Okay, adesso parlerò di una cosa che chi ha vissuto può capire e chi non ha vissuto probabilmente ne ignora anche l'esistenza: si chiama goliardia. La goliardia è una sorta di gioco di ruolo ultracentenario che molte città universitarie conservano. Spiegare che cos'è o come funziona è molto difficile, ma magari posso provare a farlo.
Molti di voi conosceranno il termine "goliardico" solo come aggettivo a significare una burla a fondo volutamente sarcastico, volgare o osceno anche se "goliardico" ha una sua contestualizzazione ben precisa tale che nessun sinonimo lo possa sostituire.
Innanzitutto un po' di storia. Il termine "goliarda" viene da Golia Abelardo, filosofo, teologo e compositore francese controverso del 12° secolo. Parecchio tempo lontano! L'etica teologica di Abelardo è tanto geniale quanto unica. Sembra paradossale che una dottrina di "godiamoci la gioventù" (gaudeamus igitur, di cui parlerò in seguito, è il motto dei goliardi) venga da un prete. Per Abelardo, ad esempio, la lussuria non costituisce peccato in quanto inclinazione naturale cui l'uomo non può sottrarsi. Un pensiero davvero illuminato, che invito i curiosi ad approfondire qui.
"Gaudeamus igitur" è l'inno universale della goliardia. I primi versi sono questi:
Gaudeamus igitur iuvenes dum sumus.
Post iucundam iuventutem
post molestam senectutem
nos habebit humus!
Che molto strettamente significa: godiamoci la gioventù, che poi arriverà la vecchiaia e torneremo alla terra. Se avete partecipato a qualche festa di laurea, non è improbabile che l'abbiate sentito.
In Italia la goliardia è particolarmente sentita in Toscana ed in Emilia, anche se la goliardia esiste, in proporzioni minori o maggiori, in gran parte delle città universitarie italiane. Solitamente ogni città ha un numero diverso di "ordini goliardici", più comunemente detti "balle", che teoricamente si riferiscono a quartieri della città, ma in pratica questa distinzione è puramente numerica. Mi pare che Bologna sia la città italiana con il numero maggiore di balle (13, credo).
Il processo. Per entrare in goliardia, è necessario sottoporsi ad una "prova" chiamata "processo", in cui l'aspirante goliarda viene messo sotto torchio. Bendati a distanza dal luogo del processo - che l'aspirante goliarda non ha il diritto di conoscere - si viene introdotti in questo posto, solitamente una cantina, in cui una combriccola di esaltati presto inizierà a farti domande. Se ti va bene, ne esci in mutande. Comunque di certo non sobrio. Inutile dire che ogni aspirante goliarda può in qualsiasi momento tirarsi fuori dalla prova, che altro non è che un gioco, ma in tal caso non verrà ammesso nella balla. Anche se, dopo quella che mediamente è un'ora di processo, sei ancora lì a farti prendere per il culo da quelle che per il momento non sono altro che voci, non è ancora detto che ti prendano. Si esprimono dei voti, qualcuno vota per te, qualcun altro a cui stai sui coglioni ti vota contro e dopo un po' ti dicono se sei dentro. In quel caso ti daranno un nome e ognuno si presenterà con il suo. Quelli più importanti ne hanno tre. Ti conviene ricordarli.
La feluca. La feluca è il tuo primo "premio" per essere entrato in goliardia. È il tuo simbolo di riconoscimento. Lo porti sempre con te. Questo cappello alla "peter pan" ha una corda molto lunga, che ti conviene legare da qualche parte. All'estremità ci metti un cavatappi, ti serve per aprire le bottiglie di vino. D'ora in poi niente più acqua. A seconda della facoltà che frequenti, la feluca ha un colore diverso. Per gli ingegneri -niente di più adatto- una cupa feluca nera. La prima cosa che ti dicono, quando te la consegnano, è questa: feluca è la tua anima, non fartela ciulare. È solo dopo che ti accorgi che quelle parole hanno un senso, infatti il primo obiettivo di chiunque è ciularti la feluca. Se te la ciulano, sono cazzi. E se te la ciula un goliarda venuto da Pisa, devi andare a Pisa a riprenderla.
Gli scazzi. Gli scazzi sono una caratteristica fondamentale della goliardia. Se non rispetti una regola, o se qualcuno utilizza una regola esistente contro di te, hai appena subito uno scazzo. Inutile stare ad elencare tutte le cose per cui subisci uno scazzo e quali sono le conseguenze, c'è sempre qualcuno che riesce a farti uno scazzo e, nel caso non ci riesca da solo, viene aiutato. Quando non conosci le regole, subisci uno scazzo per qualsiasi puttanata. Incominci ad avere rispetto quando procuri uno scazzo ad uno più esperto, anche se questo troverà facilmente un modo per fartela pagare.
Bacco, tabacco e venere. Oltre ad essere merce di baratto per gli scazzi, il motore della goliardia sono solitamente bacco, tabacco e venere, che tradotto significa vino, sigarette e donne. Per un motivo che mi è sconosciuto ti fanno tracannare un ettolitro di vino ed i liquori distillati più alcolici della terra, latte di suocera incluso, ma non ti permettere neanche per scherzo a parlare di canne o marijuana. In goliardia niente droghe, neanche leggere. E niente violenza. Non esiste che qualcuno ti obblighi con la forza a fare qualcosa o che uno scazzo venga punito con violenza. Tu sei sempre consenziente. Volente o nolente.
Il regolario. Le regole sono una quantità spropositata che, nelle poche settimane in cui ho praticato la goliardia, non posso certamente dire di aver imparato nella totalità. Non posso stare qui ad elencare le regole, perché il bello della goliardia è viverla ed imparare le regole vivendo la goliardia. Qualcosa posso accennare. Ad esempio, devi presentarti a chi ha una carica più elevata di te e, per la proprietà transitiva, chi ha la carica più bassa di te verrà a presentarsi. Tuo obbligo è ricordare tutti i nomi, alla perfezione, di chi ti si è presentato, inclusa la balla di appartenenza.
I gradi o le cariche. Quando entri in goliardia sei un protetto, ovvero uno che è appena entrato in una balla e può solo asserire di farne parte. È il grado più basso che ci sia. In goliardia, chi è di grado più alto non fa un cazzo, tracanna il vino che chi è di grado più basso gli versa nel bicchiere. Esistono diversi gradi, il cui nome varia da balla a balla. Di solito sono sei o sette, salendo dei quali acquisisci parti dell'abbigliamento tipico del goliarda, l'insegna (ovvero il simbolo della balla, che porti al collo) ed il mantello. Il grado più elevato è il console, al di sopra di cui c'è solo il principe (che ha corona e spada). Il principe è il grado massimo cui tutti portano rispetto. Si avanza di grado dopo un certo periodo di attività, a seconda delle tue capacità e della tua partecipazione alla vita goliardica. Di solito si passa di grado durante una riunione, durante una festa goliardica o durante un evento "ufficiale".
Le riunioni. Una volta la settimana, ogni balla si riunisce in un luogo prefissato, che cambia molto spesso, per fare riunioni. Di solito nelle riunioni si discute delle feste e degli eventi in programma, di chi si vuole andare a rompere i maroni, delle goliardate che si vogliono bandire. Nelle città con più balle, ogni balla ha le sue balle amiche, una sua balla rivale storica e altre balle rivali, e il primo obiettivo è rompere il cazzo alla balla rivale o ai loro membri - un po' come avviene fra le contrade del palio di Siena - . Oppure organizzare scherzi alle matricole o a politici o a personaggi conosciuti della città o ad altri malcapitati.
Le feste, gli spettacoli, le ricorrenze, le goliardate. Alle "feste" goliardiche partecipano solo goliardi. Esistono locali storicamente "goliardi", si riconoscono perché solitamente alle pareti sono attaccate le insegne o le bandiere delle balle. Durante le feste goliarde si tracanna vino, ogni balla fa le sue burle, si conoscono le persone delle altre balle e tutto il meccanismo del regolario e degli scazzi entra in atto. Talvolta si organizzano spettacoli per attirare il pubblico, altre volte ci sono veri e propri scontri - di abilità o di coraggio, ma più solitamente sono gare di incoscienza :asd: - fra i goliardi di diverse balle. Le ricorrenze sono solitamente le date storiche importanti per le singole balle, o l'anniversario di elezione del principe.
La mia esperienza in goliardia. Solitamente i goliardi vanno in giro a cercare gente da "processare". Una sera mi si avvicinano un tipo ed una tipa con la feluca e mi fanno "hey, ti va di provare un'esperienza nuova? devi fare questo questo e questo". E siccome io sono dell'idea che tutto o quasi va provato almeno una volta, ho acconsentito. Ho chiesto "ma si beve gratis?" e la risposta affermativa mi ha convinto. Eravamo in sei o sette, quella sera, ma solo io ed un amico eravamo pronti a questa cazzata del processo. Il mio amico è stato cacciato a calci nel culo la sera stessa ed ho fatto tre quarti di processo da solo. Alla fine, probabilmente allietati dalla mia sbronza e dal fatto che continuassi a tracannare vino ad oltranza, mi hanno preso.
Francamente, mi sono rotto il cazzo velocemente. Non esiste che qualcuno mi dica "versami da bere", non è mai esistito e non vedo perché dovrebbe iniziare ad esistere ora. La ragazza, vedendomi riluttante, mi fa': "hai deciso di venire in goliardia perché ti annoiavi volevi provare un'esperienza nuova, vero? bè se vuoi provare la goliardia devi seguire le nostre regole". Sinceramente, ho provato la goliardia perché quella sera mi hanno offerto da bere gratis, e non capita tutti i giorni. Poi sì, perché mi piace provare cose nuove. Meno conosco di quello che succede, più mi piace. Infatti, quando il tipo che mi stava portando a bere gratis mi stava bendando e illustrando le regole, ricordo di averlo taciuto per domandargli insistentemente: "Ma quando si comincia a bere?". Ad ogni modo, per godere a fondo di quell'esperienza ho capito che avrei dovuto, almeno per un po', stare al gioco. E va bene, ti verso da bere. E va bene, giù i pantaloni, guardatemi pure l'uccello. E va bene, andiamo a mettere un profilattico sulle dita del Nettuno (chi è di Bologna può cogliere). Insomma, cercano di metterti a disagio e quanto meno ci riescono questa volta, tanto più insistentemente ci proveranno la successiva. Ma va bene, dai, proviamo quest'esperienza un altro po', almeno per poter dire di averla provata. Passa qualche settimana e, alla prima festa ufficiale, passo di grado. Figata, c'è la console mica male che bacia chi è passato di grado, e se ti va bene ci mette pure un po' di lingua. Ma la settimana dopo c'è la solita riunione della minchia dove, come al solito, vai a tracannare vino. Okay, adesso puoi farti versare il vino dall'ultimo arrivato, qualcuno comincia a prenderti in simpatia e persino la console mica male ti inizia a cagare, ma fondamentalmente devi stare dalle 22.00 di sera fino alle 5 di mattina a fare un cazzo. All'inizio la tipa mi aveva detto "sei entrato in goliardia perché ti annoi", che magari era anche vero, ma di modi per annoiarmi ne conosco tanti altri, di persone veramente interessanti ne ho trovate poche, la sbornia voglio godermela in giro per la città o comunque dove caspita mi pare, e di sottostare alle vostre regole della ciola non se ne parla proprio. L'esperienza l'ho provata, ma ora levatevi dai coglioni.
Fin.
Ho scritto velocemente e con uno stile piuttosto diverso dal mio solito modus scrivendi; inoltre, a differenza di quel che faccio praticamente sempre, non sto a rileggere prima di postare; questo è una specie di flusso di coscienza da salotto di psicanalisi più che un racconto o un saggio o una didascalia. E il fatto che siano le quattro vale come attenuante.