Ieri riflettevo su cosa producessero di interessante gli indieani d'America.
Oggi, un po' ovunque si parla di un'esperienza ludica aliena e rigenerante, proveniente dalla California del sud.
Mi riferisco a
pOnd. Un gioco che, in un certo senso, porta alle estreme conseguenze la formula, quasi priva di struttura, dei platform centrati sull'esplorazione anziché sull'azione concitata - laddove la foga interattiva storicamente è la tendenza dominante. Qui l'obiettivo, se di obiettivo possiamo parlare, è vagare per i rilassanti ambienti in pixelart, e
respirare, riempendo il proprio organismo dei globi energetici che l'ambiente, per sua natura, produce. Si presuppone, ad un certo punto, il giocatore inizierà a sincronizzare il proprio reale respiro con quello virtuale della protesi digitale, innescando un'esperienza trascendente Zen. Se non si fa respirare adeguatamente il proprio avatar, esso inizierà a tossire, a manifestare sintomi di soffocamento, e sarà impossibile proseguire.
pOnd sembra una puttanata
artistico-pretenziosa, ma non prendetelo troppo sottogamba: potrebbe sorprendervi. Attraverso il sito degli autori, The Peanut Gallery <già conosciuti per
Spectre, vincitore all'IGF di quest'anno, categoria Student Showcase>, si può giocare
pOnd in un applet, oppure scaricarlo laddove la fruizione tramite browser non dovesse rivelarsi soddisfacente.