Medius presenta: il primo (doppio) Contest letterario di Games Radar! - Pag 3
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Discussione: Medius presenta: il primo (doppio) Contest letterario di Games Radar!

Cambio titolo
  1. #31
    Oltre la Fondazione L'avatar di deamaat
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    Uhm, purtroppo io scrivo racconti un bel po' più lunghi. Però entro la fine del contest vedrò di trovare un po' di tempo libero per buttare giù qualcosa...
    nel frattempo, non vedo l'ora di leggere qualcosa di vostro

  2. #32
    con la mia balotta L'avatar di Bandicot1
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    Il giuramento
    http://bandicotte21.altervista.org/Il_giuramento.doc

    buona lettura


    Il talento non esiste! Esistono soltanto l'ispirazione e l'ambizione, e le mie sono roventi!

  3. #33
    In game dal 1989.. L'avatar di Conte Wolfers
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    Citazione Bandicot1
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    Il giuramento
    http://bandicotte21.altervista.org/Il_giuramento.doc

    buona lettura
    Non si legge apre la pagina princ. di altervista

  4. #34
    Inuyasha89
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    Citazione Bandicot1
    Ecco qua

    Il giuramento
    http://bandicotte21.altervista.org/Il_giuramento.doc

    buona lettura
    Perchè non posti stesso qui?

  5. #35
    Tartaruga L'avatar di PsicoEroe
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    Ho scritto un racconto anch'io, apposta per l'occasione, perchè tutti gli altri che avevo, o non raggiungevano le mille parole o superavano le diecimila!

    Adesso lo posto
    Parlare di videogiochi e non saperne niente:
    https://www.youtube.com/user/PsicoZ000
    Like e subscribe.

  6. #36
    Tartaruga L'avatar di PsicoEroe
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    Progetto Gaia

    Tagliò un'altra liana con un colpo secco.
    Era già un'ora che avanzava in mezzo all'erba alta fino alla vita, e questo nonostante sopra di lui il sole si vedesse solo attraverso i fittissimi rami degli alberi.
    Si asciugò il sudore dalla fronte con l'avanbraccio e prese fiato: a giudicare dal colore del muschio che cresceva sugli alberi la direzione era quella giusta. Suo padre gli aveva raccontato che una volta il muschio cresceva solo sul lato nord dei tronchi e che era così che ci si orientava se ci si perdeva in un bosco. Difficile da credere, il muschio ormai ricopriva interamente le piante, ma si poteva capire in che direzione procedere visto che il lato sud virava all'arancione come colore. Le storie degli anziani erano davvero incredibili: suo padre le aveva apprese dal nonno, suo nonno le aveva viste di persona: aveva visto il tempo in cui le piante stavano scomparendo dal pianeta. A pensarci vien rabbia, non potevano farle sparire per davvero? Ma nooo, una volta le piante erano da proteggere... Ora siamo noi che dobbiamo essere protetti da loro! Ripensò alla città da cui era partito quella stessa mattina: in meno di una notte, nonostante i fuochi tutto intorno, aveva perso almeno mezzo metro di terreno rispetto alla giungla, non c'è diserbante che tenga. Ormai le piante non bruciano neanche più, qualche foglia ogni tanto, ma il legno dei tronchi sembra inattaccabile, nonostante le fiamme che gli danzano intorno rimane saldo al suo posto, ignifugo e immobile. Immobile per quanto possa esserlo una pianta, crescono ad una velocità spaventosa! Guardò l'ora: era in anticipo, ma meglio rimettersi in marcia, prima arrivava e prima poteva levarsi lo zaino di dosso. Dietro di lui la liana tagliata aveva già formato un germoglio sulla punta. La guardò sprezzante -Cresci quanto ti pare- pensò mentre si allontanava a fatica menando colpi dalla precisione chirurgica con il machete in modo da aprirsi una strada, d'un tratto urtò qualcosa, cadde a terra. Fortuna che tutta quell'erba gli fece da materasso e si rialzò senza un livido, ma su cosa era inciampato? Spostò i numerosi fili d'erba e le piantine che coprivano il terreno e trovò un vecchio tronco d'albero. Non riusciva a credere ai suoi occhi! Un tronco d'albero! Abbattuto e rinsecchito! Come faceva d essere ancora lì? Di solito i funghi li divoravano non appena la linfa smetteva di pompare per i canali... Non aveva mai visto una pianta morta prima d'ora, era un'immagine molto forte, un simbolo: le piante possono morire. Questo viaggio era davvero servito a qualcosa, prese un rametto ed un pezzo di corteccia e li mise in due contenitori sterilizzati, forse poteva risultare utile per una ricerca. Ehi, forse si sarebbe trovato un modo per sconfiggere le piante, e la gente avrebbe tornato a regnare sul pianeta e forse il suo nome sarebbe diventato famoso!
    Così giovane e già un eroe: -Non posso crederci, sei davvero tu?- -Certo bambina, dammi un bacio...- -Oh, mio eroe ti darò ben altro!-, sarebbe bello...
    Smise di fantasticare quando un sibilo lo colse alla sprovvista, conosceva quel sibilo: un ammazzatopi! Estrasse lo spray protettivo e lo spruzzò tutto intorno a se, il suo odore avrebbe dissuaso il serpente dall'avvicinarsi. Non è strano, il suo odore avrebbe dissuaso qualsiasi creatura ad avvicinarsi. Gli ammazzatopi erano pericolosi, il loro morso era letale per praticamente qualsiasi essere animale sulla faccia della terra, il fatto che divorassero principalmente topi, da cui il nome, non voleva dire che non fossero pericolosi per gli uomini. Non potevano inoltre essere cacciati, erano una delle pochissime razze capaci di sopravvivere nella giungla, erano importanti. Anche una volta i serpenti erano importanti, glielo aveva raccontato suo padre, ma nessuno ti impediva di ammazzarne uno. Ci facevano le cinture! Certo, suo padre gli aveva detto che i serpenti di una volta non erano tutti lunghi minimo tre metri, ma chissà perchè lui si immaginava sempre una cintura gigantesca fatta di pelle di Ammazzatopi. Una cosa stupida, ma una risata gli scappava sempre.
    Era un tipo allegro.
    Il problema Ammazzatopi sembrava essere archiviato e con il solito spruzzo di linfa tagliò un'altra liana: che schifo, la linfa era verde, appiccicosa e densa. E stavolta sulla sua maglietta. Perfetto, ora non solo era bagnato fradicio di sudore, era pure tutto sporco di una delle sostanze biologiche più "vive" del pianeta.

    Cinquant'anni prima della storia che stiamo raccontando il pianeta Terra correva un grosso pericolo: l'estinzione.
    C'erano stati grandi avanzamenti tecnologici: nuove fonti d'energia, un sistema di riciclaggio capace di ridare nuova vita al novanta percento delle sostanze elaborate, cibi capaci di crescere nel più arido dei deserti o nelle lande più ghiacciate... Ma era stato tutto inutile. Era arrivato tutto troppo tardi.
    La deforestazione era giunta ad un punto di non ritorno, la capacità di ripulire l'aria dei pochi acri di foresta era minima, le poche piante erano malate.
    La Terra era sul punto di morire per colpa degli uomini.
    Ma quando tutte le speranze sembrano dover svanire in una bolla di sapone un nuovo progetto prese piede tra le menti più illustri del pianeta: un qualcosa di talmente grandioso da far impallidire Dio e tutta la Genesi!
    Il Progetto Gaia.
    Probabilmente non c'era un solo uomo sulla terra che sapesse esattamente tutte le procedure del Progetto Gaia da tanto era complesso. Ma tutto quel lavoro aveva un solo scopo, rendere le piante più forti, renderle capaci di crescere in luoghi dove le sostanze nutritive scarseggiassero, rendere il loro tronco resistente alle malattie ed ai funghi parassiti che le attaccavano.
    Ci vollero due anni di esperimenti e procedure in tutto il mondo prima che il Gaia venisse iniettato nella linfa di alcuni alberi trasformandoli in nuove forme vegetali. Tutto funzionava alla perfezione. Quegli alberi avevano generato fiori più belli e profumati degli altri, favorendo l'impollinazione, aveva fatto spuntare frutti più colorati e deliziosi di qualsiasi altro membro della stessa famiglia ed i loro semi ci mettevano un terzo del tempo per far nascere una nuova pianta.
    Nell'anno successivo il problema ambientale rientrò dall'allarme.
    In quello dopo era completamente risolto.
    In quello dopo ancora la situazione degenerò.
    Le piante miglioravano di generazione in generazione, crescevano sempre più in fretta e sempre più forti. Sfondavano l'asfalto delle strade, abbattevano i tralicci del telefono, ricoprivano le strutture lasciate a se stesse troppo a lungo. Bastava un niente di luce ed acqua per generare una piccola selva in ogni dove. Presto furono presi provvedimenti, nelle città si cominciò a cementare secondo piani precisi per eliminare il rischio di invasioni da parte di rampicanti e rovi, ma fuori da queste le piante dominavano.
    Ed ogni anno peggiorava.
    E ora, nel momento in cui questo racconto procede, la gente si è arresa all'avanzata delle piante. Si cerca di tenerle fuori dai centri popolati con incendi controllati basati sull Oxygeno, un liquido altamente infiammabile che può essere facilmente sintetizzato in laboratorio, ma è sempre più difficile che il fuoco attacchi sui tronchi degli alberi. Le squadre di taglio, specialisti equipaggiati per eliminare il fogliame devono fare gli straordinari per contenere la crescita entro i bordi delle città. E quando piove servono turni doppi e carburante per gli attrezzi in quantità...
    Fuori dalle città la situazione è invivibile, la maggior parte della fauna si è estinta, in parte a causa della vegetazione troppo fitta, in parte perchè caduta vittima di gigantesche piante carnivore o di funghi parassiti. Carnivori sarebbe un termine più adatto in realtà.
    Tuttavia non è raro che qualcuno si muova di città in città. Avventurieri, mercanti, scorte di approviggionamenti per i centri di ricerche e semplici folli che vogliono provare chissà cosa
    a loro stessi o forse al mondo intero.
    Il nostro protagonista si stava dirigendo al laboratorio Lambda Alfa, il secondo in termini di importanza della nazione. Bhe, forse nazione è un termine un po' pomposo per quattro città all'interno di un confine ormai imprecisato nel verde, ma l'idea è quella. Non era un ricercatore, ma si era offerto volontario come aiuto tecnico durante le ricerche più complesse. La realtà dei fatti è che sarebbe diventato un facchino di strani macchinari al seguito di gente pazza che preferisce lavorare all'aperto piuttosto che nella sicurezza delle mura di un palazzo, ma tant'è, sapeva a cosa andava incontro e con i soldi della paga avrebbe potuto pagare l'affitto per un appartamentino al quindicesimo piano. Un suo amico abitava al quattordicesimo e gli raccontava di come in casa non fosse mai entrato neanche un filo d'erba, che meraviglia doveva essere...

    -Al diavolo- pensò mentre con lo smacchiatore specifico cercava di indebolire la macchia -L'ultima cosa che mi serve è una maglietta piena di clorofilla ed altre schifezze!-, ma niente da fare: la macchia non se ne andava, anzi stava cominciando ad emettere l'odore di fecondazione!
    Se la tolse di corsa e la gettò via, non voleva certo essere ricoperto di afidi pronte a trasportare quella maledettissima sostanza chissà dove per farci chissà cosa! Estrasse dallo zaino una maglietta di ricambio e si incamminò nuovamente. Questo viaggio finora era stato un fallimento, soldi zero, magliette meno una.
    Ormai il laboratorio non doveva essere molto lontano, distava solo un chilometro e mezzo dalla città e nonostante i contrattempi si era mosso speditamente... Accese il GPS e provò a controllare la sua posizione: tutto a posto, la direzione era esatta, ed era anche abbastanza vicino... Allora perchè non vedeva il faro di segnalazione?
    Percorse qualche altra decina di metri e finalmente giunse all'imbocco della valle del laboratorio, da dove si trovava poteva guardare più in basso: nell'avvallamento il laboratorio, ormai distrutto, era addormentato sotto una miriade di piante, alberi dal fusto alto e sottile, rampicanti spessi come braccia e fiori delle dimensioni di un divano ricoprivano le sue pareti ed il tetto. Il faro era spento, la torre piegata dalle possenti radici di un mostruoso tronco largo almeno una decina di metri e la parabola del segnale GPS roteava ancora, ma su di essa erano germogliate numerosissime piccole pianticine che la usavano per assorbire al meglio i raggi solari.
    Era stato invaso.
    Probabilmente durante la notte era venuto un acquazzone ed i pochi tecnici non erano pronti ed avevano perso tutto. Le previsioni del tempo erano affidabili al novantanove percento, ma un errore ci scappa sempre... Chissà, forse si erano salvati, forse a quest'ora stavano tornando in città, forse erano già in città prima che lui partisse, ma le autorità hanno preferito tenere segreta la faccenda: avrebbe voluto avvicinarsi al laboratorio, controllare se qualcuno fosse rimasto intrappolato, se avevano bisogno di aiuto, ma la prima cosa che suo padre gli aveva insegnato riguardo ai viaggi all'esterno era: non ti avvicinare agli edifici infestati. Divorando i materiali di cui era formato un edificio le piante potevano crescere ad una velocità ancora maggiore del solito, e non ci voleva niente a rimetterci le penne: un aculeo che spunta dal nulla, un ramo che si spezza sotto il suo stesso peso, una liana su cui inciampi e che ti avvolge... Tutte trappole mortali.
    Aveva sempre riso di queste cose, come se le piante avessero un intelligenza propria, come se fossero nemiche degli uomini! Ma un giorno un suo compagno di classe non tornò dalla giungla dove si era avventurato per una prova di coraggio. Intelligenti o meno erano davvero pericolose.
    Sbuffò e si appoggiò al tronco più vicino facendo un rapido resoconto della mattinata: un viaggio a vuoto, una maglietta buttata, almeno tre ore tra andata e ritorno... Una giornata da dimenticare.
    Prima di tornare sui suoi passi tagliò una liana più scura delle altre, bevve l'acqua fresca che sgorgò dal vegetale troncato e si asciugò la bocca con il dorso della mano. Almeno aveva trovato quel tronco secco: qualcosa doveva valere una simile rarità, non si sarebbe trasferito al quindicesimo piano forse, ma almeno un buon diserbante lo avrebbe trovato per dove viveva. Almeno da star tranquillo un paio di mesi senza stupide infiltrazioni.
    O perlomeno i soldi per ricomprarsi una maglietta.
    Chissà se costruiranno un nuovo centro ricerche qui vicino? Potrebbe andare a lavorare lì, ma per adesso gli conveniva trovarsi un lavoro in una delle molte imprese edili. Se c'è una cosa di cui il mondo non può fare a meno ormai è la cementificazione!
    E pensare che suo padre gli aveva raccontato che...
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  7. #37
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    Citazione Conte Wolfers
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  8. #38
    Vecchio utente L'avatar di Dexter89
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    Citazione HERMUS
    portale...vediamo..
    Mi hai sfidato...?
    Citazione HERMUS
    IL NULLA E IL TUTTO
    "Il tempo è come il vento....libera energia che sempre saprà portarti dove ogni essere ha sempre sognato e affogherà nel suo stesso sogno infranto, nelle vellutate mani della morte purpurea"
    Ged sentì questa vocina che gli penetrava nelle sue orecchie, finalmente si accorse che era in uno spazio indefinito, attorno a lui c'era solo il nero, nero come l'incubo, nero come il caos.
    Intontito e succube di quel posto iniziò a camminare senza meta, in quell’infinità nera da far suscitare l'angolo più buio dell'animo umano.
    Ged, mentre camminava, barcollò, come se si fosse appena svegliato, in quel deserto di sabbia nera senza fine.

    Pensò alla causa del paesaggio desolante, alla morte di Amoloa e al soggiorno nel manicomio psichiatrico, anzi quella infernale prigione di dolore eterno.
    Tutte quelle voci pazzoidi che penetravano nella stanza di Ged quando cercava di dormire –rombanti - ...acuti gridi di pazze da suicidio – rombanti - ...stare isolato 24 ore su 24 ore su una stanza bianca come la neve, imprigionato da camici azzurrini – rombanti - ...fare quelle inutili visite psichiatriche, dove tutti non ti credevano e ti trattavano come mucche al macello – rombanti - ...solo le parole "rombanti" esprimevano tutta l'atrocità che aveva passato nel suo momento più nero, dove la forza di sopravvivere è quasi a 0
    Mentre pensava a questi tetri dolori un incappucciato comparve improvvisamente davanti: "Io sono il Chaos, il distruttore di tutto e modellatore di tutto, tu sei Ged ...non pensare, non agire, non fiatare; tu sei nato per essere qualcosa di più di quello che sei ora ...scappa vai, VIA! Va a Madlen street, n°23 di New Stoccolma... addio, anzi ci rivedremo quando il tuo tempo si incrocerà col mio di nuovo..."
    Ged non fece in tempo neanche a dire "Non sono già fuggito?" che tutto scomparve davanti a lui e si ritrovò in un letto, tutto dolorante e sudaticcio; era in una cella bianca e cupida dove gli uomini venivano degradati a ruolo di esseri e messi in un abisso senza fine di disperazione... era là... la targhetta sulla porta diceva tutto… “cella n°356, manicomio “Edison Garden”.
    Scrivo pure il link, tanto per dimostrare che l'hai scritta veramente tu questa storia, nonostante poi non sia quella che abbia vinto per la Terza Storia Infinita... link


    Ho abbandonato il forum. Se per qualsiasi esigenza dovete contattarmi, potete farlo inviandomi un mp e sperare che una volta all'anno io riapra l'account

  9. #39
    In game dal 1989.. L'avatar di Conte Wolfers
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    Citazione Bandicot1
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    Capisco,ma io avevo letto:

    E’ possibile partecipare con più di un racconto postandoli nel thread del concorso (cioè questo). Ciascun racconto deve essere presentato in un messaggio singolo che non deve contenere altro se non il racconto stesso: sono vietati link, immagini, smile ecc. ecc. Una volta pubblicato nel thread il racconto non può più essere modificato pena l’esclusione dal contest. È possibile pubblicare racconti fino al termine del Contest.

    e poi:

    purtroppo questo è un problema irrisolvibile.
    se possibile, invece di spezzare, potreste mettere il file word del racconto sul vostro spazio web o su server tipo fileshack da dove potremmo scaricarlo facilmente. Nel post potreste mettere giusto le prime righe o le prime mille parole del racconto.


    Al limite aggiungi l'inizio

    Edit - Appena finito di leggerlo,ma sai che mi ricorda molto il genere di storie che ho letto in passato su una rivista ( fumetti a dir la verità ),il Lanciostory,proponiti perchè dall'inizio alla fine ho avuto in mente questo paragone
    Ultima modifica di Conte Wolfers; 4-10-2005 alle 17:43:30

  10. #40
    Vecchio utente L'avatar di Dexter89
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    Giudizio primario

    Il "giudizio primario" non è altro che un breve commento sul racconto, assolutamente provvisorio e dunque non considerabile definitivo, tranne per le NOTE che sottolineano particolari importanti.
    Ah, vi avverto che, qualora vi saltasse in mente di farlo, è perfettamente inutile che modifichiate i vostri racconti dopo averli postati, perchè 1)Si vede alla fine del post 2) Raccolgo gli originali. Chi si inventasse di trasgredire a questa semplice regola, verrà escluso definitivamente dal contest...
    -------------------------------------------------------------------------

    Autore: PsicoEroe
    Titolo: "Progetto Gaia"

    La trama è buona e sufficientemente originale per invogliare il lettore a leggerla tutta, peccato che i frequenti cambi di tempo verbale disorientino non poco chi legge e che i giudizi personali del narratore possano mandare in confusione; molto spesso, infatti, non si capisce se chi narra la storia sia o meno coinvolto personalmente delle vicende che il protagonista vive.
    Gli errori grammaticali sono tralasciabili, ma sarebbe meglio corregerli utilizzando il sistema di correzione automatico presente nei programmi di scrittura come Word. Da evitare alcune ripetizioni di termini troppo ravvicinate.

    NOTA1: la storia non è completa, per questo noi giudici decideremo se accettare o meno una ulteriore aggiunta al testo. mi dispiace, ma si era stati chiari fin dall'inizio:
    Citazione medius
    E’ possibile partecipare con più di un racconto postandoli nel thread del concorso (cioè questo). Ciascun racconto deve essere presentato in un messaggio singolo che non deve contenere altro se non il racconto stesso: sono vietati link, immagini, smile ecc. ecc. Una volta pubblicato nel thread il racconto non può più essere modificato pena l’esclusione dal contest. È possibile pubblicare racconti fino al termine del Contest.
    Potresti salvarti facendo come Medius stesso ha consigliato:
    Citazione medius
    purtroppo questo [lo spezzattare il testo in due parti] è un problema irrisolvibile.
    se possibile, invece di spezzare, potreste mettere il file word del racconto sul vostro spazio web o su server tipo fileshack da dove potremmo scaricarlo facilmente. Nel post potreste mettere giusto le prime righe o le prime mille parole del racconto.
    In qualsiasi caso non hai più di 2950 parole disponibili, spero ti bastino...

    NOTA2: Per i pensieri si usano i trattini -...-, per i dialoghi le virgolette "...", tu hai fatto l'opposto.

    Leggete bene il regolamento in prima pagina, pena l'esclusione del vostro racconto dal contest.


    Ultima modifica di Dexter89; 4-10-2005 alle 20:16:24

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  11. #41
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    @ MP di PsicoEroe: come già detto, il giudizio è assolutamente indicativo e ampiamente modificabile...
    Modificherò questo post quando avrò tempo per discutere di quello che mi hai detto, adesso devo [fingere] di studiare...

    @ medius: quando hai tempo aggiorna il primo post con il link alla storia di Psico e a quella di Bandicoot, oltre che a specificare chi sono i giudici...

    @ tutti: buona notte... |)

    Ultima modifica di Dexter89; 4-10-2005 alle 22:09:45

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  12. #42
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    Citazione maxlee

    IL SENSO DELLA VITA


    Era una grigia giornata invernale e nonno e nipote sedevano vicino al focolare senza parlare. Il ragazzo improvvisamente ruppe il silenzio pronunciando la domanda delle domande, quella che tutti gli esseri umani si sono posti almeno una volta durante la loro breve esistenza “ Nonno Lee, qual è il senso della vita? “.
    Il vecchio emise un lungo sospiro e rispose “ Ragazzo, il senso della vita è uno solo: il senso unico... “.

    Il nipote rimase perplesso da quella strana risposta ma non disse nulla. Sapeva che il vecchio dopo una pausa ad effetto avrebbe fornito una spiegazione più ampia. Ed infatti nonno Lee proseguì.
    ...se vuoi capire la vita devi paragonarla ad un viaggio in auto. I tuoi genitori ti forniscono il mezzo - il tuo corpo - insegnandoti ad usarlo. Durante le prime fasi di apprendimento ti vengono insegnate le regole di base, vale a dire quelle che ti aiuteranno a non prendere multe - commettere reati - a non far del male agli altri - incidenti - col tuo vagare, a rispettare le leggi civili che regolano il traffico nelle strade della vita. Il passare del tempo ti darà la possibilità di acquisire la piena padronanza del mezzo così da poter andare in giro senza istruttore.
    Il mezzo che ti viene fornito dai tuoi genitori, potrebbe non essere di tuo gradimento, o meglio, gli altri cercheranno di rendertelo sgradito. Ti faranno pressioni continue per indurti a credere che per essere migliore tu abbia bisogno di optional sempre nuovi e diversi… per questo motivo cercheranno di venderti di tutto, dai copri sedili alla moda, alla cera che mantiene integra la carrozzeria. Ciò non significa che non dovrai prenderti cura del tuo mezzo, anzi sarà una priorità in quanto questo ti “rappresenterà”. Avrà bisogno di carburante -cibo-, di manutenzione ordinaria -curare i piccoli acciacchi, lavarsi- e straordinaria nelle officine -ospedali-. Il mezzo sarà il tuo alter ego, l’unica cosa che gli altri potranno vedere di te, a meno che tu non decida, a tua di discrezione, di abbassare i finestrini oscurati e mostrare il tuo vero IO.
    Il viaggio sarà a tratti duro, a tratti piacevole. Incontrerai parecchi divieti d’accesso, curve pericolose, dossi e cunette, insomma tutto ciò che è segnaletica orizzontale e verticale “


    Ho capito nonno… “ intervenne il ragazzo “ …la vita è un viaggio a senso unico, il mondo la strada, il tuo corpo il mezzo senza retromarcia. Quindi il “senso” è viaggiare in un'unica direzione nelle strade del mondo… ma per andare dove? “

    Il vecchio sbuffo fuori il fumo della pipa e con fare paziente rispose “Ragazzo, tu poni la domanda sbagliata. Ti chiedi dove andare, o meglio quale è il tuo punto d’arrivo, senza prima domandarti quale è stato il tuo punto di partenza. C’è una fine -un arrivo- perché c’è stato un inizio, -una partenza-.
    Prima di chiederti dove stai andando devi chiederti da dove vieni, perché lì si trova il motivo che ti ha spinto a partire… “sono partito per arrivare a…? o per andar via da… “? Queste sono le giuste domande che dobbiamo porci... sfortunatamente non avranno una facile risposta, non oggi almeno. La nostra mente non è ancora in grado di elaborare una spiegazione plausibile, è troppo debole per sopportare più di una direttiva per volta… quella che noi abbiamo ora, dice di vivere, partire e andare avanti fino all’’ultima goccia di carburante, per le strade della vita rigorosamente a senso unico”
    Non per qualcosa,ma a me da che sono 582 parole,il limite è di 2000,allungalo inserendo poi il link dove scaricarlo

  13. #43
    ... L'avatar di maxlee
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    Non per qualcosa,ma a me da che sono 582 parole,il limite è di 2000,allungalo inserendo poi il link dove scaricarlo
    Nel regolamento avevo letto caratteri, o meglio l'ho dato per scontato ricordando iniziative simili; errore mio . Se non risolvo entro domani a pranzo considerami escluso almeno per ora (chiaramente cancellerò il post incriminato). Ciao .
    Ultima modifica di maxlee; 5-10-2005 alle 01:23:43

  14. #44
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    Citazione maxlee
    Nel regolamento avevo letto caratteri, o meglio l'ho dato per scontato ricordando iniziative simili; errore mio . Se non risolvo entro domani a pranzo considerami escluso almeno per ora (chiaramente cancellerò il post incriminato). Ciao .
    Cerca di farcela che sarebbe un peccato rinunciare per una lettura errata

  15. #45
    ... L'avatar di maxlee
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    Citazione Conte Wolfers
    Cerca di farcela che sarebbe un peccato rinunciare per una lettura errata
    Mi spiace ma mettendoci mano l'unica cosa che son riuscito a tirar fuori è una discutibile quanto bizzarra riedizione (nel contesto, l'equino al posto dell'auto ), ma di identica dimensione. Provvedo a cancellare l'OT per evitare confusione con i racconti in concorso... c'è ancora un po' di tempo alla scadenza magari verrà fuori qualcos'altro, intanto seguirò con interesse lo sviluppo del thread.

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