Baggio18
Ernest Hemingway - Per chi suona la campana
Nel 1937 Hemingway si trova impegnato nella guerra civile spagnola, che oppone i fascisti di Franco a coloro che invece confidano nella “Repubblica” e cercano di debellare la minaccia del totalitarismo. Il ruolo di Hemingway è quello del corrispondente di guerra al fianco degli antifascisti, ed è proprio questa esperienza che poi lo porterà a scrivere “Per chi suona la campana” (For whom the bell tolls, in lingua inglese), un libro dai notevoli tratti autobiografici. Si tratta di un'opera che narra di una banda partigiana, quella di Pablo e della sua donna Pilar, impegnata, insieme alle altre, nell'arduo compito di lottare e sopravvivere tra le verdi colline spagnole, cercando di vincere una guerra sanguinosa per restituire alla Spagna quella libertà e quella dignità di cui il fascismo l'aveva privata . A questa banda si unisce Robert Jordan, un americano schierato dalla parte degli antifascisti, il quale ha l'ordine da parte dei suoi superiori di far saltare un ponte di grande importanza strategica. L'azione delle 500 pagine del libro di dipana in soli tre giorni, ma è un'azione contornata da innumerevoli diramazioni, come la storia d'amore tra Robert Jordan e Maria, una ragazza della banda di Pablo salvata dalle grinfie fasciste, i continui monologhi interiori dei personaggi, in prevalenza di Robert, che assumono la funzione di tracciare un profilo psicologico ben definito e delineato, oltre che presentare e sviluppare i temi proposti dal romanzo, i flashback di situazioni belliche, come la presa di alcune città da parte dei partigiani, ecc. E questi tre giorni si rivelano essere i più intensi dell'intera esistenza del protagonista, tre giorni in cui egli impara molte più cose sul mondo di quante ne avesse sapute fino a quel momento, tre giorni da interpretare e vivere come se fossero una vita intera.
I temi trattati dal libro sono vari, come la guerra e le barbarie che questa si trascina con sé, o come l'amore, che nel caso del libro sboccia all'improvviso e raggiunge il culmine quasi istantaneamente, ma sono presenti anche temi più introspettivi, come la paura della morte e la riflessione sul suicidio.
Per quel che riguarda la guerra, Hemingway si schiera naturalmente dalla parte degli antifascisti, ma non per per questo evita di evidenziare il fatto che la guerra miete anche, e soprattutto, vittime pressochè innocenti, sia da una parte che dall'altra; significativa a questo proposito la descrizione degli uomini di guardia sul ponte, dove questi vengono presentati come fascisti “non veri”, ma trascinati a forza, in quel vortice senza fondo, esclusivamente dalle circostanze, e dunque come spettatori impotenti del proprio destino, delle marionette obbligati a fare ciò che gli viene ordinato, senza possibilità di appello. Anche i monologhi di Robert Jordan sono spesso colmi di punti interrogativi, soprattutto su cosa sia realmente giusto in una guerra e cosa non lo sia; esiste veramente il diritto di uccidere e non provare alcun rimorso di coscienza? Le parti dei “buoni” e dei “cattivi” sono realmente ben definite? Oppure ciò che conta veramente, al di là del fatto dell'essere fascista o repubblicano, è l'uomo in sé? Del resto, non è tanto semplice stilare una classifica di crudeltà tra i fascisti che stuprano Maria e le radono la testa, e i partigiani che, dopo aver conquistato una città, uccidono uno ad uno i fascisti in modo talmente barbaro da perdere ogni tratto di umanità.
Ma a distogliere Robert Jordan dall'ossessione della guerra si presenta la ragazza dal viso bruno e dai capelli corti e dorati, quella Maria che in soli tre giorni gli farà provare ciò che prima non aveva mai provato per nessun'altra donna; la loro storia d'amore provoca in Robert una catena di emozioni che difficilmente può venir controllata. Difatti, se prima la vita di Robert era unicamente dedita alla guerra, senza alcuna distrazione di sorta, con l'avvento di Maria molte cose vengono stravolte. Si presentano sentimenti come la paura e la consapevolezza di ciò che si possiede, di ciò che la vita può offrire al di fuori delle trincee e delle esplosioni, e dunque anche di ciò che si rischia di perdere. La paura di morire, la paura di non poter godere di un futuro che adesso, con la presenza di Maria, appare degno di essere vissuto; la paura di dover vivere tutto ciò in così poco tempo, vale a dire quello che rimane prima della faccenda del ponte. Una paura, anche questa, propriamente autobiografica; Hemingway, difatti, dopo aver vissuto l'esperienza della guerra, era ossessionato dall'idea della morte, e questa ossessione lo scaraventerà in una profonda depressione che avrà fine solo con il suicidio, quel suicidio che già aveva rappresentato la soluzione finale del padre, un atto che Hemingway disprezzava e di cui si vergognava, come accenna brevemente nel libro attraverso un monologo di Robert Jordan.
Accanto ai temi portanti è facile, inoltre, notare gli accenni alle grandi passioni di Hemingway, come la corrida e la caccia, ampiamente presenti nel corso della narrazione e descritte meticolosamente e orgogliosamente. La corrida, addirittura, assume il ruolo del luogo simbolico in cui si incontrano le principali componenti dell'esistenza, come la paura ed il coraggio, l'insuccesso e la vittoria, la vita e la morte.
Il libro si presenta decisamente semplice e scorrevole, con una sintassi lineare e facilmente comprensibile, accessibile a chiunque. Le descrizioni e le aggettivazioni sono ridotte al minimo indispensabile, soprattutto quelle fisiche, e la prevalenza del dialogo è notevole. Anche il lessico si mantiene su livelli quotidiani, lungi dall'utilizzare arcaisimi o aulicismi, termini, questi, più consoni alla poesia, come diceva Leopardi; e difatti, in “Per chi suona la campana”, il linguaggio è quello giornaliero, della conversazione, ed è decisamente quello più adatto al contesto nel quale si svolge l'azione, dove sarebbe risultato inappropriato un lessico ricercato e di alto livello.
E forse uno degli innumerevoli punti di forza di questo libro sta proprio in questo, nel riuscire a presentare temi e contenuti di assoluta importanza in un modo che risulti immediatamente accessibile a qualsiasi lettore, rendendolo partecipe e sensibilizzandolo su ciò di cui il testo tratta.