Disavventura alle poste
Tragicommedia in un unico atto
Era un'uggiosa mattina di Ottobre, come sempre non avevo un cazzo da fare perchè sono disoccupato e mia madre che lavora ha pensato bene di mandarmi in posta a pagare le bollette. Mi sveglio per le 10, colazione, giacca e fuori di casa. Devo fare anche la spesa, ho preso la lista. Sono indeciso se passare subito dalla posta o se prendere prima la spesa. Preferisco prendere prima la spesa, tanto sono 4 cose in croce.
Il cielo è grigio, la temperatura è bassina (non so in realtà quanto fosse, ma quando un orso bianco ti chiede se hai da accendere tanto caldo non lo deve fare) e la spesa è fatta: un sacchetto bello grosso ma leggero. prendo la stada nella cui traversa c'è la posta e vedo una coda. "Cos'è, inaugurano un nuovo negozio? Ci sono dei saldi?" - penso, e giro l'angolo. Era la posta. Oggi era il temutissimo
Massive capacity day, così soprannominato perchè l'edificio postale raggiungeva la sua portata massima. In un solo giorno c'era: la scadenza dell'Ici, il pagamento degli stipendi e il ritiro delle pensioni. Il tutto a ridosso della festività di San Pancrazio martire, con conseguente desiderio di ritiro di liquidi per l'inevitabile ponte. Naturalmente la macchinetta era guasta. Stupida tecnologia che non servi ad un tubo.
Mi rassegno, ci vorrà del tempo.
Mi metto in coda. Il vento cambia direzione e inizia a spirare in direzione del mio volto, trasformando le mie guance in due lastre di ghiaccio ultraliscio nell'arco di due secondi netti. La fila procede a piccoli passi, diciamo quelli che farebbero dei Minimei se esistessero veramente. Di fronte a me un vecchio malconcio inizia a bestemmiare come un turco. "Non è possibile, qui fa un freddo boia, porco Qui! Ma Porco Lì, non si può andare avanti così, ogni volta è la stessa storia Cazzo di Zio!". Che bello, ne sentivo proprio il bisogno. Naturalmente, prima ancora di raggiungere la porta qualcuno da davanti inizia a non poterne più di tutte queste imprecazioni: "Signore, non è che imprecando come un turco la fila avanza, eh" - "Fa freddo, porca miseria, voglio andare dentro! Sono vecchio, ho passato 25 anni in fabbrica, ce l'avrò il diritto di poter stare al caldo invece di gelare per un cazzo di bollettino, no? Largo agli anziani!" - "Guardi che tutti quanti ce ne vogliamo andare, io tra un pò devo andare a lavorare e sono in coda già da 20 minuti.." - "Ai miei tempi era meglio! Sono le nuove generazioni che sono rimbambite dal computer, ai miei tempi bastava una trottola per divertirsi, e non una trottola colorata e con le lucine come va adesso, ma una di legno!". Nel giro di 10 minuti la gente al di fuori delle poste è già pronta a menar le mani, ma fortunatamente arriva da dentro uno degli addetti delle poste: "venite pure dentro, abbiamo aperto un'altro sportello". E' il panico. La mia vicina di pianerotolo, la signora Giacomini scatta come una centometrista saltando una carrozzina e travolgendo l'impiegato. In quegli istanti che paiono scorrere al rallenty, tutti quelli che sono fuori cercano di muoversi in direzione del nuovo sportello. Chi è dentro pensa a non perdere il posto che ha, perciò per chi sta fuori chi tardi arriva male alloggia. Nella corsa qualcuno inciampa, qualcunoqualcuno sgomita, qualcuno addirittura simula nella speranza di una punizione a favore. Allo sportello si contano 20 contusi e 3 traumi cranici guaribili in 2 settimane. Si riforma la fila, questa volta riusciamo a stare tutti dentro, anche se stiamo stretti come clown nel numero della macchina. Sono passati 1h e 12 minuti dal mio arrivo. Sono a 2/3 terzi della fila. Di fronte a me una madre con la bambina. La bambina fa i capricci, vuole una caramella. "Non ne ho tesoro" risponde la mamma. "Voio a caramella-aa" fa eco la bimba. "Meglio di no, tra poco torniamo a casa e poi pranziamo, ti rovineresti l'appetito". "Quand'è che torniamo a casa?" fa eco lei. "Tra poco, non ti preoccupare". "Tra poco quanto?" - "10 minuti", le risponde lei. Io personalmente sarei già propenso alla soppressione della bambina, ma la madre a quanto pare ha ancora pazienza: "Sono passati i 10 minuti?" - "No tesoro" mente la mamma "ne sono passati solo 5". "Me la dai la caramella?" - "Ti ho detto di no, tesoro, resisti ancora un pò che tra poco andiamo a casa. Resisti" la bambina insiste: "voglio la caramellaaaaaaa!!"
LE DIA QUESTA CAZZO DI CARAMELLA!
Gelo in sala. Tutti si voltano verso di me. Compresa la bambina che, naturalmente, scoppia a piangere. La madre la prende in braccio e mi guarda con aria contrariata: "ma le sembra il caso? E' solo una bambina! Ma che modi!". Tutta la gente parlotta a bassa voce guardandomi, io cerco nervosamente di pensare ad altro. Ritiro fuori dalla tasca il biglietto: A4298. Bene, è appena stato chiamato l'A4297, il prossimo sono io.
BIP.
Il tabellone suona. Lo guardo speranzoso. Non sono io. E' stato chiamato l'E6150. Gli E ed i F vanno dalla parte dei pacchi. Io sono agli sportelli normali. Bip. C1276, niente. Bip C1277. Non c'è, sembra sia rimasto schiacciato nella ressa fuori dalla porta. Bip. F98046. Bip. C1278. Bip. C1279. Cazzo, ma questo è arrivato dopo di me. Fanculo. Bip. A42_"scusate un'attimo! Sono l'A4297, ero rimasto incastrato nell'angolo tra i moduli precompilati e il PT Shop. Già che c'ero ho preso questa bellissima carta da regalo" - me la mostra soddisfatto. Mi trattengo dal picchiarlo. Lo faccio passare, deve solo effettuare una ricarica perchè domani gli preleveranno dal conto i soldi del telefono. Compila il modulo, la commessa fa passare il foglio e quando la macchina parte -black out-
Buio. Luce. I computer si riavviano. Windows is loading....
......
searching drivers........done
i commessi possono ripartire, ma ora c'è il foglio di Mr.CartaDaRegaloBellissima da sbloccare. Naturalmente la macchinetta non si apre, perchè il modulo si è incastrato. Dall'ufficio a fianco arriva una consulente a dare una mano e in due tirano il modulo. E' evidente che la stampante sta per cadere rovinosamente, ma la carta cede di colpo e sono le due addette a cadere rovinosamente. Mr.QuantoMiStaiSuiCoglioniTuELaTuaCarta ricompila il modulo. Che bravo, ci mette solo 52 minuti e 15 secondi. Questa volta, protetti anche dai riti sciamanici che provenivano dal fondo sala, l'operazione riesce e Mr.CartaDaRegaloPerDeficenti se ne va, provato ma contento. Rimango solo di fronte alla cassiera. Ci guardiamo negli occhi, in sottofondo il tema de 'Il buono, il brutto e il cattivo'.
Cazzo di cellulari maledetti. La tizia ha ricevuto una chiamata. "Ciao, come stai? Io bene, tu? Sì... no. Aspetta, adesso sono impegnata, ti richiamo più tardi che ora c'è gente. Ciaoo, ciaociaociaociao". Estraggo dalla fondina i miei due bollettini e il modulo per il versamento di 50€ sul mio conto. Quando pago i bollettini va tutto bene, ma al momento di fare il prelievo il dramma: non trovo più il cellulare. Ora come faccio? Non me lo ricordo mica il numero del conto, me l'ero scritto apposta. Provo a guardarmi attorno, ma la giungla di gambe rende la ricerca quasi vana. La mia unica speranza è che sia caduto nella ressa all'ingresso, ma questo voleva dire perdere il posto. Purtroppo non potevo fare altrimenti. Mi dirigo verso l'uscita affranto e, alzando il sacchetto, vedo che la mia spesa si stava sciogliendo, bistecche coprese. Appena fuori dall'edificio trovo il cellulare in terra, seminascosto dallo zaino di un rastafariano. Quando mi chino per prenderlo questo mi fa: "Che c'hai due spicci messi male?" - "No amico, sono qui per pagare, non per prelevare.." - "ah, vabbeh, fa lo stesso.. grazie eh..". Decido che è il caso di passare da casa, almeno mi libero del sacchetto con quel che è sopravissuto della spesa. Tanto, guardando il cellulare mi sono accorto che il numero del conto non lo avevo segnato, perciò sarei dovuto tornare indietro per forza.
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Sono di nuovo davanti alla posta, molta gente ormai è andata; è ancora piena, ma nei limiti del sopportabile. Trattengo il fiato, entro nello spiraglio di 2cm a mia disposizione e mi dirigo verso la macchinetta che distribuisce i biglietti. Bip - (la macchina fa lo stesso rumore del tabellone). 'Attenzione, collegamento con il server non disponibile'. Ma che cazz..Bip. 'Attenzione, collegamento con il server non disponibile'. E dammi questo cazzo di biglietto. Bip. 'Attenzione, collegamento con il server non disponibile'.
Primo pugno.
Stupida macchina.
Secondo pugno.
Stupida macchina.
Terzo pugno.
Quarto pugno.
Quinto pugno.
Stupida macchina!
Bip. A17340.
Visto? Con le buone si ottiene tutto. Mi rimetto in coda. Davanti a me un'anziana signora dai pochi denti e dagli ancor meno capelli profuma come un tombino del porto. Divento verde. Poi violaceo. Poi blu. Poi giallognolo. Prima visione mistica: un tostapane vola nel cielo e attraversa un arcobaleno volando sopra un fiume di liquami. Seconda visione mistica:Un cacciatore spara ad un MioMiniPony mentre bruca su un prato alle spalle di un inceneritore.
......
alla 37esima visione mistica, la vecchia raggiunge finalmente il suo turno e, irrimediabilmente, salta fuori l'intoppo: la sdentata parla solo dialetto. Al quindicesimo "eh?" la cassiera riesce a decriptare le farneticazioni della vecchia e le può finalmente far pagare la multa presa con l'autovelox (o.O).
Arriva il mio turno. Sono pronto. Ho i dati in mano e i soldi in tasca. Mi avvicino rasserenato. Salve, io dovevCLACK. Vetro abbassato. La signorina dall'altra parte del vetro mi dice: "è finito l'orario, e il pomeriggio siamo chiusi. Se ha bisogno può andare dalla posta dall'altra parte della città, altrimenti dovrà passare domani, mi spiace.
Ah, ti spiace. Testate su testate. Sbatto sempre nello stesso punto nella speranza che il vetro si incrini, ma non c'è niente da fare. St'infami.
Esco, sconfitto, e con lo sguardo a terra con un modulo liquefatto in mano e, amareggiato, mi reincammino verso casa.