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Discussione: - Retro Games Museum -

Cambio titolo
  1. #286
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: The Great Giana Sisters

    Produttore: Rainbow Arts

    Anno: 1987

    Piattaforma: Amiga (versione esaminata), Commodore 64, Atari ST, CPC, MSX, cellulare

    Genere: Platform

    Giocatori: 1, 2 alternati

    Screens:



    Descrizione:
    Questo titolo platform uscito per le principali piattaforme dell'epoca è diventato famoso più per essere il plagio più clamoroso nella storia dei videogiochi che per meri motivi personali.
    Questo titolo non è semplicemente un platform sullo stile di Super Mario Bros ma una vera e propria riproposizione non autorizzata dello stesso: il titolo riprendeva non solo le meccaniche di gioco, ma anche la grafica e addirittura la struttura dei livelli; di fatto, i primi cinque livelli dei due giochi presentano la medesima struttura, con tanto di passaggi segreti posizionati negli stessi punti. Le uniche differenze rispetto al titolo Nintendo erano le protagoniste che erano due ragazze, le sorelle Giana e Maria (!!!) -le "Giana Sisters" del titolo- e le valide musiche ad opera di Chris Hulsbeck.
    L'eccessiva "somiglianza" tra i due titoli non poteva sfuggire a Nintendo che fece causa alla Rainbow Arts e la vinse costringendo la software house tedesca a ritirare dal mercato il gioco e a cancellare la conversione per Spectrum ZX già in lavorazione. Nonostante questo il gioco riuscì a vendere un buon numero di copie grazie al successo immediato e, recentemente, ne è stato annunciato inspiegabilmente un remake per Nintendo DS..
    Il gioco di per sè non si presenta particolarmente convincente nella versione Amiga qui esaminata a causa del fatto che l'hardware rimane abbastanza sottosfruttato anche se la miglior grafica rispetto alla versione per C64 salta abbastanza all'occhio; si può dire, proporzionalmente, che la versione per C64 fosse migliore. La giocabilità è buona (per forza, è quella di Super Mario in tutto e per tutto) e le musiche, come già detto, molto belle. Nel bene e nel male un gioco da provare.

    Note e Curtiosità:
    - alcuni hacker sostituirono gli sprites della versione per Commodore 64 di The Great Giana Sisters con quelli di Super Mario per crearsi una versione ad hoc dello stesso su questa piattaforma dato che la Nintendo i suoi giochi su computer non li pubblicava
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 28-12-2008 alle 20:39:53

  2. #287
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Mega Man 4

    Produttore: Capcom

    Anno: 1991

    Piattaforma: NES

    Genere: Platform

    Giocatori: 1

    Screen:


    Descrizione:

    Nel quarto episodio della saga di Mega Man, per cercare di differenziarlo dai predecessori e non farlo sembrare troppo ripetitivo, vi è una variazione nella solita trama che non comporta però variazioni nel gioco in sè.

    Un anno dopo l'ultima sconfitta di Wily, che sembra scomparso, Mega Man lo sta cercando mentre il Dr. Light riceve una lettera dal Dr. Cossack, uno scienziato russo che sfida lo stesso Dr. Light per vedere chi fra loro due sia il migliore. Mega Man, prima di dirigersi al castello di Cossack deve, come al solito, affrontare e sconfiggere i suoi otto robot masters, per fare qualche esempio Pharaoh Man è il robot di un livello desertico mentre Skull Man è alla fine di un livello costituito maggiormente di ossa.
    La struttura del gioco in fondo non cambia di una virgola e se da un lato il giocatore può essere incuriosito dal nome e dall'aspetto dei nuovi robot masters, dall'altro non è sicuro che la presenza di un nuovo dottore al posto di quello vecchio possa attrarre abbastanza anche se viene comunque il sospetto che sia insensato limitarsi a sostituire il Dr. Wily con il Dr. Cossack senza altre variazioni. E' anche questo che spinge a proseguire nel gioco. Infatti, dopo aver percorso i livelli del castello ghiacciato di Cossack si scopre senza neanche troppa sorpresa che quest'ultimo altri non è che un burattino nelle mani del Dr. Wily, che ha incaricato Proto Man di rapire la figlia del russo per ricattarlo, successivamente per terminare il gioco non devono quindi che essere percorsi i pochi livelli del castello del Dr. Wily, abitati da Mech piuttosto ardui da sconfiggere. Il protagonista continua ad essere affiancato dal suo amico canino Rush che può fargli da trampolino, jet e sommergibile permettendolgi così di attraversare punti ostici che caratterizzano specialmente gli ultimi scenari. Oltre a questo in alcuni livelli è possibile trovare ulteriori equipaggiamenti come un uncino che permette di arrampicarsi e un genera-palloni che funzionano da piattaforme mobili.
    Un titolo un pò ripetitivo ma comunque buono grazie a quache nuova abilità del protagonista, tra cui quella di caricare i colpi, e alla piccola variazione nella trama.

    Note e curiosità:

    1) E' stata introdotta la possibilità di attaccare con un colpo più potente caricando il buster, per far ciò si deve tenere premuto il tasto dello sparo (B) e poi rilasciarlo.

    2) E' possibile per la prima volta rivisitare livelli già completati (senza dover affrontare nuovamente il boss) per recuperare oggetti che si sono lasciati perdere la prima volta.
    Ultima modifica di Garet; 22-12-2009 alle 17:10:36

  3. #288
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Shenmue

    Produttore: SEGA

    Anno: 1999/2000

    Piattaforma: Dreamcast

    Genere: Action Adventure / FREE

    Giocatori:
    1

    Screen:




    Video: 1

    Descrizione:
    Giocare a Shenmue è come immergersi in un buon libro e farsi trasportare dalla storia narrata, in men che non si dica ci si ritroverà completamente assorbiti in quel mondo verosimile che la nostra immaginazione crea, con il vantaggio però che qui i suoni e le immagini ci aiutano notevolmente a immergerci nella vita del giovane Ryo.
    E’ il 29 Novembre del 1986, una giornata fredda come del resto ci si aspetterebbe da questo periodo dell’anno a Yokosuka; Ryo Hazuki sta rientrando a casa; capisce subito che qualcosa non và, l’insegna del Dojo del padre distrutta e quella lussuosa macchina nera parcheggiata di fronte al suo ingresso sono un brutto presagio…
    Cosi comincia la storia di Shenmue che ci vede nei panni del giovane Ryo in cerca di vendetta per la morte del padre per mano di Lan Di, il personaggio misterioso a cui, per tutto il gioco, daremo la caccia, indizio dopo indizio.
    Shenmue non è il classico Action Adventure, è molto di più, un esperienza unica è differente da ogni altra.
    Il mondo che ci circonda vive di vita propria e fa sembrare Ryo solo una piccola pedina di questo immenso gioco, ogni cosa, dallo scorrere del tempo, alle condizioni meteorologiche, fino alla vita dei vari png avrà un suo scorrere inesorabile, ogni cosa avrà una conseguenza e nulla viene lasciato al caso, giorno dopo giorno.
    Con queste premesse si presenta Shenmue, in grado di farci vivere nei panni di Ryo come se realmente fossimo noi.
    Il gioco è un sapiente mix di generi differenti, dalla classica fase esplorativa in cerca di indizi in terza persona, agli eventi QTE (Quick Time Event), fasi di combattimento libere utilizzando il motore di Virtua Fighter.
    Shenmue è tutto questo e molto altro ancora, difficile descriverlo, ogni giocatore riesce a crearsi la sua personale esperienza di gioco, ognuno affronterà in maniera diversa la sua ricerca, rientrando ogni sera a casa a dormire per poi ridestarsi alle prime luci dell’alba per riprendere le estenuanti ricerche.
    Tecnicamente il titolo è ineccepibile, suoni e musiche magistrali accompagnati da un ottimo comparto visivo, un mondo dettagliato all’inverosimile e sapientemente mosso dall’ottimo Engine che pecca solo per alcuni cali di Frame e per alcune animazioni non eccezionali.
    L’esperienza visiva è notevole, difficile non innamorarsi dei colori, delle forme, di quel mondo virtuale ma incredibilmente reale.
    Shenmue non è propriamente un videogioco, ma un esperienza che va vissuta e non giocata, che riuscirà sicuramente ad affascinare e catturare chi si lascerà coinvolgere totalmente da esso.

    Note e Curiosità:
    - Nel gioco si può trovare una sala giochi dove è possibile giocare alle versioni Arcade di Space Harrier e Hang-On, creazioni dello stesso Yu Suzuki è pubblicate proprio negli anni in cui si svolgono gli eventi narrati.

    - Fino alla fine del 2005 Shenmue ha venduto all'incirca 1.18 milioni di copie in tutto il mondo, risultando il dodicesimo titolo più venduto per Dreamcast, vendite che visti gli alti costi di produzione risultarono comunque deludenti.
    - Shenmue II usci nel 2001 sempre per Dreamcast, e nel 2002 per Xbox alla cui versione era allegato un DVD con l'intera storia del primo Shenmue.
    - Con l'uscita di Shenmue, Yu Suzuki battezzò il genere di appartenenza del gioco come F.R.E.E. (Full Reactive Eyes Entertainment)
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 16:59:59

  4. #289
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Record of Lodoss War

    Produttore: Neverland Co.

    Anno: 2001

    Piattaforma: Dreamcast

    Genere: Gdr/Hack and Slash

    Giocatori:
    1

    Screen:




    Video: 1 - 2 - 3

    Descrizione:
    Riprende lo stile tipico e le meccaniche del famosissimo Diablo proponendoci un classico Hack and Slash in cui alla guida del solito eroe dovremo farci largo contro orde di mostri per sconfiggere il cattivo di turno.
    Dal lato tecnico non ci troviamo di fronte a nulla di eclatante, il motore grafico svolge il suo modesto lavoro senza troppi artifizi penalizzato a volte da qualche rallentamento in situazioni eccessivamente concitate, presentando però un ottima cura nei modelli dei nemici e nella rappresentazione del nostro personaggio.
    Le musiche e gli effetti sonori svolgono il loro umile lavoro, senza lodi e senza infamia risultando però a volte leggermente ripetitive.
    La giocabilità si attesta su livelli ottimi, con controlli molto intuitivi anche se con alcune pecche nell’uso della magia che non facilita di certo il giocatore.
    La personalizzazione del nostro eroe è limitata al potenziamento di tre caratteristiche principali, che andranno ad incidere sulla nostra forza, resistenza e potenza magica.
    Ci sarà inoltre possibile potenziare le nostre armi tramite un sistema studiato a puntino e imparare nuovi incantesimi, non molti a dire il vero, inoltre la mancanza di armi da lancio e la scarsa varietà di armi (solo spade anche se numerose) non ci permetterà di creare personaggi che non siano guerrieri.
    Ciò che alza il valore del prodotto è senza dubbio l’ambientazione, che riprende direttamente l’universo creato dallo scrittore giapponese Ryo Mizuno, ci farà immergere nelle vicende narrate nel famoso Manga e nella serie Animata, facendocene consigliare l’esperienza a tutti i fans della serie.
    Record of Lodoss War risulta essere un gioco estremamente longevo, la sola quest principale terra impegnati per moltissimo tempo e le quest secondarie, cosi come la ricerca di tutti gli artefatti ed equipaggiamenti speciali, richiederanno davvero un eternità.
    Nonostante il gioco presenti un ottima curva di apprendimento, dopo un inizio senza problemi ci si accorgerà presto che le cose si faranno davvero più difficili, il compimento di ogni singola missione richiederà davvero molto impegno e tanta pazienza.
    L’immensità stessa del gioco alla lunga potrebbe scoraggiare i meno esperti e portare presto alla noia, facendo accantonare un prodotto che nel complesso merita di essere giocato e che sa dare parecchie soddisfazioni se giocato a fondo.
    Una menzione d’onore va infine agli intermezzi animati, veramente di eccezionale fattura.

    Note e Curiosità:
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 17:01:48

  5. #290
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Over the Net

    Produttore: Genias

    Anno: 1990

    Piattaforma: Amiga (versione esaminata), Commodore 64

    Genere: Sportivo

    Giocatori:
    1, 2-4 sia competitivo che cooperativo

    Screens:


    Descrizione:
    Nel 1990 le piattaforme Amiga e Commodore 64 assistirono alla pubblicazione di Over the Net, titolo sportivo sviluppato dalla Genias con tema portante il beach volley. Il gioco presentava una serie di scontri 2 vs 2 ed erano affrontabili sia in single player che in multiplayer da 2 a 4 giocatori contemporaneamente. Purtroppo il gioco constatava solo della possibilità di giocare una partita singola e una coppa composta da varie partite dalla curva di difficoltà da non sottovalutare e arrivare in fondo poteva richiedere un discreto impegno. Il comparto tecnico proponeva una buona grafica e un discreto audio e i controlli erano abbastanza reattivi. Il gioco in sè si fa ricordare più per il divertimento che poteva regalare se giocato da più giocatori che per la coppa in singolo e rigiocato oggi potrebbe risultare un pò ripetitivo, anche se ancora divertente. Più o meno è sullo stesso livello dell'analogo Beach Volley della Ocean uscito un anno prima.

    Note e Curiosità:

    - il team Genias era interamente italiano e, tra le location scelte per il gioco, c'era anche la spiaggia di Rimini

  6. #291
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Pong

    Produttore: Atari

    Anno: 1972

    Piattaforma:Arcade (versione esaminata), Magnavox Odyssey, cloni e varianti per tutte le piattaforme

    Genere: ???

    Giocatori:
    1, 2 competitivo

    Screen:


    Descrizione:
    Il titolo in questione rappresenta senza ombra di dubbio il meridiano 0 del videogioco, la sua genesi. Lanciato sottoforma di arcade nel 1972 è di fatto il primo videogioco a distribuzione commerciale in assoluto e rappresenta banalmente una riproduzione di una partita a ping pong in bianco e nero; il controllo avveniva tramite paddle, una sorta di grossa manopola da ruotare per ottenere lo spostamento. Il gioco venne realizzato da Allan Alcorn sulla base di un progetto di Nolan Bushnell per un videogioco per il Magnavox Odyssey per poi venir lanciato sul mercato dallo stesso Bushnell, sucessivamente fondatore di Atari e figura chiave del mercato videoludico; dato l'enorme successo ottenuto con il "cabinato" (il cui schermo non era altro che un comunissimo televisore in bianco e nero) Bushnell ne creò una versione casalinga sottoforma di console dedicata il cui successo fu sempre crescente; da allora il gioco ha potuto contare su una quantità industriale sempre maggiore di cloni e varianti il cui primo fu il fortunato Breakout.

  7. #292
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Grim Fandango

    Produttore: LucasArts

    Anno: 1998

    Piattaforma: Pc

    Genere: Avventura Grafica

    Giocatori:
    1

    Screens:


    Descrizione:
    Questa notevole avventura ad opera del grandissimo Tim Schafer (autore, tra gli altri, di Day of the Tentacle e Full Throttle) viene unanimatamente considerato il canto del cigno della "vecchia" LucasArts, quella che ha regalato al mondo autentiche perle di avventure grafiche come la serie di Monkey Island e che dopo questo titolo si è barricata dietro la licenza di Star Wars a produrre tie-in dalla qualità altalenante a ritmi scriteriati.
    La storia: Manuel "Manny" Calavera viene licenziato dal suo ruolo di angelo della morte per non aver saputo concludere una transizione relativa ad un'anima appena trapassata e decide di lasciare la terra dei morti con l'aiuto dell'amica Mercedes, del meccanico Glottis e del capo dei rivoluzionari Sal per saldare il suo debito; rimarrà però invischiato in una cospirazione che coinvolge tutta la terra dei morti.
    Grim Fandango è un'avventura grafica che si presentava fin da subito in maniera molto diversa dal solito: lo stile visivo, le cui influenze spaziano dall'architettura azteca all'Art decò viene presentata con un'innovativa (per l'epoca) grafica 3D a cui venne affiancato un comparto audio caratterizzato da musica jazz, be-bop e swing. La suggestività del tutto, purtroppo, naufragava pesantemente appena si prendeva il controllo del gioco: per renderlo più immersivo i programmatori svilupparono un controllo affidato completamente alle frecce direzionali il cui funzionamento era simile a quello di Resident Evil risultando così incredibilmente legnoso. Nonostante questo il gioco ottenne ottimi responsi di critica ma le vendite non furono particolarmente strabilianti tanto che dopo il successivo (incolore) quarto capitolo della serie di Monkey Island uscito appena un anno dopo la LucasArts abbandonò completamente il genere.

    Note e curiosità:
    - questo titolo fu il primo della Lucas ad abbandonare lo storico motore Scumm abbracciandone uno nuovo studiato ad hoc, il GrimE; questo venne successivamente riutilizzato anche per Fuga da Monkey Island insieme al suo poco amato sistema di controllo
    - come già La Maledizione di Monkey island il gioco era interamente tradotto e doppiato in italiano, cosa ancora abbastanza rara per l'epoca
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 12-01-2009 alle 15:50:19

  8. #293
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Pokémon Rosso, Blu, Verde e Giallo

    Produttore: Nintendo

    Anno: 1996 (Giappone), 1998 (Europa)

    Piattaforma: Game Boy (versione esaminata), Game Boy color, Game Boy Advance

    Genere: Avventra/JRpg

    Giocatori:
    1

    Screens:


    Nota: le immagini sono prese da Pokémon Rosso

    Descrizione:
    Siamo nella seconda metà degli anni '90 e la Nintendo faticava a inserirsi nel mercato delle console casalinghe in cui fino a qualche anno prima aveva dominato a causa di una politica attendeista applicata al lancio del Nintendo 64 che si stava rivelando controproducente quando, dal nulla, sul mondo si abbattè il ciclone-Pokémon: di colpo le vendite del vecchio Game Boy schizzarono così tanto da permettere alla Grande N di continuare a chiudere i bilanci in attivo nonostante i problemi sull'altra sponda. Il successo di questa serie fu così massiccio che generò una pletora infinita di cartoni, gadget e chincaglierie assortite che hanno finito con il rendere i Pokemon un autentico fenomeno di massa.
    Andiamo con ordine: i Pokémon (da Poket Monsters) nascono dall'unione dei due principali interessi del suo creatore Satoshi Tajiri, ovvero gli animali e i videogiochi; tutti i titoli della serie sono giochi a metà strada tra l'avventura esplorativa a là Zelda e i JRpg e pongono come obbiettivo la collezione di tutti gli animali presenti all'interno del gioco. Il gioco è stato sempre rilasciato in più versioni per via del fatto che, nonostante il gioco rimanesse sempre il medesimo, per ognuna delle versioni cambiavano i Pokemon a disposizione da catturare; per completare la collezione era così necessario utilizzare la funzione di scambio presente nel gioco che permetteva ai giocatori di scambiarsi i Pokemon catturati. Solo per questa prima edizione la versione Verde non venne commercializzata in occidente in quanto due versioni vennero ritenute più che sufficenti; la versione Gialla, invece, venne pubblicata in un secondo tempo per sfruttare l'ondata di interesse generata dal cartone animato e si presentava come un misto delle altre tre con in più due caratteristiche: una era che in essa c'erano tutti e tre i Pokémon base (mentre negli altri erano necessari gli scambi) e l'altra era che il protagonista era seguito come un cagnolino da un Pikachu visualizzato sullo schermo (caratteristica mutuata dal cartone animato dove Pikachu camminava a fianco del protagonista perchè detestava stare nella sfera Pok&#233.
    Il gioco propone il viaggio compiuto da un ragazzo di nome Satoshi (nome preso dal suo creatore, nelle versioni Usa e Pal sostituite con Ash Ketchum) nel tentativo di diventare il più grande allenatore di Pokémon di tutto il mondo e dicompletare la raccolta di tutti i Pokemon esistenti completando così l'archivio del Pokédex (una sorta di computer portatile) creato dal Professor Oak. Per riuscirci era necessario battere tutti i capopalestra del regno per poter accedere al torneo finale e catturare i Pokémon durante i combattimenti che si effettuano solo con altri Pokémon; il giocatore all'inizio del gioco poteva così scegliere un Pokemon dei tre "base" messi a disposizione dal Professor Oak e poi girava per il mondo di gioco incontrando i personaggi più improbabili.
    Nonostante il comparto tecnico fosse limitato per ovvi motivi (il Game Boy era una piattaforma in circolazione già da 7 anni all'uscita del gioco in Giappone) il gioco sapeva conquistare grazie all'enorme quantità di Pokemon catturabili -ben 151-, all'ottimo level design e ad alcuni personaggi ricorrenti davvero indovinati -su tutti il Team Rocket-. Rigiocato oggi può ancora divertire parecchio e può essere giocato anche in versione "restaurata" nelle edizioni Rosso Fuoco e Verde Foglia. Da avere.

    Note e curiosità:

    - I Pokémon divennero famosi in Italia prima ancora che arrivasse il videogioco per un fatto di cronaca: il cartone animato aveva, nella sequenza della scossa di Pikachu, dei forti bagliori improvvisi che causarono una crisi epilettica a diverse centinaia di giovani, tanto che i telegiornali crearono una sorta di allarmismo per l'arrivo del cartone in Italia
    - All'epoca la serie di Pokémon venne accusata di crudeltà verso gli animali per via del fatto che gli scontri sono per l'appunto basati tra combattimenti di animali. In realtà il fatto non sussiste in quanto i Pokémon non sanguinano e quando esauriscono i punti vita non muoiono ma semplicemente non sono più in grado di combattere
    - Tra le altre accuse mosse alla serie ci fu anche quella di razzismo a causa del fatto che il Pokémon Jynx aveva la pelle scura; in realtà questo era una presa in giro nei confronti delle Ganguro, ovvero le ragazze giapponesi che, seguendo questa moda si lampadano talmente tanto da sembrare scure di pelle
    - nel gennaio 2005 venne scoperto un gene del cancro che venne battezzato POKemon in quanto abbreviazione di "POK erythroid myeloid ontogenic factor"; la Nintendo non gradì la cosa e, minacciando azioni legali, costrinse i ricercatori a cambiare nome al gene che venne così ribattezzato Zbtb7
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 3-01-2009 alle 14:30:25

  9. #294
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Populous: The Beginning

    Produttore: Bullfrog

    Anno: 1998 (Windows) 1999 (PS)

    Piattaforma: Windows, PlayStation

    Genere: strategia in tempo reale

    Modalità di gioco: campagna giocatore singolo, multiplayer da 2, 3 o 4 giocatori con possibilità di 1v1, 2v2 e handicap match 2v1 o 3v1.

    Screen:





    Video: introduzione

    Descrizione:

    Ci troviamo di fronte al terzo capitolo della serie di Populous, che sbarca in questo modo nelle tre dimensioni. Questo è infatti il primo capitolo della serie a utilizzare un motore grafico 3D.

    L'ambientazione di Populous: The Beginning si colloca in un immaginario passato in cui la prescelta di una tribù (la futura sciamana) viene attraversata dal mana, che le dona la magia e una seconda vista grazie alla quale vede le altre tribù muoversi per i cieli minacciando la sopravvivenza del suo clan. Suo compito sarà quindi quello di guidarlo lungo il sistema planetario (composto da 25 pianeti, ognuno dei quali è un livello) affinchè sopravviva alle battaglie con le altre tribù finchè non sarà diventata una divinità.
    Lungo tutto il gioco ci scontreremo con le tribù nemiche: Dakini (rossi), Matak (verdi) e Chumara (gialli). A ogni livello dovremo affrontare una di queste tribù, due di esse o anche tutt'e tre. In quest'ultimo caso gli scontri saranno di proporzioni epiche dal momento che oltre ai vari tipi di guerrieri che potremo creare, che spaziano dai soldati armati di spada ai predicatori che possono convertire le unità nemiche ai pericolosi guerrieri del fuoco che possono lanciare globi di fiamme a distanza, avremo a disposizione la sciamana (leader della tribù) che padroneggia una vasta gamma di incantesimi -grazie ai quali può seminare il panico nelle fila nemiche- ispirati alle forze della natura, che spaziano dal semplice scoppio che fa saltare in aria i nemici al tornado che spazza via gli edifici o al vulcano che se ben piazzato può distruggere quasi completamente un villaggio nemico. Il terreno può essere manovrato a proprio piacimento tramite apposite magie ed esplorando l'ambiente è possibile trovare alcuni bonus rappresentati da totem, busti in pietra e altari che se adorati fanno ottenere abilità e poteri che possono facilitare notevolmente le cose. Padroneggiare tutti questi elementi riuscendo nel contempo a far crescere la tribù e a difenderla dagli attacchi ci garantirà la sopravvivenza.
    L'ottimo comparto grafico, seppur datato, può lasciare ancora sorpresi mentre quello sonoro è da considerarsi discreto: le voci dei bravi e specialmente quella della sciamana (che ripete sempre la stessa parola ogni volta che le si impartisce un ordine di movimento) alla lunga diventano irritanti. Le musiche sono piacevoli e ricordano quelle dei documentari sulle tribù primitive.
    Un ottimo RTS a cui è mancato qualcosa che gli permettesse di perdurare nel tempo (come starcraft), un qualcosa che gli ha consentito di fare il suo ciclo vitale per poi cedere il passo ad altri titoli. Resta comunque ottimo nel suo genere anche per la sola campagna single-player.

    Note e curiosità:

    1) Nel 1999 la Bullfrog rilascia (limitatamente al Regno Unito) un'espansione dal titolo Populous: The Beginning - Undiscovered Worlds. Arricchisce le modalità single-player e multi-player con 12 nuovi livelli a ognuna di esse.

    2) Sfortunatamente quando il gioco è invecchiato è stato smantellato il servizio che consentisse di giocare via internet, il sito che ospitava tale servizio è stato chiuso.

    3) Possedere una sciamana non comporta un vantaggio poichè anche le altre tribù ne hanno una. Inoltre (sia la nostra sia quelle delle altre tribù) questa risorge sempre ogni volta che viene uccisa, a meno che non siano stati uccisi anche tutti gli altri elementi della sua tribù (e in questo caso la tribù in questione è definitivamente annientata). Nelle partite multiplayer è possibile stabilire un numero limitato di resurrezioni per la sciamana.

    4) Il più terribile degli incantesimi che la sciamana può acquisire è l'angelo della morte, una pericolosa creatura volante che afferra i nemici con le zanne e poi li scaraventa via. Questa creatura agisce in favore del clan che la evoca (ha anche il suo colore) ma si muove autonomamente. (fig. 2)
    Ultima modifica di Garet; 10-04-2011 alle 12:44:37

  10. #295
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Indiana Jones and the Last Crusade

    Produttore: LucasFilms

    Anno: 1989

    Piattaforma: Dos (versione esaminata), Amiga, Atari ST, Macintosh

    Genere: Avventura Grafica

    Giocatori: 1

    Screen:





    Video: 1 - 2

    Descrizione:
    Indiana Jones e l’ultima Crociata è una delle più classiche avventure grafiche marchiate LucasArt (all’epoca LucasFilms) che riprende fedelmente la trama e i personaggi dell’omonimo film, il gioco ci vede nei panni del celebre archeologo alla ricerca del proprio padre e del Santo Graal.
    Il lavoro svolto è senza dubbio egregio, la trasposizione del film è perfetta e riesce a mantenere inalterate l’atmosfera avventurosa e allo stesso tempo la comicità di alcune scene, senz’altro uno dei pochi tie-in meritevoli di essere giocati a fondo.
    Al di là dell’ottima trama però ciò che rende grande il gioco è il famosissimo SCUMM introdotto con il celebre Maniac Mansion, l'interfaccia sarà del tutto simile a quella che verra in seguito utilizzata per Monkey Island, la famosa interfaccia punta e clicca ideata dalla Lucas che rende di facile accesso a chiunque ogni avventura grafica immaginabile, tramite il consueto uso del mouse sarà possibile controllare il nostro archeologo preferito senza alcun indugio.
    L’ottima atmosfera e giocabilità viene poi accompagnata da una colonna sonora di primordine e da un comparto tecnico assolutamente eccellente, con ambientazioni colorate e ben disegnate.
    L’avventura di per se non risulta eccessivamente difficile, forse unica nota negativa, ma viene favorita in ogni caso dalla discreta rigiocabilità data dalla possibilità di intraprendere strade diverse per la risoluzione degli enigmi.
    Il gioco Lucas infatti dava la facoltà di scegliere lo stile di gioco adottato, più rivolto all’uso della materia grigia o della forza bruta, grazie alle sezioni in stile picchia duro, in cui dovevamo affrontare il nazista di turno, con tanto di barra energetica e di Game Over in caso di sconfitta.
    Indiana Jones e l’ultima Crociata rimane tutt’oggi un ottima avventura da giocare per occupare magari qualche ora in allegria senza troppo impegno, soprattutto se si ama il personaggio e se fare l’archeologo è sempre stato il vostro sogno.

    Note e Curiosità:
    - Nella confezione originale del gioco era presente una copia del diario del padre di Indy con le notazioni sul Santo Graal;
    - Il gioco, come nel più classico stile Lucas, è infarcito di battutine divertenti e scenette esilaranti;
    - Il gioco è localizzato in Italiano, cosa alcuanto rara per l'epoca, ma la Lucas ha sempre avuto un occhio di riguardo per noi Italiani per nostra fortuna.
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 17:04:05

  11. #296
    PC Engine owner \m/ L'avatar di Stefano Lucchi
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    Titolo: Ultima Online

    Produttore: Electronic Arts

    Anno: 1997

    Piattaforma: Windows

    Genere: MMORPG

    Giocatori: tutti quelli che reggono i vari server

    Screens:

    Nota: le prime due immagini mostrano il motore grafico originale del gioco, le seconde due quello più recente dell'espansione Kingdom Reborn

    Descrizione:
    Dopo anni passati a portare avanti la serie Ultima -una delle prime serie di giochi di ruolo in assoluto- insieme alla propria Origin Systems, Richard "Lord British" Garriot decise di operare una svolta drastica: prendere di peso l'universo della sua saga e trasferirlo stabilmente online per farlo giocare contemporaneamente a migliaia e migliaia di giocatori. Internet all'epoca non era certo diffuso come oggi e la scelta fu inevitabilmente criticata; di fatto si rivelò invece vincente, dato che Ultima Online non solo fu il capostipite dei MMORPG (Massive Multiplayer Online Role Playing Game) ma ottenne un successo talmente smisurato da essere giocato ancora adesso a distanza di 12 anni dalla sua uscita (nel momento in cui scrivo).
    Il gioco funziona così: il giocatore crea un profilo e con esso può gestire fino a 5 personaggi e una casa; i personaggi non appartengono alle classiche "classi" predefinite ma con il passare degli anni i giocatori hanno stabilito dei metodi di gioco che di fatto le sostituiscono. Con i propri personaggi il giocatore va in giro per il mondo di gioco interagendo sia con personaggi del gioco che con altri giocatori stessi; per il combattimento generalmente ci si scontra con il computer ma è possibile anche scontrarsi tra fazioni o tra singoli giocatori solo previo consenso di entrambe le parti; questo vincolo è stato imposto per evitare il fenomeno dei Player Killer. Il meccanismo di gioco è basato sull'avanzamento statistico tipo dei giochi di ruolo e presenta le classiche voci "Forza", "Destrezza" e "Intelligenza" da incrementare; ogni personaggio può in compenso guadagnare punti abilità inerenti all'azione compiuta e può sviluppare resistenze di vario tipo rendendolo praticamente unico.
    Il gioco, pur nella sua arretratezza tecnica, è stato talmente ampliato e variegato da esser quasi impossibile non riuscire a trovare una qualche parte del mondo di gioco dove stare e divertirsi e l'alto numero di giocatori ancora presente fa il resto (anche se c'è da dire che World of Warcraft si è portato via una discreta fetta di utenza). Se non vi fate spaventare dal canone mensile tipico dei MMORPG è sicuramente un'esperienza da provare.

    Note e curiosità:
    - Il gioco, nell'arco degli anni ha visto susseguirsi ben 5 espansioni di cui l'ultima (Kingdom Reborn) è datata 2006
    - l'espansione Kingdom Reborn presenta, tra le altre cose, un nuovo motore grafico per poter dare una migliore visibilità ai contenuti del gioco. È comunque possibile decidere tramite un opzione se usare il motore nuovo o continuare a usare quello vecchio
    Ultima modifica di Stefano Lucchi; 14-01-2009 alle 21:36:06

  12. #297
    retrogamer juventino L'avatar di Garet
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    Titolo: Kamasutra

    Produttore: Milo Manara

    Anno: 1997

    Piattaforma: Windows 95

    Genere: adult game interattivo

    Giocatori: 1

    Screen:



    Descrizione:

    Kamasutra è il primo vero erotic-game interattivo in assoluto che accompagna il giocatore attraverso una serie di sfide a tema erotico in un crescendo continuo di tensione.

    Sophie, una studentessa universitaria, trova per strada un pacco contenente una cintura di pelle maschile in cui è rinchiusa l'anima di Shiva (imprigionata dal monaco Vatsyayama, l'autore del kamasutra), il quale racconterà la sua storia. Viene poi inseguita dal proprietario della cintura per riaverla indietro. Attraversando un piccolo calvario la protagonista raggiunge l'India dove, con l'aiuto della sua amica Lulù, dovrà superare le ultime quattro prove del kamasutra per liberare l'amato Shiva.

    Il gioco si presenta come un'avventura grafica, dove per proseguire bastano pochi clic del mouse sui punti giusti dello schermo. L'avventura si svolge in un vero e proprio crescere di tensione, dalla bella protagonista un po' indecisa su cosa fare della cintura si passa alla vista delle prime “forme” per poi passare allo svolgimento delle eccitanti prove a sfondo erotico che coinvolgeranno anche Lulù e Lorenzo, due amici di Sophie, fino ad arrivare alle prove finali in India. Il gioco può contare su una grafica fumettosa realizzata dal maestro Milo Manara, che dimostra la sua solita bravura nella realizzazione dei personaggi, sopratutto della protagonista. Anche le voci dei personaggi stessi e del narratore sono di prim'ordine in ogni tipo di situazione, non mancando di far sentire parole come “stronzo” o “rompipalle”, e riescono perfettamente a far percepire il carattere di questi. Un erotic game interattivo che intraprende con discreto successo la difficile strada dei giochi per adulti e regala un'esperienza unica senza mai scadere esageratamente nel volgare.

    Note e curiosità:

    1) Nel gioco la voce narrante fa vera educazione sessuale spiegando le scene che per alcuni possono risultare imbarazzanti, ma raccomanda inoltre di stare il più possibile lontani da situazioni come la violenza sessuale e altre non ortodosse (presenti anch'esse nel gioco).
    Ultima modifica di Garet; 7-05-2012 alle 05:48:35

  13. #298
    Retrogamer Ducatista L'avatar di Mad Max'78
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    Titolo: Akalabeth: World of Doom

    Produttore: Richard Garriott

    Anno: 1980

    Piattaforma: Apple II, Dos

    Genere: Gioco di Ruolo

    Giocatori: 1

    Screen:




    Video: 1

    Descrizione:
    La storia che si cela dietro a questo titolo è estremamente affascinante, nato come progetto amatoriale, dalle mani di chi solo in seguito sarebbe diventato uno dei grandi personaggi della storia dei videogiochi, Richard Garriott, è diventato ciò che oggi viene definito come il gioco che ha dato vita ad una delle saghe di Giochi di ruolo più belle di sempre, che ha consacrato e reso famoso il suo creatore in tutto il mondo con il nome di Lord British.
    Stiamo parlando ovviamente della saga di Ultima, una delle più profonde e complete saghe che un amante dei giochi di ruolo su computer può trovare.
    Akalabeth come già detto era nato più come progetto amatoriale che altro, Garriott cominciò la distribuzione del titolo per conto proprio alla fine del 1979, ed è solo in seguito che una compagnia, la California Pacific Computer Company comprò i diritti per la sua pubblicazione.
    Il gioco consiste essenzialmente in un semplice Dungeon Crawler, che ci vedrà impegnati nell'affrontare una serie di Dungeon popolati da creature ostili con il solo scopo di eliminarle e arraffare tesori.
    Concept tanto semplice quanto funzionale che all'epoca risultò assolutamente vincente.
    Al giorno d'oggi un gioco del genere susciterebbe reazioni contrastanti, la grafica in wireframe e il gracchiante sonoro, farebbe storcere il naso ai più giovani e strapperebbero ben più di un sorriso a chi invece si ricorda di quegli anni in cui tutto era dominato dall'essenzialità e dalla fantasia.
    Al di là della realizzazione tecnica che per l'epoca rimaneva comunque di tutto rispetto, la vera brillantezza del gioco veniva dal semplice sistema di gioco e dalla sfida sempre costante.
    Non comunque privo di difetti, tra tutti l'estrema difficoltà data da alcune scelte fatte da Garriott, il gioco ha saputo aprirsi subito un varco nei cuori di tutti quei giocatori che all'epoca hanno potuto godere di tale esperienza.
    Un titolo difficile da valutare oggi e difficile da riprendere in mano, a cui va l'onore di essere stato uno dei primi e sopratutto l'artefice della fortuna di Ultima e di Richard Garriott.

    Note e Curiosità:
    - Il gioco fu creato da Richard Garriott in linguaggio BASIC per computer Apple II mentre lavorava per un negozio di informatica presso Clear Lake City, Texas;
    - Akalabeth è il 28 gioco realizzato da Garriott, ed il primo ad aver avuto successo;
    - Creando Akalabeth, Garriott fu ispirato principalmente da Dungeons & Dragons e dal lavoro di J. R. R. Tolkien;
    - Il nome deriva dalla Akallabêth di Tolkien, parte del Silmarillion;
    - Fu inserito, nel 1998 nella Ultima Collection dove prese ufficialmente il nome di Ultima 0 (Nonostante questo gioco sia cronologicamente stato concepito DOPO di Ultima 1) Nella versione della Collection sono stati aggiunti il supporto CGA e quello MIDI;
    - Il gioco ha venduto circa 30.000 copie solo per la versione Apple II;
    - Sulla rete circolano diversi Remake amatoriali del titolo che meritano di essere presi in considerazione;
    Ultima modifica di Mad Max'78; 7-05-2009 alle 17:05:47

  14. #299
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    Titolo: Flight of the Amazon Queen

    Produttore: Renegade Software

    Sviluppatore: Interactive Binary Illusions

    Anno: 1995

    Piattaforma: Amiga, pc (floppy o cd)

    Genere: Avventura grafica

    Giocatori: 1

    Screens:






    nota: i primi tre screen appartengono alla versione DOS, gli ultimi tre a quella Amiga

    Descrizione:
    C'é stato un tempo in cui le avventure grafiche erano uno dei generi più diffusi ed apprezzati. Se in quegli anni Lucasarts e Sierra tennero banco più di tutte, sfornando dei capolavori senza tempo, é lecito aspettarsi che anche sviluppatori minori abbiano tentato di unirsi al coro, e di proporre dei giochi appartenenti al filone.
    Tra gli esponenti più riusciti di questi "figli di un dio minore", vanno senz'altro citati gli episodi di Simon the Sorcerer, ma anche questo Flight of the Amazon Queen.
    Impersonate Joe King, incaricato di trasportare col proprio aereo un'attrice di grido sul set del suo prossimo film, in Amazzonia. Un guasto all'aeromobile, che precipita e lascia i nostri eroi in mezzo alla giungla, é solo il pretesto per dare l'avvio alla trama vera e propria. Ben presto il nostro "uomo qualunque" sarà chiamato a essere l'ago della bilancia in una storia ben più grande di lui, a base di scienziati pazzi nazisti, dinosauri, infernali meccanismi di civiltà precolombiane, e altro ancora.
    Il gioco ha abbastanza chiaramente due fonti di ispirazione: in primis, i B-movie per quanto riguarda la trama e i personaggi (piuttosto stereotipati e caricaturali); in secundis, i classici della Lucas. Basti notare come l'interfaccia deve più di qualcosa allo SCUMM. Il gioco é ricco di humour ironico-demenziale, forse non ai livelli di giochi come Monkey Island o Day of the Tentacle, ma tuttavia godibile. Lo stesso nome del protagonista é un gioco di parole intraducibile (Joe King - joking).
    Nella seconda parte del gioco, ci troviamo di fronte a un labirinto pieno zeppo di trabocchetti, che ricorda molto i titoli dedicati a Indiana Jones.
    Fin qui, si potrebbe pensare che Flight of the Amazon Queen sia poco più che un gioco-fotocopia di altri titoli ben più blasonati. In realtà, l'avventura parte da ingredienti noti ma dimostra una certa personalità. Gli enigmi sono quasi tutti ben congegnati - certo, ce n'é qualcuno quasi totalmente illogico, ma é l'eccezione piuttosto che la regola. Quanto a umorismo, il gioco sa regalare dei momenti di autentico spasso.
    In finale, se mettiamo insieme la più che discreta fattura, la buona longevità e il fatto che é stato rilasciato come freeware dagli autori, otteniamo un titolo che nessun appassionato del genere dovrebbe lasciarsi scappare.

    Note e curiosità:
    La traduzione in italiano di questo titolo é opera di Andrea Minini Saldini (per i più distratti, il buon vecchio Gorman).
    Ultima modifica di mxyzptlk; 12-08-2010 alle 17:04:01

  15. #300
    ヴァレンス L'avatar di >V@len$<
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    Titolo: NES Open Tournament Golf

    Produttore: Nintendo

    Anno: 1991

    Piattaforma: NES

    Genere: Simulazione Sportiva

    Giocatori: 1-2 in competizione.

    Screens:

    Video: 1

    Descrizione:
    Il primo titolo sviluppato dalla divisione R&D#2, capitanato da Masayuki Uemura, &#232; anche il precursore di una famosa saga Nintendo: quella di Mario Golf. NES Open Tournament Golf (intitolato "Mario's Open Golf" in Giappone) &#232; di fatto uno dei primi spin-off di Mario, ma presenta una formula ancora rudimentale e ben distante da quella oramai caratteristica del genere nata con Super Mario Kart e ripresa in seguito proprio dai sucessivi episodi della serie di Mario Golf.
    La struttura di gioco riprende in maniera piuttosto precisa quella di Golf (Nintendo - 1987) ed &#232; molto semplice: il giocatore pu&#242; scegliere fra tre diversi campi, che comprendono la US Course, la Japan Course e la UK Course. Vi sono tre diverse modalit&#224; di gioco: la Stroke Play, ovvero la classica modalit&#224; Arcade (finalizzata al punteggio, divisa in due round da 18 buche e che conta tre diversi livelli di difficolt&#224; sbloccabili), la modalit&#224; Match Play, nella quale affronteremo un avversario a nostra scelta tra i 5 disponibili (che ovviamente differiscono per abilit&#224; e dunque fungono da livelli di difficolt&#224 e la modalit&#224; Tournament che accorpa le due precedenti e ci permette di guadagnare denaro, che verr&#224; accumulato nella Club House (una serie di menu che conserva le nostre statistiche nei dati salvati, oltre alle opzioni di gioco, ad una modalit&#224; Training e ad altri minigiochi). Ciascuna di esse pu&#242; essere intrapresa sia in single che in multy player dove il primo giocatore controller&#224; Mario, accompagnato dalla principessa Peach come caddy, mentre il secondo si muover&#224; nei panni di Luigi (il cui caddy sar&#224; invece la principessa Daisy).
    Il gioco segue le regole del Golf classico: dovremo effettuare numerosi tiri per accumulare punti ed avvicinarci alla buca. Per tirare, dapprima ci viene fornita una panoramica (con visuale a volo d’uccello) del campo, in cui possiamo vedere la distanza tra noi e la buca, la direzione e la forza del vento, nonch&#232; scegliere i tipi di mazza con cui tirare e la potenza e la direzione del tiro. Fatto ci&#242;, la visuale si avvicina a Mario: qui dovremo tirare la pallina e sfruttare un indicatore per regolare la forza del tiro, dopodich&#232; la visuale torner&#224; a riprendere il panorama dall’alto e ci mostrer&#224; il l’esito del lancio.
    NES Open Tournament Golf non era propriamente un capolavoro all'epoca della sua uscita (nonostante si attestasse comunque su buoni livelli, anche dal punto di vista grafico) e tanto meno lo &#232; oggi. Si tratta comunque di bel un pezzo di storia, obbligatorio per i collezionisti ma per il resto ampiamente evitabile e datato.


    Note e curiosit&#224;:
    -Il gioco usc&#236; anche in sala giochi con il celebre sistema PlayChoice 10.

    -NES Open Tournament Golf &#232; di fatto una versione migliorata ed ampliata di Golf, titolo per NES (poi convertito per il NEC PC-88, Famicom Disk System e Game Boy) del 1984. Il gioco, nella versione giapponese per Famicom Disk System (uscita in due versioni: Mario Golf: Japan Course e Mario Golf: US Course), ha per protagonista proprio Mario, ed &#232; infatti considerato da alcuni il vero primo episodio della serie Mario Golf.

    -La versione originale giapponese &#232; assai pi&#249; completa di quella occidentale. Essa infatti comprende ben 5 Courses (con l’aggiunta di un’Extra Course) e presenta un livello di difficolt&#224; superiore.

    -Quella di Mario Golf &#232; oggi una serie spin off piuttosto famosa e, nonostante il suo capostipite si possa riconoscere in NES Open Tournament Golf, raggiunger&#224; la sua forma definitiva (e attualmente riconosciuta) con Mario Golf per Nintendo 64. Quest’ultimo segue la direzione presa dalla serie di Mario Kart, riprendendone gran parte delle caratteristiche.

    -Come gi&#224; espresso precedentemente, il caddy di Mario &#232; Princess Peach, mentre Luigi ha Daisy, la principessa rapita dall’alieno Tatanga in Super Mario Land. Si tratta di poco pi&#249; di un cameo, nato pi&#249; che altro dalla necessit&#224; di fornire una “fidanzata” a Luigi. Daisy torner&#224; nella serie come personaggio giocabile a partire da Mario Golf: Toadstool Tour per Nintendo Gamecube.

    -Il gioco, negli Stati Uniti, ricevette le critiche del NAACP (National Association for the Advancement of Colored People) per il fatto che i caddies del gioco (eccetto quelli dei protagonisti) sono di colore.
    Ultima modifica di >V@len$<; 13-01-2009 alle 20:42:11

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