BraunLuis
Il Deep Inside di Skulz, "Alla ricerca di un Remedyo" non è solo interessante, ma centrale direi.
Centrale perché delinea quello che potrebbe essere, in misura importante, next gen o meno, il profilarsi del futuro disegno del videogioco: lo spopolare di piccole produzioni di fianco a quelle Tripla A.
Non è mistero che nei periodi storici di crisi si diventa più ricettivi, ci si affida di più alla proprie intuizioni, si pianifica meno per diventare più creativamente spregiudicati. L'atomica, ma anche Picasso per intenderci, nascono in periodi di forti tensioni planetarie, in cui le congiunture economiche sfavorevoli collassano sull'uomo.
Personalmente ho sempre apprezzato le crisi dei valori, o i movimenti interiori che lo spirito umano fa per riattrezzarsi a fronteggiare i momenti sfavorevoli. Il cibo è più buono e apprezzato, con le viscere brancicate dalla fame.
Ipotizzo che vivremo un risveglio stordente e concentrato della caratura artistica nelle produzioni dei videogiochi di budget non AAA come non accadeva da anni. Nel senso che in qualità di giocatori - soprattutto di console - ci sorprenderemo della sostanza artistica che caratterizzerà i prossimi videogiochi, poiché più distribuita in margini di tempo ristretti e concentrati.
Azzardo qui, vi saranno produzioni e aperture del mercato da parte di sviluppatori che provengono da paesi sinora poco protagonisti (oltre i vari Child of Light, Murasaki Baby, Volume, Don't Starve, Valiant Hearts e tanta altra roba annunciata - non me viene altra, al momento)...
Comunque sia, non si è mai visto un E3 o una Gamescom che presentassero un mèlange così intenso di produzioni indipendenti e AAA.
L'apertura di Playstation 4 verso queste produzioni, l'ammorbidimento delle "accise" per sviluppare sulle proprie piattaforme sono (e dovrebbero sempre essere) un incentivo perfetto per favorire lo sviluppo qualitativo in tal senso.
I'm really excited.
;)