[1]Un topoc un po' Blues & Surreale

[ALad[d]In-sane]

Nella parte iniziale leggevo gli occhi folli e geniali del Gene Wilder di FrankenSTIN Jr. ma in seguito ho visto scorrere i probabili pensieri di Zaphod Beeblebrox mischiato con pò di Zio Paperoni e una leggera toccata da un qualche Ian Anderson arrapato mentre suona my god col flauto spernacchiando e starnutendo,
ma soprattutto mi hai fatto pensare a Bob Gedolf nel film di The Wall, e comunque questo testo non sarebbe un'errata visione dello status della donna, visto che io come donna in prima persona, mi sono resa conto che il 99% della popolazione femminile in quest'epoca mi ricorda terribilmente quel robot, inutile in fondo, (io avrei aggiunto che il robot era sempre sorridente), e conduce una vita fine a se stessa, insomma, tanti bei cloni, come scrissi io nel "celebre" componimento "Fantocci sulle strade".

[GFSan]

Spettacolo l'hai messa anche qui. Questa è bellissima, B E L L I S S I M A
è tutto azzeccatissimo, specialmente il finale. per il resto, ho già commentato con te

oppure "ahahahahahaa brava brava... ... DEFICIENTE" quando mia sorella combina cose che non dovrebbe fare.

HAHAHHAHAHAaHAHAhaHAaHahAHAHAHahAHAhaHAH Tue Defender of the True Brot Honal of DaDa!

[Oppsynsmann]

Ahahahahah! Sembri il figlio illeggittimo di Asimov e Lovecraft.

Assurdo, assurdo disturbo.

La dedica a Batistuta poi è d'obbligo

[GFSan]

Assurdo, assurdo disturbo.

Assurbo.

[Lord Skop's]

Somiglianze
Sono entrato nel mio passato e sono uscito da un locale Jazz. Piove ed è ormai notte. Mi bagnerò tutta la mia giacchetta verdina da Addetto alla Catena di Montaggio e il mio triste cappello. La musica jazz, sempre più tenue mi fa capire che sto camminando. Non ho chiamato un taxi, avrei potuto farlo. Al diavolo, tanto nessuno mi aspetta a casa.
Passeggio nei vicoli bui della parte vecchia della città. Vivo nella parte vecchia, non posso permettermi di vivere nella parte per bene. Passo i fine settimana nelle bettole, dove un negro suona dei pezzi jazz, accompagnato da sassofonisti alcolisti e una puttana la sbatte in faccia a tutti. Non posso permettermi di meglio. Non lo desidero neanche, non lo meriterei.
Mentre cammino entro nelle pozzanghere, e me ne accorgo solo dopo aver sentito bagnato dentro le scarpe. Certe volte devo scavalcare un barbone collassato, forse morto. Facce sconosciute mi si avvicinano.
Una ragazza negra, vestita di stracci, conciata male mi si avvicina ed alza la sottoveste, ancheggiando. Mi invita, ed io quasi mi metto a piangere alla visione delle sue ossa, e soprattutto alla visione di suo figlio, sporco e malato, che la guarda con quell’aria di innocenza. Lì vicino un barbone sta litigando con un cane, nel tentativo di non farsi rubare la sua cena: un pesce praticamente ripulito trovato in un bidone.
Un altro barbone mi si avvicina e mi offre una bottiglia sporca con dentro chissà cose, magari piscio. Vedo un’altra puttana che si sta facendo scopare da un uomo cencioso. E’ orribile, vecchia, con una profonda maschera di trucco che la rende ancora peggiore; non che lui sia da meno.
Vedo due ragazzi che si stanno bucando. Sono degli scheletri viventi, e sotto gli occhi hanno solchi viola. Mi guardano con espressione amorfa; mi verrebbe voglia di schiacciare la loro testa contro il muro. Non so se sarebbe un atto di carità o semplicemente la voglia di ripiegare tutta la mia frustrazione. Probabilmente tutte e due.
Mi sento triste e solo. Arrivo davanti alla mia palazzina senza quasi accorgermene e sono tutto fradicio. Da una finestra volano oggetti e si sentono urla disperata e botte, tante botte. Una donna piange.
Salgo verso il mio appartamento e noto le macchie di umidità nel muro e sulla tappezzeria. Un tempo questo era un bordello. Vedo un bambino riverso per terra in una pozza di vomito, con una bottiglia di liquore rovesciata. Faccio girare la chiave nella toppa ed entro nel mio appartamento. Nel mio buco. Dovrei sentirmi meglio… dovrei. Mi siedo sul divano, la testa nelle mani. E’ quindi questa la mia vita? Una sirena lontana pare rispondermi.
Mi piacerebbe passarmela meglio, davvero, ma qua siamo così in tanti. Non c’è niente per noi, niente. Pochi ingrassano, mentre tanti ci lasciano, ogni giorno, sempre più.
Sento uno sparo, in un appartamento vicino. Qualcuno ci ha lasciato.
Penso che dormirò, domani devo andare a lavorare. (Somiglianze)

[Oppsynsmann]

Cribbio Skop le descrizioni sono così dodecadenti e realistiche (molto più di Neromantide)
E' recente?

[ALad[d]In-sane]

Sembra una descrizione verghiana, sembra addirittura peggio di Bari, ciò è incredibile, e se io dico che qualcosa è incredibile lo è davvero, sembri anche un missionario violento e bestemmiatore in missione in qualche paese sottosviluppato o sul delta del misissipi a giudicare dai musicisti.
Se dovessi citare la mia vita direi che tutta la situazione mi ricorda un posto lugubrissimo dove vivetti temporaneamente, e c'erano letti neri e gotici,
La cosa che mi colpisce è che inizialmente accenni a qualcosa di surreale ma , come in incubo, sprofondi in una realtà davvero emotiva e triste.
Mi hai realmente colpito, il tutto ha rattristato anche me, sai?

[GFSan]

Meraviglia.

[Uomo Focaccina]

Tutto ciò rappresenta l'apice dello squallore, della tristezza e della rassegnazione.
E' come la gente che vive in queste realtà finisca col farci il callo, togliendo ogni valore alla vita umana.

mi verrebbe voglia di schiacciare la loro testa contro il muro. Non so se sarebbe un atto di carità o semplicemente la voglia di ripiegare tutta la mia frustrazione. Probabilmente tutte e due.

Esattamente. L'altruismo maggiore che si possa manifestare vivendo in situazioni così è la redenzione mediante la morte, e la liberazione da una vita orribile.

Santo cielo, è una cosa veramente tristissima questo racconto... fa riflettere, ma riflettere su tutto ciò porta alle più nere conclusioni.

[Lord Skop's]

Comunque secondo me, inconsciamente hai piazzato le immagini nei punti dove stavano meglio, non solo limitandoti a non andare troppo fuori tema.

Beh questo sì.

Egli non ammetteva di essere ciò che sapeva di essere, e si rifugiava nelle sue consolazioni/camuffamenti artificiali, sia dagli altri che da sè stesso.

Il protagonista principale mi piace molto, lo trovo troppo simpa hahahahahaahhahaha.

ma soprattutto mi hai fatto pensare a Bob Gedolf nel film di The Wall, e comunque questo testo non sarebbe un'errata visione dello status della donna, visto che io come donna in prima persona, mi sono resa conto che il 99% della popolazione femminile in quest'epoca mi ricorda terribilmente quel robot, inutile in fondo, (io avrei aggiunto che il robot era sempre sorridente), e conduce una vita fine a se stessa, insomma, tanti bei cloni, come scrissi io nel "celebre" componimento "Fantocci sulle strade".

Eh, è una brutta cosa. Però in questo marasma di carnemascarasorridenterespirante si stagliano figure Divine, grandi sacerdotesse di Baal.

HAHAHHAHAHAaHAHAhaHAaHahAHAHAHahAHAhaHAH Tue Defender of the True Brot Honal of DaDa!

Però l'ho fatto solo una volta perchè mi dispiace vedere come ci rimane. E' una bastardata questa.

E' recente?

L'ultimo che ho scritto. L'hai paragonato a Nero Mantide, hai fatto bene, perchè rileggendolo ho pensato "Nero Mantide".
Prendo lo spazio per ringraziarti davvero. Non ti vedo più sul forum, eppure ad ogni racconto commenti sempre. Mi dispiace non poterti sentire spesso.
Quando passi dalle mie parti avvisami, eh. Che l'incontro prima o poi si fa.

sembri anche un missionario violento e bestemmiatore in missione in qualche paese sottosviluppato o sul delta del misissipi a giudicare dai musicisti.

Sì, volevo scrivere qualcosa Blues, cazzo. Io sento di avere il Blues, ma -non essendo musicista- non posso combinare niente. Tuttavia sento che talvolta si può scrivere Blues, non so se mi capisci. Anche in Nero Mantide si "sente" molto Blues, specialmente nei primi capitoli. Mi fa piacere pensare che ci sia un retrogusto Blues praticamente in ogni cosa che scrivo, ma non è così. In questa ho fatto di tutto purché ci fosse, e credo di lasciare questo sentimento veramente potente e pieno, che spesso sento nel mio cuore.
Fra l'altro mi pare che sia un Blues che sta a metà fra Little Red Rooster (linko una versione di Finardi) per via dell'incedere, una qualsiasi canzone da bettola di Howlin Wolf (ne ho linkata una in cui fa un discorso superbo, dice TUTTO... poi beccati quando sventola i verdoni e quel vecchiettino idolo che fa sempre le stesse mosse, alcolizzato al massimo) per via dell'ambientazione e dello spirito, ePaul Butterfield per via della musicalità.

Se dovessi citare la mia vita direi che tutta la situazione mi ricorda un posto lugubrissimo dove vivetti temporaneamente, e c'erano letti neri e gotici,

Hahahahahaha Slikkina, ma tu ne hai passate molte... sei davvero una Blues Woman.
Come faccio a non volerti bene? Aahahahahahahha poi mi racconterai questa cosa dei letti.

Mi hai realmente colpito, il tutto ha rattristato anche me, sai?

Effettivamente non so se essere felice di questo risultato. E' un testo che fa pensare.

Tutto ciò rappresenta l'apice dello squallore, della tristezza e della rassegnazione.
E' come la gente che vive in queste realtà finisca col farci il callo, togliendo ogni valore alla vita umana.

Vero, però è pessimisticamente metaforico. Credo che molte persone potrebbero riconoscersi in quel testo, perdio. Non ci vedo tante differenze. Ecco il motivo del titolo: somiglianze.

Santo cielo, è una cosa veramente tristissima questo racconto... fa riflettere, ma riflettere su tutto ciò porta alle più nere conclusioni.

Sì
Prima o poi tornerò a scrivere qualcosa di più allegro, o meglio... qualcosa di talmente triste da essere considerato allegro. Se posso, vorrei consigliarti la lettura della prima Jungle che ho scritto. Pur essendo un testo no-sense, i contenuti sono i medesimi. (me ne sono accorto poco fa)
E' bello constatare che le mie tematiche siano sempre quelle.
E' brutto constatare che non ci siano tematiche più felici.8(
SantoGesubbambino.

[Oppsynsmann]

L'ultimo che ho scritto. L'hai paragonato a Nero Mantide, hai fatto bene, perchè rileggendolo ho pensato "Nero Mantide".
Prendo lo spazio per ringraziarti davvero. Non ti vedo più sul forum, eppure ad ogni racconto commenti sempre. Mi dispiace non poterti sentire spesso.
Quando passi dalle mie parti avvisami, eh. Che l'incontro prima o poi si fa.

Ringrazia anche la newsletter della discussione da parte mia: oramai vengo solo per quei topi che son capaci di strapparmi un sorriso o un pensiero.
Purtroppo tali sono sempre di meno: sarà per la tendenza che muta nel forum? Oppure sono io stesso che cambio con il passare del tempo? Tutto è relativo. [cit.]

Prima o poi tornerò a scrivere qualcosa di più allegro, o meglio... qualcosa di talmente triste da essere considerato allegro. Se posso, vorrei consigliarti la lettura della prima Jungle che ho scritto. Pur essendo un testo no-sense, i contenuti sono i medesimi. (me ne sono accorto poco fa)
E' bello constatare che le mie tematiche siano sempre quelle.
E' brutto constatare che non ci siano tematiche più felici.8(
SantoGesubbambino.

è inevitabile, anche il-da-me-sempre-citato Poe accompagnava la stesura dei suoi foschi racconti con quella di racconti grotteschi e dell'assurdo.

Bravo Skop, continua così.

P.S. in teoria dovrei assentarmi per un paio di mesi, quindi non temere l'assenza di altre mie tracce.
Post Mortem: sto diventando tecnofobo

[Lord Skop's]

Sogno Ghiacciato
Il fischio, il fischio, l’esplosione, mi scoppia la testa!
Ritorna il vecchio amico, il sogno nel fantastico mondo della follia, che mi posta via, e più salgo più mi perdo più farò fatica a scendere più vaffanculo.
Il sole è alto, gelido vento soffia, mi fermo a contemplare la landa di ghiaccio. Un'ombra lontana cammina piano, a capo chino.
Sto morendo?, mi sembra di chiedere, con gli occhi, ad una rana con un cannone in bocca, che non esiste.
Ma no che non stai morendo, ma come fai a pensarlo, ma no, sei forte, eheheh, vedi ci riesci bla bla, mi risponde.
Tutto sembra come un vortice, tanto che la musica riecheggia nella mia testa, come farebbe in una grotta. Le musica del cosmo.
L'ombra cammina lontano, lentamente, nel ghiaccio. E' la mia anima afflitta da niente, glorificata da niente. Il cammino, eterno cammino sotto il gelido sole, ad occhi chiusi, più per mancanza di coraggio che per cecità.
In alta montagna, seduto su una roccia. Penso a due anni fa. Credo che dovrò pensarci per molto… quando mi desterò da questi ricordi saranno passate diverse ere geologiche, e il mare avrà ricoperto tutto, anche me stesso.
Solo due anni fa vedevo il mare. Era rosso. Era il cielo. Era il fuoco.
La potenza della parola.
Come al solito in questo viaggio il sole è allo zenit, e una nera ombra balla attorno al sole, in silenzio, spirali di luce che mi rapiscono. Fa freddo, come sempre in questo punto, e vedo vapore, quindi per ora sto respirando in mezzo al ghiaccio. Sono vivo?
Mi alzo tenendomi il cappello e sento l’aroma di questa terribile bellezza, mentre la figura lentamente svanisce, lasciando soltanto il sole. Solo me e il sole. E il vento che scuote il ghiaccio, alzando pulviscolo ghiacciato, tetra nebbiolina.
Adesso arriva il punto in cui spicco il volo, e non ho mai paura di questo perché so che è solo un sogno. Ma forse non avrei paura comunque. Volano batteri fosforescenti nel cielo, e tutto si fa scuro, il sole non esiste più. Batteri che giocano con la luce, sfrecciano ed esplodono. Da queste esplosioni nasce neve che, piroettando, cade dal cielo, e vedo le montagne laggiù.
Strane note suonate da una chitarra di ghiaccio. C’è il mare adesso, e i mostri. Il calamaro gigante lotta con il capodoglio e li immagino terribili, i mostri abissali, splendidi.
Adesso scendo e lentamente entro in acqua, e vedo tutto nitidamente, non solo con gli occhi. Gli squali giocano.
Nonno!, mi chiamano. Nonno?
Sono diventato di carbone. Ah, la metamorfosi. Son nato nel carboniano, quindi? No, prima.
E’ un trilobite, che mi chiama nonno.
Guardati, piccola, quanto sei bella: sei fatta di luce, vorrei dirle, ma ho paura che si innamorerebbe delle mie parole.
Orologi nuotano nel mare, alcuni vanno avanti, alcuni vanno indietro, a diverse velocità. Vengo espulso da un vulcano sotterraneo, e volo nel cosmo. Ma in men che non si dica, cioè in un’era geologica, mi ritrovo seduto su una roccia, sulla montagna. Ho un po' di freddo, si è fatto tardi. Tornerò.

[$more$]

Prima o poi riuscirò a emularti!

Tra l'altro,non avendo niente da fare,posso tranquillamente passare il giorno ad allenarmi.

[bicioboi]

...Guardati, piccola, quanto sei bella: sei fatta di luce, vorrei dirle, ma ho paura che si innamorerebbe delle mie parole...

Bellissima frase in un fertile terreno non-sense. Salta fuori come una scheggia di vetro.

[ALad[d]In-sane]

Sembri un viaggiatore temporale fanciullesco quanto inquietante nel sussultare ad ogni magicka rivelazione.

Il calamaro gigante lotta con il capodoglio e li immagino terribili, i mostri abissali, splendidi.

Avevo un grande libro in cui il calamaro gigante sedeva tra le fauci del cetaceo abbandonando i tentacoli sul suo testone, io ero convinta che vincesse lui, il calamaro, che fosse solo un'astuta finta il suo soccombere, la amo quell'immagine, mi hai fatto tornare in mente flash passati, rivedo un paesaggio tanto puro, fantastico, irreale nel suo essere: la famigerata era prerettiliana!Squali, trilobiti, mostri marini!
I miei occhi risplendono nel leggere ed evocare queste immagini!

Ma in men che non si dica, cioè in un’era geologica, mi ritrovo seduto su una roccia, sulla montagna. Ho un po' di freddo, si è fatto tardi. Tornerò.

Mi colpisce questo finale, uno scossone ti ridesta dal sogno, è amaro, freddo, è lo zigzagare del tempo, dei sogni e delle delusioni.
Meraviglia!