Le nostre recensioni - Pag 24
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Discussione: Le nostre recensioni

Cambio titolo
  1. #346
    el Bunkyo L'avatar di Bunky
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    10-02
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    Torino
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    34.244
    Scott Smith – Rovine 442 pagine

    Avevo letto un gran bene di questo libro, credevo già di leggere un’avventura mozzafiato, che pian piano lasciava spazio al thriller, alla paura… Una recensione diceva che si respirava la stessa atmosfera di Lost. Quando ho letto ciò, tra me e me ho pensato: “Questo libro dev’essere mio!”. E così è stato. Ma una volta lette tutte le pagine, non ero soddisfatto, anzi, un po’ deluso. Mi aspettavo ben altro… un gruppo di ragazzi che si “perde” nella giungla messicana per andare a recuperare il fratello di un ragazzo conosciuto pochi giorni prima… tutto fa ben presagire, ci sono tutte le carte giuste perché sia un buon romanzo, però poi quando scopri qual è la causa di tutto… rimani un po’ sconcertato… magari la lasci pure passare, sperando che andando avanti con la lettura cambi qualcosa, arrivi un colpo improvviso che rilanci il libro. Arrivano arrivano i colpi di scena, ma non sono tali da far gravitare il voto finale.

    VOTO: 6

    James Patterson (con Andrew Gross) – Seconda chance 312 pagine

    Questo scrittore (scoperto lo scorso anno grazie a Maximum Ride) è diventato subito uno dei miei preferiti. Il suo libro più bello è Primo a morire, prima parte della saga del Women’s Murder Club. Questo è il seguito, le protagoniste sono sempre loro: Lindsay, Claire, Cindy e Jill. La poliziotta, il medico legale, la giornalista e il sostituto procuratore. Amiche per la pelle. Tutto ha inizio quando, davanti ad una chiesa di San Francisco, un pazzo svuota una serie di caricatori, ma uccide “soltanto” una bambina. Tutto fa pensare ad un omicidio a sfondo razziale, ma sembra una pista troppo facile da seguire. Anche se ha meno colpi di scena rispetto al primo, riesce lo stesso a tenerti incollato alle pagine. Lo stile di James è inconfondibile. Penso che i capitoli cortissimi siano una gran cosa, ho sempre disprezzato i capitoli che durano un’infinità.

    VOTO: 7.5

    James Patterson (con Andrew Gross) – Terzo grado 256 pagine


    Siamo giunti al terzo. Il capitolo più “esplosivo”, in tutti i sensi. Sicuramente il più frenetico dei tre libri. Ottimo per un film da girare negli studios losangelini. Lindsay è diventata capo della Squadra Omicidi di San Francisco; una tranquilla domenica, mentre fa jogging, assiste all’esplosione alla villa di un imprenditore. Riesce a salvare il figlio dell’imprenditore. È stata una disgrazia o un attentato? Viene ritrovato un volantino con una rivendicazione. Inoltre la bambina di soli sei mesi del facoltoso uomo d’affari non viene ritrovata… è stata rapita. Non aggiungo altro sennò rovino l’atmosfera.


    VOTO: 7

    Andrea Camilleri – La forma dell’acqua 171 pagine

    Questo era il primo libro che leggevo dell’amatissimo scrittore italiano. La mia fidanzata ne va pazza; poiché non avevo mai aperto un suo libro, ho voluto provare. Ho preso in biblioteca la sua prima opera e via. La trama non è male, un po’ d’intrecci tra i vari personaggi, il solito ispettore che viene a capo di tutti i dubbi che si aggirano intorno al morto, tutto condito con delle battute, che rendono il commissario un simpaticone. La cosa che però non mi è garbata è l’uso eccessivo del dialetto siciliano. Certe parti sono proprio incomprensibili.

    VOTO: 6

    Arthur Conan Doyle – Studio in rosso 145 pagine

    Dicono che sia uno dei migliori, in effetti, l’omicidio e tutto il mistero che si crea attorno ad esso, creano un’atmosfera surreale. Poi Holmes riesce a “decifrare” in fretta i vari indizi e a risolvere il rompicapo. Il libro è diviso in due parti, la prima (fino a pagina 67) ci racconta l’assassinio e la risoluzione del caso, ma senza darci spiegazioni. Nella seconda, invece, l’autore fa un excursus su alcuni personaggi che risulteranno essenziali per la comprensione finale dei motivi che avevano portato l’omicida a commettere il delitto. Quest’ultima parte l’ho trovata a tratti noiosa.

    VOTO: 6


  2. #347
    Vecchio utente L'avatar di Dexter89
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    09-04
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    Citazione the darkness
    Aldous Huxley - il mondo nuovo

    uno splendido libro che racconto una futura civiltà in cui si cerca il perpetuo benessere. la società però è suddivisa in caste, e come si scoprirà non è proprio rosea.
    vale la pena di leggere, interessante lo stile di Huxley che oltre a essere un grande romanziere è uno dei migliori saggisti.

    voto 8/10
    Una mia amica mi aveva consigliato caldamente questo libro, e il fatto che mi avesse detto che sua sorella si era sentita male leggendolo mi aveva fatto venire ancora più voglia di leggerlo.
    Purtroppo in libreria avevano finito le copie...
    Il caso ha voluto che pochi giorni dopo scoprissi che si trattava del libro da leggere in inglese per le vacanze

    Ho abbandonato il forum. Se per qualsiasi esigenza dovete contattarmi, potete farlo inviandomi un mp e sperare che una volta all'anno io riapra l'account

  3. #348
    boinc.berkeley.edu
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    Egeland, Tom - La notte dei lupi

    Durante un dibattito televisivo su un canale norvegese riguardante la situazione cecena, sei degli invitati, armati fino al collo, prendono in ostaggio l'intero studio televisivo. I sei sono terroristi ceceni, e avanzano delle richieste esagerate per la liberazione degli ostaggi. La verità che si cela dietro a questo sequestro verrà rivelata pian piano...
    "La notte dei lupi" è stato scritto da Tom Egeland, scrittore norvegese; devo dire che l'ho trovato un ottimo thriller, che riesce a mantenere la tensione fino alla fine, peccato però per un colpo di scena a mio avviso poco azzeccato. L'unico grosso difetto che ho trovato sono stati alcuni errori di ortografia e di sintassi, veramente spiacevoli.
    Adatto a chi non vuole un libro troppo impegnato.
    VOTO: 8/10


    Dick, Philip K. - La svastica sul sole

    Il libro parte dal presupposto che il Giappone, l'Italia e la Germania abbiano vinto la Seconda Guerra Mondiale, e che si siano spartite il mondo. La follia nazista ha portato allo sterminio della popolazione africana e di altre popolazioni ritenute appartenenti a "razze impure". Giappone e Germania si sono spartiti gli Stati Uniti, luogo dov'è ambientato il romanzo. Tutti i personaggi del libro sono accomunati da due libri, l'"I Ching", libro-oracolo millenario cinese, e "La cavalletta non si alzerà più", libro bandito in tutti i territori del Reich, in cui si racconta una realtà alternativa in cui Inghilterra e Stati Uniti hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale...
    Romanzo un po' atipico, che mescola elementi occidentali alla cultura orientale, specialmente giapponese, e al potere miracoloso dell'"I Ching". Interessanti le riflessioni dei personaggi sul mondo in cui si trovano e sulla mentalità nazista. Nel complesso, non mi è dispiaciuto.
    VOTO: 7,5/10


    Gibson, William - Giù nel cyberspazio

    Il secondo capitolo della "trilogia dello sprawl" di Gibson, che segue "Neuromante" e precede "Monna Lisa cyberpunk". I destini dei protagonisti, Turner, Marly e Bobby, si mescolano nelle vicende che si trovano ad affrontare, tra zaibatsu, uomini ricchissimi, trafficanti di hardware e entità del cyberspazio. Ambientazioni come al solito suggestive (su questo punto, Gibson non mi ha mai deluso), ma vicende decisamente troppo intricate, con troppi punti da capire da soli, e storia che non mi convince. Dopo aver letto l'intera trilogia dello sprawl, ho concluso che il cyberpunk non è il mio genere: come ambientazioni ci siamo, ma la trama non convince pienamente. Nel complesso, peggiore di Neuromante e migliore di Monna Lisa Cyberpunk.
    VOTO: 6,5/10


    Quando recensisco, recensisco sempre in blocco. Devo dire che riguardando le vecchie recensioni, mi sono accorto di aver dato voti troppo alti, così a molti libri li ho abbassati. Che ci volete fare, sono un perfezionista.
    Fra pochi giorni, aspettatevi la recensione di "Q", di Luther Blissett.
    Ultima modifica di Invernomuto; 8-07-2007 alle 19:43:20
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  4. #349
    lato oscuro della forza L'avatar di the darkness
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    il complotto contro l'america - piliph roth

    la storia si basa se all'elezioni del 1940 invece di FDR vincesse il candidato filonazista. la storia vista dagli occhi del protagonista. il libro è particolare, l'idea interessante e la storia solida, con tanto di documentazione finale. certe parti scorrono più veloci, in altri l'autore si manifesta un po' prolisso, nel complesso l'opera merita.

    voto 7/10

  5. #350
    lato oscuro della forza L'avatar di the darkness
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    jonathan strange e il signor norrell
    magnifico afresco della Londra in epoca napoleonica, il libro racconta la vita di questi due maghi in quel periodo. La storia si mesce perfettamente alla trama fantastica, il risultato è un libro tanto dettagliato da sembrare quasi reale. Una serie di note scritte a fondo pagine servono a preservare la finzione creata. la storia procede svelta, lo stile non è pesante, e la narrazzione è gradevole. le prime pagine possono sembrare noiose, ma entrati subito nel vivo del racconto difficilmente ci stacca dal leggere il libro.
    voto 8,5/10

  6. #351
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    Blissett, Luther - Q

    Come ben spiega Wikipedia:
    Citazione Wikipedia
    Luther Blissett è un nome multiplo, ovvero uno pseudonimo collettivo utilizzato da un numero imprecisato di performer, artisti, riviste underground, operatori del virtuale e collettivi di squatter americani ed europei negli anni ottanta e novanta. Il suo nome è stato preso a prestito da un omonimo centravanti inglese di origine giamaicana ingaggiato dal Milan alla metà degli anni ottanta.
    In questo caso, il Luther Blissett che ci troviamo davanti è un gruppo di quattro scrittori italiani: Roberto Bui, Giovanni Cattabriga, Federico Guglielmi e Luca Di Meo. Questi quattro scrittori hanno cambiato il nome del gruppo in "Wu Ming", nel 1999.
    "Q" racconta le vicende di un personaggio (che assume vari nomi durante il romanzo) che si muove nell'Europa della Riforma Luterana. Durante il suo continuo viaggio, incontrerà i più disparati personaggi, ognuno con le sue peculiarità, fino al finale a sorpresa.
    Il libro è impregnato del concetto di "guerra spirituale", che nel libro è rappresentata dalla sfida sul piano della dottrina e delle armi tra la Chiesa Cattolica, i Luterani e gli Anabattisti. Il romanzo è ben scritto, scorre bene, e alterna momenti di suspance a momenti comici. I personaggi che si muovono nel contesto sono ben caratterizzati, carismatici e, cosa più importante, sono per la maggior parte esistiti storicamente. Ottima l'accuratezza storica. Alcuni vedono in "Q" la critica alla situazione europea post-sessantottina in Europa. Per maggiori informazioni, http://it.wikipedia.org/wiki/Q_%28romanzo%29.
    Viste le idee del Luther Blissett Project, a cui gli scrittori fanno riferimento, in materia di copyright, il libro è disponibile gratuitamente ed in forma completa su Google Libri come e-book (http://books.google.com/books?id=9HKV9bEhHvwC&pg=PP1&ots=8i8d7cwtpW&dq=Q&hl=it&sig =hWq36vs3mhiNbXf6zDfuowt2pRU).
    VOTO: 9/10
    Ultima modifica di Invernomuto; 20-07-2007 alle 20:24:48
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  7. #352
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    Torres, Edwin - Carlito's Way

    Il libro narra dell'ascesa di Carlito Brigante, portoricano immigrato negli Stati Uniti, tra le file della malavita organizzata, insieme all'afroamericano Earl Bassey e all'italiano Rocco Fabrizi. L'ambientazione passa dai quartieri più malfati di New York, dove Carlito cresce da ragazzino con i suoi primi misfatti, fino ai quartieri più agiati di New York, dove invece Brigante ha fatto carriera ed è diventato un criminale di nota fama. Il libro di per sé è molto scorrevole e leggero, una lettura non pesante. Il difetto più grosso che ho riscontrato è stato il linguaggio rude a volte un po' caricaturale che l'autore usa per dare enfasi a certe frasi. Da questo libro sono stati tratti due famosi film omonimi. Della stessa collana (Anagramma, della Newton&Compton), e dello stesso genere, ho preferito Scarface.
    VOTO: 7/10


    Adams, Douglas - Ristorante al termine dell'Universo

    Il secondo capitolo della mitica e indimenticabile Guida galattica per gli autostoppisti. Continuano le avventure spaziali di Ford Prefect e Arthur Dent, insieme a Trillian, Zaphod Beeblebrox e il robot Marvin. In questo capitolo si troveranno perfino nel ristorante al termine dell'Universo, dove ogni sera avviene la fine dell'Universo...
    Non svelo oltre sulla trama. Anche questo libro porta l'impronta umoristica di Adams: alcune battute sono a dir poco fantastiche e straordinarie. Peccato che si ravvisi un calo rispetto alla Guida galattica, vista la presenza di capitoli e parti di capitoli quasi senza battute e alcune battute poco riuscite. Avrei preferito un libro più corto ma con battute meno sporadiche. Tuttavia, lo consiglio vivamente a chiunque abbia letto la Guida galattica per gli autostoppisti.
    Gli avrei dato 8, ma considerato il fatto che contiene battute a dir poco geniali, direi che merita un 8,5.
    VOTO: 8,5/10
    Ultima modifica di Invernomuto; 28-07-2007 alle 21:11:48
    Vuoi aiutare concretamente la ricerca scientifica a progredire? Con BOINC puoi: BOINC è un programma di calcolo distribuito, che sfrutta le risorse inutilizzate del tuo computer per elaborare proteine, studiare i cambiamenti climatici o elaborare possibili segnali extraterrestri. BOINC è assolutamente gratuito e supportato da università e dal National Science Foundation degli Stati Uniti. Se vuoi saperne di più, vieni sul mio thread ufficiale o visita il sito web.

  8. #353
    Thirteenth Step L'avatar di Baggio18
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    Ernest Hemingway - Per chi suona la campana

    Nel 1937 Hemingway si trova impegnato nella guerra civile spagnola, che oppone i fascisti di Franco a coloro che invece confidano nella “Repubblica” e cercano di debellare la minaccia del totalitarismo. Il ruolo di Hemingway è quello del corrispondente di guerra al fianco degli antifascisti, ed è proprio questa esperienza che poi lo porterà a scrivere “Per chi suona la campana” (For whom the bell tolls, in lingua inglese), un libro dai notevoli tratti autobiografici. Si tratta di un'opera che narra di una banda partigiana, quella di Pablo e della sua donna Pilar, impegnata, insieme alle altre, nell'arduo compito di lottare e sopravvivere tra le verdi colline spagnole, cercando di vincere una guerra sanguinosa per restituire alla Spagna quella libertà e quella dignità di cui il fascismo l'aveva privata . A questa banda si unisce Robert Jordan, un americano schierato dalla parte degli antifascisti, il quale ha l'ordine da parte dei suoi superiori di far saltare un ponte di grande importanza strategica. L'azione delle 500 pagine del libro di dipana in soli tre giorni, ma è un'azione contornata da innumerevoli diramazioni, come la storia d'amore tra Robert Jordan e Maria, una ragazza della banda di Pablo salvata dalle grinfie fasciste, i continui monologhi interiori dei personaggi, in prevalenza di Robert, che assumono la funzione di tracciare un profilo psicologico ben definito e delineato, oltre che presentare e sviluppare i temi proposti dal romanzo, i flashback di situazioni belliche, come la presa di alcune città da parte dei partigiani, ecc. E questi tre giorni si rivelano essere i più intensi dell'intera esistenza del protagonista, tre giorni in cui egli impara molte più cose sul mondo di quante ne avesse sapute fino a quel momento, tre giorni da interpretare e vivere come se fossero una vita intera.
    I temi trattati dal libro sono vari, come la guerra e le barbarie che questa si trascina con sé, o come l'amore, che nel caso del libro sboccia all'improvviso e raggiunge il culmine quasi istantaneamente, ma sono presenti anche temi più introspettivi, come la paura della morte e la riflessione sul suicidio.
    Per quel che riguarda la guerra, Hemingway si schiera naturalmente dalla parte degli antifascisti, ma non per per questo evita di evidenziare il fatto che la guerra miete anche, e soprattutto, vittime pressochè innocenti, sia da una parte che dall'altra; significativa a questo proposito la descrizione degli uomini di guardia sul ponte, dove questi vengono presentati come fascisti “non veri”, ma trascinati a forza, in quel vortice senza fondo, esclusivamente dalle circostanze, e dunque come spettatori impotenti del proprio destino, delle marionette obbligati a fare ciò che gli viene ordinato, senza possibilità di appello. Anche i monologhi di Robert Jordan sono spesso colmi di punti interrogativi, soprattutto su cosa sia realmente giusto in una guerra e cosa non lo sia; esiste veramente il diritto di uccidere e non provare alcun rimorso di coscienza? Le parti dei “buoni” e dei “cattivi” sono realmente ben definite? Oppure ciò che conta veramente, al di là del fatto dell'essere fascista o repubblicano, è l'uomo in sé? Del resto, non è tanto semplice stilare una classifica di crudeltà tra i fascisti che stuprano Maria e le radono la testa, e i partigiani che, dopo aver conquistato una città, uccidono uno ad uno i fascisti in modo talmente barbaro da perdere ogni tratto di umanità.
    Ma a distogliere Robert Jordan dall'ossessione della guerra si presenta la ragazza dal viso bruno e dai capelli corti e dorati, quella Maria che in soli tre giorni gli farà provare ciò che prima non aveva mai provato per nessun'altra donna; la loro storia d'amore provoca in Robert una catena di emozioni che difficilmente può venir controllata. Difatti, se prima la vita di Robert era unicamente dedita alla guerra, senza alcuna distrazione di sorta, con l'avvento di Maria molte cose vengono stravolte. Si presentano sentimenti come la paura e la consapevolezza di ciò che si possiede, di ciò che la vita può offrire al di fuori delle trincee e delle esplosioni, e dunque anche di ciò che si rischia di perdere. La paura di morire, la paura di non poter godere di un futuro che adesso, con la presenza di Maria, appare degno di essere vissuto; la paura di dover vivere tutto ciò in così poco tempo, vale a dire quello che rimane prima della faccenda del ponte. Una paura, anche questa, propriamente autobiografica; Hemingway, difatti, dopo aver vissuto l'esperienza della guerra, era ossessionato dall'idea della morte, e questa ossessione lo scaraventerà in una profonda depressione che avrà fine solo con il suicidio, quel suicidio che già aveva rappresentato la soluzione finale del padre, un atto che Hemingway disprezzava e di cui si vergognava, come accenna brevemente nel libro attraverso un monologo di Robert Jordan.
    Accanto ai temi portanti è facile, inoltre, notare gli accenni alle grandi passioni di Hemingway, come la corrida e la caccia, ampiamente presenti nel corso della narrazione e descritte meticolosamente e orgogliosamente. La corrida, addirittura, assume il ruolo del luogo simbolico in cui si incontrano le principali componenti dell'esistenza, come la paura ed il coraggio, l'insuccesso e la vittoria, la vita e la morte.
    Il libro si presenta decisamente semplice e scorrevole, con una sintassi lineare e facilmente comprensibile, accessibile a chiunque. Le descrizioni e le aggettivazioni sono ridotte al minimo indispensabile, soprattutto quelle fisiche, e la prevalenza del dialogo è notevole. Anche il lessico si mantiene su livelli quotidiani, lungi dall'utilizzare arcaisimi o aulicismi, termini, questi, più consoni alla poesia, come diceva Leopardi; e difatti, in “Per chi suona la campana”, il linguaggio è quello giornaliero, della conversazione, ed è decisamente quello più adatto al contesto nel quale si svolge l'azione, dove sarebbe risultato inappropriato un lessico ricercato e di alto livello.
    E forse uno degli innumerevoli punti di forza di questo libro sta proprio in questo, nel riuscire a presentare temi e contenuti di assoluta importanza in un modo che risulti immediatamente accessibile a qualsiasi lettore, rendendolo partecipe e sensibilizzandolo su ciò di cui il testo tratta.

  9. #354
    "Non lo so, arrivederci" L'avatar di pizzuzza
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    Citazione Baggio18
    Ernest Hemingway - Per chi suona la campana

    Nel 1937 Hemingway si trova impegnato nella guerra civile spagnola, che oppone i fascisti di Franco a coloro che invece confidano nella “Repubblica” e cercano di debellare la minaccia del totalitarismo. Il ruolo di Hemingway è quello del corrispondente di guerra al fianco degli antifascisti, ed è proprio questa esperienza che poi lo porterà a scrivere “Per chi suona la campana” (For whom the bell tolls, in lingua inglese), un libro dai notevoli tratti autobiografici. Si tratta di un'opera che narra di una banda partigiana, quella di Pablo e della sua donna Pilar, impegnata, insieme alle altre, nell'arduo compito di lottare e sopravvivere tra le verdi colline spagnole, cercando di vincere una guerra sanguinosa per restituire alla Spagna quella libertà e quella dignità di cui il fascismo l'aveva privata . A questa banda si unisce Robert Jordan, un americano schierato dalla parte degli antifascisti, il quale ha l'ordine da parte dei suoi superiori di far saltare un ponte di grande importanza strategica. L'azione delle 500 pagine del libro di dipana in soli tre giorni, ma è un'azione contornata da innumerevoli diramazioni, come la storia d'amore tra Robert Jordan e Maria, una ragazza della banda di Pablo salvata dalle grinfie fasciste, i continui monologhi interiori dei personaggi, in prevalenza di Robert, che assumono la funzione di tracciare un profilo psicologico ben definito e delineato, oltre che presentare e sviluppare i temi proposti dal romanzo, i flashback di situazioni belliche, come la presa di alcune città da parte dei partigiani, ecc. E questi tre giorni si rivelano essere i più intensi dell'intera esistenza del protagonista, tre giorni in cui egli impara molte più cose sul mondo di quante ne avesse sapute fino a quel momento, tre giorni da interpretare e vivere come se fossero una vita intera.
    I temi trattati dal libro sono vari, come la guerra e le barbarie che questa si trascina con sé, o come l'amore, che nel caso del libro sboccia all'improvviso e raggiunge il culmine quasi istantaneamente, ma sono presenti anche temi più introspettivi, come la paura della morte e la riflessione sul suicidio.
    Per quel che riguarda la guerra, Hemingway si schiera naturalmente dalla parte degli antifascisti, ma non per per questo evita di evidenziare il fatto che la guerra miete anche, e soprattutto, vittime pressochè innocenti, sia da una parte che dall'altra; significativa a questo proposito la descrizione degli uomini di guardia sul ponte, dove questi vengono presentati come fascisti “non veri”, ma trascinati a forza, in quel vortice senza fondo, esclusivamente dalle circostanze, e dunque come spettatori impotenti del proprio destino, delle marionette obbligati a fare ciò che gli viene ordinato, senza possibilità di appello. Anche i monologhi di Robert Jordan sono spesso colmi di punti interrogativi, soprattutto su cosa sia realmente giusto in una guerra e cosa non lo sia; esiste veramente il diritto di uccidere e non provare alcun rimorso di coscienza? Le parti dei “buoni” e dei “cattivi” sono realmente ben definite? Oppure ciò che conta veramente, al di là del fatto dell'essere fascista o repubblicano, è l'uomo in sé? Del resto, non è tanto semplice stilare una classifica di crudeltà tra i fascisti che stuprano Maria e le radono la testa, e i partigiani che, dopo aver conquistato una città, uccidono uno ad uno i fascisti in modo talmente barbaro da perdere ogni tratto di umanità.
    Ma a distogliere Robert Jordan dall'ossessione della guerra si presenta la ragazza dal viso bruno e dai capelli corti e dorati, quella Maria che in soli tre giorni gli farà provare ciò che prima non aveva mai provato per nessun'altra donna; la loro storia d'amore provoca in Robert una catena di emozioni che difficilmente può venir controllata. Difatti, se prima la vita di Robert era unicamente dedita alla guerra, senza alcuna distrazione di sorta, con l'avvento di Maria molte cose vengono stravolte. Si presentano sentimenti come la paura e la consapevolezza di ciò che si possiede, di ciò che la vita può offrire al di fuori delle trincee e delle esplosioni, e dunque anche di ciò che si rischia di perdere. La paura di morire, la paura di non poter godere di un futuro che adesso, con la presenza di Maria, appare degno di essere vissuto; la paura di dover vivere tutto ciò in così poco tempo, vale a dire quello che rimane prima della faccenda del ponte. Una paura, anche questa, propriamente autobiografica; Hemingway, difatti, dopo aver vissuto l'esperienza della guerra, era ossessionato dall'idea della morte, e questa ossessione lo scaraventerà in una profonda depressione che avrà fine solo con il suicidio, quel suicidio che già aveva rappresentato la soluzione finale del padre, un atto che Hemingway disprezzava e di cui si vergognava, come accenna brevemente nel libro attraverso un monologo di Robert Jordan.
    Accanto ai temi portanti è facile, inoltre, notare gli accenni alle grandi passioni di Hemingway, come la corrida e la caccia, ampiamente presenti nel corso della narrazione e descritte meticolosamente e orgogliosamente. La corrida, addirittura, assume il ruolo del luogo simbolico in cui si incontrano le principali componenti dell'esistenza, come la paura ed il coraggio, l'insuccesso e la vittoria, la vita e la morte.
    Il libro si presenta decisamente semplice e scorrevole, con una sintassi lineare e facilmente comprensibile, accessibile a chiunque. Le descrizioni e le aggettivazioni sono ridotte al minimo indispensabile, soprattutto quelle fisiche, e la prevalenza del dialogo è notevole. Anche il lessico si mantiene su livelli quotidiani, lungi dall'utilizzare arcaisimi o aulicismi, termini, questi, più consoni alla poesia, come diceva Leopardi; e difatti, in “Per chi suona la campana”, il linguaggio è quello giornaliero, della conversazione, ed è decisamente quello più adatto al contesto nel quale si svolge l'azione, dove sarebbe risultato inappropriato un lessico ricercato e di alto livello.
    E forse uno degli innumerevoli punti di forza di questo libro sta proprio in questo, nel riuscire a presentare temi e contenuti di assoluta importanza in un modo che risulti immediatamente accessibile a qualsiasi lettore, rendendolo partecipe e sensibilizzandolo su ciò di cui il testo tratta.
    Io gli darei 9

  10. #355
    Utente L'avatar di mustang88
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    the number of the beast
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    1.010
    Citazione devilman450
    "300" di Frediani:
    Libro ambientato sulle vicende alle termopoli durante l'invasione della grecia da parte dell'impero persiano. IIl romanzo di Frediani racconta di come l’unico sopravvissuto, Aristodemo, si trovò a combattere al fianco di un re, Leonida, che in realtà disprezzava, e di come videro i suoi occhi i retroscena e l’immane sacrificio dei suoi compagni. Il libro è del tutto disgiunto dalla storia del recente film 300 uscito da poco nelle sale cinematografiche...molto bello, mi è piaciuto assai...bella la trama, complicati e sfaccettati i personaggi, scene di battaglia descritte molto bene...

    8/10
    io gli darei anke un 8.5
    un bel libro che merita


  11. #356
    Udente L'avatar di LaK-o-OnE
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    15.103
    titolo: Tom Clancy's Splinter Cell: Barracuda

    autori: Tom Clancy; David Michaels

    Secondo libro tratto dalla famosissima serie videoludica Splinter Cell. Libro di 354 pagine, narra le vicende di Sam Fisher, uno Splinter Cell dell'agenzia segreta Third Echelon, impegnato in una rischiosa missione per scongiurare una 3° Guerra Mondiale.
    Come per il primo libro, il racconto è in prima persona.
    Un'ottimo libro, soprattutto per gli amanti della saga, di cui consiglio la lettura.

    voto: 9/10



    titolo: L'ombra

    autore: Cody McFadyen

    Primo romanzo di questo scrittore, racconta il disperato tentativo dell'agente speciale dell'FBI, Smoky Barrett, di fermare Jack Junior, un serial killerdella peggior specie....
    Di 393 pagine, è un libro molto crudo e sconvolgente, ma davvero molto bello; da leggere

    voto: 8.5/10

  12. #357
    Vecchio utente L'avatar di Dexter89
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    Freccia

    Citazione the darkness
    dan brown - la verità dei ghiacci

    è il libro di dan brown che mi è piaciuto di più, la storia non è male e abbastanza interessante. i personaggi sono ben delineati, ed è meno farcito di cazzate del solito.

    voto 7/10
    Questa mi dispiace ma non te la posso passare... Non dici niente del libro!

    Bunky, ti stancherai prima o poi di leggere James Patterson!

    Grazie comunque a tutti quanti! E scusate per il ritardo nell'aggiornamento!

    Ho abbandonato il forum. Se per qualsiasi esigenza dovete contattarmi, potete farlo inviandomi un mp e sperare che una volta all'anno io riapra l'account

  13. #358
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    Rowling, J.K. - Harry Potter and the Deathly Hallows (versione inglese)

    Sono passati dieci anni da quando il primo libro della saga di Harry Potter fece la sua comparsa nelle librerie inglesi. E, nella cronologia del mondo ideato dalla Rowling, Harry è all'ultimo anno della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, il settimo.
    ...peccato che non lo frequenterà.
    Sono ormai stati dimenticati i tratti foschi ma pur sempre fanciulleschi dei primi tre libri, nei quali il protagonista imparava a conoscere la realtà magica, poi improvvisamente scossa dal ritorno, alla fine del quarto anno/libro, dal ritorno dell'Oscuro Signore Lord Voldemort.
    Sia il mondo dei maghi sia il mondo delle persone normali, i "Babbani", è ormai inginocchiato di fronte allo strapotere di Tu-Sai-Chi, che arriverà a conquistare tutto ciò che poteva aspirare ad ottenere, bramando nell'ombra.
    Dopo la tragica morte del Preside Silente, Harry decide di proseguire da solo la ricerca degli Horcrux, misteriosi oggetti contenenti pezzi dell'anima di Voldemort. Assieme ai suoi amici di sempre Hermione e Ron, intraprenderà un viaggio in giro per l'Inghilterra in cerca dei rimanenti quattro Horcrux, aiutato da alcuni oggetti lasciati in eredità al trio dallo stesso Silente. Fanno poi la comparsa i Deathly Hallows, misteriosi oggetti alla cui ricerca sembra si siano dedicati moltissimi maghi, e che sembra conferiscono poteri misteriosi...
    Harry, sebbene abbia ora responsabilità pesantissime sulle spalle, non smette comunque di comportarsi da irresponsabile, arrivando anche a rischiare di mettere in pericolo la vita dei suoi stessi amici. Solo alla fine realizzerà qual è il reale compito lasciatogli da Silente, e riuscirà ad affrontarlo a testa alta... Un compito che potrebbe anche costargli la vita.

    Il capitolo conclusivo della saga cerca di concludere tutte le questioni lasciate aperte nei sei libri precedenti, riuscendoci in gran parte.
    Purtroppo il target d'età medio-basso al quale il libro è destinato ha forse legato un pò le mani all'autrice, che tuttavia ha fatto pagare anche ai "buoni" il prezzo della guerra... forse anche un pò troppo rapidamente.
    Gli ultimi capitoli sono frenetici, sembrano quasi scritti velocemente per mettere il punto "fine" alla storia. Tra espedienti abbastanza "forzati" e morti quasi messe lì per caso, la fine devo dire mi ha abbastanza deluso.
    L'epilogo è poi sconfortante, con un salto nel futuro di 19 anni che stona abbastanza con tutto il resto.
    Pur tuttavia, Harry Potter and the Deathly Hallows è un libro godibilissimo anche in inglese (chiaro e spedito), consigliato a tutti coloro che non vogliono aspettare fino all'uscita della traduzione italiana.

    VOTO: 7.5/10
    Ultima modifica di Dexter89; 10-08-2007 alle 14:16:26

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  14. #359
    lato oscuro della forza L'avatar di the darkness
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    Crypto - Dan Brown

    un problema primario delle intelligence è sempre stato quello de decrittazione dei codici, il libro si basa su questo. La NSA ha creato un enorme computer capace di decodificare qualsiasi codice, qualunque dato scambiato su internet viene passato dal gigantesco macchinario. Finché un giorno qualcuno minaccia di diffondere al mondo un programma capace di creare file inviolabile e ne mette un esempio sul web. Da qui poi si dirama la storia.
    il libro segue i soliti schemi di Dan Brown, non aggiungendo niente di nuovo, e la trama ,a mio parere, è molto debole.
    i personaggi non sono molto delineati, alcuni poi sono grotteschi, e alcune conclusioni inspiegabili. I libri è farcito di allucinanti stereotipi. se uno deve comprarlo, meglio risparmiare i soldi per un titolo più valido.
    voto 3,5/10

  15. #360
    breaker_no_stop
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    Citazione the darkness
    Crypto - Dan Brown

    un problema primario delle intelligence è sempre stato quello de decrittazione dei codici, il libro si basa su questo. La NSA ha creato un enorme computer capace di decodificare qualsiasi codice, qualunque dato scambiato su internet viene passato dal gigantesco macchinario. Finché un giorno qualcuno minaccia di diffondere al mondo un programma capace di creare file inviolabile e ne mette un esempio sul web. Da qui poi si dirama la storia.
    il libro segue i soliti schemi di Dan Brown, non aggiungendo niente di nuovo, e la trama ,a mio parere, è molto debole.
    i personaggi non sono molto delineati, alcuni poi sono grotteschi, e alcune conclusioni inspiegabili. I libri è farcito di allucinanti stereotipi. se uno deve comprarlo, meglio risparmiare i soldi per un titolo più valido.
    voto 3,5/10
    quoto in pieno.anche io ne sono rimasto deluso.
    Spoiler:
    ho speso 20€ per un libro che è cesso

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