foto così... aggressive?

  7. #7
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    Citazione *Alby*
    Sinceramente, lo trovo uno stile un po' forzato. Perché ritrarre la pacifica, limpida natura con foto così... aggressive?
    E' puramente una questione stilistica, o meglio è un argomento puramente legato ad una questione di gusti ( dato che entra in gioco la soggettività ). Personalmente ho sempre trovato il suo incisivo modo di esprimere la soggettività della natura un punto di forza nella lettura dell'immagine. Insomma, come un ritratto messo bene a fuoco, con un elevato grado di contrasto proprio per mettere in gioco la "forza" del soggetto. In questo caso ci troviamo di fronte alla "forza" per eccellenza, quella naturale.
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    Citazione Tuco Benedicto Pacifico
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  8. #8
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    F/64

    Come ho già citato nel post dedicato ad Ansel Adams, concedo il momento di grazia su questo forum anche al gruppo F/64.

    Cos'è F/64? Due risposte per questo.
    F/64 è l'impostazione di minima apertura del diaframma della propria macchina fotografica, tale da avere la massima profondità di campo possibile.
    In secondo luogo, ci riferiamo ad un gruppo, un circolo di persone filosoficamente sulla stessa linea di espressione artistica, ovvero quella di impostare i propri scatti ad F/64.

    Il risultato? Foto perfettamente nitide e sopratutto messe a fuoco all'infinito.

    Come già detto, i fondatori sono stati: Ansel Adams, Edward Weston, Willard Van Dyke e Imogen Cunningham nel 1932.

    Il movimento è nato in risposta al pittorialismo e contemporaneamente per accettazione della Straight Photography.

    Stilisticamente, apparte le analogie tecniche tra gli autori, il movimento consegnò alla memoria centinaia di foto, il cui scopo era quello di discostarsi dall'arte come ricerca e lavoro da parte dell'osservatore. In sostanza, fotografie dirette, testimonianze della realtà, della quotidianità e della memoria.

    Links:
    1 2 3
    Ultima modifica di Loto.Nero; 8-04-2007 alle 13:20:20
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  9. #9
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    Straight Photography

    Piccolo appunto, anche se proprio di piccolo non si tratta, sulla Straight Photography.

    Dunque, in italiano la si può ricondurre più semplicemente a "Fotografia Diretta" ( appunto, straight )

    Il movimento nasce in contrasto al pittorialismo, ovvero a tutto ciò che concerne un'alterazione della realtà nell'immagine finale. Che vi sia un artificio tecnico, stilistico o comunque realizzativo, realtà e riproduzione non devono discostarsi l'una dall'altra. Infatti la SP nasce appunto con l'intento di produrre fotografie il più vicine possibile alla realtà, se non espressione della realtà indiscussa.

    Cito giusto il pensiero di Alfred Stieglitz ( per il quale mi è stato indispensabile Wiki ):


    «Ho voluto fotografare le nuvole per scoprire ciò che avevo appreso in quarant'anni di fotografia. Attraverso le nuvole volevo riportare sulla carta la mia filosofia della vita: mostrare che le mie fotografie non erano dovute al contenuto o ai soggetti, agli alberi, ai visi, agli interni, né a doni particolari: le nuvole sono lì per tutti... sono libere.»


    La fotografia diretta è quindi alle basi del fotogiornalismo e alla foto documentaristica.

    La Straight photography ha avuto nel tempo più di un organo di espressione. Movimenti e produzioni che nell'arco dei decenni hanno espresso i migliori lavori appartenendo a questo genere ( compreso F/64 ).

    Con un pò di pazienza cercherò di collegare quanti più lavori possibili.
    Cominciando da Photo-Secession, passando per la fotografia documentaristica, la street photography e l'FSA.
    Ultima modifica di Loto.Nero; 21-09-2006 alle 15:18:22
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  10. #10
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    Photo-Secession

    Photo-Secession si pose sin da subito agli inizi del '900 ( esattamente nel 1902 ) come primo grande esponente della Straight Photography.

    Fondato da Alfred Stieglitz e Edward Steichen, il movimento Photo-Secession ha posto sin da subito i canoni inversi della fotografia di quel periodo. Nato come una rubrica a pagina 291 di "Camera Work" ha da subito diffuso il suo pensiero nei circoli fotografici. Il completo distacco da ogni forma artistica contemporanea, abbandono del pittorialismo e dei riferimenti dell'arte classica. In sostanza, la realtà sopra ogni altra cosa, nella sua durezza, crudeltà o bizzarria.

    Quindi il primo tentativo di considerare la fotografia come un'arte fine a sè stessa.

    Da ricordare, nella loro semplicità, le testimonianze dell'inverno di New York del 1905 come primo proto-fotogiornalismo.

    Link:
    1 2 3
    Ultima modifica di Loto.Nero; 21-09-2006 alle 15:18:48
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  11. #11
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    F.s.a.

    Contemporanea al movimento F/64, l'FSA (Farm Security Administration) non è esattamente un movimento fotografico.

    Infatti l'FSA non è stato altro che una struttura governativa nata con il compito di osservare e documentare lo condizione dei contadini degli Usa degli anni'30. Siamo nel periodo delle grandi riforme agricole, di un'America che si rialza dalla crisi economica.

    Il legame stretto con la fotografia deriva esclusivamente dal fatto che tale documentazione ha richiesto per la prima volta un impiegno massiccio della fotografia diretta ( straight ), completamente inalterata, pulita e sopratutto reale.

    Attorno a questa espressione di realismo hanno collaborato attivamente nomi come Walker Evans, Dorothea Lange, e Gordon Parks, ai quali spesso sono state associate le influenze di Henri Cartier-Bresson e Robert Capa.


    Link:
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    Ultima modifica di Loto.Nero; 12-09-2006 alle 14:31:18
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  12. #12
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    Henri Cartier-Bresson

    Una volta messe in chiaro le basi della fotografia moderna e del fotogiornalismo, anche attraverso i movimenti che ho già citato, è giunto il momento di parlare di uno dei volti più illustri della fotografia, ovvero Henri Cartier-Bresson.

    Nato nel 1908 a Chanteloup in Francia nelle sue prime fasi artistiche si disinteressò della fotografia, più che altro entrando negli ambienti parigini del surrealismo francese pittorico. Le numerose influenze e amicizie allargarono la sua veduta sul panorama artistico e nel 1930 per un viaggio in Costa d'Avorio comprò una "Leica", per pura curiosità, sperimentando la fotografia. Da allora non se ne separò più, alternando sì dei lavori cinematografici ai semplici scatti, ma rimanendo sempre fedele a questo suo nuovo amore se non negli ultimi anni della sua vita artistica.

    E' considerato uno dei padri del fotogiornalismo e attraverso i suoi lavori la storia ha preservato le immagini della Seconda Guerra Mondiale ( vista dagli occhi della resistenza francese, in cui era arruolato ) e di molti altri posti della pianeta, quali: Cina, Messico, Canada, Stati Uniti, Cuba, India, Giappone e Unione Sovietica, dove fu il primo fotografo occidentale a poter viaggiare e scattare foto liberamente.

    Nel 1947, all'apice della sua carriere come fotografo, fonda con Robert Capa e David Seymour l'Agenzia Magnum, considerata tutt'ora uno dei "documentari" artistici dell'umanità.

    Durante la sua carriera ha scattato migliaia di ritratti, tra i più personali ed emozionali, in grado di mettere in luce i veri lati del carattere di ogni soggetto, attraverso l'osservazione. Celebre il ritratto di Marylin Monroe ( 1 2 ), in una delle poche foto in cui la diva non sorride e in cui emerge la vera fragilità del suo essere.

    Dopo anni di inattività si è spento nel 2004 all'età di 96 anni, consegnando alla storia come sua ultima foto, quella di sua nipote Michelle, nel 1999.

    E' stilisticamente parlando però, che si delinea la figura che segnato profondamente l'evoluzione della fotografia.
    Filosoficamente in linea con l'idea fotogiornalistica della "realtà sopra ogni cosa", Bresson ha sempre scattato fotografie cogliendo ogni attimo di vita con l'assoluta semplicità nello scatto e nell'elaborazione tecnica.
    Per lui l'immagine nasceva nella testa del fotografo e la macchina fotografica, interfaccia della volontà dell'essere, era il mezzo attraverso il quale la realtà sarebbe stata catturata e immortalata.


    "Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà."


    In sostanza il fotografo era come se dovesse scoccare un dardo, trattenendo il fiato e osservando con cura l'intero contesto, immortalare più informazioni possibile. L'immagine d'altronde non è composta dai soggetti e dai loro piani di interesse, ma da ogni piccolo particolare che compone la realtà, nelle più disparate situazioni. Osservare, trattenere il fiato e scattare nell'esatto momento in cui sarebbe nata l'emozione.

    Ovvero, il momento in cui "Occhio, cuore e mente sarebbero stati sullo stesso piano".
    Più in breve, "Il momento decisivo" di Henri Cartier-Bresson.


    "Le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento."



    Questo è stato Henri Cartier-Bresson.

    Link:
    1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


    Piccola aggiunta:

    A Roma c'è una mostra indetta dal comune proprio su Bresson a Palazzo Braschi.

    "31 Maggio - 29 Ottobre 2006
    Henri Cartier-Bresson. Omaggio a Roma - Ritratti"
    Link

    Io l'ho vista proprio nella giornata di ieri, se siete romani e amanti della fotografia la vostra presenza è un must.


    Fidatevi.
    Ultima modifica di Loto.Nero; 21-09-2006 alle 15:19:25
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  13. #13
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    Robert Capa

    Dopo aver nominato Henri Cartier-Bresson come uno dei padri del fotogiornalismo, è giunto il momento di parlare di Robert Capa, il maggior esponente del genere nella prima metà del secolo scorso.

    Nato a Budapest, in Ungheria, nel 1913, Endre Ernő Friedmann ( questo il suo vero nome ) verrà ricordato probabilmente come il più grande reporter di guerra del ventesimo secolo. Celebri sono stati i suoi scatti durante la Guerra Civile Spagnola, la Seconda Guerra cino-giapponese, la Seconda Guerra Mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la Prima Guerra d'Indocina. Senza contare i suoi documenti riguardanti lo sbarco in Normandia ( delle quali per colpa di un errore tecnico si sono salvati solo 11 scatti ) e la liberazione di Parigi dall'esercito dell'Asse.

    Capa impersonava l'essenza del fotogiornalismo, prendendo parte alla notizia, nel suo caso alla guerra, e documentando gli istanti più impossibili anche mettendo a repentaglio la sua vita.

    Come già detto, Bob Capa è nato in Ungheria, terra da cui è dovuto fuggire negli anni '30 a causa delle leggi anti-semite naziste, perchè di origine ebraica. Rifugiatosi in Francia, adotterà il suo nome da artista, Robert Capa, lavorando come fotografo freelance.

    Fondatore dell'agenzia fotografia Alliance, in Francia, ha poi scattato fotografie per "Life" e documentato le condizioni dei soldati nella guerra di trincea. Assieme ad Henri Cartier-Bresson, con il quale ha condiviso anche una stretta amicizia, ha fondato infine l'Agenzia Magnum, cotninuando a lavorare fino al 1954.

    In questo anno infatti, è morto in Vietnam per colpa di una mina anti-uomo.

    E' autore della foto ritenuta da molti esperti come la più famosa di sempre ( anche se al tempo stesso ci sia chi la ritiene un falso, me compreso ).
    L'uccisione di un soldato a Cordoba, durante la guerra civile spagnola.
    La fotografia ritrae proprio l'attimo del decesso.
    Foto


    Altri lavori:
    1 2 3 4 5
    Ultima modifica di Loto.Nero; 21-09-2006 alle 15:19:54
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  14. #14
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    Magnum Photos


    L'agenzia fotografica Magmum, conosciuta al mondo come "Magmum Photos" è stata fondata nel 1947 da Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, David Seymour e George Rodger.

    Lo scopo dell'agenzia è quello di proteggere il diritto d'autore dell'opera, della quale il fotografo è il legittimo proprietario e che può liberamente esprimere rimanendo conforme al proprio stile.
    Tutto questo per difendere la produzione personale dalle mani delle riviste, rotocalchi e produzioni giornalistiche, le quali possono esclusivamente pubblicare il lavoro, senza esserne i proprietari.

    Questi più o meno i passi fondamentali dell'etica della Magnum.
    L'agenzia inoltre, con due sedi, una a Parigi e l'altra a New York, regolava e soprattutto organizzava il lavoro dei fotografi membri e fondatori. In questo modo i loro reportage esistevano in base alle esigenze dei fotografi, ma al tempo stesso dando dei punti di riferimento sulla notizia e sul loro operato.
    Agli inizi degli anni 50 il lavoro veniva organizzato in base alle sfere di interesse dei quattro fondatori, suddividendo il lavoro in: Oriente ( Bresson ), Europa ( Seymour ), Africa ( Rodger ) e America ( Capa ).


    La libertà d'espressione concessa dall'agenzia portò in fretta il numero dei membri ad allargarsi, ovviamente diffondendo questo spirito di piena proprietà delle proprie idee e di possibilità di espressione assoluta. La fotografia ha potuto così esporsi nei modi più differenti, con assoluta varietà ma sopratutto leggerezza.
    Senza sottostare nè all'economia nè al giornalismo, creando così l'arte della realtà.

    L'agenzia è ancora in funzione, e racchiude ovviamente un elite di fotografi e di menti organizzate tra le quattro sedi ( New York, Parigi, Londra e Tokyo ).
    Entrare a far parte dell'agenzia, resta comunque una questione di merito e non di profitto.


    L'elenco di tutti i fotografi che hanno collaborato/collaborano con l'agenzia.
    Link
    Ultima modifica di Loto.Nero; 21-09-2006 alle 18:18:06
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  15. #15
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    Robert Doisneau

    Parliamo ora di Robert Doisneau, forse il più grande rappresentante della "fotografia umanista".

    Nato nel 1912, a Parigi, Doisneau non nacque come fotografo, anzi si laureò come litografo con l'intento di scrivere storie sulla realtà umana.
    E' chiaro che nelle prime fasi della sua vita artistica, Doisneau "snobbò" l'idea della fotografia come testimonianza sociale, ma scoprì ben presto le potenzialità narrative di ogni singola immagine.
    Nelle sue opere infatti, egli mise in chiara luce la condizione storica dell'uomo in un arco di tempo compreso tra la seconda guerra mondiale e gli anni 60, concentrando prevalentemente i suoi studi in Francia.

    Celebri sono i ritratti dei sobborghi di Parigi ( in cui lui è nato e cresciuto ), con fotografie che non solo ritraggono persone, ma anche storie e momenti della vita di ogni singolo individuo.
    La foto come riflesso della società, nel bene, nel male e in ogni singola sfumatura, consegnandolo alla storia come uno dei più importanti fotografi della rivista "Life".

    La sua Parigi così, non sarà la Parigi della moda, del cinema, della pubblicità.
    Sarà la Parigi della piccola gente, di baci rubati, di tenerezza e umanità.
    Sarà quindi la Parigi delle persone, e di chi l'ha vissuta in ogni momento.


    "Quando ho iniziato io, il fotografo era nel migliore dei casi un ingegnoso dilettante la cui attività era tollerata a patto che ci si accontentasse di restare ai margini delle vere corporazioni. Quanto ai Signori della Cultura Ufficiale, quelli non scherzavano: bastava accennare alla fotografia che li si poteva vedere, dimentichi delle antiche contese, formare quadrato e marciare compatti".


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    Ultima modifica di Loto.Nero; 10-09-2006 alle 20:20:25
    lotonero.deviantart.com // stefanobroli.it

    Citazione Tuco Benedicto Pacifico
    Ciao, sono il sarcasmo, vuoi essere mio amico?

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